Perché è giunto il momento dei conservatori
La storia del conservatorismo italiano è stata così piena di difficoltà e di ostacoli, che la sua stessa esistenza ne è stata minata: probabilmente non basterebbe un solo trattato per spiegare a fondo le ragioni che hanno impedito che si formasse in Italia un partito conservatore in passato, ma è sufficiente guardarsi attorno per comprendere a fondo le necessità e i motivi, grazie ai quali si è aperta una strada per la nascita, oggi, di un movimento liberal-conservatore in grado di incarnare le nuove sfide della destra italiana
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Parafrasando il grande poeta Giovanni Pascoli: “c’è qualcosa di nuovo oggi (in Italia ndr), anzi d’antico?”. Sì, ed è il Conservatorismo! Perché, forse, è proprio questa la grande novità di questi tempi e non l’ennesima scissione o l’ultima sigla aggiunta all’infinita sequela di gruppi parlamentari.
Infatti, la storia del conservatorismo italiano è stata così piena di difficoltà e di ostacoli, che la sua stessa esistenza ne è stata minata: probabilmente non basterebbe un solo trattato per spiegare a fondo le ragioni che hanno impedito che si formasse in Italia un partito conservatore in passato, ma è sufficiente guardarsi attorno per comprendere a fondo le necessità e i motivi, grazie ai quali si è aperta una strada per la nascita, oggi, di un movimento liberal-conservatore in grado di incarnare le nuove sfide della destra italiana.
La prima ragione sta nel fatto che, negli ultimi anni, la società ha visto crescere le forze c.d. post-ideologiche, più volgarmente definite “di protesta” o “populiste”: si tratta di partiti o movimenti che – tanto a destra, quanto a sinistra – hanno dato vita a battaglie fondate più sugli slogan che sulle idee e i programmi, ma, allo stesso tempo, caratterizzati da leadership forti e dalla voglia di riscatto di quella parte di popolazione che si è sentita posta ai margini della società. In questo clima di frattura e di tensioni ed in un sistema completamente liquido, le forze conservatrici rappresentano l’alternativa, la solidità e la volontà consapevole di costruire il futuro.
La seconda ragione è, invece, di tipo culturale. Si tratta di un aspetto tutt’altro che secondario, ma, spesso, eccessivamente sottovalutato da ogni governo di centro-destra e, da questo, pagato politicamente a caro prezzo. Invero, la storia ha dimostrato che non è sufficiente vincere le elezioni, poiché quella vittoria si tradurrà in un logoramento lento e continuo, in quanto le rivoluzioni prima di essere politiche, devono assumere una consapevolezza culturale e devono riuscire ad esprimere un élite in grado di affermare quella visione con lungimiranza, ma soprattutto con determinatezza.
Al momento la strada è complessa, ma le recenti elezioni europee ci hanno insegnato che il sovranismo può vivere e affermarsi solo se è inglobato nel pantheon del conservatorismo e se diventa parte di quel programma politico-ideale che sta alla base di ogni premessa politica. Dunque, il conservatorismo non è solo la speranza per l’Italia, ma anche per la società post-occidentale, quella in cui la frenetica macchina distruttrice del progressismo ci ha gettati.
di Pasquale Ferraro.
Gli interventi del cardinale Burke e di monsignor Schneider da una parte e l'intervista del cardinale Sarah dall'altro, nel giudicare severamente certe derive nella Chiesa, indicano anche una strada chiara per i cattolici: permanere nella verità, difendere la fede, desiderare la santità sopra ogni cosa.
Confusione, errori ed eresie, ateismo liquido, insulto a Dio: sono solo alcune delle espressioni usate per descrivere la situazione attuale della Chiesa, contenute negli interventi di ieri del cardinale Raymond Burke e di monsignor Athanasius Schneider da un lato e del cardinale Robert Sarah dall’altro. Descrizioni lucidissime, che non hanno neanche bisogno di spiegazioni tanto è evidente ciò che sta accadendo. E del resto il moltiplicarsi di iniziative di preghiera, a Roma e altrove, che precederanno il Sinodo amazzonico, spiega bene quale sia un sentimento diffuso tra i cattolici. I giudizi dei succitati cardinali e vescovi su quanto accade nella Chiesa, sono tutti da meditare. Non c’è alcun indulgere in recriminazioni o in nostalgie del passato. Si tratta invece di amore alla verità, merce molto rara di questi tempi.
E questa è anche la strada da seguire per vivere e superare la crisi attuale. Due aspetti in particolare preme sottolineare. Anzitutto la necessità di «fare tutto il possibile per difendere la fede nella sua integrità», come il cardinale Burke ha detto nell’intervista alla NBQ in vista della Giornata della Bussola. E questo implica anche richiamare il Papa a questa difesa della fede, malgrado oggi si sia «creata un’atmosfera di quasi totale infallibilità (…) di ogni parola del Papa», con relativo linciaggio mediatico di chi solo osi mostrarsi preoccupato per certe derive che mettono in discussione la fede secondo la tradizione apostolica. Puntuale la citazione del vescovo Melchior Cano al Concilio di Trento riportata nel documento del cardinale Burke e di monsignor Schneider: «Pietro non ha bisogno della nostra adulazione. Coloro che difendono ciecamente e indiscriminatamente ogni decisione del Sommo Pontefice sono quelli che più minano l’autorità della Santa Sede: distruggono, invece di rafforzare le sue fondamenta». E quindi, concludono Burke e Schneider, «più fedeli laici, sacerdoti e vescovi si atterranno all’integrità del Deposito della Fede e lo difenderanno, più, di fatto, sosterranno il Papa nel suo ministero Petrino».
E qui si aggancia il secondo aspetto che vogliamo sottolineare. Afferma il cardinale Sarah nell’intervista di cui sopra, che «sono i santi che cambiano la storia». Della Chiesa innanzitutto. La vera difesa della fede nella sua integrità è in una vita che tende alla santità. È proprio il desiderio di essere santi che meglio fa riconoscere il pericolo delle “scorciatoie” che portano alla perdizione e rende indomiti nel difendere la verità anche quando si deve andare controcorrente perfino nella Chiesa.
C’è dunque un filo rosso che lega questi interventi, che peraltro si aggiungono a quelli dei giorni scorsi di altri vescovi e cardinali. La situazione complicata e, a volte, inquietante che la Chiesa vive deve essere uno stimolo per tutti – laici, preti, vescovi – a chiedere al Signore la Grazia di permanere nella Verità, di approfondire la fede, di desiderare la santità sopra ogni cosa.
Riccardo Cascioli
http://www.lanuovabq.it/it/una-strada-per-uscire-dalla-confusione
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