USA PER LA TERZA GUERRA MONDIALE- LE CONTROMISURE DI MOSCA
https://cristianesimocattolico.files.wordpress.com/2014/12/terzo-segreto-di-fatima.jpg(immagine aggiunta)
Il 13 maggio 2010 nello storico Santuario portoghese di Fatima, Sua Santità Papa Benedetto XVI pronunciava un‘omelia memorabile che getta luce sull’intera stagione della seconda Guerra fredda scaturita nel 2004 con l’annessione dei Paesi Baltici alla NATO. Vorrei richiamare subito l’attenzione dei lettori su di un passaggio cruciale:
“Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi: «Dov’è Abele, tuo fratello? […] La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!» (Gen 4, 9). L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: «Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?» (Memorie di Suor Lucia, I, 162).”
Ecco, l’espressione del Pontefice “L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo” riassume perfettamente la concatenazione di eventi che hanno caratterizzato due stagioni di confronto serrato tra le Superpotenze: dal 1946 al 1990 e dal 2004 ad oggi. Il Novecento aveva già prodotto due Guerre mondiali: 37 milioni di morti complessivi stimati nella prima (senza contare i 100 milioni di morti a causa della “spagnola” ovvero la pandemia influenzale causata dal virus A sottotipo H1N1) e 55 milioni nella seconda (20 milioni solamente in URSS).
Nel quadro storico contemporaneo il continente europeo non è purtroppo al riparo dalle condizioni di possibilità di un terzo conflitto globale, per varie ragioni geopolitiche: la contrazione dell’economia, la denatalità, il declino della classe media italiana e un clima diffuso di pessimismo. Impressiona in un certo qual modo l’incapacità dell’Europa di contare veramente in politica estera. Una notizia recente ha catturato la mia attenzione e spiega in modo illuminante il problema: riguarda questa volta gli Stati Uniti d’America, i quali hanno trasferito le bombe atomiche a gravità B 61 custodite nella base NATO di Incirlik in Turchia verso la Lituania per effettuare esercitazioni congiunte con altri Paesi membri dell’Alleanza Atlantica in un’operazione congiunta denominata “Steadfast Noon” 2019.
Le esercitazioni si sono svolte a ridosso del confine russo tramite bombardieri B 52 e Tornado tedeschi, in uno scenario di attacco nucleare nei confronti della Federazione russa, in primis nel saliente di Kaliningrad-Oblast. Mi domando. La Federazione russa tollererà armi nucleari tattiche nei Paesi Baltici, a distanza così ravvicinata da San Pietroburgo? Gli USA non erano stati allo stesso modo in allerta nel 1962 con la crisi dei “missili di Cuba”? A questo punto chiederei al lettore uno sforzo per porre l’attenzione su una breve riflessione retrospettiva storica. Napoleone Bonaparte predisponeva nel 1812 una sorta di coalizione internazionale di Stati satelliti per invadere l’Impero russo.
Adolf Hitler organizzava a sua volta un’altra coalizione di Paesi europei per l’invasione dell’URSS. Gli USA stanno davvero allestendo una coalizione internazionale di Paesi membri della UE-NATO? È così? Quanti sarebbero i morti questa volta?
RUSSIA nell’Atlantico
Nel quadro geopolitico attuale gli avvenimenti incalzano e difatti la “Voenno Morskoj Flot” ovvero la Marina Russa dal 29 ottobre è proiettata sull’Atlantico tramite un operazione in grande stile di due mesi partita da Murmansk, sede della Flotta del Nord – “Severnyj Flot”: lo schieramento è costituito da almeno 10 Unità di cui 8 a propulsione nucleare. La notizia è stata diramata dalla televisione di Stato norvegese Nrk. I sofisticati sottomarini russi testeranno il famoso “Giuk Gap” NATO ovvero l’area nordatlantica tra Groenlandia, Islanda e Regno Unito per insidiare direttamente la Costa Orientale degli Stati Uniti come ad esempio nel 1984. Negli anni Ottanta infatti l’Unione Sovietica mise in cantiere giganteschi sottomarini strategici nucleari denominata classe “Typhoon” (Akula): da 48 mila tonnellate – lunghezza m.172, altezza m.23, larghezza m. 25 – dotati di doppio scafo pressurizzato separato e di due propulsori atomici OK 650 “Caterpillar” da 190 megawatt ciascuno. Tramite spinta a idrogetto non rilasciavano turbolenze ed erano praticamente invisibili: ricoperte inoltre di piastre anaeconiche che assorbivano e deflettevano i segnali di scandaglio sonar, sfuggivano ai sistemi di rilevamento della NATO. Imbarcavano inoltre 20 missili balistici SS-N-20 “Sturgeon” ovvero 200 testate atomiche complessive! Questa volta la Flotta russa dispone forse di nuove armi, di cannoni subacquei ad energia scalare polifunzionali montati in prua alle Unità da combattimento.
Credo comunque che il vero obiettivo sia quello di monitorare il groviglio oceanico di cavi internet transoceanici, per neutralizzarli: in uno scenario di confronto diretto con la Seconda Flotta Statunitense e di attacco agli Stati Uniti tramite teatro atlantico. Il lettore tenga presente che il frequente distacco delle piastre anti-eco a causa delle forti pressioni oceaniche, rappresenta ancora oggi un problema non trascurabile per qualsiasi Unità sottomarina anche occidentale. Viene pèrsa la regolarità volumetrica dello scafo dal punto di vista del profilo idrodinamico, lasciando una sorta di firma per l’identificazione, anche in presenza di lievi deformazioni. Per questo motivo la Marina Russa ha varato una classe stealth sperimentale ad hoc: la classe “Siberius”. La Federazione russa si prepara dunque a rispondere alle strategia globale della UE-NATO attraverso le profondità oceaniche. Per quanto riguarda il traffico surriscaldato che si è sviluppato in queste ultime ore in Atlantico, provo ad azzardare delle ipotesi:
1) I russi proveranno a eludere il sistema “Sosus” di sorveglianza e ascolto subacqueo della NATO.
2) La Flotta russa andrà a monitorare la rete transoceanica internet.
3) Forse proveranno a interconnettersi con internet in profondità, per influire sul linguaggio binario e immettere programmi virali non localizzabili.
4) Simuleranno un attacco a settori o globale dell’intero reticolato internet. E non mi stupirei che l’oscuramento di internet-Atlantico potesse essere provocato un 09 di novembre 2020, 2021, 2022, anniversario della caduta del Muro di Berlino, con conseguente fulminea invasione dell’Europa Occidentale?
5) Simuleranno un attacco nucleare verso la East Coast statunitense che implica micro-terremoti oceanici e il sollevamento di una parte della massa d’acqua dell’Oceano Atlantico, come ad esempio nel maremoto di Lisbona del 1755.
6) Metteranno a prova estrema le nuove Unità nucleari della Flotta soprattutto riguardo la silenziosità, velocità, le capacità di contromisure elettroniche,
7) Testeranno obici ad energia scalare subacquei se sono operativi, simulando duelli con Unità americane per neutralizzale.
8) Importantissimo: proveranno a sfuggire ai “Destroyer” NATO di superficie, inabissandosi a 600-700 metri di profondità.
Cosa sta accadendo nell’Atlantico del Nord in questi giorni? Mistero…! Quest’operazione della Flotta russa impegnata per due mesi in Artico e nell’Atlantico lungo i valichi canadese, di Groenlandia, islandese e inglese, prelude ad un cambio di strategia globale. Il vero teatro di scontro nei prossimi anni sarà quello Artico, a seguire il Fronte Atlantico e poi il Fronte europeo. Nello scacchiere del Pacifico gli Stati Uniti saranno invece costretti a misurarsi con la Superpotenza cinese. L’Artico sarà dunque sempre più percorribile come non mai, per una questione climatica in primis, ma anche per l’avvento di nuove tecnologie: il terreno di scontro diretto tra USA e Federazione russa. La domanda spontanea che sale dall’animo del lettore consiste probabilmente nel chiedersi: il potere politico e finanziario riuscirà a governare una tensione internazionale così elevata? Saprà assumersi rischi accettabili oppure la situazione sfuggirà di mano, anche a causa dei sistemi di automazione, non da ultimo l’Intelligenza Artificiale? A questo punto vorrei richiamare l’immagine spettacolare, evocativa della croce di legno grezzo in sughero che compare nel testo del terzo Segreto di Fatima reso noto dalla Chiesa cattolica il 26 giugno 2000. Nella scena principale compare una grande città in rovina e una distesa di cadaveri: una scena “day after”, da guerra nucleare! S’intravede poi una montagna e in cima una croce del tutto particolare in corteccia di sughero. Ebbene, le piante di sughero “Quercus Suber” che popolano Monte Mario a Roma provengono proprio dal Portogallo: un’allusione o un monito per la città eterna coinvolta in un conflitto devastante, così come si evince dalla scena catastrofica descritta? Per ricapitolare dunque in qualche modo la storia europea e mondiale scaturita dal fatidico 1914 dalla quale sono scaturite due guerre mondiali “calde” e due guerre mondiali “fredde”, è opportuno se non addirittura necessario, mutare prospettiva ed elevare lo sguardo verso un’altra dimensione, ricorrendo ad un criterio di comprensione teologico, prospettando una via di uscita spirituale, efficace, a fronte dei mali che lacerano il mondo presente. Per uscire dunque dal labirinto dell’ipercomplessità incontrollata, occorre forse avere il coraggio di riunire la Chiesa d’Occidente e d’Oriente attorno ad una grande liturgia simbolica, penitenziale, con lo scopo dichiarato di superare la contrapposizione geopolitica, di stigmatizzare la guerra e il terrorismo nucleari. Specificatamente sarebbe di grande vantaggio consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria non in forma di esorcismo come nel rito di Papa Giovanni Paolo II del 25 marzo 1984 nei confronti dell’URSS, bensì in forma di benedizione, di benedizione complessiva del mondo! Perché in questi termini formali? Perché è questa la richiesta precisa richiesta dalla Vergine Maria a Fatima in Portogallo nel 1917 nell’apparizione mariana che la Chiesa cattolica ha riconosciuto come autentica: formula spirituale “strategica” che dovrebbe provocare un effetto domino nel cuore della storia umana, supportando in efficacia l’iniziativa politica e sociale e impedire l’Apocalisse!
Ce ne siamo completamente dimenticati?
Galentino Fenti Riccardo
https://cristianesimocattolico.files.wordpress.com/2014/12/terzo-segreto-di-fatima.jpg(immagine aggiunta) |
Il 13 maggio 2010 nello storico Santuario portoghese di Fatima, Sua Santità Papa Benedetto XVI pronunciava un‘omelia memorabile che getta luce sull’intera stagione della seconda Guerra fredda scaturita nel 2004 con l’annessione dei Paesi Baltici alla NATO. Vorrei richiamare subito l’attenzione dei lettori su di un passaggio cruciale:
“Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi: «Dov’è Abele, tuo fratello? […] La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!» (Gen 4, 9). L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: «Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?» (Memorie di Suor Lucia, I, 162).”
Ecco, l’espressione del Pontefice “L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo” riassume perfettamente la concatenazione di eventi che hanno caratterizzato due stagioni di confronto serrato tra le Superpotenze: dal 1946 al 1990 e dal 2004 ad oggi. Il Novecento aveva già prodotto due Guerre mondiali: 37 milioni di morti complessivi stimati nella prima (senza contare i 100 milioni di morti a causa della “spagnola” ovvero la pandemia influenzale causata dal virus A sottotipo H1N1) e 55 milioni nella seconda (20 milioni solamente in URSS).
Nel quadro storico contemporaneo il continente europeo non è purtroppo al riparo dalle condizioni di possibilità di un terzo conflitto globale, per varie ragioni geopolitiche: la contrazione dell’economia, la denatalità, il declino della classe media italiana e un clima diffuso di pessimismo. Impressiona in un certo qual modo l’incapacità dell’Europa di contare veramente in politica estera. Una notizia recente ha catturato la mia attenzione e spiega in modo illuminante il problema: riguarda questa volta gli Stati Uniti d’America, i quali hanno trasferito le bombe atomiche a gravità B 61 custodite nella base NATO di Incirlik in Turchia verso la Lituania per effettuare esercitazioni congiunte con altri Paesi membri dell’Alleanza Atlantica in un’operazione congiunta denominata “Steadfast Noon” 2019.
Le esercitazioni si sono svolte a ridosso del confine russo tramite bombardieri B 52 e Tornado tedeschi, in uno scenario di attacco nucleare nei confronti della Federazione russa, in primis nel saliente di Kaliningrad-Oblast. Mi domando. La Federazione russa tollererà armi nucleari tattiche nei Paesi Baltici, a distanza così ravvicinata da San Pietroburgo? Gli USA non erano stati allo stesso modo in allerta nel 1962 con la crisi dei “missili di Cuba”? A questo punto chiederei al lettore uno sforzo per porre l’attenzione su una breve riflessione retrospettiva storica. Napoleone Bonaparte predisponeva nel 1812 una sorta di coalizione internazionale di Stati satelliti per invadere l’Impero russo.
Adolf Hitler organizzava a sua volta un’altra coalizione di Paesi europei per l’invasione dell’URSS. Gli USA stanno davvero allestendo una coalizione internazionale di Paesi membri della UE-NATO? È così? Quanti sarebbero i morti questa volta?
RUSSIA nell’Atlantico
Nel quadro geopolitico attuale gli avvenimenti incalzano e difatti la “Voenno Morskoj Flot” ovvero la Marina Russa dal 29 ottobre è proiettata sull’Atlantico tramite un operazione in grande stile di due mesi partita da Murmansk, sede della Flotta del Nord – “Severnyj Flot”: lo schieramento è costituito da almeno 10 Unità di cui 8 a propulsione nucleare. La notizia è stata diramata dalla televisione di Stato norvegese Nrk. I sofisticati sottomarini russi testeranno il famoso “Giuk Gap” NATO ovvero l’area nordatlantica tra Groenlandia, Islanda e Regno Unito per insidiare direttamente la Costa Orientale degli Stati Uniti come ad esempio nel 1984. Negli anni Ottanta infatti l’Unione Sovietica mise in cantiere giganteschi sottomarini strategici nucleari denominata classe “Typhoon” (Akula): da 48 mila tonnellate – lunghezza m.172, altezza m.23, larghezza m. 25 – dotati di doppio scafo pressurizzato separato e di due propulsori atomici OK 650 “Caterpillar” da 190 megawatt ciascuno. Tramite spinta a idrogetto non rilasciavano turbolenze ed erano praticamente invisibili: ricoperte inoltre di piastre anaeconiche che assorbivano e deflettevano i segnali di scandaglio sonar, sfuggivano ai sistemi di rilevamento della NATO. Imbarcavano inoltre 20 missili balistici SS-N-20 “Sturgeon” ovvero 200 testate atomiche complessive! Questa volta la Flotta russa dispone forse di nuove armi, di cannoni subacquei ad energia scalare polifunzionali montati in prua alle Unità da combattimento.
Credo comunque che il vero obiettivo sia quello di monitorare il groviglio oceanico di cavi internet transoceanici, per neutralizzarli: in uno scenario di confronto diretto con la Seconda Flotta Statunitense e di attacco agli Stati Uniti tramite teatro atlantico. Il lettore tenga presente che il frequente distacco delle piastre anti-eco a causa delle forti pressioni oceaniche, rappresenta ancora oggi un problema non trascurabile per qualsiasi Unità sottomarina anche occidentale. Viene pèrsa la regolarità volumetrica dello scafo dal punto di vista del profilo idrodinamico, lasciando una sorta di firma per l’identificazione, anche in presenza di lievi deformazioni. Per questo motivo la Marina Russa ha varato una classe stealth sperimentale ad hoc: la classe “Siberius”. La Federazione russa si prepara dunque a rispondere alle strategia globale della UE-NATO attraverso le profondità oceaniche. Per quanto riguarda il traffico surriscaldato che si è sviluppato in queste ultime ore in Atlantico, provo ad azzardare delle ipotesi:
1) I russi proveranno a eludere il sistema “Sosus” di sorveglianza e ascolto subacqueo della NATO.
2) La Flotta russa andrà a monitorare la rete transoceanica internet.
3) Forse proveranno a interconnettersi con internet in profondità, per influire sul linguaggio binario e immettere programmi virali non localizzabili.
4) Simuleranno un attacco a settori o globale dell’intero reticolato internet. E non mi stupirei che l’oscuramento di internet-Atlantico potesse essere provocato un 09 di novembre 2020, 2021, 2022, anniversario della caduta del Muro di Berlino, con conseguente fulminea invasione dell’Europa Occidentale?
5) Simuleranno un attacco nucleare verso la East Coast statunitense che implica micro-terremoti oceanici e il sollevamento di una parte della massa d’acqua dell’Oceano Atlantico, come ad esempio nel maremoto di Lisbona del 1755.
6) Metteranno a prova estrema le nuove Unità nucleari della Flotta soprattutto riguardo la silenziosità, velocità, le capacità di contromisure elettroniche,
7) Testeranno obici ad energia scalare subacquei se sono operativi, simulando duelli con Unità americane per neutralizzale.
8) Importantissimo: proveranno a sfuggire ai “Destroyer” NATO di superficie, inabissandosi a 600-700 metri di profondità.
Cosa sta accadendo nell’Atlantico del Nord in questi giorni? Mistero…! Quest’operazione della Flotta russa impegnata per due mesi in Artico e nell’Atlantico lungo i valichi canadese, di Groenlandia, islandese e inglese, prelude ad un cambio di strategia globale. Il vero teatro di scontro nei prossimi anni sarà quello Artico, a seguire il Fronte Atlantico e poi il Fronte europeo. Nello scacchiere del Pacifico gli Stati Uniti saranno invece costretti a misurarsi con la Superpotenza cinese. L’Artico sarà dunque sempre più percorribile come non mai, per una questione climatica in primis, ma anche per l’avvento di nuove tecnologie: il terreno di scontro diretto tra USA e Federazione russa. La domanda spontanea che sale dall’animo del lettore consiste probabilmente nel chiedersi: il potere politico e finanziario riuscirà a governare una tensione internazionale così elevata? Saprà assumersi rischi accettabili oppure la situazione sfuggirà di mano, anche a causa dei sistemi di automazione, non da ultimo l’Intelligenza Artificiale? A questo punto vorrei richiamare l’immagine spettacolare, evocativa della croce di legno grezzo in sughero che compare nel testo del terzo Segreto di Fatima reso noto dalla Chiesa cattolica il 26 giugno 2000. Nella scena principale compare una grande città in rovina e una distesa di cadaveri: una scena “day after”, da guerra nucleare! S’intravede poi una montagna e in cima una croce del tutto particolare in corteccia di sughero. Ebbene, le piante di sughero “Quercus Suber” che popolano Monte Mario a Roma provengono proprio dal Portogallo: un’allusione o un monito per la città eterna coinvolta in un conflitto devastante, così come si evince dalla scena catastrofica descritta? Per ricapitolare dunque in qualche modo la storia europea e mondiale scaturita dal fatidico 1914 dalla quale sono scaturite due guerre mondiali “calde” e due guerre mondiali “fredde”, è opportuno se non addirittura necessario, mutare prospettiva ed elevare lo sguardo verso un’altra dimensione, ricorrendo ad un criterio di comprensione teologico, prospettando una via di uscita spirituale, efficace, a fronte dei mali che lacerano il mondo presente. Per uscire dunque dal labirinto dell’ipercomplessità incontrollata, occorre forse avere il coraggio di riunire la Chiesa d’Occidente e d’Oriente attorno ad una grande liturgia simbolica, penitenziale, con lo scopo dichiarato di superare la contrapposizione geopolitica, di stigmatizzare la guerra e il terrorismo nucleari. Specificatamente sarebbe di grande vantaggio consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria non in forma di esorcismo come nel rito di Papa Giovanni Paolo II del 25 marzo 1984 nei confronti dell’URSS, bensì in forma di benedizione, di benedizione complessiva del mondo! Perché in questi termini formali? Perché è questa la richiesta precisa richiesta dalla Vergine Maria a Fatima in Portogallo nel 1917 nell’apparizione mariana che la Chiesa cattolica ha riconosciuto come autentica: formula spirituale “strategica” che dovrebbe provocare un effetto domino nel cuore della storia umana, supportando in efficacia l’iniziativa politica e sociale e impedire l’Apocalisse!
Ce ne siamo completamente dimenticati?
Galentino Fenti Riccardo
LA PREGHIERA DI UN MINUTO. UN’IDEA CHE NASCE DA FATIMA E DA LISBONA.
Carissimi Stilumcuriali, nei giorni scorsi un amico – non mi ricordo se su Facebook, o su quale altro social – mi ha mandato quello che state per leggere. In effetti non è importante quale sia la fonte; mi ha colpito, per la sua immediatezza, e praticabilità, e ho pensato che forse piacerebbe anche a voi. Buona lettura.
§§§
Carissimi, traduco letteralmente il messaggio che mi è arrivato dagli amici di Fatima e Lisbona.
È un impegno minimo e penso che si possa aderire.
“Cari fratelli, sorelle, amici, amiche……..
mai abbiamo avuto ogni giorno così tanta insicurezza, un mondo così sofferente per l’oppressione di tanti governi, per tanti vizi, crimini, corruzione, violenza, abusi e paura per il futuro dei nostri giovani.
Ho per voi un’idea sensazionale e straordinaria:
Durante la Seconda Guerra Mondiale, un consigliere del primo ministro Winston Churchill organizzò un gruppo di persone che, a un’ora stabilita, tutte le sere, si fermassero, qualunque cosa stessero facendo, per pregare in comunione per la pace, per la sicurezza e per le persone (risiedenti) in Inghilterra.
Fecero così tutti i giorni ed era come se la città rimanesse sospesa, tale era il potere della preghiera.
Il risultato era così prodigioso che, in poco tempo, cessarono i bombardamenti!!!
Adesso noi stiamo organizzando nuovamente, un gruppo di persone di differenti nazionalità,che preghino un minuto per la sicurezza dei nostri paesi, per la fine dei problemi che ci opprimono e ci angustiano e perché Dio guidi le decisioni dei nostri governanti.
Ci incontreremo nei seguenti orari:
*Espanha 16:00 hrs.*
*Portugal 15:00 hs*
*Ilhas Canárias 15:00 hrs*
*Costa Rica 20 hrs.*
*Colômbia 19 hrs.*
*Nicarágua 20 hrs.*
*Equador 19 hrs.*
*Guatemala 20 hrs.*
*México 20 hrs.*
*Panamá19 hrs.*
*Honduras 18 hrs.*
*El Salvador 20 hrs.*
*Venezuela 18 hrs.*
*Uruguai 17 hrs.*
*Paraguai 17 hrs.*
*Brasil 18 hrs.*
*Argentina 17 hrs.*
*Chile 17 hrs.*
*Italia 16 hrs.*
Vi chiedo, per favore, di aderire a questa iniziativa. Ci fermeremo per un minuto tutti i giorni,negli orari indicati, per chiedere la pace nel mondo, perché abbiano fine i conflitti e si ristabilisca la tranquillità in tutte le nazioni della terra e perché le famiglie cerchino in Dio la loro sicurezza e salvezza.
Se comprendessimo l’enorme potere della preghiera, resteremmo sbalorditi.
Se puoi inviare questa richiesta ai tuoi contatti,possiamo ottenere un miracolo con la nostra preghiera.
Predisponi la sveglia sul tuo telefono ogni giorno,nell’orario stabilito per il tuo paese, e prega un minuto per la pace.
Marco Tosatti
https://www.marcotosatti.com/2019/11/18/la-preghiera-di-un-minuto-unidea-che-nasce-da-fatima-e-da-lisbona/GRANDE MANIFESTAZIONE DI EBREI CONTRO ISRAELE
I media non l’hanno detto. Centinaia di miglaia di haredim, ebrei ortodossi – del gruppo Neturai Karta – che rifiutano il servizio militare, ed ora sono abbastanza numerosi da poter fare una manifestazione.
“Siamo ebrei e non abbiamo bisogno di un esercito. Io sono ebreo e non mi serve un esercito. Lo IDF (ISraeli Defense Force) non è il protettore degli ebrei.
ISRAELE DISTRUGGE ALTRE 140 CASE NELLA PALESTINA OCCUPATA
Le forze israeliane hanno iniziato un’operazione per demolire diverse case nella città di Al-Quds (Gerusalemme), nonostante le proteste e le critiche internazionali.
Militari, polizia, bulldozer e case in rovina disegnano un paesaggio desolato nel quartiere di South Baher, situato ad est della città di Gerusalemme, dove i soldati israeliani tagliano una sezione di filo della barriera e poi iniziano a sgomberare i residenti della zona. Ore dopo, un escavatore abbatte un edificio a due piani. È un villaggio palestinese alla periferia di Gerusalemme, in un’area occupata da Israele nella guerra del 1967.
Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), questa decisione israeliana riguarda dieci edifici, per lo più ancora in costruzione e interesserà circa 350 persone.
L’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) ha condannato la misura e ha accusato la corte israeliana, che ha approvato la misura, di stabilire un precedente per consentire al regime di Tel Aviv di distruggere altri numerosi edifici palestinesi.
Tuttavia, le autorità israeliane non ascoltano le critiche internazionali e tanto meno quelle della comunità palestinese e affermano di avere pienamente ragione e proseguono la loro opera di demolizione delle case dei palestinesi.
Le autorità israeliane spesso distruggono le case palestinesi ad Al-Quds e nella Cisgiordania occupata per fare spazio ai nuovi insediamenti di coloni ebrei. . Inoltre, negli ultimi anni, hanno accelerato il processo di costruzione ed espansione delle colonie illegali. Secondo i palestinesi, questi sforzi fanno parte del progetto per riformare la composizione delle città ed eliminare la loro identità palestinese.
Tutta l’operazione deve essere inquadrata nella sistematica operazione di pulizia etnica che Israele sta attuando da anni in quelle terre dove risiedeva la popolazione nativa palestinese e che le autorità di Tel Aviv vogliono colonizzare eliminando ogni traccia della presenza palestinese. Il progetto è approvato dall’Amministrazione Trump che ha sostenuto il diritto di Israele di annettersi tutti i territori nonostante le numerose risoluzioni dell’ONU che hanno condannato questa pratica delle autorità israeliane.
Tutta l’operazione deve essere inquadrata nella sistematica operazione di pulizia etnica che Israele sta attuando da anni in quelle terre dove risiedeva la popolazione nativa palestinese e che le autorità di Tel Aviv vogliono colonizzare eliminando ogni traccia della presenza palestinese. Il progetto è approvato dall’Amministrazione Trump che ha sostenuto il diritto di Israele di annettersi tutti i territori nonostante le numerose risoluzioni dell’ONU che hanno condannato questa pratica delle autorità israeliane.
Fonte: Hispan Tv
Traduzione: Luciano Lago
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