ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 25 maggio 2019

Una via agevole e sicura

Preghiera a Maria Regina
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Ora vengo a Te, o unica Vergine Madre di Dio; mi prostro dinanzi a Te, o unica che abbia operato l’Incarnazione del mio Dio; mi umilio al Tuo cospetto, o unica che sia diventata Madre del mio Signore. Supplico Te, o unica ad esserti fatta Ancella del Figlio Tuo, di ottenere che siano cancellate le azioni del mio peccato, di comandare che io sia purificato dall’iniquità del mio operare, di farmi amare la gloria della Tua verginità, di rivelarmi l’immensità della dolcezza di Tuo Figlio, di darmi di esprimere e difendere l’autenticità della fede nel Figlio Tuo. Concedimi anche di aderire a Dio e a Te, di servire il Figlio Tuo e Te, di sottomettermi al Tuo Signore e a Te: a Lui come al mio Creatore, a Te come alla Genitrice del mio Creatore; a Lui come al Signore delle potenze, a Te come all’Ancella del Signore di tutte le cose; a Lui come a Dio, a Te come alla Madre di Dio; a Lui come al mio Redentore, a Te come a colei che ha operato la mia redenzione.


Infatti ciò che ha operato nella mia redenzione, lo ha formato dalla verità della Tua persona. Per farsi mio redentore, è stato Tuo figlio. Per farsi prezzo del mio riscatto, si è incarnato dalla Tua carne. Il corpo nel quale ha guarito le mie ferite, lo ha prodotto dalla Tua carne tale da poter essere ferito. Per eliminare la mia morte, ha tratto un corpo mortale dal corpo della Tua mortalità. Per cancellare i miei peccati, il corpo che ha ricevuto da Te lo ha preso senza peccato. La mia natura, che per me, in Sé precursore, ha collocato nel suo regno, nella gloria del trono paterno, al di sopra degli angeli, l’ha assunta, abbassatosi, dalla verità del Tuo corpo. Per questo io sono Tuo servo, perché Tuo Figlio è il mio Signore. Per questo Tu sei la mia Signora, perché Tu sei l’Ancella del mio Signore. Per questo io sono servo dell’Ancella del mio Signore, perché Tu, mia Signora, sei diventata Madre del Tuo Signore. Per questo io mi son fatto Tuo servo, perché Tu sei diventata la Madre del mio Creatore.

Ti prego, Ti  prego, Santa Vergine: che io abbia Gesù da quello Spirito per opera del quale Tu hai generato Gesù. La mia anima accolga Gesù mediante quello Spirito grazie al quale la Tua carne ha concepito Gesù medesimo. Mi sia possibile conoscere Gesù in virtù di quello Spirito dal quale Ti venne il conoscere, possedere e partorire Gesù. Che, pur nella mia bassezza, io possa parlare in modo eccelso di Gesù in quello Spirito in cui professi di essere l’Ancella del Signore, desiderando che Ti sia fatto secondo la parola dell’angelo. Che io possa amare Gesù in quello Spirito nel quale Tu lo adori come Signore, lo guardi come Figlio. Che io possa temere questo Gesù in modo tanto vero quanto è vero che Egli stesso, pur essendo Dio, era sottomesso ai suoi genitori (cf. Lc 2, 51; sant’Ildefonso di Toledo, De virginitate perpetua Sanctae Mariae, 12).

Chi ha ricevuto l’eccelso privilegio di conoscere il Cuore Immacolato di Maria, giardino di delizie dell’Altissimo, aspiri a dimorare in esso per operarvi ogni cosa. Quale merito avremmo mai potuto accampare per ottenere un simile favore, in un’epoca in cui quel Cuore è tanto negletto e trascurato proprio da chi dovrebbe diffonderne la necessaria devozione? Nessuno: è per pura benevolenza divina che siamo stati oggetto di questa elezione a seguire la via indicata dal Cielo per attraversare incolumi la peggiore crisi che la Chiesa abbia mai conosciuto, nonché il supremo pervertimento della società civile. È stata Lei a sceglierci, senza che noi Le offrissimo particolari motivi per farlo, anzi nonostante tutti i nostri peccati e le nostre indifferenze. È stata Lei a suscitare un uomo che Le affidasse le sorti del nostro Paese, malgrado il suo stato ancora imperfetto dinanzi a Dio. È Lei che sta raccogliendo il Suo esercito di piccoli apostoli per questi tempi finali. Potremmo forse astenerci dal dare una risposta piena e incondizionata al Suo appello?

A questo fine, però, è indispensabile una perfetta unione a Gesù, la quale presuppone a sua volta una totale purificazione dell’anima e della vita. Non è affatto un traguardo impossibile o riservato a pochi, bensì un obiettivo che la devozione al Cuore Immacolato rende molto più facile raggiungere. Compiere ogni cosa in Esso è una via agevole e sicura per ripulire il proprio cuore dai sentimenti estranei a Dio, che con Esso sono incompatibili, per rendersi attenti alla voce del Signore e alle mozioni dello Spirito Santo, per correggere vizi radicati e passioni disordinate, per agire in modo conforme al Santo Vangelo, per esercitare le virtù teologali e cardinali… in una parola, per crescere nella santità. San Luigi Maria Grignion de Montfort, nostro patrono, lo aveva ben compreso; proprio per questo insegnò la consacrazione a Maria quale mezzo infallibile per rinnovare e vivere appieno le promesse battesimali. È dagli scritti di sant’Ildefonso († 667) che assorbì lo spirito della schiavitù mariana, imparando così a porsi a completo servizio della Madre celeste.

Meditiamo a fondo, allora, la mirabile preghiera che il Vescovo di Toledo pone a conclusione del trattatello da lui composto per difendere la verginità perpetua della Madre di Dio. Non ci sembrino eccessive le sue affermazioni: ben lungi dall’essere una donna comune, la Vergine è davvero una creatura assolutamente unica, non solo per ciò che l’onnipotenza divina ha operato in Lei, ma anche per ciò che Ella stessa ha compiuto in piena libertà e consapevolezza. Indubbiamente l’Incarnazione e la Redenzione non potevano esser realizzate se non dalla Trinità santissima; la Madonna, tuttavia, è l’unico essere creato che abbia prestato la propria opera perché quel disegno sublime si potesse adempiere. Dio ha voluto che l’intero mistero della salvezza dipendesse dal Suo consenso e dalla Sua materna cooperazione; in tal modo ha stabilito con Lei un legame strettissimo e indissolubile, una parentela sublime che L’ha elevata al di sopra di tutte le gerarchie angeliche, seconda soltanto a Suo Figlio, quale Regina del cielo e della terra.

È giusto e doveroso, dunque, che La onoriamo quanto più ne siamo capaci, anche perché tutti gli onori a Lei rivolti ridondano su Colui che da Lei ha assunto quella natura umana per cui mezzo ci ha salvati soffrendo e morendo per noi. I nostri elogi, in realtà, quand’anche assommassero quelli che tutti i Santi Le hanno indirizzato nel corso della storia cristiana, rimarrebbero sempre insufficienti; ma non per questo dobbiamo trattenerci dal lodarla, purché ci sforziamo di far corrispondere le azioni alle parole. È soprattutto con la vita che dobbiamo renderle gloria, accantonando ciò che La rattrista e praticando le Sue virtù. Così, a poco a poco, ci conformeremo dolcemente a Cristo, nostro amato Salvatore; servendo Lei, serviremo Lui in modo sempre più perfetto. Solo così la nostra difesa della fede risulterà credibile e convincente, toccherà i cuori più induriti attirandoli soavemente alla verità, schiuderà con delicatezza gli occhi bendati dalla menzogna, farà brillare quella luce gentile che ogni uomo inconsapevolmente cerca, comunicherà quell’amore che non è dato trovare nel mondo, poiché scaturisce dal cuore del Dio uno e trino.

Facciamo nostra l’ardente invocazione finale di sant’Ildefonso al fine di ottenere dalla Mediatrice di tutte le grazie, la quale è un tutt’uno con l’unico Mediatore, l’attiva presenza in noi dello Spirito Santo perché ci renda capaci di accogliere Gesù nel cuore in modo rinnovato, così che possiamo conoscerlo sempre più intimamente, possederlo sempre più pienamente, formarlo nel nostro essere sempre più compiutamente, amarlo sempre più perfettamente, farlo conoscere e amare da sempre più persone… L’amantissima Tesoriera del cielo, avendo concorso in modo essenziale ad acquisire tutti i beni della salvezza, ne dispone come vuole in qualità di sovrana onnipotente cui persino il Figlio di Dio obbedisce, come già Le obbedì sulla terra. La nostra mente non può che smarrirsi nella contemplazione di tale mistero di insondabile e immeritata misericordia che trabocca oltre ogni immaginazione: non bastava che il Dio-uomo, soffrendo per i peccatori un’acerbissima Passione, si facesse sorgente inesauribile di grazia e di perdono? No: è stato pure fabbricato il canale che li riversasse su di noi, così noncuranti del nostro destino eterno e insensibili all’infinito Amore. Gareggiamo allora nel compiacere la nostra Regina e corriamo a Lei per qualsiasi necessità con incondizionata fiducia.

Pubblicato da Elia

Maria Ausiliatrice

"La Madonna vuole che la onoriamo sotto il titolo di Maria Ausiliatrice: i tempi corrono così tristi che abbiamo bisogno che la vergine santissima ci aiuti a conservare e difendere la fede cristiana"
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“Auxilium Christianorum”, “Aiuto dei Cristiani”, è il titolo che è stato dato alla Vergine Maria in ogni tempo e così viene invocata anche nelle litanie Lauretane del Rosario. Sulle virtù, la vita, la predestinazione, la maternità, la mediazione, l’intercessione, la verginità, l’immacolato concepimento, i dolori sofferti, l’assunzione di Maria, sono stati scritti migliaia di volumi, tenuti vari Concili, proclamati dogmi di fede, al punto che è sorta un’autentica scienza teologica: la Mariologia. E sempre è stata ribadita la presenza mediatrice e soccorritrice della Madonna per chi la invoca, a lei siamo stati affidati come figli da Gesù sulla Croce e a noi umanità è stata indicata come madre, nella persona di Giovanni apostolo, anch’egli ai piedi della Croce.L'invocazione Auxiluim christianorum, ora pro nobis appare, per la prima volta, nella versione delle litanie lauretane pubblicata nel 1576 e approvata da papa Clemente VIII nel 1601; essa era assente nella versione più antica, risalente al 1524. Secondo la tradizione tale invocazione fu aggiunta da papa Pio V dopo la vittoria riportata dalla Lega santa sugli ottomani a Lepanto (7 ottobre 1576), ma più probabilmente rappresenta una variante del titolo Advocata christianorum che si trova nell'edizione del 1524.In ogni caso, l’utilizzo ufficiale del titolo “Auxilium Christianorum” si ebbe con l’invocazione del grande papa mariano e domenicano san Pio V (1566-1572), che le affidò le armate ed i destini dell’Occidente e della Cristianità, minacciati da secoli dai turchi arrivati fino a Vienna, e che nella grande battaglia navale di Lepanto (1571) affrontarono e vinsero la flotta musulmana. Il papa istituì per questa gloriosa e definitiva vittoria, la festa del S. Rosario, ma la riconoscente invocazione alla celeste Protettrice come “Auxilium Christianorum”, non sembra doversi attribuire direttamente al papa, come venne poi detto, ma ai reduci vittoriosi che ritornando dalla battaglia, passarono per Loreto a ringraziare la Madonna; lo stendardo della flotta invece, fu inviato nella chiesa dedicata a Maria a Gaeta dove è ancora conservato. Il grido di gioia del popolo cristiano si perpetuò in questa invocazione; il Senato veneziano fece scrivere sotto il grande quadro commemorativo della battaglia di Lepanto, nel Palazzo Ducale: “Né potenza, né armi, né condottieri ci hanno condotto alla vittoria, ma Maria del Rosario” e così a fianco agli antichi titoli di Consolatrix afflictorum (Consolatrice degli afflitti) e Refugium peccatorum (Rifugio dei peccatori), si aggiunse per il popolo e per la Chiesa Auxilium Christianorum (Aiuto dei cristiani).


La festa di Maria, Aiuto dei cristiani, fu istituita da papa Pio VII il 15 settembre 1815 e fissata al 24 maggio in ricordo suo trionfale rientro a Roma (24 maggio 1814) dopo la prigionia sotto Napoleone a Fontainebleau. In origine la festa era limitata alla Chiesa di Roma, ma fu presto adottata dalle diocesi toscane (1816) e poi estesa alla Chiesa universale


CHI SONO I GRANDI “APOSTOLI” DELLA DEVOZIONE A MARIA AUSILIATRICE?

Il culto pur continuando nei secoli successivi, ebbe degli alti e bassi, finché nell’Ottocento due grandi figure della santità cattolica, per strade diverse, ravvivarono la devozione per la Madonna del Rosario con il beato Bartolo Longo a Pompei e per la Madonna Ausiliatrice con San Giovanni Bosco a Torino. Il grande educatore ed innovatore torinese, pose la sua opera di sacerdote e fondatore sin dall’inizio, sotto la protezione e l’aiuto di Maria Ausiliatrice, a cui si rivolgeva per ogni necessità, specie quando le cose andavano per le lunghe e s’ingarbugliavano; a Lei diceva: "E allora incominciamo a fare qualcosa?". S. Giovanni Bosco, nato il 16 agosto 1815 presso Castelnuovo d’Asti e ordinato sacerdote nel 1841, fu il più grande devoto e propagatore del culto a Maria Ausiliatrice, la cui festa era stata istituita sotto questo titolo e posta al 24 maggio, qualche decennio prima, dal papa Pio VII il 24 maggio 1815, in ringraziamento a Maria per la sua liberazione dalla ormai quinquennale prigionia napoleonica. Il grande sacerdote, apostolo della gioventù, fece erigere in soli tre anni nel 1868, la basilica di Maria Ausiliatrice nella cittadella salesiana di Valdocco - Torino; sotto la Sua materna protezione pose gli Istituti religiosi da lui fondati e ormai sparsi in tutto il mondo: la Congregazione di S. Francesco di Sales, sacerdoti chiamati normalmente Salesiani di don Bosco; le Figlie di Maria Ausiliatrice suore fondate con la collaborazione di s. Maria Domenica Mazzarello e per ultimi i Cooperatori Salesiani per laici e sacerdoti che intendono vivere lo spirito di “Don Bosco”, come è generalmente chiamato. Le Congregazioni sono così numerose, che si vede con gratitudine la benevola protezione di Maria Ausiliatrice nella diffusione di tante opere assistenziali ed a favore della gioventù. Ormai la Madonna Ausiliatrice è divenuta la ‘Madonna di Don Bosco’ essa è inscindibile dalla grande Famiglia Salesiana, che ha dato alla Chiesa una schiera di santi, beati, venerabili e servi di Dio; tutti figli che si sono affidati all’aiuto della più dolce e potente delle madri.

DOVE È DIFFUSO IL CULTO DI MARIA AUSILIATRICE? 

Interi Continenti e Nazioni hanno Maria Ausiliatrice come Patrona: l’Australia cattolica dal 1844, la Cina dal 1924, l’Argentina dal 1949, la Polonia fin dai primi decenni del 1800, diffusissima e antica è la devozione nei Paesi dell’Est Europeo. Nella bella basilica torinese a Lei intitolata, dove il suo devoto figlio s. Giovanni Bosco e altre figure sante salesiane sono tumulate, vi è il bellissimo e maestoso quadro, fatto eseguire dallo stesso fondatore, che rappresenta la Madonna Ausiliatrice che con lo scettro del comando e con il Bambino in braccio, è circondata dagli Apostoli ed Evangelisti ed è sospesa su una nuvola, sullo sfondo a terra, il Santuario e l’Oratorio come appariva nel 1868, anno dell’esecuzione dell’opera del pittore Tommaso Lorenzone. Il significato dell’intero quadro è chiarissimo; come Maria era presente insieme agli apostoli a Gerusalemme durante la Pentecoste, quindi all’inizio dell’attività della Chiesa, così ancora Lei sta a protezione e guida della Chiesa nei secoli, gli apostoli rappresentano il papa ed i vescovi.

MARIA AUSILIATRICE La Madonna dei tempi difficili

La devozione alla Madonna, sotto il titolo di Ausiliatrice, vuole manifestare la nostra fiducia nella presenza materna di Maria nelle vicende dell'umanità, della Chiesa e di ciascuno di noi.
Maria è la Madre che non abbandona mai i suoi figli, ma li segue e aiuta con la sua intercessione.In tempi particolarmente difficili per la Chiesa, don Bosco (1815-1888) divenne apostolo della devozione all'Ausiliatrice: nel 1862 così confidava a Don Cagliero, futuro cardinale: "La Madonna vuole che la onoriamo sotto il titolo di Maria Ausiliatrice: i tempi corrono così tristi che abbiamo bisogno che la vergine santissima ci aiuti a conservare e difendere la fede cristiana" (MB 7,334); nel 1868 eresse a Torino uno stupendo tempio a lei intitolato, nel 1869 fondò l'Associazione dei Devoti di Maria Ausiliatrice e in seguito diffuse in tutto il mondo questa devozione.A Maria, Madre della Chiesa e Aiuto dei cristiani noi ci rivolgiamo con fiducia e riconoscenza per i suoi favori.
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Parole di Don Bosco sull'ausiliatrice


Chi confida in Maria non sarà mai deluso.
In Maria ho riposto tutta la mia fiducia. La Madonna non lascia mai le cose a metà.
Io vi raccomando di invocare sempre il nome di Maria, specialmente con questa giaculatoria: Maria Ausiliatrice dei Cristiani, prega per noi. É una preghiera non tanto lunga, ma che si esperimentò molto efficace.
La nostra confidenza é nell’aiuto di Maria Ausiliatrice.
Il Signore e la sua divina Madre non permetteranno che si ripeta invano:Maria aiuto dei Cristiani, prega per noi!
Si dica e si predichi sempre che Maria Ausiliatrice ha ottenuto e otterrà sempre grazie particolari, anche straordinarie e miracolose per coloro che concorrono a dare cristiana educazione alla pericolante gioventù colle opere, col consiglio, e col buon esempio o semplicemente con la preghiera…
Quando vogliate ottenere qualche grazia prendete come abitudine di recitare questa giaculatoria: Maria Auxilium Cristianorum, ora pro nobis... Moltissimi invocandola con questa giaculatoria, ottennero grazie speciali.
Maria Ausiliatrice è la taumaturga, è l'operatrice delle grazie e dei miracoli per l'alto potere che ha ricevuto dal Suo Divin Figlio.

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