Marcia María de Oliveira, brasiliana, è tra i 25 collaboratori dei due segretari speciali del sinodo dell’Amazzonia: il gesuita Michael Czerny, fatto cardinale da papa Francesco lo scorso 5 ottobre, e il domenicano David Martínez de Aguirre Guinea, vescovo di Puerto Maldonado, in Perù.
La de Oliveira è specialista in società e culture amazzoniche ed è stata chiamata a collaborare come “esperta” in compagnia, tra gli altri, dell’argentino Carlos María Galli, teorico della “teologia del popolo” carissima a papa Francesco, e del tedesco emigrato in Brasile Paulo Suess, docente di teologia “inculturata” e coautore del documento base del sinodo, il discusso “Instrumentum laboris”.
In questa veste la de Oliveira ha partecipato alla conferenza stampa sinodale di martedì 15 ottobre. Nella quale, rispondendo a una domanda, è tornata sugli infanticidi praticati in alcune tribù amazzoniche, premettendo che si tratta di questioni “molto complesse”, che devono essere viste “da prospettive diverse”, specie nel loro rapporto con il sacro.
Ecco qui di seguito la trascrizione testuale delle parole da lei dette in proposito, pronunciate in portoghese con traduzione simultanea in altre lingue.
La trascrizione è ripresa dalla videoregistrazione della conferenza stampa, dal minuto 47’18’’ al minuto 48’17’’:
“Io personalmente non ho seguito nessuna comunità che adotti questa pratica come una questione rituale o politica. Vi sono alcune comunità che stabiliscono alcune procedure o alcune iniziative collettive di controllo della natalità. Tutto è in rapporto alla dimensione della famiglia e all’ampiezza dei gruppi. Tutto si basa sulla conservazione, la sopravvivenza, l’alimentazione, il numero di persone che compongono il gruppo… Ha molto a che vedere anche con le relazioni interne, fino a che punto quel bambino, quell’anziano, quella persona adulta è in grado di seguire il gruppo in quelli che sono i suoi spostamenti interni”.
*
Fin qui le parole dell’esperta in culture amazzoniche Marcia María de Oliveira, che certo mal si conciliano con le insistite, acritiche esaltazioni – prima e durante il sinodo – del “buen vivir” di quelle tribù, descritto nell’”Instrumentum laboris” come “armonia con sé stessi, con la natura, con gli esseri umani e con l'essere supremo, perché esiste un'intercomunicazione tra tutto il cosmo, dove non esiste chi esclude né chi è escluso”.
Ma non è tutto. Nelle parole della de Oliveira c’è un’allusione all’eliminazione selettiva non solo dei bambini ma anche degli adulti e dei vecchi, cioè all’oggetto della domanda che le era stata rivolta in conferenza stampa dal giornalista svizzero Giuseppe Rusconi.
Pochi giorni prima, infatti, in un’altra conferenza stampa sinodale, quella di sabato 12 ottobre, il vescovo di São Félix Adriano Ciocca Vasino – successore del 91enne ultraindigenista Pedro Casaldaliga – aveva detto: “I miei indios mi dicono che i bianchi sono crudeli, perché lasciano vivere i vecchi non autosufficienti. E così costringono lo spirito dei vecchi a restare incatenato al corpo. E lo spirito, incatenato, non può spalmare i suoi benefici sul resto della famiglia”.
Anche questo detto con imperturbabile distacco avalutativo. Spingendo all’estremo limite il consiglio dato da papa Francesco nel discorso d’apertura del sinodo: “Avviciniamoci ai popoli amazzonici in punta di piedi, rispettando la loro storia, le loro culture, il loro stile del ‘buen vivir’”.
Settimo Cielo
di Sandro Magister 16 ott
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2019/10/16/dall%E2%80%99infanticidio-all%E2%80%99eutanasia-il-%E2%80%9Cbuen-vivir%E2%80%9D-in-amazzonia-e-fatto-anche-di-questo/
La cerimonia pagana in Vaticano è stata solo l’inizio delle attività irreverenti che avranno luogo durante il Sinodo
(Pan-amazon Synod Watch – 14 ottobre 2019) Adesso ne sappiamo di più su cosa sia accaduto dopo la cerimonia pagana del “Pago à la tierra” (“Tributo alla Terra”) avvenuta nei giardini vaticani sotto gli occhi di Papa Francesco.
La sera successiva, sabato 5 ottobre, il gruppo di “indigeni” dell’Amazzonia – che indossavano piume, magliette e scarpe sportive alla moda – si sono recati assieme ai loro amici presso la chiesa di Santa Maria in Traspontina, nel mezzo di Via della Conciliazione, per una veglia di preghiera per il Sinodo che si sarebbe aperto l’indomani.
Ma quello non è stato l’unico evento degno di nota sulla Via che da Castel Sant’Angelo e il Tevere porta alla Basilica di San Pietro. Lunedì 7 ottobre, la prima europea di “Maleficent-la Signora del male” ha avuto luogo nel nuovo gigantesco Auditorium situato all’inizio di Via della Conciliazione affollata dai fan che indossavano il copricapo con le corna tipico della regina malvagia.
Un evento è stato religioso, l’altro ovviamente molto secolare, ma comune denominatore è stata la confusione sulla natura del bene e del male, della verità e dell’errore.
A Santa Maria in Traspontina, la coperta multicolore utilizzata in Vaticano è stata dispiegata ai piedi dell’altare, a sua volta ricoperto con una rete artigianale; all’interno del santuario erano visibili altre reti arcobaleno. Un rituale per la Pachamama – “Madre Terra” – è stato inscenato una seconda volta dopo che gli oggetti che troneggiavano nei giardini vaticani erano stati portati in processione e reverenzialmente messi sulla coperta al ritmo di una danza rituale.
Tra questi oggetti vi era almeno una delle due figurine di legno raffigurante una donna incinta nuda e accovacciata vista il giorno prima: un simbolo della fertilità pagana o una “Madonna dell’Amazzonia” nuda, sulla quale John-Henry Western di LifeSiteNews ha detto “sinceramente non sapevo cosa fosse peggio”, perché “in entrambi i casi è qualcosa di totalmente scandaloso”.
Una giovane donna snella, vestita con dei pantaloni attillati, è stata quindi trasportata su una barca di legno, attraverso la navata centrale, verso la coperta portata da nativi amazzonici.
Il filmato dell’evento pubblicato dalla REPAM (la Rete Panamazzonica presieduta dal cardinale Claudio Hummes, uno degli organizzatori chiave del Sinodo), mostra poi il gruppo prostrato attorno alla coperta, con sullo sfondo probabilmente il Santissimo Sacramento. Comunque, le candele sull’altare maggiore erano state accese per l’evento e la cerimonia è stata presieduta dal cardinale Pedro Barreto, che ha proclamato: “Questa sera, il paradiso è sulla terra”.
La giovane donna sulla barca di legno era la stessa che aveva danzato lungo il corridoio con quello che sembrava essere il Nuovo Testamento.
In una cappella laterale di Santa Maria in Traspontina è stato posto un poster per mostrare che “tutto è collegato” (Laudato sì). In esso si vede la foto di un piccolo mammifero mentre succhia il seno di una donna indigena nuda che sull’altro braccio porta un bambino.
La foto si dispiega in tre parti collegate da frecce, la prima parte dal “Yo”, “Io”, e conduce verso l’ “Otro-Yo”, l’ “Altro-Io”, cioè il bambino. Forse per mostrare che gli indios sono elementi di una comunità che dimentica la differenza tra “io” e “tu”? Un’altra freccia porta poi alla terza parte “Otro Naturaleza Cosmo” (“l’Altro, Natura, Cosmo”), rappresentato dal lattante di diversa specie.
La chiesa era inoltre decorata con i ritratti di alcuni “martiri” come Xicão Xukuru, capo dei Xukuru di Ororubá nel Pernambuco, che tentò di far rivivere antichi rituali scomparsi “a causa dell’uomo bianco” e che venne ucciso.
Ora è possibile farsi un’idea ancora più chiara di come potrebbe essere quel “rito amazzonico” evocato il primo giorno del Sinodo, lunedì 7 ottobre. Se la cerimonia alla Pachamama nei giardini Vaticani era stato un assaggio, quello in Santa Maria in Traspontina sembrava un esperimento più avanzato con, va da sè, le donne nei ruoli principali.
Tutti sono stati invitati a unire le mani e ad elevarle al cielo per cantare il “Padre nostro dei martiri” (ovvero gli indigeni “martirizzati” dagli uomini bianchi in Amazzonia, non i martiri della fede).
Il Padre Nostro dei martiri è apertamente rivoluzionario. Ecco la traduzione:
“Padre nostro, dei poveri emarginati,
Padre nostro, dei martiri e dei torturati …
Sia santificato il tuo nome tra coloro che muoiono difendendo la vita.
Il tuo nome è glorificato quando la giustizia è la nostra misura.
Il tuo regno è un regno di libertà, fraternità, pace e comunione.
Maledetta la violenza che divora la vita attraverso la repressione …
———————————-
“Vogliamo fare la tua volontà, tu sei il vero Dio della liberazione …
Non seguiremo dottrine corrotte dal potere oppressore …
Ti chiediamo il pane della vita, il pane della sicurezza, il pane delle moltitudini…
Il pane che porta l’umanità, che costruisce l’uomo piuttosto che i cannoni …
———————————–
“Perdonaci quando, per paura, restiamo in silenzio di fronte alla morte …
Perdona e distruggi i regni in cui la corruzione è la legge più forte.
Proteggici dalla crudeltà, dagli squadroni della morte, dall’impero …
Padre nostro, rivoluzionario, compagno dei poveri, Dio degli oppressi
Padre nostro, rivoluzionario, compagno dei poveri, Dio degli oppressi
———————————–
“Padre nostro, dei poveri emarginati,
Padre nostro, dei martiri e dei torturati … “
Maleficent su Via della Conciliazione
I fedeli cattolici potrebbero essere scioccati dalle preoccupanti informazioni che provengono da Roma. Ma come non essere colpiti dall’anteprima europea di Maleficent, la Padrona del Male, ultimo film della Disney, andata in scena sulla Via della Conciliazione all’ombra di San Pietro a Roma, lunedì 7 ottobre, solo un giorno dopo l’apertura ufficiale del Sinodo dell’Amazzonia?
Tanto più considerando che il sequel del film della Disney del 2014, Maleficent – una rilettura di La bella addormentata dal punto di vista della madrina malvagia – era stato originariamente programmato per la primavera del 2020…
Il film è stato presentato in anteprima con sei mesi di anticipo in un luogo e in un momento che non potevano essere più simbolici, con la Basilica di San Pietro chiaramente sullo sfondo. L’anteprima di gala si è tenuto alla presenza di Angelina Jolie – “Malefica” – e Michelle Pfeiffer, che interpreta la “Regina Ingrith”, madre della “Principessa Aurora”, il cui imminente matrimonio con “Il Principe Filippo” suscita in questo sequel una nuova inimicizia tra le due donne.
Una grande folla si è radunata per vedere le due attrici arrivare trionfalmente all’Auditorium. Molti curiosi indossavano le corna caratteristiche della protagonista del film. Nella storia originale di La bella addormentata era l’incarnazione del male. Ma Maleficent 1 aveva già spiegato nel 2014 che la madrina malvagia aveva sofferto molto e che c’erano in lei dei lati positivi.
La critica ha salutato il sequel come un film molto “femminista”, preoccupato con la “diversità” e l’ambiente. Maleficent mette in scena sia l’opposizione tra le due donne che la loro alleanza.
“Il film continua ad esplorare le complesse relazioni tra la strega e la futura regina, mentre stringono nuove alleanze e affrontano nuovi avversari nella loro lotta per proteggere le loro terre e le creature magiche che vi abitano”.
Bene e male non si scontrano più, ma cooperano per salvare la terra e la biodiversità. Questo è il messaggio. Forse è anche un segno, visto che 48 ore prima, a soli 120 metri da lì, indios cattolici si prostravano di fronte a statuette pagane, in una chiesa in cui Nostro Signore è presente nella Santissima Eucaristia.
Traduzione a cura di Pan-Amazon Synod Watch
https://www.corrispondenzaromana.it/notizie-dalla-rete/la-cerimonia-pagana-in-vaticano-e-stata-solo-linizio-delle-attivita-irreverenti-che-avranno-luogo-durante-il-sinodo/
La cerimonia pagana in Vaticano è stata solo l’inizio delle attività irreverenti che avranno luogo durante il Sinodo
(Pan-amazon Synod Watch – 14 ottobre 2019) Adesso ne sappiamo di più su cosa sia accaduto dopo la cerimonia pagana del “Pago à la tierra” (“Tributo alla Terra”) avvenuta nei giardini vaticani sotto gli occhi di Papa Francesco.
La sera successiva, sabato 5 ottobre, il gruppo di “indigeni” dell’Amazzonia – che indossavano piume, magliette e scarpe sportive alla moda – si sono recati assieme ai loro amici presso la chiesa di Santa Maria in Traspontina, nel mezzo di Via della Conciliazione, per una veglia di preghiera per il Sinodo che si sarebbe aperto l’indomani.
Ma quello non è stato l’unico evento degno di nota sulla Via che da Castel Sant’Angelo e il Tevere porta alla Basilica di San Pietro. Lunedì 7 ottobre, la prima europea di “Maleficent-la Signora del male” ha avuto luogo nel nuovo gigantesco Auditorium situato all’inizio di Via della Conciliazione affollata dai fan che indossavano il copricapo con le corna tipico della regina malvagia.
Un evento è stato religioso, l’altro ovviamente molto secolare, ma comune denominatore è stata la confusione sulla natura del bene e del male, della verità e dell’errore.
A Santa Maria in Traspontina, la coperta multicolore utilizzata in Vaticano è stata dispiegata ai piedi dell’altare, a sua volta ricoperto con una rete artigianale; all’interno del santuario erano visibili altre reti arcobaleno. Un rituale per la Pachamama – “Madre Terra” – è stato inscenato una seconda volta dopo che gli oggetti che troneggiavano nei giardini vaticani erano stati portati in processione e reverenzialmente messi sulla coperta al ritmo di una danza rituale.
Tra questi oggetti vi era almeno una delle due figurine di legno raffigurante una donna incinta nuda e accovacciata vista il giorno prima: un simbolo della fertilità pagana o una “Madonna dell’Amazzonia” nuda, sulla quale John-Henry Western di LifeSiteNews ha detto “sinceramente non sapevo cosa fosse peggio”, perché “in entrambi i casi è qualcosa di totalmente scandaloso”.
Una giovane donna snella, vestita con dei pantaloni attillati, è stata quindi trasportata su una barca di legno, attraverso la navata centrale, verso la coperta portata da nativi amazzonici.
Il filmato dell’evento pubblicato dalla REPAM (la Rete Panamazzonica presieduta dal cardinale Claudio Hummes, uno degli organizzatori chiave del Sinodo), mostra poi il gruppo prostrato attorno alla coperta, con sullo sfondo probabilmente il Santissimo Sacramento. Comunque, le candele sull’altare maggiore erano state accese per l’evento e la cerimonia è stata presieduta dal cardinale Pedro Barreto, che ha proclamato: “Questa sera, il paradiso è sulla terra”.
La giovane donna sulla barca di legno era la stessa che aveva danzato lungo il corridoio con quello che sembrava essere il Nuovo Testamento.
In una cappella laterale di Santa Maria in Traspontina è stato posto un poster per mostrare che “tutto è collegato” (Laudato sì). In esso si vede la foto di un piccolo mammifero mentre succhia il seno di una donna indigena nuda che sull’altro braccio porta un bambino.
La foto si dispiega in tre parti collegate da frecce, la prima parte dal “Yo”, “Io”, e conduce verso l’ “Otro-Yo”, l’ “Altro-Io”, cioè il bambino. Forse per mostrare che gli indios sono elementi di una comunità che dimentica la differenza tra “io” e “tu”? Un’altra freccia porta poi alla terza parte “Otro Naturaleza Cosmo” (“l’Altro, Natura, Cosmo”), rappresentato dal lattante di diversa specie.
La chiesa era inoltre decorata con i ritratti di alcuni “martiri” come Xicão Xukuru, capo dei Xukuru di Ororubá nel Pernambuco, che tentò di far rivivere antichi rituali scomparsi “a causa dell’uomo bianco” e che venne ucciso.
Ora è possibile farsi un’idea ancora più chiara di come potrebbe essere quel “rito amazzonico” evocato il primo giorno del Sinodo, lunedì 7 ottobre. Se la cerimonia alla Pachamama nei giardini Vaticani era stato un assaggio, quello in Santa Maria in Traspontina sembrava un esperimento più avanzato con, va da sè, le donne nei ruoli principali.
Tutti sono stati invitati a unire le mani e ad elevarle al cielo per cantare il “Padre nostro dei martiri” (ovvero gli indigeni “martirizzati” dagli uomini bianchi in Amazzonia, non i martiri della fede).
Il Padre Nostro dei martiri è apertamente rivoluzionario. Ecco la traduzione:
“Padre nostro, dei poveri emarginati,
Padre nostro, dei martiri e dei torturati …
Sia santificato il tuo nome tra coloro che muoiono difendendo la vita.
Il tuo nome è glorificato quando la giustizia è la nostra misura.
Il tuo regno è un regno di libertà, fraternità, pace e comunione.
Maledetta la violenza che divora la vita attraverso la repressione …
———————————-
“Vogliamo fare la tua volontà, tu sei il vero Dio della liberazione …
Non seguiremo dottrine corrotte dal potere oppressore …
Ti chiediamo il pane della vita, il pane della sicurezza, il pane delle moltitudini…
Il pane che porta l’umanità, che costruisce l’uomo piuttosto che i cannoni …
———————————–
“Perdonaci quando, per paura, restiamo in silenzio di fronte alla morte …
Perdona e distruggi i regni in cui la corruzione è la legge più forte.
Proteggici dalla crudeltà, dagli squadroni della morte, dall’impero …
Padre nostro, rivoluzionario, compagno dei poveri, Dio degli oppressi
Padre nostro, rivoluzionario, compagno dei poveri, Dio degli oppressi
———————————–
“Padre nostro, dei poveri emarginati,
Padre nostro, dei martiri e dei torturati … “
Maleficent su Via della Conciliazione
I fedeli cattolici potrebbero essere scioccati dalle preoccupanti informazioni che provengono da Roma. Ma come non essere colpiti dall’anteprima europea di Maleficent, la Padrona del Male, ultimo film della Disney, andata in scena sulla Via della Conciliazione all’ombra di San Pietro a Roma, lunedì 7 ottobre, solo un giorno dopo l’apertura ufficiale del Sinodo dell’Amazzonia?
Tanto più considerando che il sequel del film della Disney del 2014, Maleficent – una rilettura di La bella addormentata dal punto di vista della madrina malvagia – era stato originariamente programmato per la primavera del 2020…
Il film è stato presentato in anteprima con sei mesi di anticipo in un luogo e in un momento che non potevano essere più simbolici, con la Basilica di San Pietro chiaramente sullo sfondo. L’anteprima di gala si è tenuto alla presenza di Angelina Jolie – “Malefica” – e Michelle Pfeiffer, che interpreta la “Regina Ingrith”, madre della “Principessa Aurora”, il cui imminente matrimonio con “Il Principe Filippo” suscita in questo sequel una nuova inimicizia tra le due donne.
Una grande folla si è radunata per vedere le due attrici arrivare trionfalmente all’Auditorium. Molti curiosi indossavano le corna caratteristiche della protagonista del film. Nella storia originale di La bella addormentata era l’incarnazione del male. Ma Maleficent 1 aveva già spiegato nel 2014 che la madrina malvagia aveva sofferto molto e che c’erano in lei dei lati positivi.
La critica ha salutato il sequel come un film molto “femminista”, preoccupato con la “diversità” e l’ambiente. Maleficent mette in scena sia l’opposizione tra le due donne che la loro alleanza.
“Il film continua ad esplorare le complesse relazioni tra la strega e la futura regina, mentre stringono nuove alleanze e affrontano nuovi avversari nella loro lotta per proteggere le loro terre e le creature magiche che vi abitano”.
Bene e male non si scontrano più, ma cooperano per salvare la terra e la biodiversità. Questo è il messaggio. Forse è anche un segno, visto che 48 ore prima, a soli 120 metri da lì, indios cattolici si prostravano di fronte a statuette pagane, in una chiesa in cui Nostro Signore è presente nella Santissima Eucaristia.
Traduzione a cura di Pan-Amazon Synod Watch
https://www.corrispondenzaromana.it/notizie-dalla-rete/la-cerimonia-pagana-in-vaticano-e-stata-solo-linizio-delle-attivita-irreverenti-che-avranno-luogo-durante-il-sinodo/
di Pierluigi Pavone
- 1. La prigione del tempo
Alcuni – influenzati dalla cultura New-Age e dalla teologia della liberazione – hanno l’idea che Adamo sia stato un ingenuo e innocente buon selvaggio. In linea col pensiero illuminista di Rousseau, quando determina la storia come corruzione dell’uomo nella sua santità naturale, a causa della famiglia e della proprietà. Rispetto ad una situazione idilliaca di armonia e nomadismo.
In realtà Adamo era tutt’altro, nella pienezza della sua facoltà, in uno stato di santità preternaturale dovuta alla Grazia divina. Aveva cioè sia il pieno e corretto uso della sua ragione e quindi la sottomissione degli istinti, sia i doni dovuti dalla Grazia. Quindi possedeva i doni naturali, in termini di anima immortale, razionalità, volontà e libertà. Rispetto a ciò si distinguono i doni sovrannaturali, disposti da Dio per conseguire il fine della sua stessa creazione. Non era infatti destinato a rimanere nel paradiso terrestre. Ma era stato creato per la beatitudine celeste.
Al contrario, il buon selvaggio non è mai esistito. Ed è un concetto anti-cattolico. Il buon selvaggio è infatti l’utopia del passato remoto.
L’utopia moderna si sviluppa infatti in tre modi. È essenzialmente un’idea. Una fantasia, una astrazione della ragione. Una trovata letteraria per criticare la relativa contemporaneità sociale. Solitamente la sensibilità è comunistica, cioè senza proprietà privata. Tutti sono felici, in perfetta armonia. Non esiste la dimensione temporale. Non c’è storia. Si tratta di un’istantanea immutabile. Nessuno si ribella, ma tutti sono conformati liberamente e spontaneamente ad un pensiero unico. In santità naturale senza Dio, senza Grazia. O come nella Città del Sole (scritta dal domenicano Tommaso Campanella, quattro secoli prima dell’ideologia ambientalista), in cui “cristianamente” si nega la colpa del peccato originale e si sostituisce – sull’altare – il crocifisso con un Mappamondo!
Rispetto a questa astrazione a-storica, dall’illuminismo in poi l’utopia viene storicizzata e contestualizzata nel progresso. Non come speranza o illusione. Ma come programma reale. I rivoluzionari americani, i giacobini, i bolscevichi credono nell’avvento certo del nuovo ordine mondiale. Nell’età definitiva per l’uomo, sulla terra. Nel momento di auto-redenzione, di liberazione assoluta. Per Marx, l’oligarchia del capitale, la proletarizzazione delle masse, la saturazione del mercato avrebbero garantito – senza ombra di dubbio – la sovversione dell’internazionale proletaria. Per i capitalisti della finanza internazionale, dopo la caduta del Muro di Berlino, non c’è più ostacolo alla globalizzazione.
Questa contestualizzazione dell’utopia nel futuro ha una eredità gnostica.
Nella misura in cui – dal XVII secolo (il secolo della formazione delle logge massoniche) – viene recuperata l’antica dottrina del mondo-prigione, il concetto di prigione viene modificato da prigione spaziale (il mondo creato dal Dio malvagio) a prigione temporale: il passato e il presente diventano il male, il secolo da distruggere, per costruire sulle sue macerie il mondo nuovo. Questo slittamento da prigione spaziale a prigione temporale, legittima la rivoluzione. Prima quella inglese alla fine del 1600, quindi per tutto il 1700 nelle colonie inglesi e in Francia. Da qui alla Nuova Europa, fino alla I Guerra Mondiale (in cui si verifica la rivoluzione comunista). Quindi con la prospettiva internazionalista di stampo socialista e capitalista.
- 2. Il mito del selvaggio buono
Prima di questa generale contestualizzazione, un illuminista sui generis – Rousseau – colloca l’utopia sempre nel tempo, ma nel passato. Leggendo la storia come regresso e corruzione, suppone che l’uomo sia stato innocente e naturalmente santo. Non crede che l’uomo sia cattivo per natura, come crede Hobbes. Rousseau è convinto che la cattiveria sia un prodotto sociale, l’effetto della rivoluzione agricola, della famiglia e della proprietà. Prima di Marx e prima della rivoluzione sessuale del 1968, si pongono famiglia e proprietà come elementi corruttivi.
E così Rousseau inventa il mito del buon selvaggio. Un’idea totalmente anti-cattolica. Apparentemente simile al racconto biblico. Subdolamente perversa. Da qui l’idea che la stessa evangelizzazione sia un’opera di profanazione di questa naturale e santa innocenza selvaggia.
È certamente vero che l’uomo è l’unico animale che trascende se stesso. Differisce dalla bestia per la sua essenza religiosa. Ad affermarlo non è un cristiano. È Feuerbach, colui che ha ricondotto la religione a creazione inconscia dell’uomo. L’uomo – proprio per la sua dimensione religiosa – si rapporta all’infinito, ponendolo come Dio, quando in realtà non è altro che se stesso. L’umanità intera. L’uomo, relazionandosi con se stesso, con le proprie paure e speranze, avendo coscienza e percezione dell’infinito, infinitizza caratteristiche umane e le proietta in divinità che lui stesso crea.
Perché?
Adamo è stato creato da Dio con peculiarità previste dalla sua stessa natura umana. Contro quello che pensa l’umanesimo gnostico-cabalistico, Dio crea l’uomo con una essenza data, definita e orientata. In quanto uomo, cioè, Adamo ha un’anima immortale, l’uso della ragione e della volontà. È un essere libero. Non basta. Dio dona all’uomo anche doni preternaturali. Vale a dire, Adamo possiede per Grazia dei doni che lo rendono capace di accedere al Paradiso Celeste, cioè il fine per cui è stato creato: la scienza infusa, il dominio delle passioni, l’immunità dalla morte e dal dolore. Per mezzo della Grazia, può raggiungere la visione beatifica. Ovvero, è stato creato nel paradiso terrestre, dotato di peculiarità proprie della sua natura e con doni sovrannaturali, perché potesse accedere al Paradiso Celeste.
Con il peccato originale ha perso la Grazia e ha corrotto la sua stessa natura.
Quindi, non solo non può risiedere nel paradiso terrestre e ovviamente non può più accedere al Paradiso celeste, ma – ora – la sua ragione è ferita. Intuisce l’esistenza di Dio, cerca la verità. Ma il disordine del peccato accompagna i suoi ragionamenti e la sua spiritualità.
Non è costretto al male e la sua ragione non è serva di satana come vuole Lutero. Tuttavia, se sul piano della razionalità conserva la possibilità logica, come la filosofia greca dimostra (ma a ben guardare è l’unica eccezione), sul piano della religiosità la situazione è ancora più compromessa. Sul piano della religiosità infatti, specialmente in questo ambito, la presenza e il dominio satanico è più acuto, più sensibile, più generale. Satana attacca soprattutto le passioni, la concupiscenza. E la spiritualità. Proprio perché l’uomo si apre all’infinito, lì Satana deforma, illude, fino a farsi adorare in culti pagani. Fino a creare o incentivare false religioni, superstizioni spirituali.
A causa del peccato, religiosamente non raggiunge più Dio. I suoi culti sono pratiche superstiziose, che non hanno elementi di verità da conciliare o purificare. Hanno elementi falsi da rinnegare. O addirittura da esorcizzare. Il selvaggio, allora, nel suo paganesimo è totalmente in errore. Cristo non legittima queste religiosità, aggiungendo un di più. Esattamente come la Grazia non si aggiunge ad una natura incontaminata. Certamente la Grazia presuppone la natura. E quindi la ragione umana è restata aperta alla ricerca di Dio. Ma è altrettanto vero che la Grazia guarisce la natura dal peccato.
Chi guarirà il peccato del selvaggio? Chi lo convertirà facendolo rinnegare il suo paganesimo e la sua falsa religione? Chi esorcizzerà l’intero popolo e l’intera cultura a cui appartiene? Forse bisognerebbe chiederlo ai martiri canadesi. Ma perché versare il sangue se bastava armonizzare i culti pagani con quelli cattolici? Perché la Croce se basta la fratellanza? Perché pagare il debito antico, “scomodando” la seconda Persona della Trinità, se in fondo non c’è colpa, ma santa innocenza?
Il buon selvaggio è la contraddizione del Sacrificio sulla Croce. Allo stesso modo Cristo, unica via, verità e vita è la contraddizione delle false alienazioni religiose e dei culti demoniaci.
Commento sul rito pagano in Vaticano per il sinodo dell'Amazzonia - Matteo D'Amico
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