ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 24 novembre 2019

Venduti dai loro pastori

EUROPEI E CRISTIANI TRADITI?


Il cristiano è pacifico, ma non pacifista. Cittadini europei e cristiani traditi? La favola della pacifica integrazione con l'Islam. L’Ue massonica e anti-cristiana e la convergenza strategica mirante al caos fra essa e l'Islam 
di Francesco Lamendola  
  
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Qualcuno dovrebbe spiegarlo ai signori progressisti, buonisti, migrazionisti e globalisti: le religioni non sono tutte uguali, né quanto ai contenuti dottrinali né quanto alla dimensione sociale e culturale; e l’islam, in particolare, non è una religione fra le tante, compatibile con l’assetto democratico della nostra società tanto quanto qualsiasi altra, cristianesimo compreso. Possibile che quei signori non si siano mai accorti che praticamente nessun islamico si converte ad un’altra religione, mentre le conversioni dal cristianesimo all’islam sono relativamente comuni; e ciò non per una presunta superiorità intrinseca dell’islam, ma assai più semplicemente perché l’islam vieta categoricamente ai suoi fedeli di abbracciare un’altra fede religiosa e prende nei confronti di chi si macchia di apostasia i provvedimenti più rigorosi, che possono arrivare fino alla condanna a morte? 

E possibile che non si siano mai accorti che, nell’islam, non esiste alcuna distinzione fra reato e peccato, perché tutto ciò che è peccato dal punto di vista religioso è automaticamente un reato davanti alla legge? Basterebbe già questo per capire che l’islam non è una religione fra le altre; non  è nemmeno, a rigore, una religione, o non è solo una religione, ma è, allo stesso tempo, un sistema giuridico nel quale non è prevista quella piccola, insignificante cosa che proprio per i signori progressisti, figli dell’illuminismo, è così preziosa, e che tanto caratterizza le istituzioni e la cultura dell’Occidente: la libertà di pensiero. La libertà di pensiero e islam sono incompatibili: possibile che i signori che ci governano, che detengono quasi il monopolio dei mezzi d’informazione e che tutti i santi giorni ci bombardando con le loro filastrocche a sostegno dell’immigrazione selvaggia, della cosiddetta integrazione e della cosiddetta società multietnica, non se ne siano mai resi conto? In altre parole, essi sono i fautori dell’ingresso massiccio nella nostra società di milioni di persone che non hanno alcuna voglia d’integrarsi, non perché siano cattive, ma semplicemente perché tale concetto non rientra nella loro cultura. Nella cultura islamica c’è un solo concetto chiave: che il mondo è di Allah e che tutti devono farne parte; al di fuori di esso non ci sono che gli infedeli, i quali non meritano di essere trattati come gli altri, cioè come i seguaci di Allah, anzi a rigore non hanno neanche il diritto di esistere se non, una volta instaurato il regime islamico, come cittadini di seconda classe, tenuti a pagare un balzello per farsi tollerare in posizione subordinata e costantemente minacciata di estinzione.

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Le religioni non sono tutte uguali, altro che l'eretico documento di Abu Dhabi? L’islam non è una religione, ma un sistema giuridico totalitario che non prevede, né ammette, la libertà di pensiero e di conversione! Perché non ascoltano i vescovi siriani, i sacerdoti pakistani? Perché non recepiscono le loro invocazioni d’aiuto, le loro grida di dolore e d’allarme?

Tale, ad esempio, è la condizione nella quale si trovano oggi i copti in Egitto: un’eroica minoranza di neppure il dieci per cento della popolazione, che è quanto rimane della popolazione cristiana di quel Paese, che nel VI secolo era totalmente cristiana e che poi, nel corso del tempo, è stata in gran parte convertita all’islam, sia con la pressione politica e militare, sia con la pressione economica, dato che convertirsi all’islam comporta automaticamente essere sollevati dalla tassa gravante sugli infedeli. Qui non si tratta, lo ripetiamo, di dare la pagella dei buoni e dei cattivi: le brave persone e le cattive, come è ovvio, si trovano presso tutti i popoli e a tutte le latitudini, dal Polo Nord al Polo Sud (anzi al Capo Horn, dato che l’Antartide è un continente disabitato). Quel che fa la differenza, all’atto pratico, oltre all’indole individuale, è l’educazione ricevuta. Ebbene: mentre nella società cristiana c’è l’idea fondamentale che si deve amare e rispettare l’altro e che si deve considerare ogni essere umano un figlio di Dio, in quella islamica – simile, in ciò, a quella ebraica – esiste l’idea che esistono due umanità ben distinte: quella dei figli di Dio e quella degli infedeli; alla prima si applica la legge morale, che comprende la compassione e la difesa dei deboli; alla seconda appartengono quelli che, essendo infedeli, non meritano alcuna indulgenza e, a rigore non sono titolari di alcun diritto (con la differenza che mentre gli ebrei, popolo eletto, non fanno alcun proselitismo, gli islamici favoriscono in ogni modo le conversioni). Pertanto è del tutto fuori strada chi pensa che gli immigrati islamici siano una minoranza come qualsiasi altra, che è possibile integrare perché condivide con noi l’orizzonte d’una pacifica convivenza: il loro obiettivo è convertire l’Europa e sostituire gli europei, non integrarsi.

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I cattolici sono stati venduti dai loro pastori e senza saperlo sono stati votati alla sottomissione a quella macchina da guerra che è l’islam, e all’estinzione finale: un po’ come, se ci è permesso il parallelismo, i cittadini europei sono stati traditi e consegnati a quella spietata macchina da guerra che è l’Unione Europea, una creazione massonica il cui unico scopo è lo sfruttamento finanziaria dei popoli !

E adesso veniamo alla politica seguita dopo il Concilio Vaticano II, e dopo la dichiarazione Nostra aetate,  dalla chiesa cattolica, nei confronti dell’islam. Poiché è impossibile che i vertici della chiesa non sappiamo qual è la vera natura dell’islam e come esso sia incompatibile con l’idea della convivenza pacifica con le altre religioni – non si dimentichi la distruzione dei Buddha di Bamian in Afghanistan, simboli di una religione che, in quella regione geografica, è scomparsa da molti secoli e che quindi avevano un valore puramente culturale – la sola conclusione possibile è che essi, quando predicano l’accoglienza forzata e recitano tutti i giorni il mantra dei migranti islamici, come fa il signor Bergoglio, hanno deciso, per odio verso il cattolicesimo d’imboccare la strada più sicura per la sua distruzione. E se l’enormità di questo progetto è tale da far indietreggiare, istintivamente, i cattolici, pure bisogna avere il coraggio di guardar le cose come stanno e chiamarle con il loro vero nome. Bisogna chiamare traditori i capi della chiesa cattolica e bugiardo della peggiore specie il signore argentino che, perfino all’indomani dello sgozzamento di un sacerdote, in chiesa, da parte di due fanatici islamici, ripeteva che il terrorismo islamico non esiste e invitava gli islamici a entrare nelle chiese per partecipare alla santa Messa insieme ai cattolici.

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 L’Europa non è più cristiana: è divenuta massonica e odia profondamente il cristianesimo. Si spiega così la convergenza strategica fra la massoneria, padrona dell’Ue, e l’islam, che sta invadendo l’Europa senza combattere; anche se è da vedere come le due forze potranno coesistere. Cari cattolici, svegliatevi finché c’è tempo: la vostra debolezza sta mettendo in pericolo il futuro dei vostri figli...

Così come è impossibile che quel signore e i suoi accoliti (impossibile chiamarli vescovi o cardinali) non sappiano che, per un islamico, pregare il suo Dio in un qualsiasi luogo equivale a consacrare quel luogo ad Allah, per sempre. E ciò vale anche per i falsi pastori che cedono agli islamici delle chiese o dei terreni affinché possano costruirvi le loro moschee. Se l’islam fosse una religione come un’altra, e se fosse vero che ciò che la distanza dal cristianesimo non è poi gran cosa, dato che entrambe sono religioni abramitiche (come lo è, per i fautori del dialogo interreligioso, l’ebraismo, per cui le religioni “sorelle” sarebbero addirittura tre, e i cristiani non devono permettersi di annunciare il Vangelo ai seguaci delle altre due, i quali hanno già la loro verità), allora tali scelte, ancorché altamente discutibili, avrebbero pur sempre una certa logica. Ma dal momento che l’islam non è una religione, ma un sistema giuridico totalitario che non prevede, né ammette, la libertà di pensiero e la libertà di coscienza, allora è evidente che si tratta di scelte suicide, che non possono essere percepite, da parte degli islamici se non come segnali di paura, debolezza e disponibilità a una prossima sottomissione. In altre parole, i cattolici sono stati venduti dai loro pastori, sono stati traditi dai loro rappresentanti ufficiali, e senza saperlo sono stati votati alla sottomissione a quella macchina da guerra che è l’islam, e all’estinzione finale: un po’ come, se ci è permesso il parallelismo, i cittadini europei sono stati traditi e consegnati a quella spietata macchina da guerra che è l’Unione Europea, una creazione massonica il cui unico scopo è lo sfruttamento finanziario dei popoli e l’imposizione di leggi e codici di comportamento ispirati al laicismo, al materialismo, al relativismo e all’individualismo assoluto. Si obietterà, e con ragione, che tutto questo è assolutamente antitetico alla visione della vita e dei rapporti sociali propri dell’islam; ma a quei signori ciò non importa, per il semplice motivo che non perseguono una politica d’integrazione e di pacifica coesistenza, ma una strategia mirante al caos sistematico e permanente, perché solo nel caos possono tenere soggiogati miliardi di persone, loro che sono solo poche migliaia, e sia pure in possesso dell’alta finanza, di gran parte dei governi e dell’intero sistema delle comunicazioni mondiali.

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Nella cultura islamica c’è un solo concetto chiave: che il mondo è di Allah! Il loro obiettivo è quindi convertire l’Europa e sostituire gli europei, non certo integrarsi!

Ciò non toglie che i cattolici, se sono disposti a bere la favola della pacifica integrazione degli islamici in Europa, sono pienamente responsabili della cecità e della somma ingenuità di una tale opinione, smentita dai fatti e che dovrebbe apparire nella sua vera luce a chiunque abbia anche solo una minima conoscenza della storia. Anche se teologi ultraprogressisti, come Hans Küng, sostengono senza batter ciglio che l’islam è una religione di pace e che è possibile, possibilissimo costruire con esso un percorso di convivenza fruttuoso per tutti; e anche se il signor Bergoglio ha firmato con il grande imam l’eretico documento di Abu Dhabi, nel quale sconfessa due millenni di Magistero e afferma che cristianesimo ed islam devono coesistere perché tale è la volontà di Dio (ma quale Dio, a questo punto?; non certo il Dio cattolico, come del resto dice lui stesso), la verità nuda e cruda è che l’islam non vuol convivere con le altre religioni e con le alte società, perché il suo scopo finale e la sua stessa ragion d’essere è la sottomissione ad Allah di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani, con le buone o con le cattive. Che vadano a spiegarlo ai cristiani della Siria, dell’Iraq, del Sudan o della Nigeria, i Küng e i Bergoglio, che l’islam è una religione di pace; lo vadano a dire a loro che il terrorismo islamico non esiste. Lo vadano a dire e a spiegare a quei milioni di cristiani che in tutto il mondo islamico, dall’Africa al Pakistan e all’Indonesia, vivono sotto la spada di Damocle delle persecuzioni, degli attentati, delle discriminazioni quotidiane, o che sono costretti a fuggire in massa per salvarsi la vita, o che rischiano il martirio ogni volta che si recano in chiesa per celebrare la santa Messa. Perché non lo fanno? Perché non ascoltano i vescovi siriani, i sacerdoti pakistani? Perché non recepiscono le loro invocazioni d’aiuto, le loro grida di dolore e d’allarme?

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 Cittadini europei e cristiani traditi? La favola della pacifica integrazione con l'Islam. L’Ue massonica e anti-cristiana e la convergenza strategica, mirante al caos, fra essa e l'Islam!


Il cristiano è pacifico, ma non pacifista

di Francesco Lamendola
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SIAMO TUTTI AMERICANI?

    Video consigliato di Marco Cosmo del Canale Il Decimo Toro:"Il Regno della Quantità"offre molteplici spunti di riflessione sulla colonia Usa: Italia. L'articolo di Roberto Pecchioli è tratto dal sito dell'Accademia Adriatica di Filosofia Nuova Italia


Siamo tutti americani? Il Regno della Quantità.


"Il Regno della Quantità", di Roberto Pecchioli, offre molteplici spunti di riflessione sulla colonia USA Italia. L'articolo è tratto dal sitodell'Accademia Adriatica di Filosofia "Nuova Italia" e dell'Istituto Studi delle Venezie.

Fonte: Il Decimo Toro del 24 Novembre 2019
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L’INFEZIONE AMERICANA


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 "Il dominio americano del mondo è un fenomeno negativo, derivante non da un eccesso di energia, ma da un deficit di resistenza" così scrisse Oswald Spengler nel Tramonto dell’Occidente. Per Carlo Marx, in America il credito ha sostituito il Credo. Trionfo della distruzione creativa e del calcolo egoistico, dello zombi turistico sostituto dei costruttori del Partenone, del Colosseo e dell’Alhambra. Più l'uomo moderno è nullo, più diventa americano. L'americanismo gli ordina di rinunciare al suo denaro, alla sua razza, alla famiglia, alla libertà, al rango, alla sua cultura, lingua, nazione e tradizione. Vi è nell’americanismo una tossicità sorprendente, una vischiosità da carta moschicida, un’attrazione inspiegabile se non con le parole di un poeta, Charles Baudelaire: "spietata dittatura dell'opinione pubblica nelle società democratiche; non supplicarla di carità, indulgenza o elasticità nell'applicazione delle sue leggi ai numerosi e complessi casi della vita morale. Sembra che dall'amore empio della libertà sia nata una nuova tirannia, la tirannia delle bestie o la zoocrazia".
Sono queste alcune delle caratteristiche salienti, le illustrazioni del paese di Benjamin Franklin, inventore di una moralità da bancone di bottega, eroe di un ristretto, ma vincente pensiero strumentale di grossisti dell’anima. Non diversamente, Aléxis de Tocqueville intuì nella mentalità americana i pericoli di una tirannide della maggioranza, della quantità, ai danni delle minoranze, dei dissenzienti, della qualità. Sostenne che via via che i cittadini diventano più simili, aumenta la disposizione ad identificarsi nella massa e a credere in essa, e quindi il pubblico “viene a godere di un singolare potere: non fa valere le proprie opinioni attraverso la persuasione, ma le impone attraverso una gigantesca pressione dello spirito di tutti sull’intelligenza di ciascuno.” L’opinione è manipolata dall’alto, ma l’americano, e da tre generazioni anche l’europeo, non guarda all’insù, ma esclusivamente alla greppia, al soddisfacimento immediato di piaceri volgari pagabili in moneta. 

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Il nostro dramma è il fascino indiscutibile che l’americanismo esercita sulle menti cresciute nel culto della materia, del progresso “tecnico”. E’ l’ideologia della modernità e - nella dimensione mercificata del consumo individualista, del soggettivismo e dei diritti civili sostituti della giustizia sociale - della post modernità!
I - IL REGNO DELLA QUANTITA’

I^ parte - Il regno della quantità. Homo dollaricus: un rozzo vitalismo materiale quasi zoologico? L’americano è convinto della sua "Superiorità etica" fervido sostenitore del suo modo di essere, che vuole imporre al mondo intero
  di Roberto Pecchioli

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