La “Chiesa in uscita” ha sbagliato strada
Chi è un po’ avanti con gli anni forse ricorderà il simpatico varietà televisivo del sabato sera del 1974 intitolato “tante scuse”, replicato l’anno successivo col titolo “di nuovo tante scuse”, e condotto dall’indimenticabile coppia Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Le scuse del titolo erano quelle rivolte ai telespettatori per i finti imprevisti nei quali rimanevano coinvolti i protagonisti, dovuti ad errori compiuti “dietro le quinte” nella preparazione dello spettacolo.
Il ricordo di questa trasmissione, con le sue finte, o false, scuse è scaturito dalla lettura di una lettera aperta che il vescovo di Belluno-Feltre, mons. Renato Marangoni, ha scritto ai divorziati risposati ed alle coppie irregolari, chiedendo scusa per come sono stati trattati dalla Chiesa sino ad oggi o, meglio, sino all’uscita di Amoris Laetitia, cap. VIII, gesto di grande magnanimità e misericordia di Papa Francesco.
Vediamo alcuni significativi passaggi della missiva ( i neretti sono nostri):
“Voi che avete scelto di essere famiglia e avete attraversato situazioni che vi hanno portato alla separazione o anche al divorzio e, oltre questo, a iniziare nuove esperienze di unione per cui alcuni hanno scelto di risposarsi civilmente o di non sposarsi… a voi tutti giunge questa lettera!
Mi rivolgo a voi con un saluto che intende aprire un rapporto di conoscenza, di stima e di dialogo … c’è una parola iniziale da confidarvi: Scusate! …
Abbiamo per un lungo tempo dichiarato che non potevate essere pienamente ammessi ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia … In questo ci siamo irrigiditi su una visione molto formale delle situazioni familiari a cui eravate pervenuti. Abbiamo sbagliato a non considerare i sogni che avevate alimentato, la vostra vocazione alla vita coniugale …
siamo qui per confidarvi che ci mancate e che sentiamo di aver bisogno di voi e della vostra testimonianza di vita … vorremmo incontrarci tra persone che sentono delle ferite aperte nei loro affetti familiari o che hanno ricominciato una vita insieme”
22 novembre 2019 + Renato, vescovosiamo qui per confidarvi che ci mancate e che sentiamo di aver bisogno di voi e della vostra testimonianza di vita … vorremmo incontrarci tra persone che sentono delle ferite aperte nei loro affetti familiari o che hanno ricominciato una vita insieme”
http://www.chiesabellunofeltre.it/una-parola-da-confidarvi-scusate/
Come si noterà, in questa lettera non c’è alcun richiamo alla necessità, per poter accedere nuovamente all’Eucarestia, di por termine al rapporto peccaminoso che mette in pericolo il destino eterno delle anime, nessun cenno al valore cristiano della castità, della santità della famiglia, nessun richiamo all’unità ed indissolubilità del matrimonio.
Ovvio che la diffusione di un tal messaggio abbia scatenato una ridda di critiche e contraddittorii, un acceso dibattito nel mondo cattolico e laico, come testimoniano le fonti qui riportate:
- https://gloria.tv/post/gHXnVcH2mKVj2BjeCLkGf4xHS
- https://www.ilgazzettino.it/nordest/belluno/monsignor_belluno_
renato_marangoni_divorziati-4883704.html
- https://www.corriere.it/cronache/19_novembre_24/veneto-due-vescovi-chiedono
-scusa-divorziati-aprono-all-eucarestia-d362369c-0e98-11ea-b3dc-1023409a22e2.shtml
- https://www.radiospada.org/2019/11/scusateci-la-surreale-
lettera-del-vescovo-di-belluno-a-divorziati-e-separati/
Anche il vescovo della vicina diocesi di Vittorio Veneto, monsignor Corrado Pizziolo, si è subito accodato all’iniziativa del collega bellunese, aprendo alla concessione dei sacramenti (essenzialmente dell’Eucarestia) ai divorziati risposati, nascondendosi dietro la foglia di fico dei soliti slogan della “Chiesa in uscita”, amante dei verbi all’infinito, tipici dei rivoluzionari sessantottini di antica memoria; le parole d’ordine scelte sono state “accompagnare, discernere e integrare”.
Con uno zelo degno di miglior causa, un cronista della stampa locale ha subito commentato “il mondo tradizionalista è in agguato”, e ti pareva!, al giorno d’oggi difendere la retta dottrina cattolica, la Verità tutta intera, in un mondo incredulo senza più un briciolo di vera fede, aduso al linguaggio ”politically correct”, è fatto passare per un agguato teso ad un clero candido ed innocente, incamminato verso le “meravigliose sorti e progressive” della Chiesa postconciliare.
https://corrierealpi.gelocal.it/belluno/cronaca/2019/11/25/news/il-vescovo-pizziolo
-apre-ai-sacramenti-per-i-divorziati-1.37995004
Come nota un profondo conoscitore dell’attuale deriva apostatica di quella che fu un tempo la gloriosa Chiesa Cattolica, il professor Francesco Lamendola, “Correndo dietro ai peccati del mondo, la Chiesa non recupera i peccatori, per il semplice fatto che non li converte”.
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/
la-contro-chiesa/8106-chiedere-scusa-di-che
Se le parole del vescovo Marangoni si basassero sulla vera, reale, bimillenaria dottrina cattolica, allora dovremmo riscontrare lo stesso comportamento anche in San Giovanni Battista nei confronti di Erode, o in San Tommaso Moro nei confronti di Enrico VIII, ma così non fu; entrambi preferirono affrontare la morte violenta, il martirio, piuttosto che abiurare la legge di Dio, che venir meno alla fedeltà alle parole di Cristo “ciò che Dio ha unito, l’uomo non divida” (senza discernimento di sorta, né accompagnamento di fragilità od altre banalità del genere).
Oggi, invece, i successori degli Apostoli preferiscono venire a patti col mondo, avallando lo stile di vita peccaminoso di chi ha consapevolmente e volontariamente infranto il legame matrimoniale per mettere in piedi una relazione adulterina, e pretende di ottenere l’accesso ai sacramenti senza pentimento, ravvedimento operoso e cambiamento di vita. Questi presuli moderni, o meglio “modernisti”, tengono più alle loro poltrone, carriere, prebende che non alla fedeltà alla Verità tutta intera, all’evangelico “si si, no no”, pur sapendo bene “che tutto il resto viene dal Maligno”. Ben altra tempra di cristiani i due santi sopra citati!
Una gara a chi è più buonista, quella innescatasi dopo la pubblicazione di Amoris Laetitia, per compiacere il grande riformatore sudamericano e magari fare anche carriera; una competizione nel giustificare tutte le nefandezze umane, le passioni più rivoltanti, l’abuso e la perversione di giovani indifesi (seminaristi, oratoriani, attivisti/e di parrocchia); ecco quindi i corsi di fedeltà coniugale per omosessuali, i “giochi di ruolo” nei seminari (con i seminaristi nel ruolo di fidanzatine, come nelle carceri), l’accompagnamento delle coppie adulterine fino a porta inferi, dove conduce il ricevere Cristo Eucaristia in stato di peccato mortale.
Quanto interessa ormai a questo clero la salvezza eterna delle anime? Meno di zero, evidentemente, avendo rinnegato gran parte del Decalogo, dimenticato i Novissimi, deriso le Rogazioni (a protezione da alluvioni, terremoti, epidemie, ecc).
Matrimonio e Battesino insieme
A proposito di “Amoris Laetitia”, di coppie di fatto e stravolgimento della retta dottrina cattolica bimillenaria, ricordiamo nuovamente quanto citato in un nostro precedente articolo, relativo ad alcuni esempi di “aggiornamento pastorale”: trovandoci in visita ad un importante santuario mariano del centro Italia, avemmo occasione di notare il Vescovo locale impegnato in un’omelia sul matrimonio, rivolto a due giovani che stavano per sposarsi (mentre la sposina aveva in braccio la figlia di 4-5 anni).
Il Vescovo partì subito dicendo che l’unione tra due giovani, anche se non passano dal municipio o dalla chiesa, è già di per sé un matrimonio, e vedasi bene, “un matrimonio santo”. Se poi interviene la cerimonia religiosa, ancora meglio, aggiunse, il vincolo si rafforza e gli sposi possono superare le prove della vita che potrebbero altrimenti minacciare o distruggere la loro unione. Ma il bello, o il brutto, fu l’assenza di ogni accenno al fatto che due che vanno a letto senza essere spostati siano in peccato mortale, nossignori, sono “santi sposi”, cioè hanno dato vita ad un “matrimonio santo”, parola di Vescovo!
http://www.unavox.it/FruttiPostconcilio/NuoviPreti/Esempi_aggiornamento_pastorale.html
Giovanni Paolo II inserisce un foglio con le scuse in un interstizio del “Muro del pianto”
a Gerusalemme (Viaggio in Terra Santa, 2000)
Le richieste di scuse, anzi addirittura di perdono, per molte iniziative benemerite attuate dalla Chiesa nel corso dei secoli passati, risalgono peraltro a parecchi anni or sono, in piena epoca postconciliare.
Come notava Oreste Sartore in un interessante articolo risalente a tre anni or sono
“I papi post conciliari hanno avviato un processo di revisione della storia ecclesiale, fino ad arrivare alla critica sistematica del passato e della memoria storica. Fu soprattutto Giovanni Paolo II, da un certo momento in poi, con la determinazione che caratterizzava ogni sua iniziativa, a far conoscere i presunti crimini commessi dalla Chiesa, profondendosi in reiterati mea culpa e caricando i misfatti sul dorso dei fedeli vivi e defunti (compresi i Santi).
Nell’insieme i papi post conciliari hanno implorato perdono agli scismatici, ai protestanti, ai giudei, ai maomettani, ai pagani, alle popolazioni autoctone, agli immigrati, alle donne, ai poveri, agli artisti e al mondo.
I due momenti culminanti di queste improvvide sceneggiate sono stati la Preghiera Universale con Confessione delle colpe e richiesta di perdono di Giovanni Paolo II (2000, 12 marzo) e la dichiarazione di Francesco I durante il volo di ritorno dall'Armenia (2016, 26 giugno).”
Spesso si è trattato, affermava Sartore, di “un segno di resa alla libellistica massonica”.Nell’insieme i papi post conciliari hanno implorato perdono agli scismatici, ai protestanti, ai giudei, ai maomettani, ai pagani, alle popolazioni autoctone, agli immigrati, alle donne, ai poveri, agli artisti e al mondo.
I due momenti culminanti di queste improvvide sceneggiate sono stati la Preghiera Universale con Confessione delle colpe e richiesta di perdono di Giovanni Paolo II (2000, 12 marzo) e la dichiarazione di Francesco I durante il volo di ritorno dall'Armenia (2016, 26 giugno).”
http://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=1503
http://www.vatican.va/news_services/liturgy/documents/ns_lit_
doc_20000312_prayer-day-pardon_it.html
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_
documents/rc_con_cfaith_doc_20000307_memory-reconc-itc_it.html
In particolare papa Francesco, durante il volo di ritorno dall’Armenia, nel giugno 2016, affermò testualmente “La Chiesa chieda scusa ai gay”; come meravigliarsi, quindi, delle scuse del vescovo di Belluno?
https://www.repubblica.it/vaticano/2016/06/26/news/papa_
gay_lutero_emerito_brexit_europa-142884910/
Ancora, papa Francesco, nella prefazione scritta per il libro “La Bibbia dell’Amicizia. Brani della Torah/Pentateuco commentati da ebrei e cristiani” dichiarava
«Sono ben consapevole che abbiamo alle spalle diciannove secoli di antigiudaismo cristiano e che pochi decenni di dialogo sono ben poca cosa al confronto….. Occorre lavorare con maggiore intensità per chiedere perdono e per riparare i danni causati dall’incomprensione.».
Una scandalosa richiesta di perdono “che insulta 19 secoli di Tradizione cattolica che ha professato Cristo come Messia, negato e combattuto dai giudei”, nota giustamente Francesca de Villasmundo :
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2785_De-Villasmundo_
Anticattolicesimo_di_Francesco.html
“Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore,
con che cosa lo si potrà render salato?
A null’altro serve che ad esser gettato via e calpestato dagli uomini.”
(Mt 5, 13)
di Catholicus
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.