Notizia
Genova, la Curia blocca le preghiere anti-gay pride
12 giugno 2019
“Siamo spiacenti di dover avvisare che la curia arcivescovile di Genova ha chiesto ai sacerdoti responsabili delle chiese sotto indicate di annullare i momenti di preghiera di riparazione pubblici già programmati. Invitiamo pertanto i fedeli interessati alla riparazione di pregare altrove, in comunione spirituale”.
Poche righe, pubblicate sulla pagina Santo Rosario per l'Italia per spiegare che nelle tre chiese genovesi i cui sacerdoti avevano aperto le porte alle preghiere riparatorie le porte invece resteranno chiuse.
A Genova, in base a quanto si apprende dagli stessi organizzatori, è intervenuta la Curia a chiedere di annullare gli eventi. Ieri il triplice appuntamento di preghiera (che avrebbe dovuto tenersi domani nella chiesa di Santa Marta, venerdì nella chiesa di San Pio X e sabato mattina nella chiesa di Santo Stefano) era stato rilanciato sulla pagina Facebook delle Sentinelle in piedi.
«Iniziative come quelle promosse da alcuni gruppi genovesi, legate a cosiddette 'preghiere riparatorie', non sono state approvate né sono condivise dalla Chiesa di Genova»
Lo spiegano dalla Curia genovese dopo che oggi sono stati disdetti i due momenti di preghiera, organizzati in due diverse chiese di Genova per “riparare le offese ai Santissimi Cuori di Gesù e Maria arrecate dal Liguria Pride 2019”.
I due appuntamenti erano stati rilanciati dalla pagina Facebook delle Sentinelle in Piedi di Genova. La Curia arcivescovile, contattata dall'AdnKronos precisa di ritenere l'iniziativa non condivisibile.
12 giugno 2019
“Siamo spiacenti di dover avvisare che la curia arcivescovile di Genova ha chiesto ai sacerdoti responsabili delle chiese sotto indicate di annullare i momenti di preghiera di riparazione pubblici già programmati. Invitiamo pertanto i fedeli interessati alla riparazione di pregare altrove, in comunione spirituale”.
Poche righe, pubblicate sulla pagina Santo Rosario per l'Italia per spiegare che nelle tre chiese genovesi i cui sacerdoti avevano aperto le porte alle preghiere riparatorie le porte invece resteranno chiuse.
A Genova, in base a quanto si apprende dagli stessi organizzatori, è intervenuta la Curia a chiedere di annullare gli eventi. Ieri il triplice appuntamento di preghiera (che avrebbe dovuto tenersi domani nella chiesa di Santa Marta, venerdì nella chiesa di San Pio X e sabato mattina nella chiesa di Santo Stefano) era stato rilanciato sulla pagina Facebook delle Sentinelle in piedi.
«Iniziative come quelle promosse da alcuni gruppi genovesi, legate a cosiddette 'preghiere riparatorie', non sono state approvate né sono condivise dalla Chiesa di Genova»
Lo spiegano dalla Curia genovese dopo che oggi sono stati disdetti i due momenti di preghiera, organizzati in due diverse chiese di Genova per “riparare le offese ai Santissimi Cuori di Gesù e Maria arrecate dal Liguria Pride 2019”.
I due appuntamenti erano stati rilanciati dalla pagina Facebook delle Sentinelle in Piedi di Genova. La Curia arcivescovile, contattata dall'AdnKronos precisa di ritenere l'iniziativa non condivisibile.
Subito la notizia sembra incredibile o quanto meno sorprendente.
In questo mese di giugno si svolgeranno, come ormai di cosueto, le sfilate degli omosessuali che metteranno in mostra il loro turpe vizio insieme alle loro provocatorie nudità.
Di contro, i cattolici hanno organizzato dovunque delle preghiere di riparazione, con solo qualche curia che ha preso le distanze.
Ora, tra queste dobbiamo annoverare anche quella di Genova, retta dal Cardinale Bagnasco, che è stato per diversi anni il capo dei vescovi italiani.
Evidentemente a Bagnasco non sono graditi i cattolici e dimostra di avere un occhio di riguardo per gli anticattolici che coltivano il turpe vizio dell'omosessualità, nonostante esso sia condannato dal Vangelo come peccato che grida vendetta al cospetto di Dio.
Il cardinale Bagnasco dimostra di disapprovare processioni riparatorie
come questa di Rimini
Mentre guarda con un occhio di riguardo i cortei sconci e blasfemi
come questo di Genova
Come dovrà rendere conto a Dio della sfacciata blasfemia, commessa in chiesa, di porgere la Santa Ostia sulla bocca del tristemente noto omosessuale Luxuria.
Ma Dio vede e provvede
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3012_Notizia_Curia_Genova_annulla_rosari_riparazione.html
BLASFEMIE PRIDE. PREGHIERE A VARESE E A TRIESTE, IL CONIGLIESCO MESSAGGIO DALLA DIOCESI DI GENOVA.
Stranamente ci sono alcuni cattolici a cui da’ fastidio vedere personaggi e simboli della loro fede derisi, usati in maniera irriverente o addirittura blasfema, strumentalizzati per scopi che sono totalmente contrari a quello che è stato il loro insegnamento. Questo è avvenuto, avviene con regolarità soprattutto in quelli che sono definiti “Gay Pride”: manifestazioni in cui si rivendica un presunto “orgoglio” per comportamenti che la Chiesa – e non solo la Chiesa – giudica anomali rispetto all’uso del proprio corpo dettato dalla natura. Se per la Chiesa la sodomia è un peccato di quelli che gridano al cospetto di Dio, e altre religioni hanno posizioni ancora più dure, la medicina dimostra che un uso prolungato di quel genere di comportamento ha conseguenze pesanti e pesantissime sulla salute di chi lo pratica, come bene insegna la professoressa Silvana De Mari.
Tutto questo fa sì che sempre più di frequente, da qualche anno a questa parte, nelle città in cui sfila un Gay Pride dei fedeli sentano l’esigenza di praticare preghiere o processioni di riparazione per l’offesa fatta a Dio, con l’esaltazione di un peccato, e per le offese contro le immagini e i simboli sacri.
Abbiamo visto che la processione di riparazione a Modena ha avuto un grande successo.
Da Varese possiamo pubblicare questo annuncio:
Varese
Santo Rosario in pubblica riparazione del “gay pride” di Varese.
Sabato 15 giugno 2019
I fedeli di Varese hanno deciso di esprimere pubblicamente la loro riprovazione per il diffondersi indiscriminato dell’uso abietto di andare orgogliosi [pride] del peccato contro natura, che grida vendetta al cospetto di Dio e che è un abominio ai Suoi occhi.
Invitiamo i lettori che potranno farlo ad essere presenti
e comunque ad unirsi all’iniziativa con la preghiera.
Il Comitato “Beato Miguel A. Pro”, costituitosi tra gli uomini e le donne di Varese al fine di organizzare la necessaria preghiera di riparazione all’oltraggioso corteo “Varese Pride” del prossimo 15 giugno, desidera rendere noto quanto segue.
La preghiera si terrà sabato 15 Giugno alle ore 14:30 alla Prima Cappella del Sacro Monte di Varese, con qualsiasi condizione meteorologica.
Quest’anno, al termine della consueta recita del S. Rosario e dell’Atto di Riparazione al Cuore Sacratissimo di Gesù, verrà celebrata anche una S. Messa di Riparazione nella vicina chiesa dell’Immacolata Concezione. Al termine, chi lo vorrà potrà proseguire liberamente lungo le altre cappelle e raggiungere il Santuario di S. Maria del Monte.
Il Comitato ha regolarmente comunicato alla Questura di competenza l’ iniziativa e ne garantirà quindi lo svolgimento in perfetta tranquillità.
Il Comitato invita tutti i presbiteri che ne abbiano la possibilità a presenziare, dando così al popolo cristiano ed al mondo una coraggiosa e doverosa testimonianza di fede.
Viva Cristo Re!
Comitato “Beato Miguel A. Pro”, sacerdote e martire
Θ
Non solo. Abbiamo visto questo annuncio da Trieste, che dopo le immagini che anche Stilum Curiae ha pubblicato relative al Gay Pride di Trieste ci sembra un’iniziativa più che adeguata.
“A seguito di alcune espressioni pubbliche, offensive e discriminatorie della fede cristiana, avvenute purtroppo nell’ambito del Gay Pride tenutosi a Trieste alcuni giorni orsono, si celebrerà una preghiera di riparazione il 13 giugno, a partire dalle 20.30, presso il santuario diocesano di Monte Grisa“.
L’avviso è stato fatto dalla diocesi di Trieste. Certamente un conforto per i cattolici di Trieste, dove c’è un vescovo degno di questo nome, e della sua carica.
Θ
E invece è stato motivo di particolare sconforto leggere questo avviso del santorosarioperlitalia.net rosarioperlitalia:
“Siamo spiacenti di dover avvisare che la curia arcivescovile di Genova ha chiesto ai sacerdoti responsabili delle chiese sotto indicate di annullare i momenti di preghiera di riparazione pubblici già programmati. Invitiamo pertanto i fedeli interessati alla riparazione di pregare altrove, in comunione spirituale.
Per riparare le offese ai Santissimi Cuori di Gesù e Maria arrecate dal Liguria Pride 2019 in programma a Genova nel mese di giugno un gruppo di fedeli cattolici ha organizzato tre momenti di preghiera:
Giovedì 13, ore 18:45: Rosario nella chiesa di Santa Marta (da piazza Corvetto)
Venerdì 14, ore 17:00: Rosario e Adorazione nella chiesa di San Pio X (via San Pio X, 27)
Sabato 15, ore 10:00-11:00: Adorazione nell’abbazia di Santo Stefano (da Via XX Settembre), dopo la Messa delle 9:30”.
Da quello che abbiamo potuto sapere motivazioni ufficiali non ce ne sono state. È stato chiesto ai sacerdoti di soprassedere e loro, in spirito di obbedienza, hanno deciso di non farlo.
Quello che si pensa è che la notizia delle preghiere aveva creato un certo scalpore a Genova, in particolare su alcuni siti, e Bagnasco non voleva polemiche, e ha incaricato il vescovo ausiliare di passare il messaggio. Un messaggio sconfortante. Perché non si trattava neanche di una processione (giusta e legittima, peraltro), né d un momento in luogo pubblico e visibile. Erano preghiere all’interno delle chiese! Per cui momenti riservati solo a chi voleva parteciparvi, in un luogo sacro. Personalmente, trovo che il diktat obliquo del card. Bagnasco segni un momento desolante per quella che è stata una volta una grande Chiesa.
D’altronde questo comportamento conigliesco ben si inserisce nel contesto della Chiesa attuale, ampiamente emasculata. In cui persone come il card. Tobin, del giro di McCarrick, vengono nominate alla Congregazione per l’educazione cattolica, e in cui preti come l’attivista LGBT James Martin sj possono lodare, sponsorizzare e promuover eventi come i Pride omosessuali senza che nessuno gli dica nulla. Salvo qualche fortunata eccezione, sono rimasti giusto alcuni laici, a scandalizzarsi per certi temi e comportamenti. I Professionisti di Dio hanno cose più importanti di cui occuparsi. I migranti e le loro carriere.
Marco Tosatti
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSe Dio si fosse posto il problema che dando i 10 comandamenti, si sarebbero offesi, Ladri, adulteri, menzogneri, idolatri, parricidi e fornicatori ecc. ecc. Certamente non avrebbe dato le tavole a Mosè. Neanche Gesù sarebbe morto in croce per non offendere i peccatori.
RispondiElimina