“Cercate ogni giorno il volto dei santi”, così insegna la Didachè e così dobbiamo fare.
Occorre aver a che fare con i santi, ogni giorno e veramente, per non cadere nell'inganno del naturalismo.
Occorre, sui santi, tornare alla coscienza di un tempo. I santi erano onnipresenti nella vita dei cristiani, le parrocchie sono ancora a loro dedicate, si imponevano i loro nomi al battesimo, il culto dei corpi santi era nel passato cristiano fervorosissimo. Pellegrinaggi, novene e tridui costellavano in continuazione l'anno pubblico e privato delle anime cristiane. Le nostre chiese erano avvolte dalle immagini dei santi e gli altari sormontati dalle loro statue, la pietra sacra degli altari ne custodiva le reliquie. I sacerdoti consigliavano la lettura delle loro vite per ricalcarne le imprese. Il lavoro dei contadini e dei pastori era segnato dalle loro date. Le corporazioni artigiane si mettevano sotto la loro protezione. I soldati affidati a San Michele o ai santi cavalieri.
Occorre proprio tornare alla coscienza di un tempo, perché la verità del cristianesimo sono i santi, perché l'attualità di Cristo sono i santi, perché la prova dell'efficacia della grazia sono i santi.
Tutto questo non è un optional destinato ai semplici che non sanno andare direttamente a Dio: la presenza dei santi ti dice che la salvezza operata da Cristo non è qualcosa di retorico, ma reale, e vedi l'azione della grazia di Cristo in quegli uomini e donne trasformate realissimamente in Gesù Cristo: e questi sono proprio i santi.
Il Protestantesimo ha negato i santi e ne aborre il culto, questo lo sanno tutti. Per i protestanti i santi sono insopportabili perché, secondo loro, la grazia non trasforma realmente la persona, ma la copre solo di Cristo. Per lo stesso motivo non credono al Purgatorio, non vedendo la necessità di un tempo di purificazione, visto che la salvezza non è per loro una vera trasformazione in Gesù Cristo; e se non è necessario essere trasformati realmente, perché Dio dovrebbe dare ancora del tempo, per fare che?
Invece l'azione della grazia di Dio è in noi una vera operazione, produce nell'uomo che la asseconda un reale cambiamento, che trasforma in Cristo. E l'azione della grazia, dal santo si riverbera sugli altri: sono i “magnalia Dei”, i prodigi, i miracoli fisici e spirituali che manifestano la presenza di Dio. Guardando i Santi e le loro opere sei strappato dal naturalismo e torni a credere alla vita soprannaturale. E la vita soprannaturale è “normale” per il cristiano vero.
Ma c'è un problema in sé più grave del protestantesimo puro: si tratta della protestantizzazione del cattolicesimo, cioè di quel cattolicesimo che pretendendo di restare cattolico, trae dal protestantesimo tutti i criteri di fondo. Un cattolicesimo così, apparentemente conserva tutti i dogmi, o meglio non li nega pur non sottolineandoli tutti, ma li reinterpreta secondo quei criteri che nei protestanti portarono alla negazione delle verità di fede rivelate. Un cattolicesimo così trasformato è modernismo.
Il modernismo è il più maturo frutto della protestantizzazione: gli scrittori modernisti trattando di storia cristiana, hanno parlato dei santi, ma, come per i vangeli, hanno tolto dalla loro vita ogni valore storico a miracoli, visioni e fatti straordinari: in una parola hanno di fatto negato il soprannaturale; siamo nel più puro naturalismo. Tutto diventa morale e culturale, della grazia che compie miracoli nei santi nemmeno più traccia.
Eppure si parla ancora dei santi in casa cattolica, anzi mai si sono sfornati tanti santi come in questi tempi... alcuni di essi si potrebbe dire proclamati ancora “a corpo caldo”!
E cosa sono diventati i nuovi santi? I leader delle svolte della Chiesa, quasi a dimostrare che le scelte fatte in questi anni non sono sbagliate. Sono delle canonizzazioni tutto sommato ideologiche.
Un tempo i santi corrispondevano sempre ad uno stesso schema: folgorati dalla grazia, erano dei convertiti che si davano ad una vita di preghiera e di penitenza, rinnegando il mondo e abbracciando la sequela di Cristo. Così vivendo operavano miracoli, come il Signore aveva già detto: “Farete cose più grandi di me”. Per questo il popolo si accorgeva di loro e si formava un seguito, il più delle volte costituito da un nuovo ordine religioso o congregazione, o dalla severa riforma di uno già esistente.
Cambiavano i secoli della cristianità, ma la "fuga mundi", la preghiera e la penitenza non mancavano mai, semplicemente perché il cristianesimo di Cristo non cambia mai.
Oggi no, il modernismo ha voluto un cristianesimo che si evolve seguendo il desiderio espresso dalla coscienza collettiva dei fedeli, da quello che i tempi richiedono. Non si crede più alla Rivelazione consegnata da Dio in Cristo agli uomini, Rivelazione conclusa con San Giovanni. Per i modernisti la rivelazione nasce dal profondo delle persone, dal bisogno religioso.
Così la Chiesa si è affrettata a modificare se stessa e la vita cristiana per seguire i tempi, cioè la rivelazione emergente dal bisogno religioso degli uomini. Ora per motivare cambiamenti sconvolgenti che turbano la coscienza dei semplici fedeli, fabbrica dei santi che non parlano del Cielo, che non esprimono la potenza miracolosa della grazia, ma dei santi che sono stati leader delle modifiche post-conciliari: servono a giustificare una nuova cattolicità che vuole essere a tutti costi moderna.
Ma chi prega questi santi, chi chiede a loro le grazie, chi può imitarli nell'esercizio delle virtù cristiane? Sono santi destinati ad essere dimenticati, perché non servono alle anime, bensì alle curie per chiedere le nuove obbedienze.
Tutto ciò è triste, ma poco male se fosse solo questo. Il grave di questa operazione è che rende scettici tutti sulla santità, rende tutti più tristemente naturalisti.
Invece i santi ci sono ancora, ne è pieno il Cielo e spargono ancora miracoli sulla terra. E i santi, quelli veri, fanno altri santi.
Il popolo di Dio, quello saggio di un tempo, non si faceva abbindolare: un giorno sentimmo dire da un'anziana, di fronte alle nuove canonizzazioni: "Se non fanno spuntare i fiori d'inverno, non sono santi”.
Se non fanno spuntare i fiori d'inverno... se nella loro vita non si manifesta il soprannaturale, non sono santi, anche se servono all'organizzazione ecclesiastica del momento.
Ma noi vogliamo essere figli del cattolicesimo di sempre, che crede nella vita soprannaturale, che crede al miracolo e che prega i santi, quelli di sempre, i santi della cristianità.
SE NON FANNO SBOCCIARE I FIORI D'INVERNO...
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XII n° 11 - Novembre 2019
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