Professor Radaelli: All’Attacco! Cristo vince.
Cari Amici, per la serie alle nostre “Letture consigliate“, vi offriamo l’ultimo libro del professore Enrico Maria Radaelli che potrete richiedere qui. Dal canto nostro, prima di lasciarvi alla lettura di una sinossi preparata dall’Autore stesso che ringraziamo di cuore, vogliamo proporvi una presentazione realizzata in video che ne traccia alcuni contenuti importanti e, soprattutto, spiega i contorni delle vicende che stiamo vivendo e perché è fondamentale che – titolo e sottotitolo – “ALL’ATTACCO! CRISTO VINCE” non vengano mai disgiunti…
SINOSSI – Enrico M. Radaelli
COME FAR TORNARE SPLENDIDA E SANTA
LA NOSTRA AMATA CHIESA.
* * *
Cosa sta succedendo nella Chiesa? E, tutto ciò che sta succedendo, dipende, come si vuol credere, solo da Papa Francesco? E, per finire, quello che poi sta succedendo nella società: tutte le più invasive immoralità, le più innominabili pretese, la corruzione inverosimile, la litigiosità a tutti i livelli, la perdita di senso in ogni ambito, di onestà intellettuale, di senso del diritto, e mille altre cose così, da cosa mai dipende?
C’è una connessione, magari, tra i due cataclismi? Tra gli analisti che anche di recente hanno cercato di definire la situazione e darvi una risposta convincente, direi che solo Sergio Belardinelli riesce a schierare come si conviene le problematiche in campo, e lo fa nel saggio La Chiesa cattolica e l’Europa, editato da Il Mulino, Bologna 2019, in compartecipazione con lo studio di Angelo Panebianco, All’alba di un nuovo mondo.
La sua analisi si accosta più di altre alla realtà, perché, al contrario di Panebianco, o di Luca Diotallevi, Il paradosso di papa Francesco (Rubettino), o di Pietro De Marco, Appunti su una Chiesa in crisi d’identità (Il Foglio, 14-11-19), Belardinelli tiene conto anche del fattore squisitamente spirituale della fede, tiene conto cioè, anche in un’analisi sociologica, delle vicissitudini religiose di un popolo, della presenza di Dio come realtà viva, il che, per uno studioso di sociologia, è ben raro.
COME FAR TORNARE SPLENDIDA E SANTA
LA NOSTRA AMATA CHIESA.
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Cosa sta succedendo nella Chiesa? E, tutto ciò che sta succedendo, dipende, come si vuol credere, solo da Papa Francesco? E, per finire, quello che poi sta succedendo nella società: tutte le più invasive immoralità, le più innominabili pretese, la corruzione inverosimile, la litigiosità a tutti i livelli, la perdita di senso in ogni ambito, di onestà intellettuale, di senso del diritto, e mille altre cose così, da cosa mai dipende?
C’è una connessione, magari, tra i due cataclismi? Tra gli analisti che anche di recente hanno cercato di definire la situazione e darvi una risposta convincente, direi che solo Sergio Belardinelli riesce a schierare come si conviene le problematiche in campo, e lo fa nel saggio La Chiesa cattolica e l’Europa, editato da Il Mulino, Bologna 2019, in compartecipazione con lo studio di Angelo Panebianco, All’alba di un nuovo mondo.
La sua analisi si accosta più di altre alla realtà, perché, al contrario di Panebianco, o di Luca Diotallevi, Il paradosso di papa Francesco (Rubettino), o di Pietro De Marco, Appunti su una Chiesa in crisi d’identità (Il Foglio, 14-11-19), Belardinelli tiene conto anche del fattore squisitamente spirituale della fede, tiene conto cioè, anche in un’analisi sociologica, delle vicissitudini religiose di un popolo, della presenza di Dio come realtà viva, il che, per uno studioso di sociologia, è ben raro.
Le pagine di All’attacco! non sono strettamente sociologia, ma gnoseologia “estetica”, però vi si proiettano, come spesso avviene tra ambiti scientifici limitrofi, e provano a fare anche qualcosa di più, e non solo perché si possono avvalere di soggetti sociologici che maestri come Niklas Luhmann, Leo Strauss, Max Weber eccetera non inseriscono nei loro orizzonti storicisti, ma anche perché Colui che andrebbe riconosciuto di gran lunga il soggetto principe, il Belardinelli lo pone nella posizione determinante che nessun altro soggetto può mai pretendere.
I protagonisti della vita del mondo, infatti, sono quattro, ossia non sono solo Chiesa e mondo, o, come direbbe lo Strauss, “Gerusalemme e Atene”, o “Papa e Imperatore”, ma: Dio, satana, Chiesa e mondo, il che significa, per ‘Dio’: Realtà/Verità/Amore; per ‘satana’: vanità/falsità/odio; per ‘Chiesa’: Spirito e per ‘mondo’, infine: carne.
E, essendo proprio ‘Dio’ il soggetto da cui tutto dipende, compresi gli altri tre ora visti, è Lui il soggetto sulla cui scala, volere, disegno e parola va riferito, anche considerando la libertà da Lui stesso posta a servizio di tutti gli attori in scena e senza dei quali non ci sarebbe storia.
I protagonisti della vita del mondo, infatti, sono quattro, ossia non sono solo Chiesa e mondo, o, come direbbe lo Strauss, “Gerusalemme e Atene”, o “Papa e Imperatore”, ma: Dio, satana, Chiesa e mondo, il che significa, per ‘Dio’: Realtà/Verità/Amore; per ‘satana’: vanità/falsità/odio; per ‘Chiesa’: Spirito e per ‘mondo’, infine: carne.
E, essendo proprio ‘Dio’ il soggetto da cui tutto dipende, compresi gli altri tre ora visti, è Lui il soggetto sulla cui scala, volere, disegno e parola va riferito, anche considerando la libertà da Lui stesso posta a servizio di tutti gli attori in scena e senza dei quali non ci sarebbe storia.
Infatti il vero intrigo sociologico della Storia nasce proprio da qui, da questa messa in discussione della preminenza di uno dei quattro soggetti sugli altri tre, vuoi che essa sia quella dovuta, cioè Dio, vuoi che sia invece una qualsiasi delle altre tre, due delle quali, malgrado non abbiano la minima possibilità di prevaricare il loro Creatore – satana e mondo –, da sempre vi provano, ma la loro sconfitta è scontata.
Allora la domanda da farsi è: nella folle lotta mossa per invidia da satana al suo Creatore, Signore e Dio, sarà il mondo/carne a cadere nella Chiesa/Spirito o sarà la Chiesa/Spirito a cadere nel mondo/carne?
Inoltre, un serio studioso di sociologia delle religioni non può non tener conto che, come da sottotitolo del mio saggio, Cristo vince, ovvero che non è per nulla scientifico non considerare che la religione vera, come, in generale, la realtà, è una sola, è la cattolica, e che ogni altra nozione va considerata dal sociologo per ciò che è: frutto di elaborazioni umane, spesso suggerimenti più o meno demoniaci, esse sì tutte soggiacenti anche a standard riconducibili al plesso storico-naturale.
La sociologia, come ogni scienza, non può non avere a fondamento la realtà, ossia la verità delle cose, compresa la percezione che genti, popoli e insiemi sociali possono avere di essa verità, la sua distorsione, o affabulazione, o mitizzazione, e ogni altro analogo processo, ma sempre a partire dalla verità oggettiva e sacrosanta della realtà. E la realtà ci evidenzia che il Signore è risorto, sicché la ss. Trinità è vera e ogni altra nozione religiosa è pura fantasia.
La Civiltà Occidentale è oggi nel pieno di un cataclisma che ha tutte le proprietà e dimensioni dei grandi rivolgimenti della Storia, quelli dopo i quali niente è più come prima.
Allora la domanda da farsi è: nella folle lotta mossa per invidia da satana al suo Creatore, Signore e Dio, sarà il mondo/carne a cadere nella Chiesa/Spirito o sarà la Chiesa/Spirito a cadere nel mondo/carne?
Inoltre, un serio studioso di sociologia delle religioni non può non tener conto che, come da sottotitolo del mio saggio, Cristo vince, ovvero che non è per nulla scientifico non considerare che la religione vera, come, in generale, la realtà, è una sola, è la cattolica, e che ogni altra nozione va considerata dal sociologo per ciò che è: frutto di elaborazioni umane, spesso suggerimenti più o meno demoniaci, esse sì tutte soggiacenti anche a standard riconducibili al plesso storico-naturale.
La sociologia, come ogni scienza, non può non avere a fondamento la realtà, ossia la verità delle cose, compresa la percezione che genti, popoli e insiemi sociali possono avere di essa verità, la sua distorsione, o affabulazione, o mitizzazione, e ogni altro analogo processo, ma sempre a partire dalla verità oggettiva e sacrosanta della realtà. E la realtà ci evidenzia che il Signore è risorto, sicché la ss. Trinità è vera e ogni altra nozione religiosa è pura fantasia.
La Civiltà Occidentale è oggi nel pieno di un cataclisma che ha tutte le proprietà e dimensioni dei grandi rivolgimenti della Storia, quelli dopo i quali niente è più come prima.
Quali rivolgimenti? Eccoli.
Primo rivolgimento: la Chiesa non parla più al mondo. E questo è già un fatto grave.
Secondo rivolgimento: il mondo non se ne dispiace affatto: sta auto-annientandosi, si sta suicidando (e non è una metafora), ed è felice così. Due fatti gravi, uno più dell’altro.
Bene, ce n’è un terzo, di rivolgimento, ed è il più grave di tutti: perché non solo la Chiesa non parla più al mondo, ma non parla più neppure a Dio. Perlomeno: non nel modo dovuto, non nel modo da Lui insegnato, richiesto, preteso. È da cinquantasette anni che la Chiesa si è ritirata sia dal mondo che da Dio.
Perché la Chiesa sta fuggendo. È da cinquantasette anni che sta fuggendo. È una lunga e lenta fuga dalle proprie responsabilità. Una lunga e lenta fuga, più esattamente, dalla realtà.
E il mondo, la civiltà, quella civiltà che noi chiamiamo “Occidentale”, ma che è simpliciter la Civiltà come la vuole Dio, fondata sui præambula fidei greci e sulla Rivelazione di Gesù Cristo nostro Signore, ossia su Atene e Gerusalemme, quella civiltà chiamata da Dio all’alto incarico di realizzare Gesù Cristo in se stessa, poi di insegnare e propagare ciò che ha appreso e realizzato, ecco: questa civiltà su cui pesa tanta potente e anche molto spirituale responsabilità, sta fuggendo anch’essa.
Secondo rivolgimento: il mondo non se ne dispiace affatto: sta auto-annientandosi, si sta suicidando (e non è una metafora), ed è felice così. Due fatti gravi, uno più dell’altro.
Bene, ce n’è un terzo, di rivolgimento, ed è il più grave di tutti: perché non solo la Chiesa non parla più al mondo, ma non parla più neppure a Dio. Perlomeno: non nel modo dovuto, non nel modo da Lui insegnato, richiesto, preteso. È da cinquantasette anni che la Chiesa si è ritirata sia dal mondo che da Dio.
Perché la Chiesa sta fuggendo. È da cinquantasette anni che sta fuggendo. È una lunga e lenta fuga dalle proprie responsabilità. Una lunga e lenta fuga, più esattamente, dalla realtà.
E il mondo, la civiltà, quella civiltà che noi chiamiamo “Occidentale”, ma che è simpliciter la Civiltà come la vuole Dio, fondata sui præambula fidei greci e sulla Rivelazione di Gesù Cristo nostro Signore, ossia su Atene e Gerusalemme, quella civiltà chiamata da Dio all’alto incarico di realizzare Gesù Cristo in se stessa, poi di insegnare e propagare ciò che ha appreso e realizzato, ecco: questa civiltà su cui pesa tanta potente e anche molto spirituale responsabilità, sta fuggendo anch’essa.
Le pagine di All’attacco! si propongono di inquadrare la situazione nel momento storico e nelle emersioni teologiche, ideologiche e filosofiche più significative già analizzate e studiate in profondità nei miei precedenti lavori, specie in La bellezza che ci salva, in Il domani – terribile o radioso? – del Dogma, in La Chiesa ribaltata e in Street Theology.
Una vera e propria tetralogia, questa, dove son poste la basi più adeguate e gli sviluppi più realistici per delineare, e qui ora concludere, l’unico percorso possibile per poter ricostruire la Civiltà Occidentale.
Essa va ricostruita, e va ricostruita perché è unica, e la sua unicità è dovuta a un preciso, evidente e straordinario disegno di Dio, e prima ancora va fatta un’opera di ricostruzione della Chiesa, la cui realtà umana, storica e sociale, sulle orme di sant’Ambrogio, viene in queste pagine più che mai severamente ma anche molto amorevolmente giudicata, e, pesata con le bilance del Logos, trovata seriamente mancante.
Una vera e propria tetralogia, questa, dove son poste la basi più adeguate e gli sviluppi più realistici per delineare, e qui ora concludere, l’unico percorso possibile per poter ricostruire la Civiltà Occidentale.
Essa va ricostruita, e va ricostruita perché è unica, e la sua unicità è dovuta a un preciso, evidente e straordinario disegno di Dio, e prima ancora va fatta un’opera di ricostruzione della Chiesa, la cui realtà umana, storica e sociale, sulle orme di sant’Ambrogio, viene in queste pagine più che mai severamente ma anche molto amorevolmente giudicata, e, pesata con le bilance del Logos, trovata seriamente mancante.
È in questa prospettiva che questo testo di gnoseologia si proietta su un versante anche sociologico, oltre che politico e giuridico, posto che i quattro importanti soggetti che vi vengono considerati hanno – debbono avere – una precisa scala gerarchica, la cui sopravvivenza è in realtà proprio la sua stessa ragion d’essere: è proprio la scala gerarchica dei quattro soggetti che dà luogo alle realtà sociali, politiche, giuridiche, culturali e via dicendo che sostanziano e danno vita alla Storia.
È la contesa tra Cesare e Papa, tra Impero e Chiesa, e dunque, traslando, tra uomo e Dio, cioè tra le volontà umane e quella di Dio. All’attacco! è la vetta conclusiva di un lungo percorso analitico col quale ho potuto individuare, di questa terribile contesa, aspetti sconosciuti, che però hanno permesso di giungere a una linea d’assalto alle forze contrarie a Dio e alla Chiesa prima impensabile.
È la contesa tra Cesare e Papa, tra Impero e Chiesa, e dunque, traslando, tra uomo e Dio, cioè tra le volontà umane e quella di Dio. All’attacco! è la vetta conclusiva di un lungo percorso analitico col quale ho potuto individuare, di questa terribile contesa, aspetti sconosciuti, che però hanno permesso di giungere a una linea d’assalto alle forze contrarie a Dio e alla Chiesa prima impensabile.
Se oggi si sono potute stendere più di un centinaio di pagine sotto un comando tanto promettente è infatti proprio perché si hanno buoni motivi per poterne suggerire l’uso, anzi, per vedere finalmente realizzabile il ritorno alla conformazione sociale che discenderà dalla vittoria delle sante schiere mosse dal tanto imperioso ordine di battaglia.
L’ordine si dà, le schiere ci sono, e la battaglia anche.
Ma in cosa consistono queste tre cose?
Ma in cosa consistono queste tre cose?
- Le schiere, prima di tutto, sono quei pochi cattolici ancora rimasti fedeli al Vangelo e, non contaminati dal Modernismo che ha invaso la Chiesa fino al Trono più alto, sono oranti e genuflessi, sono pronti cioè a sbucciarsi le ginocchia, a far penitenze e congrue elemosine (penitenze ed elemosine lavano una moltitudine di peccati) perché Dio si muova a pietà dei suoi figli e dia loro Pastori santi, in primo luogo tornati integri e solidi nella dottrina e ancor più fedeli di prima al Magistero dogmatico da cui ora sono discostati, da cui sono cioè fuggiti.
La battaglia infatti è questa: è la battaglia tra il magistero dogmatico rifuggito dai Pastori Modernisti saliti con Papa Roncalli alle cattedre più alte della Chiesa e un magistero “pastorale” usato proprio da quegli stessi medesimi Pastori Modernisti come scudo dietro cui nascondere tutte quelle dottrine ambigue, se non pure false e aberranti, che serviranno loro per accomodare finalmente il grande conflitto Imperatore/Papa, o Mondo/Chiesa, in modo da ricavarne il grande, impagabile vantaggio della placidità, della pace finalmente col mondo, e questo al prezzo nascosto, ma in fondo non troppo, di riconoscere al mondo la supremazia, purché non lo si divulghi troppo ai quattro venti, tanto non ci vuol molto a capirlo.
È il Modernismo a fare questa pace tra Chiesa e mondo, ma nessuno deve saperlo, Dio prima di tutto, cioè il Cristo, che ne è il prezzo. Ma il comando che si alza potente fin dalla copertina del libro è tutto il contrario: è All’attacco!, ossia niente patti col nemico modernista!
Niente nascosti sotterfugi con gli scellerati filo-protestanti! Facciamola finita con gli infingimenti truffaldini ai danni di Colui che dei quattro soggetti in scena pare il meno presente solo per il fatto che di sicuro è il meno visibile, ma a cui in realtà tutto dobbiamo, e ce ne chiederà conto e merito un giorno, e stiamo parlando proprio di Dio!
Perché la realtà è che Cristo vince (sottotitolo), e con questa sicurezza si pone un’ipoteca non da poco, un’ipoteca decisiva, già vittoriosa, su tutto il processo storico che da oggi in poi si può far partire, come vivamente si consiglia, per risolvere la feroce e storica controversia.
Niente nascosti sotterfugi con gli scellerati filo-protestanti! Facciamola finita con gli infingimenti truffaldini ai danni di Colui che dei quattro soggetti in scena pare il meno presente solo per il fatto che di sicuro è il meno visibile, ma a cui in realtà tutto dobbiamo, e ce ne chiederà conto e merito un giorno, e stiamo parlando proprio di Dio!
Perché la realtà è che Cristo vince (sottotitolo), e con questa sicurezza si pone un’ipoteca non da poco, un’ipoteca decisiva, già vittoriosa, su tutto il processo storico che da oggi in poi si può far partire, come vivamente si consiglia, per risolvere la feroce e storica controversia.
Questa controversia si può risolvere solo in un modo, che è proprio quello che i Pastori (Modernisti) non vogliono, cioè solo se si mettono i due contendenti a confronto: Magistero dogmatico contro Magistero pastorale. E dove sono i quattro soggetti in conflitto? Semplice: nel primo sono raccolti Dio (Realtà/Verità/Amore) e la vera Chiesa (spirito); nel secondo, che da cinquant’anni è un camuffamento carnale del vero Magistero pastorale (che era ancora spirito), sono raccolti i Modernisti, coacervo nato da satana (vanità falsità/odio) e dal mondo (carne).
È l’Ordalia, il Giudizio dottrinale di Dio, che riporta la verità al centro del campo, rompe il patto scellerato, fa tornare la Chiesa nella realtà, da cui così può riprendere a richiamare il mondo a Dio, alla Realtà ultima cui tutti siamo chiamati, e così farvi tornare anche il mondo, come di certo comunque un giorno avverrà, a sua felice conclusione.
Tale comando, come si vede, è dunque più che altro un forte invito a tutti i fratelli nella fede a unirsi sotto le bandiere di Cristo. Esso getta le basi per il percorso strategico avvincente e fortemente persuasivo, pur essendo i primi a segnalare le forti difficoltà e i mille ostacoli per raggiungere la vittoria, cui comunque si giungerà.
È l’Ordalia, il Giudizio dottrinale di Dio, che riporta la verità al centro del campo, rompe il patto scellerato, fa tornare la Chiesa nella realtà, da cui così può riprendere a richiamare il mondo a Dio, alla Realtà ultima cui tutti siamo chiamati, e così farvi tornare anche il mondo, come di certo comunque un giorno avverrà, a sua felice conclusione.
Tale comando, come si vede, è dunque più che altro un forte invito a tutti i fratelli nella fede a unirsi sotto le bandiere di Cristo. Esso getta le basi per il percorso strategico avvincente e fortemente persuasivo, pur essendo i primi a segnalare le forti difficoltà e i mille ostacoli per raggiungere la vittoria, cui comunque si giungerà.
Dunque All’attacco! E che la Beata Vergine ci conduca e protegga!
Enrico Maria Radaelli (Sito dell’Autore e dove poter richiedere i libri ricordati)
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Le profezie di suor Maria, una luce sugli Ultimi Tempi
Le rivelazioni di Gesù e della Beata Vergine a suor Maria Natalia Magdolna, un’ungherese vissuta nel XX secolo, sono illuminanti per capire tutta la storia europea e il compito di ogni singola nazione nella battaglia tra Bene e Male. Il filo rosso delle profezie è legato alle parole “espiazione, riparazione e penitenza”, con la richiesta celeste di formare una milizia di anime che si offrano a Dio per riparare ai peccati e preparare il trionfo del Cuore Immacolato di Maria.
Cosa sta accadendo nel mondo e alla Chiesa? Perché pare che stia andando tutto a rotoli? Sempre più persone vivono un drammatico sconcerto per la sensazione che stiano crollando tutti i punti di riferimento: religione, famiglia, politica, economia, ideali. Persino la natura sembra ad alcuni partecipare a questo dissesto.
L’impressione di trovarci in prossimità del punto di rottura è palpabile e forse, davvero, non vi siamo lontani...Tuttavia non dobbiamo perderci d’animo, perché, come ci insegna l’Antico Testamento, più di una volta Dio mostrò l’intenzione di fare piazza pulita dell’uomo per eliminare il male da lui commesso, fermando poi il Suo braccio per la presenza di alcuni “uomini giusti”.
Per comprendere meglio gli scenari attuali e la direzione verso cui l’umanità si sta muovendo, una chiave di lettura davvero interessante e suggestiva ci è offerta da un libro di recente pubblicazione, Rivelazioni profetiche di suor Maria Natalia Magdolna. Mistica del XX secolo, della Sugarco Edizioni, che ci consente di conoscere la coinvolgente vicenda storica e personale di una suora ungherese con doni mistici, che ha ricevuto profezie celesti assai importanti per i nostri tempi. Una religiosa conosciuta e amata da molta parte della Chiesa ungherese, ma assai poco in Italia, a causa principalmente della clandestinità cui fu costretta sotto il comunismo e alla conseguente sua vita ritirata, anche se i suoi messaggi in Ungheria e in parte d’Europa ebbero una diffusione intorno agli anni Quaranta, prima quindi della seconda guerra mondiale.
Le rivelazioni di suor Maria Natalia Magdolna si collocano nella linea delle grandi apparizioni mariane dei tempi moderni, da Rue du Bac a Parigi fino a Lourdes, a Fatima e alle più recenti, e riguardano anche i cosiddetti “Ultimi Tempi” per usare la nota espressione di san Luigi Maria Grignion de Montfort. Esse sono, come scrive padre Serafino Tognetti nella prefazione, «uno scossone per i fedeli di oggi. Stiamo vivendo momenti di grave pericolo che è sotto gli occhi di tutti. Inutile ripeterlo, perché basta poco per accorgersene: relativismo, ateismo, raffreddamento della carità, confusione dottrinale, abbandono della pratica religiosa, immoralità, eccetera... tutto sembra ingigantirsi ogni giorno di più».
Si tratta in gran parte di profezie che assegnano un compito tutto particolare all’Ungheria (che fu donata in eredità alla Madonna dal re santo Stefano nell’anno 1038), chiamata all’espiazione dei peccati e alla penitenza per la vittoria del Bene sul Male, e che gettano una luce anche su tutta la storia europea e sul compito di ogni singola nazione, la cui identità risulta avere un chiaro ruolo all’interno del disegno divino, in barba ai progetti globalisti odierni che mirano all’abbattimento di ogni identità nazionale e alla mescolanza di popoli, culture e religioni in un unico indistinto “melting pot”.
La vita di suor Maria Natalia si intreccia misticamente con quella di straordinarie figure sia dell'antico passato, come re Stefano d'Ungheria, sia a lei contemporanee, come il cardinale József Mindszenty, oggi venerabile, martire dei totalitarismi nazista e comunista di stampo sovietico. Suor Maria Natalia ne sostenne la missione con preghiere e sacrifici, su esplicito invito della Vergine. Proprio il cardinale Mindszenty ordinò un esame accurato delle esperienze mistiche della suora e ne accolse senza riserve le rivelazioni. Persino papa Pio XII ne sperimentò in prima persona l’attendibilità, salvando la propria vita grazie a esse.
Ma che cosa ancora si può trovare in questo libro? È molto difficile da sintetizzare e da recensire, in realtà, perché si affaccia su molti ambiti che si intrecciano tra loro. Senza entrare troppo nei particolari (per non togliere il gusto di leggerlo, perché merita davvero), si può comunque anticipare qualcosa: i “segni” profetizzati, intesi come richiami alla conversione; la necessità salvifica di recuperare la propria identità cristiana; le profezie come avvertimenti su situazioni modificabili e non cronache anticipate; la riscoperta del periodo medievale; il dibattito sulle radici cristiane dell’Europa; un’agile sintesi storica, religiosa e culturale dell’Ungheria, nata come nazione con il Battesimo del suo primo re cristiano; l’azione dell’islam in Europa; il cosiddetto “sovranismo” come reazione dei popoli che non vogliono morire; la famosa grande novena con altrettanto grandi promesse di grazie; la rassicurazione della Vergine che rivela: “Nel momento in cui satana si illuderà di essere il padrone del mondo e penserà di essere sul punto di sedersi sul trono, gli strapperò il bottino dalle mani. La vittoria finale non apparterrà che al mio divin Figlio e a Me”; e molto altro ancora…
Importante è il fil rouge che percorre queste rivelazioni, connotato dalle parole “espiazione, riparazione e penitenza”: si tratta infatti di un messaggio dirompente, oggi più che mai, dato il contesto culturale in cui viviamo: edonista, relativista e nichilista, che aborrisce il sacrificio e la sofferenza. Il contenuto è che, nonostante tutto il male che l’uomo fa e che pare ormai debordare in ogni contesto, il mondo va avanti grazie all’immolazione nel nascondimento di quanti, per amore di Cristo e a sua imitazione, si donano quotidianamente per la salvezza delle anime e dell’umanità intera. Molto interessante è la spiegazione fornita nel testo di questi tre termini che toglie ogni dubbio e fraintendimento sul loro vero significato.
Non è nuova la richiesta di penitenza da parte del Cielo: è celebre il triplice richiamo della Madonna a Fatima ai tre pastorelli: “Penitenza, Penitenza, Penitenza!”, come è celebre l’affermazione della Vergine che spiega ai pastorelli che molte persone si perdono, perché non c’è nessuno che si sacrifichi per loro. Ma la novità qui è che Gesù e la Madonna chiedono espressamente che si costituisca una “milizia”, si potrebbe quasi dire, di fedeli, laici e consacrati che, attraverso Maria, Regina Vittoriosa, offrano la propria vita a Dio in espiazione per i peccati dell’intera umanità e dei singoli e che tale devozione si diffonda sempre più, perché il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria sia preparato e anticipato.
È grazie a questo che, malgrado il successo momentaneo del male e del peccato - come disse suor Maria Natalia nell’intervista del 1990 all’amico Julius Molnar - “alla fine trionferà la purezza, perché il Cielo è superiore all’inferno, l’innocenza è superiore alla cattiveria”. Malgrado tutte le apparenze contrarie e il suo attuale successo, seducente e ingannevole, il potere di satana sarà annientato.
L'urgenza e l'attualità degli accorati appelli celesti certamente evidenziano i risvolti inquietanti e drammatici che vediamo in questi nostri giorni; tuttavia, tali appelli appaiono ricolmi di una luminosa e sicura speranza. Richiedono però, nello stesso tempo, di metterci con decisione alla scuola di Gesù e Maria che, attraverso suor Maria Natalia, ci indicano passi semplici e concreti, perché la nostra vita e quella di ogni uomo non vada perduta. La posta in gioco è altissima e, come dice padre Serafino Tognetti “no, non è più tempo di essere mediocri”.
Che suggerire allora se non l’invito a leggere e regalare agli amici questo testo che può fare un bene infinito a ogni anima?
Marco Lepore
11-07-2019
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