Tipi antropologici con benedizione bergogliana? Carola Rackete la bianca, ricca e annoiata "Capitana" (finanziata da Soros) e l'uso della forza a scopo "Umanitario"? Il ridicolo spettacolo dell’ascetico Delrio e il goffo Orfini
di Francesco Lamendola
Passano gli anni, i lustri, i decenni, i secoli, ma loro son sempre gli stessi. Li ha partoriti il cosiddetto pensiero moderno; li ha fatti proliferare in maniera abnorme la cultura dei diritti dell’uomo e del cittadino; li ha riempiti di prosopopea la baldanza dei philosophes illuministi, poi la sicumera dei positivisti, infine l’umanitarismo, il pacifismo e il buonismo odierni, meglio se in salsa catto-comunista. Ma chi sono, loro? Sono quelli che vogliono cambiare il mondo, rifare i cervelli, come diceva il buon Galilei, rieducare l’intera umanità, sulla base della loro ideologia progressista e globalista, fatta passare per Weltanscahuung della civiltà in quanto tale; chi non l’accetta o avanza delle riserve è un incivile, quindi un nemico da convertire con le buone, se possibile, magari con dei trattamenti psichiatrici, con le cattive se non si può fare altrimenti, con l’uso della forza a scopo umanitario.
Dominano l’ONU, spadroneggiano all’UNESCO, controllano l’UE; hanno dalla loro tutta l’informazione, la scuola e le università; controllano il linguaggio e, attraverso di esso, il modo di pensare, di sentire, di essere.
Chi pensa ai diritti degli italiani poveri, i quali sono sempre più poveri perché l’Italia si deve accollare il mantenimento di orde di migranti/invasori che pretendono di entrare e di essere accolti? In verità questi "signori" non vengono per lavorare ma per farsi mantenere!
Ma chi sono, in concreto? Sono individui come la ragazzotta Carola Rackete, quella che imbarca i falsi profughi sulle coste della Libia, poi fa rotta direttamente su un porto italiano per scaricarli, un’infornata dopo l’altra, e se il governo non le dà il permesso, lei se lo prende lo stesso: finanziata da Soros, approvata dalla CEI e dal papa, beniamina degli intellettuali alla Saviano, portata in palma di mano dalla stampa e dalle tv politically correct. Non la sfiora l’idea che, forse, sta collaborando a un ignobile traffico di carne umana; che non sta aiutando le popolazioni africane, ma sta contribuendo a fare dell’Africa un continente sempre più povero e disperato; che sta calpestando non solo le leggi di una nazione sovrana e teoricamente amica, come l’Italia, ma soprattutto i diritti degli italiani poveri, i quali sono sempre più poveri perché l’Italia si deve accollare il mantenimento di orde di migranti/invasori che pretendono di entrare e di essere accolti, che ci sia lavoro o che non ci sia, tanto non vengono per lavorare ma per farsi mantenere. Il loro obiettivo non è inserirsi con gratitudine nella società che li accoglie e li sfama, ma conquistarla facendo venire i loro parenti e sommergendo gli italiani, sempre meno numerosi, sotto caterve di bambini africani. Non la sfiora la mente il pensiero che quei migranti, quasi tutti di fede islamica, provengono da una cultura incompatibile con quella europea di matrice cristiana; che presso di loro la donna è una serva e un animale da riproduzione; che i figli sono proprietà del padre e che la conversione a un’altra fede è inconcepibile; che per essi le donne che guidano la macchina, pilotano gli aerei (o le navi), hanno relazioni con uomini senza sposarsi, pensano alla loro carriera e non a fare figli, sono donnacce, prostitute, uno scandalo che suscita orrore e disprezzo.
Tipi antropologici con benedizione bergogliana? dalla parte della capitana sta anche Soros con tutti i suoi soldi (anche quelli rubati a suo tempo agli italiani con le sue ignobili speculazioni finanziarie, e coi quali paga gli stipendi a tutti questi operatori umanitari, capitana compresa)!
A tutto questo non pensano lei e quelli come lei; a loro non interessa cosa faranno tutti questi negri, una volta sbarcati; se scapperanno dai centri di accoglienza e andranno in giro a spacciare droga, a rubare e stuprare; se occuperanno delle case sfitte, impedendo ai proprietari di entrarci e rifiutandosi di uscire, con l’aiuto del solito magistrato compiacente, fino a quando il comune o il governo non avrà trovato per loro e per i loro bambini (non si può mica giocare sulla pelle dei bambini, eh!) una sistemazione dignitosa; se renderanno invivibili i quartieri di periferia, se prenderanno in ostaggio gli italiani più deboli, gli anziani, i pensionati, portando prostituzione e criminalità organizzata. A lei non importa nulla di questo, né si chiede che ne sarà dei meno fortunati, quelli che cadranno sotto le grinfie dei caporali calabresi o pugliesi, e andranno a raccogliere pomodori per tre euro all’ora, a sfiancarsi tutto il giorno sotto il sole come schiavi, senza un alloggio decente, né un contratto di lavoro, né assistenza di alcun tipo: non è un problema suo. Lei ha salvato le vite, lei ha raccolto i poveri naufraghi; lei ha fatto il suo dovere morale, ha pagato il suo debito di bianca ricca (e annoiata) nei confronti dei meno fortunati, ha fatto quel che andava fatto, sentendosi un po’ Mosè che guida gli ebrei attraverso il Mar Rosso, un po’ Gesù Cristo che viene a salvare l’umanità sofferente, a mostrare agli ultimi cieli nuovi e una terra nuova. E che spettacolo vedere l’ascetico Delrio, il goffo Orfini arrampicarsi sulla scaletta e salire a bordo della sua eroica nave (ma non lo vedete che siete ridicoli?), porgerle i sensi della loro sperticata solidarietà, lanciare alte strida sulla terribile sorte di quei naufraghi tenuti brutalmente in ostaggio, e scagliare strali contro il governo populista e sovranista, inumano e incivile!
E a i "Mostri" del Pd, chi ci pensa? Mentre scoppia a Reggio Emilia il caso dei bambini rapiti ai loro "veri genitori" per affidarli alle mani amorevoli di lesbiche e sodomiti, i parlamentari della sinistra vanno in gita a Lampedusa, infischiandosene delle leggi Italiane: scrutando nei loro occhi, si prova un sentimento assai vicino alla paura!
Che spettacolo vedere quei signori del Pd e dell’estrema sinistra saltare sempre sul carro del più forte: perché non ci sarà mica qualcuno che pensa che il più forte sia Salvini? Proviamo a pensare: dalla parte della capitana sta Soros con tutti i suoi soldi (anche quelli rubati a suo tempo agli italiani con le sue ignobili speculazioni finanziarie, e coi quali paga gli stipendi a tutti questi operatori umanitari, capitana compresa), le multinazionali interessate a far scendere sempre più il costo del lavoro in Europa, Bergoglio con tutto il peso della Chiesa cattolica (cattolica, si fa per dire; massonica), Mattarella, Napolitano, la magistratura, l’Unione Europea (che vuole far sbarcare tutti quelli che arrivano, però non vorrebbe prendersene neanche uno), la stampa, le televisioni, i servizi strappalacrime di La Sette, i collegamenti patetici del TG 3, e poi l’ONU, l’Agenzia dei Rifugiati, il Tribunale dell’Aja, il Trattato di Dublino; e poi le banche, soprattutto le banche… Con questo po’ po’ di schieramento a suo sostegno, c’è davvero qualcuno che vede l’intrepida capitana come Davide e il truce Salvini come il Golia della situazione? Davvero qualcuno non capisce che le cose stanno esattamente al contrario e che si sta consumando una terribile ingiustizia, una gravissima prevaricazione ai danni di milioni d’italiani poveri?
Passano gli anni, i lustri, i decenni, i secoli, ma loro son sempre gli stessi. Li ha partoriti il cosiddetto pensiero moderno; li ha fatti proliferare in maniera abnorme la cultura dei diritti dell’uomo e del cittadino; li ha riempiti di prosopopea la baldanza dei philosophes illuministi, poi la sicumera dei positivisti, infine l’umanitarismo, il pacifismo e il buonismo odierni, meglio se in salsa catto-comunista!
Ma al tipo antropologico della Rackete, di Orfini, di Bassetti, di Galantino, del solito giudice di sinistra che fa rimettere sistematicamente in libertà i delinquenti stranieri arrestati in flagranza di reato, di Saviano che pontifica dal suo attico a New York, di Fazio che piange sui poveri negri e intanto si prende tre milioni di euro l’anno (ah no, scusate, che terribile sopravvalutazione: ne prende appena 2 milioni e 240.000, una miseria), della Botteri che fa i servizi in diretta da New York come se fosse l’addetta stampa del governo ombra della Clinton, cioè di Rotschild, e di Boldrini che trova sempre da indignarsi sulla pelosità con cui si accolgono i migranti, ma non la si è mai vista visitare i quartieri poveri di una grande città italiana, parlare coi pensionati che campano con cinquecento euro al mese, coi ragazzi italiani che non trovano lavoro e devono andare all’estero con le loro lauree chiuse in valigia: a questo tipo manca ancora un tassello affinché il mosaico sia completo. Ed è quello rivelato dalla recente inchiesta sugli affidi in quel di Reggio Emilia (un vero business quello degli affidi: 30.000 in Italia, contro gli 8.000 della Germania, che ha venti milioni di abitanti in più).
O capitana, mia (?) capitana!...
Gli psicologi disonesti, gli amministratori corrotti, tutti questi mostri che arrivano al punto di strappare i bambini dalle loro famiglie per darli in affido a coppie interessate, anche a coppie omosessuali che vogliono far su di essi il bellissimo esperimento del cambio di sesso, sempre con un solo obiettivo finale: delegittimare la vera famiglia, criminalizzarla, esautorarla, e sostituirla con le coppie gay e i bambini rapiti ai loro veri genitori per affidarli alle mani amorevoli delle lesbiche e dei sodomiti, il tutto per il più nobile, puro e disinteressato degli ideali: la lotta al pregiudizio omofobico, la rivalutazione delle nuove famiglie arcobaleno, l’archiviazione dei termini obsoleti papà e mamma e la loro sostituzione con il molto più democratico genitore 1 e genitore 2. Certo, ci sono anche quelli che si prestano a tale orrido traffico per ragioni meramente economiche; pure, è innegabile che vi è anche una componente idealista, o meglio ideologica: l’affermazione di un principio universale, in questo caso dove c’è amore c’è famiglia, e la volontà di finirla con la vecchia famiglia maschilista, aprir le porte ai gloriosi tempi nuovi degli invertiti e di tutti quelli che si sono liberati dal pregiudizio che l’uomo sia fatto per la donna e la donna per l’uomo.
Lo sa Bergoglio che quei poveri migranti, sono quasi tutti di fede islamica e provengono da una cultura incompatibile con quella europea (di matrice cristiana)!
Uno dei meriti di Ernst Nolte è quello di aver offerto come chiave di lettura del fascismo (prendendo in questo termine, il che però è molto problematico, anche il nazismo) come lotta contro la trascendenza, dove con quest’ultima espressione, presa a prestito da Heidegger, egli intende l’idea comunista di una universalizzazione pratica dei valori. Per i giacobini mandare sulla ghigliottina le carmelitane scalze non era assassinare delle donne inermi, ma togliere di mezzo i simboli del vecchio regime e un potenziale pericolo per il nuovo. Stessa cosa per i miliziani repubblicani spagnoli nel 1936: quando fucilavano preti e frati, il loro scopo era di ordine generale, rimuovere il vecchio e facilitare l’avvento del nuovo; quei religiosi come persone singole potevano essere buoni o malvagi, ciò non faceva alcuna differenza. E tutta la modernità è caratterizzata da questo accecamento per i valori universali e da questo oblio, se non vero e proprio disprezzo, per le persone singole. Per gli intellettuali comunisti, il desiderio di felicità e di realizzazione della singola persona era individualismo e narcisismo piccolo borghese: via, abolirlo! Le stesse parole, o gli stessi concetti, tornarono di moda nel ’68: il privato, che orrore! Solo il pubblico è bello, solo il collettivo è buono: singolare e massiccio esempio d’incretinimento volontario e collettivo. E qui si vede come il comunismo fra XIX e XX secolo non è stato altro che l’incarnazione dello spirito della modernità: per il quale ciò che conta è il progresso, la felicità collettiva, non il bene individuale. Sul piano filosofico, due giganti isolati si sono levati, da posizioni molto diverse, per respingere la pretesa di annullare l’importanza del singolo: Kierkegaard e Nietzsche; la lezione di entrambi è stata un ritorno al singolo e il rifiuto delle astrazioni umanitarie più o meno retoriche.
Che spettacolo vedere l’ascetico Delrio, il goffo Orfini arrampicarsi sulla scaletta e salire a bordo della sua eroica nave (ma non lo vedete che siete ridicoli?)
Così, il fascismo sarebbe stato la reazione del particolare contro il generale, del locale contro l’universale, e anche, in una certa misura, la reazione del mondo premoderno, che si sentiva mortalmente minacciato, contro la modernità. Qualcuno potrebbe obiettare che anche il fascismo proclamava la preminenza del pubblico sul privato: ma il primo termine si richiamava all’identità, alla tradizione (Dio, patria, famiglia), cioè a realtà molto sentite dagli individui. Ebbene, siamo sempre allo stesso punto, cosa più che prevedibile visto l’esito della Seconda guerra mondiale (che, per chi non l’avesse capito, non è stata vinta da certi Stati su altri, ma dal grande capitale finanziario contro tutti i popoli, sia vinti che vincitori sul piano militare): dobbiamo fare i conti con un tipo antropologico che non guarda alla realtà concreta, agli individui, alle condizioni effettive di vita e di lavoro, ma guarda ai diritti (come oscurare le croci in un cimitero durante le esequie di un ateo) e alle astrazioni pseudo umanitarie, e pretende di ridisegnare la realtà sulla base dei propri schemi. Ieri erano i giacobini, poi i marxisti, oggi sono i figli della globalizzazione, politici e intellettuali di sinistra, improvvisamente (ma neanche tanto…) amici del grande potere finanziario, dal quale ricevono sia i soldi che i suggerimenti per affrettare i processi della omologazione e quindi la distruzione delle identità, siano esse nazionali o individuali, come le religioni, le culture, gli stili di vita, l’abbigliamento, il cinema, gli svaghi e perfino l’identità di genere. La pretesa di trasformare quest’ultima da una realtà biologica all’esercizio d’un diritto astratto e assoluto, se necessario cambiando sesso, oppure contentandosi di una sessualità liquida, maschile o femminile secondo le circostanze e gli appetiti, è il punto d’arrivo (per ora; ma non è certo questa l’ultima frontiera, ce ne sono altre, sempre più orrende e deliranti) di questa trascendenza, come la chiama Nolte, cioè di questo rifiuto di considerare la realtà del singolo in nome di un valore più alto, il diritto alla libertà assoluta e quindi alla piena autodeterminazione, valido genericamente per tutti, indipendentemente da impegni, sacrifici e doveri. Il che mostra bene come l’illuminismo, il marxismo, il liberalismo, il radicalismo, non siano che abiti e maschere di un solo fenomeno: il grande potere finanziario che assume forme differenti e incita gli uomini con diverse parole d’ordine, ogni volta illudendoli che la loro liberazione sia a portata di mano e ogni volta rinserrando le catene che li avvincono alla loro servitù.
Delrio e la capitana Carola sembrano sbarcati da "Marte"! Si sta consumando una terribile ingiustizia, una gravissima prevaricazione e non ai danni dei "falsi migrati", ma ai danni di milioni d’italiani poveri, di cui non parla mai nessuno, figuriamoci la sinistra?
O capitana, mia (?) capitana!...
di Francesco Lamendola
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