Un caso Skripal (in sedicesimo)
La Lega, Putin, l’inchiesta di BuzzFeed, le versioni di Salvini e Savoini
Fatti, nomi, numeri e reazioni sull’inchiesta di BuzzFeed
Un audio sul giornale americano BuzzFeed riporta in primo piano i rapporti della Lega con la Russia di Vladimir Putin.
[il sito Buzzfeed è “americano” ? Lo dirige il Nardella di cui abbiamo già parlato. British. Ex del Guardian. Diffusore di notizie freschisssime ed autentiche su: Trump agente di Putin, Grillo agente di Putin, rapporto Steele ricilato , ndr.]
“#BuzzFeed è stato già beccato a scrivere panzane su Trump. Talmente grosse che il procuratore Muller fu costretto a smentirle personalmente”.
proseguiamo la lettura di Start MAg:
“Secondo BuzzFeed gli interlocutori registrati cercavano un accordo per far arrivare fino a 65 milioni di dollari (alla Lega?). “Mai preso un rublo, un euro, un dollaro o un litro di vodka dalla Russia”, ha reagito il leader della Lega, Matteo Salvini, annunciando querele. E scaricando di fatto Savoini: “Da segretario farò tutto quello che devo fare”, rilancia il leader della Lega rispondendo alle domande dei giornalisti che lo incalzavano”
[Abbiamo visto i tg: Salvini “incalzato” dalle jene, ma chiaramente non sapeva ancora i dettagli. Non aveva ancora letto le “nuove” informazioni]
“L’episodio risale ai giorni della visita di Salvini da vicepremier a Mosca per incontrare degli imprenditori. [..]
Intanto Savoini con altri due italiani, Luca e Francesco, il secondo forse un avvocato, secondo BuzzFeed, parla in una sala dello storico albergo con tre russi, a giudizio del sito di news vicini a esponenti di rilievo del Cremlino.
Savoini dice in inglese: “A maggio ci saranno le elezioni in Europa e vogliamo cambiarla. Una nuova Europa deve essere vicina alla Russia, perché vogliamo riprenderci la nostra sovranità”. E ancora: “Salvini è il primo che vuole cambiare l’Europa insieme ai nostri alleati”, come austriaci e ungheresi (un video rubato inguaiò il leader sovranista austriaco). Salvini viene descritto dai russi come “il Trump europeo”. Dalla geopolitica si passa agli affari e in brani audio non diffusi della conversazione si parlerebbe secondo BuzzFeed di una percentuale del 4% su una grossa fornitura di petrolio da una grande compagnia russa all’Eni, per stornare fondi per finanziare la Lega”!.
Le prove di Nardella sono “brani audio non diffusidella conversazione”. E perché Nardella non li diffonde? Se ce li ha?
Invece Nardella ci ha dato “circa 30 pagine di trascrizione del dialogo intercettato”….. Nel quale, giura, c’è ”
“La trattativa, che il sito sottolinea essere durata un’ora e 15 minuti, “coinvolgerebbe una tra le principali compagnie petrolifere russe e la vendita di 3 milioni di tonnellate cubiche di carburante nel corso di un anno alla società petrolifera italiana Eni per un valore di circa 1,5 miliardi di dollari. L’acquisto e la vendita – scrive ancora BuzzFeed – sarebbe avvenuto attraverso intermediari, con i venditori che avrebbero applicato un tasso di sconto alle transazioni”. La cifra cui fa riferimento il sito per lo sconto è di “65 milioni di dollari”, che la Lega avrebbe potuto ricevere attraverso questi intermediari”.
Ma nella stessa trascrizione di 30 pagine….”questa cifra non viene mai segnalata: emerge infatti, come precisa il sito Usa [vulgo NARDELLA], da calcoli che analisti del settore hanno fornito a BuzzFeed, effettuati sulla base del prezzo del carburante in quel momento”.
O viene pubblicata la registrazione integrale
o l’intera “trascrizione” è pura illazione volta a destabilizzare un governo.
I clip pubblicati non dicono proprio nulla.
Anzi, confermano una legittima posizione politica oggetto della campagna elettorale stessa.
Infatti. Savoini ripete una ben nota e legittima posizione poltica:
Dice semplicemente: noi ci teniamo alla nostra sovranità e cercheremo di fare fronte comune con altri partiti europei che condividono le nostre posizioni (AfD, Le Pen, ungheresi, ecc.); non vogliamo più farci dettare le regole dai tecnocrati europei (“illuminati”) e auspichiamo una maggiore collaborazione e distensione con la Russia. Punto”.
Questa è la posizione politica che il Nardella vuole rendere losca e sospetta. E’ questo il punto. Come nel Rapporto Steele, dove la spia britannica Steele rivelava le presunte orge di Trump in Russia, e sono state provate false con il naufragio del Russiagate in America. I servizi inglesi si sono prodigati, insieme a Killary e la sua banda, per impedire l’avvicinamento Putin-Trump.
Si vuole stabilire il principio che avere rapporti con Putin è reato, di cui bisogna scandalizzarsi. Perché ad esempio, il fatto che Soros abbia pagato la Bonino e Più Europa per 200 mila euro, è bello e onesto.
Un motivo in più per screditare la panzana e chi l’a diffonde (i media italioti all’unisono) è : pensate che l’ENI si metta al servizio di Savoini e della Lega per impapocchiare un commercio petrolifero con tangenti? ENI è uno Stato, ha i suoi servizi, ha i suoi contatti. Se vuole fare le cose, sa quali russi contattare – senza che Nardelli lo sappia.
Lo conferma Fulvio Scaglione, esperto di Russia (è stato corrispondente a lungo)
“…tutta quella storia che Rosneft o Lukoil, compagnie petrolifere di Stato russe e tra le maggiori del mondo, farebbero così e cosà, vendendo il greggio sotto costo, e che l’Eni (amministratore delegato De Scalzi, nominato con il Governo Renzi e confermato con il Governo Gentiloni) lo comprerebbe invece a prezzo pieno, e la differenza se la papperebbero la Lega e i suoi amici russi, e tutto organizzato da Savoini… Per carità, se ne vedono di ogni. Ma in mancanza di prove concrete e non di sole parole, pare una cosa alla Totò e Peppino”.
la cosa scandalosa è constatare che il “giornalismo italiano” – per aiutare il Sistema PD – è disposto a scendere così in basso.
Infatti il vero pericolo per la Lega, Salvini e Savoini, è questo:
Questi magistrati, sono il team scatenato che ha mandato in galera Giuseppe Orsi, CEO di Finmeccanica, nel 2013 – e che la Cassazione ha assolto definitivamente – nel 2019.
ASSOLTO!
Da Wikipedia: Orsi arrestato “con le accuse corruzione internazionale, concussione e peculato per le presunte tangenti che sarebbero state pagate per la vendita di 12 elicotteri al governo indiano. Non sono state rese note le fonti dell’accusa…” esattamente come Buzzfeed. Anni di calvario fatti soffrire ad un uomo innocente che ha fatto il bene dell’azienda (uno degl ultimi tesori dell’IRI, che fa gola ad inglesi e americani) e della patria.
Quindi, sconsolati, facciamo nostra la domanda dell’avvvocato Carlo Taormina:
Quando ci si trova di fronte a giudice o a un pubblico ministero non si sa se sia un magistrato o un delinquente. Come si risolve questo problema,visto il numero ormai rilevante di criminali che stanno nell’ordine giudiziario ?
Ecco tutti i dubbi sullo "scoop"
Buzzfeed, il sito americano che ha pubblicato il falso dossier sulla Russiagate redatto dall’ex spia britannica Christopher Steele contro Donald Trump, ha lanciato un nuovo Russiagate, stavolta in Italia. Secondo il sito americano, Gianluca Savoini, presidente dell’Associazione Lombardia Russia, avrebbe incontrato, insieme ad altri due italiani, degli uomini russi per negoziare i termini di un presunto accordo che avrebbe portato alla Lega decine di milioni di dollari. Secondo la ricostruzione del giornalista Alberto Nardelli, si sarebbe parlato dei soldi (65 milioni di euro) da far arrivare alla Lega in vista della campagna elettorale per le Europee.
Come spiega il Corriere della Sera, la riunione sarebbe durata poco più di un’ora: l’obiettivo era la vendita di 3 milioni di tonnellate di petrolio all’Eni da parte di un’importante compagnia petrolifera russa. Il valore della vendita sarebbe stato di circa 1,5 miliardi di dollari. Da questa transazione, secondo Buzzfeed, sarebbe avanzati 65 milioni di dollari, quella che (secondo la ricostruzione) sarebbe stata la contropartita per la Lega. L’incontro sarebbe avvenuto il 18 ottobre scorso all’hotel Metropol di Mosca. Il giorno prima, davanti a una platea russa e italiana, il vicepremier Matteo Salvini fece un intervento al Lotte Plaza Hotel nel centro di Mosca, dove ad ascoltarlo c’erano ambasciatori, diplomatici, imprenditori ma anche politici italiani e russi, riuniti per l’assemblea annuale di Confindustria Russia – oltre ad un ottantina di giornalisti accreditati.
Gianluca Savoini, giornalista professionista, già direttore dell’ufficio stampa di Regione Lombardia dal 2006 al 2013, fa parte di quella delegazione. Il giorno dopo, secondo la ricostruzione di Buzzfeed, parteciperà all’incontro tenutosi all’Hotel Metropol di Mosca oggetto delle polemiche di queste ore.
I dubbi sulla ricostruzione di «Buzzfeed»
Andiamo con ordine. Innanzitutto, l’inchiesta di Buzzfeed – che riprende ciò che aveva già in buona parte pubblicato L’Espresso a febbraio – non è stata in grado di determinare né l’identità dei russi che hanno partecipato all’incontro né degli accompagnatori italiani di Savoini. Né tantomeno di accertare se i soldi di cui si parla sono poi finiti effettivamente nelle casse della Lega. E questo non è un dettaglio di poco conto. Su Twitter, Alberto Nardelli, il giornalista che ha confezionato l’inchiesta per il giornale americano, pubblica un estratto audio di 1 minuto e 38 attribuito a Gianluca Savoini e scrive: “Questo audio fornisce la prima prova concreta dei tentativi clandestini russi di finanziare i movimenti nazionalisti europei e dell’apparente complicità di alcune figure di alto livello dell’estrema destra in quei tentativi”.
Per quanto riguarda il breve estratto audio pubblicato su Twitter dal giornalista possiamo affermare tranquillamente che non è assolutamente vero né dimostra alcunché. È una legittima opinione politica quella che Savoini esprime: “Il prossimo maggio ci saranno le elezioni europee – dice – Vogliamo cambiare l’Europa. La nuova Europa deve essere vicina alla Russia, come prima, perché vogliamo avere la nostra sovranità. Vogliamo davvero decidere per il nostro futuro, per gli italiani, i nostri figli, i nostri figli. Non dipendere dalle decisioni di Bruxelles, degli Stati Uniti. Vogliamo decidere noi. Salvini è il primo uomo che vuole cambiare tutta l’Europa. Insieme ai nostri alleati, colleghi e altri partiti in Europa” come Freiheitliche Partei Österreichs in Austria, Afd in Germania, Le Pen in Francia, Orbán in Ungheria. “Vogliamo davvero costruire una grande alleanza con questi partiti che sono pro Russia, ma non per la Russia, ma per i nostri Paesi”.
Cosa proverebbero queste dichiarazioni se non la volontà politica – legittima e comprensibile per un’associazione culturale che si chiama Lombardia-Russia – di avere migliori relazioni con una potenza come la Federazione Russa?
La trascrizione dell’incontro
I passaggi per così dire “controversi”, semmai, non sono certo nel breve audio pubblicato da Nardelli su Twitter, che non prova nulla, ma nella trascrizione completa dell’incontro pubblicata sempre da Buzzfeed. Come mai il sito americano ha pubblicato un file tutto sommato ininfluente attribuito a Gianluca Savoini e non ha diffuso altri estratti della conversazione durata circa un’ora e un quarto? Il file audio verrà pubblicato per intero? Attendiamo.
Durante la riunione, secondo il sito americano, si sarebbe parlato del coinvolgimento di un gigante dell’energia russo per vendere 3 milioni di tonnellate di petrolio all’Eni per il valore di 1,5 miliardi di dollari. Da questa transazione, sempre secondo BuzzFeed, sarebbe avanzati 65 milioni di dollari finiti nelle casse della Lega, anche se il sito americano non è in grado di affermare se poi questa transizione sia effettivamente avvenuta o meno. Lo stesso Buzzfeed ammette: “Non è chiaro se l’accordo negoziato al Metropol sia mai stato eseguito, o se la Lega abbia ricevuto finanziamenti, ma la registrazione ha sollevato seri interrogativi sui legami tra Lega e Mosca”.
Secondo il sito americano la “prova” è al 25esimo minuto, quando uno degli italiani afferma: “È molto semplice. La pianificazione fatta dai nostri ragazzi in politica è stata che, dato uno sconto del 4%, 250.000 tonnellate più 250.000 al mese per un anno, possono sostenere una campagna”. Può essere certamente un indizio, ma non un elemento che confermi senza il minimo e ragionevole dubbio che l’affare prevedesse di finanziare le casse della Lega. Anche se questo lo appurerà, eventualmente, la magistratura.
La smentita di Savoini
Al Corriere della Sera, Gianluca Savoini ha spiegato: “Io sono di Lombardia Russia, mai detto di essere emissario della Lega”. E alla domanda se il giorno prima di quell’incontro c’era stata un’altra riunione alla quale aveva partecipato anche Salvini, Savoini osserva: “C’era stato un incontro pubblico di Salvini organizzato dagli imprenditori e niente altro”. “I soldi dove sono? Ovviamente non ci sono – prosegue Savoini – e chi dice il contrario viene denunciato. Il resto è fuffa”. E al Foglio lo stesso Savoini aggiunge: “Era pieno di imprenditori quel giorno, visto il convegno del giorno prima. In un albergo! In mezzo a tanta gente…”.
In effetti, la domanda è lecita: perché negoziare un accordo così delicato e potenzialmente “compromettente” – secondo Buzzfeed – in mezzo a così tante persone? Perché non chiudersi in luoghi più sicuri e discreti? Una “leggerezza”? Oppure non c’era nulla da nascondere? I dubbi rimangono…
I servizi segreti esteri dietro Carola e Buzzfeed?
Dopo Carola, Buzzfeed. Cosa lega la costruzione dell’azione della Greta dei migranti con lo «scoop» del sito online sui presunti finanziamenti russi alla Lega? Apparentemente nulla ma la tempistica sincronizzata ci fa sospettare che siano due episodi di una strategia di guerra ibrida, con l’obiettivo di mettere in difficoltà il governo, eventualmente facendolo cadere, e in ogni caso di lanciare avvertimenti al principale protagonista politico di questa fase, cioè Salvini.
Che cos’è una guerra ibrida? Il concetto è degli strateghi del Pentagono e indica azioni in cui soggetti non militari, in molti casi neppure armati, intervengono per minacciare uno Stato e costringerlo a muoversi in una direzione a loro gradita. Quando sono armati si tratta di terroristi, ma ci possono essere guerriglieri ibridi che usano altri mezzi, apparentemente pacifici (le ong) e a scopi umanitari, come il salvataggio dei naufraghi (che poi non lo sono quasi mai). Fondamentale nella guerra ibrida è il ruolo dei media, sia quelli internazionali che quelli del paese aggredito, e ovviamente i servizi di intelligence di molti stati interessati a influire sulla politica della nazione presa di mira.
Se sarebbe da ingenui non sospettare un ruolo dei servizi tedeschi e francesi nell’affare Carola, in quello Buzzfeed ci sembra di intravedere lo scontro, interno agli Usa, tra una fazione più vicina a Trump, che desidera un deal con Putin, e un’altra che vuole impedirlo, dimostrando che i russi si intromettono nella vita politica non solo americana ma pure di alleati come l’Italia. Non a caso Buzzfeed fu uno dei media più usati da coloro che organizzarono l’affare Mueller, nel frattempo sgonfiatosi
Ma è il solo Putin che, eventualmente finanziando partiti europei, prende parte alla guerra ibrida? Non si direbbe. La storia di versamenti esteri a partiti politici italiani è antica (già nel 1914 si accusò il socialista Mussolini di aver tradito dopo aver preso soldi dalla Francia). Durante la guerra fredda fiumi di denaro arrivarono al Pci da Mosca, tanto che se oggi vedete una sede del Pd, è molto probabile che sia stata acquistata tempo fa con l’oro dall’Urss. Per questo, come ha scritto qui Giovanni Sallusti, gli eredi piddini dovrebbero avere la decenza di tacere. Ma di soldi del Venezuela di Chavez e di Maduro a Podemos, al Labour di Corbyn e anche a partiti alla sinistra del Pd molto se è parlato. Per non dire poi dei ricchi bonifici di Soros, un investitore in fondi speculativi di cui sono stati vittima anche gli italiani, a + Europa.
Ormai è una vera ossessione: pure le Ong contro la Russia
L'Ong Mediterranea sostiene di aver subito attacchi informatici da non meglio precisati "server russi". Un po' come il maccartismo degli anni '50, lo "spettro russo" è ovunque
L'Ong Mediterranea sostiene di aver subito attacchi informatici da non meglio precisati "server russi". Un po' come il maccartismo degli anni '50, lo "spettro russo" è ovunque
Anche se la Guerra Fredda è finita da un pezzo, il clima in Occidente è quello tipico della caccia alle streghe dove dei fantomatici e non meglio identificati "russi" svolgono immancabilmente la parte dei "cattivi" che giocano a sovvertire l'ordine europeo e la democrazia.
Anche se non siamo ai livelli della commissione per la repressione delle attività antiamericane voluta e diretta dal senatore J. R. McCarthy negli anni '50 - da cui prese il nome il maccartismo - dove chiunque fosse sospettato di avere simpatie per i sovietici veniva automaticamente accusato di minare i fondamenti politici e ideologici della società americana, i tentacoli dell'influenza "russa" sembrano essere ovunque.
Questa volta, visto che scaricare tutte le colpe sul Cremlino va particolarmente di moda, ci pensano le Ong. La Mediterranea Saving Humans, tra le organizzazioni non governative più impegnate nell'attività di salvataggio di migranti, ha denunciato sui social network che il proprio sito internet, utilizzato per raccogliere fondi per l'acquisto di nuove imbarcazioni da destinare al trasporto di migranti, è sotto attacco di fantomatici hacker russi. "ll nostro sito internet ha subito innumerevoli attacchi informatici da server russi che l'hanno momentaneamente compromesso e che denunceremo alle autorità competenti", si legge nel post pubblicato sui vari canali social riconducibili all'organizzazione non governativa. "È inutile. Non ci fermerete", sottolinea la Ong.
Secondo le dichiarazioni di Beppe Caccia, armatore della nave "Alex" riportate da La Stampa, si tratterebbe di un attacco avvenuto con modalità che un buon provider, come quello che hanno, non ha potuto fermare. Parrebbe un classico attacco "ddos" - denial of service - la richiesta contemporanea di accessi (non quindi un altro attacco più banale, "path trasversal"). Molti degli indirizzi Ip - sottolinea il quotidiano di Torino - hanno una chiara provenienza geografica, russa o "est europea".
Insomma, la provenienza geografica è così chiara che non si riesce nemmeno a determinare se si tratti di un attacco hacker proveniente dalla Federazione Russa o da qualunque altro stato dell'Europa orientale. Perché non Polonia o Repubblica Ceca, per esempio? E poi: perché si sottolinea la provenienza geografica degli attacchi hacker solo quando provengono - e nemmeno con certezza - dalla Russia?
Sembra proprio l'ennesimo tassello di una narrazione che vede protagonista la fantomatica fabbrica dei "troll" e "hacker russi", che avrebbero influenzato il voto sulla Brexit nel 2016 e l'elezione di Donald Trump negli Stati Uniti lo stesso anno. Peccato che le prove continuino a mancare. Come reso noto da Twitter a gennaio 2018, soltanto l’1% dei 13.000 account “bot” riscontrati durante il voto sulla Brexit sarebbero riconducibili alla Russia. Rispondendo alle domande del deputato Damian Collins – il conservatore alla guida dell’inchiesta sulle fake news nel Regno Unito nonché presidente del Comitato per il digitale, la cultura, i media e lo sport – il quale aveva chiesto a Twitter di riesaminare gli account alla caccia delle presunte ingerenze, la società ha ribadito che le prove contro la Federazione Russa non ci sono.
"Nel riesaminare gli account identificati dalla City University, abbiamo scoperto che l’1% di questi erano registrati in Russia", dichiarò al tempo Nick Pickles, responsabile della politica pubblicitaria di Twitter. Nemmeno Facebook seppe trovare grandi prove a supporto dell’ipotesi dell’ingerenza russa. Il social network, che conta più di 30 milioni di utenti nel Regno Unito, confermò di aver rilevato solo 97 centesimi (70 pence) spesi in pubblicità da "agenti russi" durante il referendum.
Se pensiamo invece allo "scandalo Cambridge Analytica", il protagonista era, come ricordava anche Fulvio Scaglione su InsideOver, un tipo occhialuto nato a Londra nel 1975, laureato in Storia dell’Arte, cresciuto negli ambienti della pubblicità, approdato alla Strategic Communications Laboratories (azienda specializzata in analisi comportamentale e comunicazione) e da lì diventato direttore dell’affiliata Cambridge Analytica, che di nome fa Alexander (James Ashburner) Nix? E l’altro hacker del Cremlino era il mitico Mark Zuckerberg, papà di Facebook, che sapeva o magari non sapeva a che cosa servivano quelle decine di milioni di profili che Cambridge ecc. ecc. scaricava dal più famoso e frequentato dei social network e impiegava per far vincere i suoi clienti? Parafrasando una celebre massima di Bettino Craxi riferita all'eurocomunismo, gli hacker russi sono po' come l'araba fenice: che ci siano ciascun lo dice, dove siano nessun lo sa.
CHI E’ ‘STO NARDELLI? Quello che …”Grillo agente di Putin!”
qui sotto Repubblica, l’organo di Bergoglio:
Denaro russo per la Lega di Salvini: ecco gli audio dell’incontro a Mosca con Gianluca Savoini
Il sito Buzzfeed pubblica la registrazione di un meeting all’Hotel Metropole – di cui aveva già scritto l’Espresso nello scorso febbraio – tra uomini vicino al ministro dell’Interno e esponenti del Cremlino. Nella riunione Salvini viene chiamato il “Trump italiano” e si parla di una possibile vendita di petrolio russo all’Eni
Fulvio Scaglione:
A titolo di cronaca e per i diversamente svegli ricordiamo che Buzz Feed fu già protagonista di falsi scoop sulle interferenze russe nell’elezione di Trump.
Lo raccontava già a gennaio scorso @fulvioscaglione
Lo raccontava già a gennaio scorso @fulvioscaglione
I tre personaggi chiave che smontano il Russiagate
21 GENNAIO 2019
L’ultima dal Russiagate è la topica clamorosa di Buzzfeed, il sito americano abituato agli scoop. La notizia che avrebbe dovuto sconvolgere i lettori era questa: Donald Trump ha costretto il proprio avvocato, Mike Cohen, a mentire durante l’inchiesta del Congresso sulle trattative per costruire una Trump Tower a Mosca. Peccato che Buzzfeed si sia preso sui denti la smentita non di Trump ma addirittura di Robert Mueller, il procuratore che indaga sul Russiagate. Proprio lo sbirro taciturno che sta cercando di incastrare Trump.
Un epic fail, quello di Buzzfeed, che però la dice lunga sul clima che si respira negli Usa e non solo. Il presunto scoop su Cohen era fatto di voci e fonti anonime, nella migliore tradizione del Russiagate. Ma Buzzfeed si è lanciato perché sta crescendo l’ansia sugli esiti di un’indagine che ha, tra le altre, una caratteristica: non finisce mai. Tanto che di recente il mandato di Mueller è stato prolungato di altri sei mesi. Un bel po’, visto e considerato che, secondo la maggior parte dei media, le prove della colpevolezza di Trump si raccolgono a carrettate.
(Leggete il resto qui):
https://it.insideover.com/politica/67224-2.html
(Leggete il resto qui):
https://it.insideover.com/politica/67224-2.html
Non basta: l’eccezionale giornalista prestato agli inglesi nel novembre 2016 di scoop ne aveva fatto un altro, sempre protagonista il Cremlino – ma stavolta prendeva di petto il M5S. Il punto fermo è che #hastatoPutin
Italy’s Most Popular Political Party Is Leading Europe In Fake News And Kremlin Propaganda
The Five Star Movement controls a network of official sites and supposedly independent news outlets that spread misinformation across the internet.
(Traduione italiana: Il 5S è al centro di una rete di blog che diffondo propaganda russa)
Movimento Cinque Stelle Primo In Europa A Diffondere Notizie False E Propaganda Russa
I fondatori del Movimento Cinque Stelle gestiscono una rete di siti, alcuni ufficiali altri all’apparenza indipendenti, che diffondono notizie false in rete.
Un’inchiesta di BuzzFeed News ha trovato che i leader del partito Italiano anti-establishment, il Movimento Cinque Stelle (M5S), hanno costruito una diffusa rete di siti e di account social media che stanno diffondendo notizie false, teorie cospiratorie, e propaganda pro-Cremlino a milioni di persone.
Grazie al suo reach e ad un sofisticato sistema di distribuzione di propaganda, il M5S sta facendo dell’Italia un vero e proprio campo di battaglia in un’Europa già intensamente preoccupata dell’impatto delle notizie false e dell’influenza Russa sui processi democratici.
Leggete qui l’integrale, con le solide prove di Grillo agente di Putin:
Più che scoop, sono sintomi di una fissazione mentale. Fra l’altro, spesso ricicla “notizie” già date.
Pensare a cosa sono ridotti i PD, a dare retta a Nard….