Edward Pentin, in questo suo articolo pubblicato sul National Catholic Register, ci illustra alcune delle figure che parteciperanno al prossimo Sinodo dell’Amazzonia.
Ecco l’articolo nella mia traduzione.  
Vescovi e cardinali
(Foto: Daniel Ibáñez/CNA) 
Papa Francesco ha invitato personalmente il cardinale Sean O’Malley di Boston e il vescovo Robert McElroy di San Diego e l’ex segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon a partecipare al Sinodo dell’Amazzonia il mese prossimo, secondo una lista completa dei partecipanti pubblicata il 21 settembre dal Vaticano. 
I due prelati statunitensi sono tra i 185 membri invitati all’evento del 6-27 ottobre, a cui parteciperanno anche ogni vescovo della regione, i superiori religiosi, gli esperti, i delegati fraterni e i capi dei dipartimenti vaticani.
Il Cardinale O’Malley, membro di fiducia del Consiglio Cardinalizio del Papa (ex C9, ndr) e capo della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori, ha un forte interesse per l’America Latina e parla correntemente lo spagnolo.  
Mons. McElroy è stato un fautore esplicito della lotta contro il cambiamento climatico, egli ha affermato nel luglio di quest’anno che [il cambiamento climatico] dovrebbe essere una “priorità centrale” per la Chiesa statunitense. Il Sinodo, il cui tema è “Nuovi percorsi per la Chiesa e per un’ecologia integrale”, dovrebbe concentrarsi sulle preoccupazioni ambientali.
Parteciperanno anche un terzo vescovo americano, il Cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, e tutti i capi dipartimento vaticani, tra cui il Cardinale Luis Ladaria, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e il Cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino.  
Ban Ki-moon è un’aggiunta controversa alla lista dei partecipanti. Il diplomatico sudcoreano ha stretto un’alleanza con il Vaticano nel 2015 quando, come segretario generale delle Nazioni Unite, ha partecipato a una conferenza sul cambiamento climatico e l’umanità sostenibile presso la Pontificia Accademia delle Scienze
Nonostante l’agenda spesso radicale pro-aborto e secolarista dell’O.N.U., la nomina di Ban Ki-moon come “invitato speciale” mette in luce il forte orientamento della Santa Sede verso l’O.N.U. e i suoi obiettivi, in particolare sull’ambiente, che è cresciuto sotto questo pontificato. Parteciperà anche un attuale funzionario delle Nazioni Unite, René Castro Salazar, cittadino americano che funge da vicedirettore generale del dipartimento clima e biodiversità della Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite.
All’inizio di questo mese, Papa Francesco ha detto, nel contesto di una risoluzione non vincolante delle Nazioni Unite relativa ad una disputa territoriale mauriziana, che i fedeli dovrebbero essere obbedienti alle istituzioni internazionali come l’ONU: “Se siamo un’umanità dobbiamo obbedire”, ha detto. E gli organizzatori del Sinodo hanno detto che la Chiesa intende “accompagnare” i popoli amazzonici “in varie sfere internazionali e regionali del sistema delle Nazioni Unite affinché possano presentare le loro preoccupazioni su situazioni particolari”. 
Altri partecipanti al Sinodo annunciati sabato includono Jeffrey Sachs, un economista americano non cattolico. Sebbene Sachs affermi di “amare l’insegnamento sociale della Chiesa”, è un noto sostenitore del controllo della popolazione e dell’aborto. Partecipante alle conferenze vaticane dal 1999, si ritiene che Sachs abbia contribuito all’enciclica ambientale di Papa Francesco del 2015 Laudato Si’ – un documento che fa da sfondo a questo sinodo. Parteciperà anche il professor Hans Schellnhuber, climatologo tedesco, un ateo che ha partecipato anche a Laudato Si’.

Partecipanti tedeschi

L’elenco dei partecipanti al Sinodo rivela anche l’influenza significativa che si pensa che la Chiesa tedesca eserciterà sulla riunione. Il Papa, oltre a scegliere personalmente il cardinale Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca, ha invitato a partecipare anche i responsabili di due grandi agenzie tedesche di aiuti ecclesiastici, Misereor e Adveniat
Da un’indagine del National Catholic Register nel corso dell’estate è emerso che le due organizzazioni di aiuti hanno dato significativi contributi finanziari e di altro tipo in preparazione del Sinodo, in particolare alla Rete ecclesiale pan-amazzonica (REPAM). Hanno anche piani ambiziosi per il Sinodo, sperando che il suo esito si estenda oltre la regione amazzonica. 
In una prefazione congiunta alla traduzione tedesca dell’Instrumentum Laboris del Sinodo di luglio, Mons. Permin Spiegel, direttore generale di Misereor, e Padre Miguel Heinz, presidente di Adveniat, hanno affermato che il Sinodo sarà per la Chiesa “un segnale inequivocabile di allontanamento (dalla Dottrina, ndr)” e avrà “un significato per la Chiesa universale”. Il documento di lavoro del Sinodo, hanno aggiunto, ha chiesto “un profondo cambiamento nella Chiesa”.
In un’intervista a Dom Radio del 25 luglio, Mons. Spiegel ha detto che “sarà emozionante osservare” se il Papa sarà “disposto ad accettare” le proposte sinodali per i viri probati (ordinazione di uomini sposati per portare l’Eucaristia in zone remote) e le donne diacono, e se tali cambiamenti “avranno ripercussioni per noi qui in Germania”.
Tra gli esperti speciali del Sinodo c’è anche padre Eleazar López Hernández, un teologo messicano della teologia della liberazione considerato l'”ostetrica” della teologia indiana. La Congregazione per la Dottrina della Fede lo ha spesso avvertito per i suoi scritti, e il cardinale Joseph Ratzinger ha commentato nel 1996 – avendo in mente, a quanto si riferisce, padre López – che tale teologia è regressiva e vuole “mettere da parte il cristianesimo ….come se il Vangelo fosse stato opprimente”.
Nel 2012, padre López ha scritto che tali teologie indigene “non usano un linguaggio discorsivo o filosofico, ma mitico-simbolico” e che “tutta la teologia ecclesiale dovrebbe essere così perché Dio non può essere oggettivato come gli altri oggetti della conoscenza e della scienza”.
Un altro invitato controverso, anche se non inaspettato, essendo stato una figura chiave dietro il Sinodo e la sua preparazione, è padre Paulo Suess. In un’intervista del 2014, l’81enne esperto tedesco di teologia dell’inculturazione dei popoli indigeni dell’Amazzonia ha detto che “possiamo scoprire la Rivelazione di Dio tra questi popoli indigeni” – una posizione che è apparsa anche nel documento di lavoro (Instrumentum Laboris, ndr), e che è stata fortemente criticata. 
Membro del gruppo Amerindia che difende e promuove la teologia della liberazione, padre Suess ha lavorato per molti anni in Brasile con il vescovo Erwin Kräutler, emerito di Xingu, Brasile, figura chiave dietro il Sinodo e partecipante. 
Nonostante il Sinodo amazzonico sia a quanto pare sull’evangelizzazione, la conversione degli indigeni alla fede non sembra essere in cima all’agenda di nessuno dei due uomini di chiesa. Nel 2014, ha detto padre Suess, piuttosto che evangelizzazione, il “principio della vita è stato il più importante” per gli indigeni e per questo “hanno bisogno della terra e devono essere rafforzati nella loro identità”. Mons. Kräutler, membro del consiglio pre-sinodale e autore dell’Instrumentum Laboris del Sinodo, molto criticato, una volta si è vantato di non aver mai “battezzato un indigeno” e di non avere “l’intenzione di farlo mai”.
Oltre al cardinale Marx, il Papa ha scelto personalmente come partecipanti il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, e due prelati coinvolti in controversie: L’arcivescovo Vincenzo Paglia, che si sta occupando delle diffuse critiche sulle sue controverse riforme del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, e il cardinale honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga (vedi anche qui), coordinatore del Consiglio cardinalizio del Papa (C9, ndr), che è stato fatto oggetto di forti critiche per la gestione degli scandali finanziari e di abuso in Honduras
Tra i 33 invitati papali anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee; il cardinale eletto Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione Europea, e il cardinale eletto Fridolin Ambongo Besungu di Kinshasa, Congo. 
Il Papa ha invitato anche il cardinale Oswald Gracias di Bombay, membro del Consiglio dei Cardinali, i padri gesuiti Antonio Spadaro, consigliere pontificio ed editore de La Civilta Cattolica, e Giacomo Costa, vicepresidente della Fondazione Cardinal Carlo Maria Martini.
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