PROFANAZIONI DEMOCRATICHE
La sardina e il cardinale: la Chiesa-cucina passa in salotto
Non bastavano le profanazioni nelle chiese trasformate in ristoranti con la scusa dei poveri. A Bologna al pranzo nella chiesa dei Servi il più acclamato è stato il leader delle Sardine Santori. Sotto lo sguardo di un compiaciuto arcivescovo Zuppi attorniato da una corte di comici e scrittori, tra selfie, abbuffate e pacche sulle spalle va in scena il sacrilegio di usare la chiesa come passerella per il nuovo "salvatore della Sinistra", con la spocchia salottiera di chi dice di agire per il popolo. Quel popolo che invece è a casa e non entrerebbe mai in una chiesa per farsi un selfie mentre mangia.
E con la sardina in chiesa abbiamo chiuso il cerchio. L’immagine di Mattia Santori che stringe la mano al cardinale arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi in una chiesa bolognese per un pranzo coi poveri sant’Egidio style, è l’emblema di come si possa ridurre la Chiesa quando si sdraia a pancia a terra con le ideologie mondane. Verrebbe da dire «che tristezza» e non pensarci più. Invece c'è da ribellarsi perché quanto accaduto nella chiesa dei Servi sabato si ripeterà altrove dato che sia le sardine sia Zuppi-Sant’Egidio sono due formidabili esportatori di format.
A Bologna, dire i Servi significa dire una chiesa simbolo, Santa Maria dei Servi, amata da tutti, anche da Guccini in Eskimo, coi suoi portici che a Natale si illuminano.
E il pranzo organizzato in chiesa per i poveri non è certo una novità. Dopo l’abbuffata in San Petronio a Bologna alla presenza del Papa, in tutt’Italia è stata tutta una locanda. Ma con il pranzo di sabato dai Servi la scusa dei poveri è diventata qualche cosa di più: dalla chiesa-cucina e sala da pranzo, ci si è spostati anche in salotto.
Con l’Arcivescovo infatti – per l’evento promosso dalle Cucine popolari – c’erano anche personaggi noti come il comico Alessandro Bergonzoni che ormai segue Zuppi ovunque, manco fosse Polibio con Scipione l’Emiliano e lo scrittore Stefano Benni. E poi l’assessore comunale Matteo Lepore. Vipperie varie, ovviamente intente a partecipare all’evento benefico in favor dei poveri e dell’obiettivo di Repubblica e di Rai Regione Emilia Romagna. Mondanità, ma politicamente corretta dietro il comodo paravento dei poveretti.
Ad un certo punto, come uno special guest atteso da lontano, arriva anche Mattia Santori, l’acclamato leader della Sardine. E qui – stando al servizio fotografico scodellato domenica mattina da Repubblica Bologna – abbiamo toccato vette di autoreferenzialità e di uso politico della chiesa e dei poveri davvero sorprendenti. Foto, sorrisi, selfie con le cuoche, pacche sulle spalle con l’arcivescovo che sembrava un comprimario di fronte a cotanto ospite.
Ovviamente in pochi, nessuno stando agli sguardi ridanciani delle foto sembravano ricordarsi non solo dei poveri, ma soprattutto del fatto che fossero in chiesa sotto lo sguardo severo della Madonna col bambino di Cimabue. In quel momento la chiesa non era un luogo sacro, ma il contenitore di una passerella politico-mondana.
Che poi, verrebbe da chiedersi: ma Santori in qualità di che cosa era ai Servi? C’era per caso l’anno scorso a servire ai tavoli quando era un Carneade assoluto? Che cosa c'entrano le Sardine con quanto avvenuto sabato? Non è per caso che qualcuno stia sfruttando politicamente la sua improvvisa notorietà e qualcun'altro gli stia dando la possibilità di farlo?
La profanazione, compiuta su mandato preciso dell’arcivescovo, certifica che non c’è niente di più insopportabile dei radical chic che dicono di fare le cose per il popolo. Sabato a quel pranzo non c’erano i bolognesi, la gente semplice che percorre affannata i portici dell’Archiginnasio, ma attori con una parte da recitare: il santo arcivescovo con la sua claque di intellettuali, il salvatore del mondo con la sardina di cartone, le vipperie belle che si muovono in chiesa con la stessa sguaiata arroganza con cui alla sera devono scappare in un capannone per il party di Natale dell'associazione caccia & pesca. “Ma l'abbiamo fatto per il popolo”. Balle. Non si sono mossi per il popolo, ma per la loro narcisistica pretesa di sentirsi dalla parte giusta, pronti col ditino puntato a insegnare agli altri come si fa a stare al mondo: i poveri da sbandierare, la chiesa a uso e consumo, il servizio ai tavoli, il fotoracconto di Rep. Oh yeah...
Con questa pagliacciata spocchiosa, compiuta in un luogo consacrato a Dio per la quale non ci sarà mai riparazione, sua eminenza, ovviamente, dall’alto della sua bontà sancita da docufilm agiografico, considererà le critiche come questa e quelle che si sono sollevate sul web ieri mattina, robetta di cui non tener conto perché frutto di élite dalla dura cervice che non ha capito la rivoluzione della teneressa.
Invece sono il segnale che è grazie a pastori come questi che si allontana il popolo, il quale per queste pagliacciate nella casa di Dio, con annesso spot politico per il movimento amico di turno, soffre e si indigna. Se soffre – e soffre, basterebbe ascoltarlo per accorgersene – vuol dire che una frattura c’è stata e questa frattura qualcuno deve averla prodotta quando ha deciso di portare la chiesa nell’agone politico. Dandole anche già un indirizzo ben preciso. Rosso come la porpora.
Andrea Zambrano
https://lanuovabq.it/it/la-sardina-e-il-cardinale-la-chiesa-cucina-passa-in-salotto
Lo scorso 15 dicembre, le sardine avevano tenuto il loro primo "congresso" nazionale nel palazzo occupato di via Santa Croce di Gerusalemme, a Roma. "Viva le sardine, abbasso gli sgombri", recitava un grosso striscione esposto fuori dal palazzo che, dal 2012, è abitato abusivamente da 430 persone. Negli anni, gli abitanti hanno accumulato un grosso debito, tanto che la società erogatrice dell'energia aveva deciso di sigillare i contatori e staccare la corrente, ma lo scorso 12 maggio era intervenuto personalmente l'elemosiniere di Papa Francesco, per togliere i sigilli ai contatori e riattivare la luce.
Non bastavano le profanazioni nelle chiese trasformate in ristoranti con la scusa dei poveri. A Bologna al pranzo nella chiesa dei Servi il più acclamato è stato il leader delle Sardine Santori. Sotto lo sguardo di un compiaciuto arcivescovo Zuppi attorniato da una corte di comici e scrittori, tra selfie, abbuffate e pacche sulle spalle va in scena il sacrilegio di usare la chiesa come passerella per il nuovo "salvatore della Sinistra", con la spocchia salottiera di chi dice di agire per il popolo. Quel popolo che invece è a casa e non entrerebbe mai in una chiesa per farsi un selfie mentre mangia.
E con la sardina in chiesa abbiamo chiuso il cerchio. L’immagine di Mattia Santori che stringe la mano al cardinale arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi in una chiesa bolognese per un pranzo coi poveri sant’Egidio style, è l’emblema di come si possa ridurre la Chiesa quando si sdraia a pancia a terra con le ideologie mondane. Verrebbe da dire «che tristezza» e non pensarci più. Invece c'è da ribellarsi perché quanto accaduto nella chiesa dei Servi sabato si ripeterà altrove dato che sia le sardine sia Zuppi-Sant’Egidio sono due formidabili esportatori di format.
A Bologna, dire i Servi significa dire una chiesa simbolo, Santa Maria dei Servi, amata da tutti, anche da Guccini in Eskimo, coi suoi portici che a Natale si illuminano.
E il pranzo organizzato in chiesa per i poveri non è certo una novità. Dopo l’abbuffata in San Petronio a Bologna alla presenza del Papa, in tutt’Italia è stata tutta una locanda. Ma con il pranzo di sabato dai Servi la scusa dei poveri è diventata qualche cosa di più: dalla chiesa-cucina e sala da pranzo, ci si è spostati anche in salotto.
Con l’Arcivescovo infatti – per l’evento promosso dalle Cucine popolari – c’erano anche personaggi noti come il comico Alessandro Bergonzoni che ormai segue Zuppi ovunque, manco fosse Polibio con Scipione l’Emiliano e lo scrittore Stefano Benni. E poi l’assessore comunale Matteo Lepore. Vipperie varie, ovviamente intente a partecipare all’evento benefico in favor dei poveri e dell’obiettivo di Repubblica e di Rai Regione Emilia Romagna. Mondanità, ma politicamente corretta dietro il comodo paravento dei poveretti.
Ad un certo punto, come uno special guest atteso da lontano, arriva anche Mattia Santori, l’acclamato leader della Sardine. E qui – stando al servizio fotografico scodellato domenica mattina da Repubblica Bologna – abbiamo toccato vette di autoreferenzialità e di uso politico della chiesa e dei poveri davvero sorprendenti. Foto, sorrisi, selfie con le cuoche, pacche sulle spalle con l’arcivescovo che sembrava un comprimario di fronte a cotanto ospite.
Ovviamente in pochi, nessuno stando agli sguardi ridanciani delle foto sembravano ricordarsi non solo dei poveri, ma soprattutto del fatto che fossero in chiesa sotto lo sguardo severo della Madonna col bambino di Cimabue. In quel momento la chiesa non era un luogo sacro, ma il contenitore di una passerella politico-mondana.
Che poi, verrebbe da chiedersi: ma Santori in qualità di che cosa era ai Servi? C’era per caso l’anno scorso a servire ai tavoli quando era un Carneade assoluto? Che cosa c'entrano le Sardine con quanto avvenuto sabato? Non è per caso che qualcuno stia sfruttando politicamente la sua improvvisa notorietà e qualcun'altro gli stia dando la possibilità di farlo?
La profanazione, compiuta su mandato preciso dell’arcivescovo, certifica che non c’è niente di più insopportabile dei radical chic che dicono di fare le cose per il popolo. Sabato a quel pranzo non c’erano i bolognesi, la gente semplice che percorre affannata i portici dell’Archiginnasio, ma attori con una parte da recitare: il santo arcivescovo con la sua claque di intellettuali, il salvatore del mondo con la sardina di cartone, le vipperie belle che si muovono in chiesa con la stessa sguaiata arroganza con cui alla sera devono scappare in un capannone per il party di Natale dell'associazione caccia & pesca. “Ma l'abbiamo fatto per il popolo”. Balle. Non si sono mossi per il popolo, ma per la loro narcisistica pretesa di sentirsi dalla parte giusta, pronti col ditino puntato a insegnare agli altri come si fa a stare al mondo: i poveri da sbandierare, la chiesa a uso e consumo, il servizio ai tavoli, il fotoracconto di Rep. Oh yeah...
Con questa pagliacciata spocchiosa, compiuta in un luogo consacrato a Dio per la quale non ci sarà mai riparazione, sua eminenza, ovviamente, dall’alto della sua bontà sancita da docufilm agiografico, considererà le critiche come questa e quelle che si sono sollevate sul web ieri mattina, robetta di cui non tener conto perché frutto di élite dalla dura cervice che non ha capito la rivoluzione della teneressa.
Invece sono il segnale che è grazie a pastori come questi che si allontana il popolo, il quale per queste pagliacciate nella casa di Dio, con annesso spot politico per il movimento amico di turno, soffre e si indigna. Se soffre – e soffre, basterebbe ascoltarlo per accorgersene – vuol dire che una frattura c’è stata e questa frattura qualcuno deve averla prodotta quando ha deciso di portare la chiesa nell’agone politico. Dandole anche già un indirizzo ben preciso. Rosso come la porpora.
Andrea Zambrano
https://lanuovabq.it/it/la-sardina-e-il-cardinale-la-chiesa-cucina-passa-in-salotto
Dalle Sardine ai party illegali nel palazzo "salvato" dal Papa
Dopo l'assemblea del movimento e le feste dei licei, ora allo Spin Time gli occhi sono puntati sull'evento di Capodanno
Dopo l'assemblea del movimento e le feste dei licei, ora allo Spin Time gli occhi sono puntati sull'evento di Capodanno
Le sardine lo hanno lasciato qualche giorno fa. Ma il palazzo occupato di Spin Time, all'Esquilino, non si è fermato un attimo e la discoteca abusiva più conosciuta della Capitale ha ripreso la sua attività a pieno regime.
Secondo quanto riporta il Messaggero, dopo aver ospitato le sardine, nel palazzo sono stati organizzati i party abusivi di tre licei romani, con tanto di biglietto di ingresso e vendita di alcolici. Tra i partecipanti, che si sarebbero dati appuntamento per ballare dalle 22 fino a notte fonda, anche diversi minorenni. Il costo per poter entrare alla festa, che sarebbe stata pubblicita solamente tra gli studenti, ma non sulle pagine social di Spin Time, era di 7 euro. Sale piene, musica a tutto volume, bottiglie di alcol in vendita. E con una sola serata è possibile un incasso di circa 10mila euro (7 euro di ingresso, moltiplicati per le oltre mille persone di capienza).
Ma ora, gli occhi sono puntanti sul veglione di Capodanno. Per il 31 dicembre è in programma un evento "aperto, giovane, frocio, libero e ribelle", ha annunciato sui social Spin Time. Una festa che di terrà su 7 piani, in tutto 18mila metri quadri, in cui si esibitanno 60 tra musicisti, artisti e cuochi, provenienti da 13 diversi Paesi. L'evento, chiamato L'ultimo (nel) Grattacielo, inizierà la serà dell'ultimo dell'anno e si concluderà a mezzogiorno del primo gennaio 2020.
Così, il debito che le 165 famiglie abusive hanno accumulato nei confronti della società che fornisce l'energia, continua ad aumentare, mentre gli occupanti ricavano soldi dai party e dagli eventi.
Francesca Bernasconi
http://www.ilgiornale.it/news/roma/dalle-sardine-feste-ora-nel-palazzo-occupato-c-party-1802943.html
L'attacco della sardina Cristallo: "Salvini consente di inneggiare allo stupro"
L'attivista all'assalto del leghista: "Lo saprà sua figlia che consente ai suoi sostenitori di inneggiare allo stupro di gruppo"
L'attivista all'assalto del leghista: "Lo saprà sua figlia che consente ai suoi sostenitori di inneggiare allo stupro di gruppo"
Jasmine Cristallo non usa mezzi termini per attaccare Matteo Salvini. In una lettera aperta esordisce così: "Caro Salvini, le chiedo se ha intenzione di raccontare a sua figlia che sulla sua pagina Facebook permette a legioni di frustrati di sfogare pulsioni sessuali represse".
Ma l'impressione è che siano domande sì provocatorie, ma non proprio attinenti alla realtà: "Lo saprà sua figlia che consente ai suoi sostenitori di inneggiare allo stupro di gruppo per punire una donna che semplicemente non la pensa come lei?".
L'ex ministro dell'Interno pochi giorni fa ha pubblicato una parte dell'intervista rilasciata dalla sardina a Otto e mezzo, trasmissione di Lilli Gruber. "Possono camuffarsi da pesci, alberi, frutta tropicale ma, gratta gratta, son sempre i soliti sinistri", ha commentato il leader della Lega. La leader delle sardine calabresi ha definito i decreti Sicurezza "abominevoli" e "un regalo alle mafie".
Possono camuffarsi da pesci, alberi, frutta tropicale ma, gratta gratta, son sempre i soliti sinistri
“Nave Gregoretti? Il comportamento di Salvini è stato abominevole. Io sono di sinistra e lo rivendico. Per me essere di sinistra è una categoria dello spirito”.
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"Un mondo civile"
L'attivista ha deciso di replicare alle offese ricevute prima intonando Gente di mare di Raf e Tozzi; poi ha invitato i suoi compagni “a non rispondere alle offese o a farlo con parole positive e versi di poesie”. Da mamma si è rivolta a un papà: il compito dei genitori è quello di "rendere partecipi delle proprie azioni i figli che si educano attraverso l’esempio". E ha rivolto un'altra domanda-assalto nei confronti del segretario federale del Carroccio: "Quando teneramente mette lo smalto o assiste alle recite natalizie di sua figlia, ci pensa a come si sentirebbe se fosse lei la vittima di quella stessa violenza che infligge ad altre donne? Mia figlia, leggendo i commenti a me destinati dai suoi campioni di civiltà ha reagito tremando".
Jasmine Cristallo infine ha avvertito che la sua battaglia proseguirà: "Difenderò il mio diritto al dissenso, mi batterò per un mondo civile, in cui le donne non vengano brutalizzate". Proprio due giorni fa Umberto Bossi ha consigliato a Salvini di non sottovalutare le sardine: "Sono una operazione intelligente, rappresentano la spunta sociale contro il Palazzo".
Luca Sablone
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