RABBINI DISPERATI: IL METICCIATO E’ UN OLOCAUSTO (Per loro; per noi no)
https://www.jpost.com/Israel-News/Peretz-says-intermarriage-among-US-Jews-is-Second-Holocaust-595139
Oddio che dolore, che impurità antikosher, il meticciarsi della pura razza eletta! Già Golda Meir, a suo tempo, paragonò i giudei che si sposavano con la razza inferiore “si univano ai sei milioni”, in pratica avevano scelto la morte spirituale staccandosi dal loro ceppo.
Per chi vive in Israele lo stato provvede, vietando espressamente i matrimoni misti; le comunità religiose devono obbligatoriamente sposarsi all’interno della loro comunità; ma come i giudei possono preservare la loro preziosa identità in una società aperta e pluralista come gli Stati Uniti e l’Europa?
Che dolore, l’integrazione, l’assimilazione – e il matrimonio misto fra un ebreo e un animale parlante”! “Una sostanza estranea viene inserita nei nostri preziosi fluidi corporei”, com’ebbe a dire il generale Ripper al dottor Stranamore nell’indimenticabile film di Kubrick. .
Una sofferenza inimmaginabile, come solo il popolo eletto, prono allo stress pre-traumatico, può provare. Con le loro lobbies a cui nessun politico osa dire di no, perché non esigono che ogni stato dei goym vieti il matrimonio misto per legge, come fanno loro in Israele? Potrebbero così preservare i loro preziosi fluidi vitali e insieme denunciare l’antisemitismo che infuria in Europa e in Usa, il ritorno del ghetto, sentirsi discriminati su base razziale, piangere per essere dell’eguaglianza – il che sarebbe, per il popolo-vittima, un vantaggio non da poco. Ma nello stesso tempo, e proprio per non essere travolto dalle accuse di antisemitismo e razzismo e negazionismo della shuè, (equivalenti alla morte), nessuno Stato sarebbe così folle da legiferare in tal senso, salvando gli ebrei dalle impure mescolanze.
E così, eccoli esposti all’assimilazione. A sciogliersi nella comune umanità, che aborrono. Non scherzo. L’italo-israeliano Giulio Meotti, ha scritto un articolo sul giornale neocon Il Foglio, in cui ha definito “agghiacciante” il rapporto del Rabbinical Center of Europe, che riportava: “L’ottantacinque per cento degli ebrei europei è assimilato e ha contratto matrimoni misti; l’ottanta per cento non partecipa più a riti in sinagoga, neppure per la solennità dello Yom Kippur; il settantacinque per cento dei loro figli non beneficia di una educazione ebraica “.
Era il 10 aprile 2014, e trecento rabbini provenienti da quaranta paesi europei si erano dati appuntamento a Budapest, per piangere “la deportazione e l’annientamento della comunità ebraica ungherese”. Ma mica hanno lacrimato più di tanto su quella.
“Non si è parlato di antisemitismo, di vandalismo, di attacchi nelle strade di Parigi o di Londra, di violenza spicciola e diffusa in tutto il Vecchio continente”, sé lamentato il Meotti. “No, il principale pericolo per il futuro dell’ebraismo europeo viene da dentro. Si chiama assimilazione”.
L’ex rabbino capo del Regno Unito, Jonathan Sacks ha posto la domanda: “Riuscirà l’assimilazione a ottenere ciò che a Hitler non riuscì?”. Domanda che il neocon Meotti ha definito “terrificante”.
E’ un terrore con cui solidarizziamo, un dolore identitario di cui ci sentiamo partecipi, noi umili goym. Desiderosi di alleviarlo, osiamo suggerire al rabbino che teme l’assimilazione come olocausto, le emollienti prediche di Gad Lerner: egli vi spiegherà, come ha spiegato a noi, la differenza fra “identità plurali e identità fanatiche”; ascolterete da lui, rabbini terrificati dall’integrazione, “l’elogio del meticciato”. Siamo sicuri che egli saprà rimproverare benevolmente i rabbini con la lezione che ha impartito a noi animali parlanti: “Gli spacciatori d´identità hanno un bel predicare il miraggio di un assurdo ritorno alle origini dell´appartenenza etnica, religiosa, comunitaria. Non abbiamo possibilità alcuna di recuperare una purezza perduta (quale, poi?)”.
Abbiamo qui un’altra voce emolliente, Roberto Saviano, favorevolissimo alla integrazione delle umanità plurali che ci vengono portate dagli scafisti e dalle ONG dall’Africa. Potrebbero rileggersi le alate pagine di Zygmont Bauman sulla bellezza della “società liquida”. O le esortazioni di Attali: “Il futuro è dei nomadi”, “perché la mondializzazione spinge verso nuove forme di nomadismo economico: tutto si muove, il lavoro come il capitale”. Ed ordina agli europei di accogliere almeno 200 mila immigrati l’anno, senza distinzione di identità e integrabilità, per “fare razza” con noi vecchi e demograficamente in declino.
Possiamo esortare ad occuparsi di voi, rabbini disperati di perdere la massa identitaria, (invece che di noi) Georges Soros, che spende milioni per finanziare l’immigrazione, ed ha ingiunto alla UE, nel 2015, di accogliere “almeno un milione di richiedenti asilo ogni anno per il prossimo futuro” e di istituire un’agenzia sovranazionale per elaborare le richieste di asilo.
Insomma qui abbiamo grande abbondanza di ebrei promotori ed organizzatori della mescolanza di sangui, che ci dicono che perdere la nostra identità come popoli è bellissimo e liberatorio. Ci sgridano e dicono che siamo razzisti, fascisti, egoisti e chiusi all’umanità se osiamo addolorarci dell’estinzione delle nostre culture e di essere rimpiazzati da popoli stranieri a cui la nostra cultura e storia non dice nulla.
Perché invece per gli ebrei, i matrimoni misti – che sono tanto benefici per noi – sono un nuovo olocausto? La mescolanza dei fluidi corporei una rovina? A proposito: la Sea Watch, quanti naufraghi nigeriani, clandestini afghani, pachistani, banga e subshariani ha portato in Israele? Haifa è un porto sicuro.
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