Il presepe e gli Antifà
Le polemiche sul presepe non investono solo l’Italia: nella laica Francia qualcuno scambia un presente vivente per una manifestazione fascista. Il resoconto tratto da questo articolo comparso sui siti di informazione locale La Depeche e Actu.
Un articolo tradotto da Annarosa Rossetto.
A Tolosa in Place Saint-Georges, era in programma ieri alle 15 un presepe vivente in stile provenzale organizzato dall’associazione “Vivere il Natale in modo diverso”, nel quale veniva presentato anche il lavoro di una fattoria solidale che reinserisce persone senza lavoro e che per l’occasione aveva prestato alcuni animali.
Oltre al presepe vivente c’era in programma l’esibizione di diversi cori, che dovevano susseguirsi ogni mezz’ora: un coro femminile, un trio di voce, piano e flauto con pezzi di musica classica, il coro dei Domenicani, un gruppo gospel ed altri.
Al grido di “Fermate i fascisti”, senza nemmeno rendersi conto di essere loro quelli antidemocratici e privi di alcun rispetto per la libertà di pensiero altrui, una cinquantina di individui, ha interrotto intorno alle 16:00 la manifestazione dedicata ai bambini.
Raggruppati sui muretti che contornano la piazza, gridando e pronunciando insulti e grida contro “gli sbirri” e “i fasci” e rivendicando di essere “noi gli anticapitalisti” hanno spaventato i bambini che recitavano nella rievocazione del presepe. La provocazione si è spinta fino ad arrivare nella piazza alla ricerca dello scontro. Gli organizzatori spiegano di essere stati aggrediti verbalmente, e addirittura spinti, costringendoli a chiudere anticipatamente l’evento. “Doveva essere qualcosa di festoso, rivolto ai bambini”, si rammarica di uno di loro.
Così i bambini sono scesi dal palco e tre dei cori previsti non hanno potuto cantare. L’asino e le pecore sono tornati alla loro fattoria. E il pubblico deluso se n’è andato scuotendo amareggiato la testa.
Una manifestazione tanto triste quanto sciocca. A che sarà servito andare a manifestare lì?
In un comunicato stampa, l’arcivescovo Robert Le Gall, arcivescovo di Tolosa, ha voluto reagire pubblicamente:
“Ieri sera, una cinquantina di manifestanti hanno interrotto, a Tolosa, il presepe vivente organizzato dall’associazione laica “Vivere il Natale in modo diverso”. Questo evento gioioso durante il quale vengono cantati canti natalizi, un presepe viene interpretato da bambini e adulti, accompagnati da diversi animali, non ha altro scopo se non quello di dare profondità a questa celebrazione.”
Come arcivescovo di Tolosa, deplora che la semplice rievocazione della nascita di Gesù e i valori che trasmette (accoglienza dello straniero, annuncio della Pace …) causino “atti di violenza verbale e fisica di coloro che si sono autoproclamati come difensori della libertà “:
“Invito tutti a difendere pacificamente la libertà di espressione e a rispettare la storia e le tradizioni del nostro paese”
Di Annarosa Rossetto
Le polemiche sul presepe non investono solo l’Italia: nella laica Francia qualcuno scambia un presente vivente per una manifestazione fascista. Il resoconto tratto da questo articolo comparso sui siti di informazione locale La Depeche e Actu.
Un articolo tradotto da Annarosa Rossetto.
A Tolosa in Place Saint-Georges, era in programma ieri alle 15 un presepe vivente in stile provenzale organizzato dall’associazione “Vivere il Natale in modo diverso”, nel quale veniva presentato anche il lavoro di una fattoria solidale che reinserisce persone senza lavoro e che per l’occasione aveva prestato alcuni animali.
Oltre al presepe vivente c’era in programma l’esibizione di diversi cori, che dovevano susseguirsi ogni mezz’ora: un coro femminile, un trio di voce, piano e flauto con pezzi di musica classica, il coro dei Domenicani, un gruppo gospel ed altri.
Al grido di “Fermate i fascisti”, senza nemmeno rendersi conto di essere loro quelli antidemocratici e privi di alcun rispetto per la libertà di pensiero altrui, una cinquantina di individui, ha interrotto intorno alle 16:00 la manifestazione dedicata ai bambini.
Raggruppati sui muretti che contornano la piazza, gridando e pronunciando insulti e grida contro “gli sbirri” e “i fasci” e rivendicando di essere “noi gli anticapitalisti” hanno spaventato i bambini che recitavano nella rievocazione del presepe. La provocazione si è spinta fino ad arrivare nella piazza alla ricerca dello scontro. Gli organizzatori spiegano di essere stati aggrediti verbalmente, e addirittura spinti, costringendoli a chiudere anticipatamente l’evento. “Doveva essere qualcosa di festoso, rivolto ai bambini”, si rammarica di uno di loro.
Così i bambini sono scesi dal palco e tre dei cori previsti non hanno potuto cantare. L’asino e le pecore sono tornati alla loro fattoria. E il pubblico deluso se n’è andato scuotendo amareggiato la testa.
Una manifestazione tanto triste quanto sciocca. A che sarà servito andare a manifestare lì?
In un comunicato stampa, l’arcivescovo Robert Le Gall, arcivescovo di Tolosa, ha voluto reagire pubblicamente:
“Ieri sera, una cinquantina di manifestanti hanno interrotto, a Tolosa, il presepe vivente organizzato dall’associazione laica “Vivere il Natale in modo diverso”. Questo evento gioioso durante il quale vengono cantati canti natalizi, un presepe viene interpretato da bambini e adulti, accompagnati da diversi animali, non ha altro scopo se non quello di dare profondità a questa celebrazione.”
Come arcivescovo di Tolosa, deplora che la semplice rievocazione della nascita di Gesù e i valori che trasmette (accoglienza dello straniero, annuncio della Pace …) causino “atti di violenza verbale e fisica di coloro che si sono autoproclamati come difensori della libertà “:
“Invito tutti a difendere pacificamente la libertà di espressione e a rispettare la storia e le tradizioni del nostro paese”
Di Annarosa Rossetto
BESTIARIO: TUTTI SANTI. SANTA GRETA, SANTE SARDINE, SAN MAOMETTO, SAN GURU NANAK…
16 Dicembre 2019 11 Commenti --Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, e troll vari, a cui chiedo di non infastidire più di tanto i frequentatori del blog; se la prendano con me, piuttosto; vi offriamo un piccolo Bestiario internazionale.
Il primo capitolo è una lettera – accompagnata da fotografie – di un lettore di Stilum Curiae, giustamente allibito nel vedere come la spinta ambientalista, green ed ecologica nella Chiesa stia portando alla quasi beatificazione di Greta Thumberg, quel povero strumento manipolato da sappiamo bene chi; basta vedere chi finanzia la fondazione che la sostiene…
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Egregio dott. Tosatti,
la contatto per segnalare del materiale che può ambire, a mio parere, a ben figurare tra le varie stravaganze pre-natalizie che tocca sorbirci.
Le immagini in allegato fanno parte del volantino relativo all’anno pastorale 2019-2020 della mia parrocchia, nelle vicinanze di Roma.
Penso che non ci siano molti commenti da fare: Greta è divenuta la nostra nuova profetessa, di questo passo scalzerà anche la Santa Vergine, tra l’altro di recente ancora umiliata dal pontefice regnante, che l’ha definita una comune discepola di Gesù, respingendo senza mezzi termini il termine Corredentrice.
Tornando a questo (sconcio) volantino provo profonda pena per l’insipienza del parroco e dei catechisti e ancor più per il veleno che viene somministrato ai più giovani, la cui anima viene messa a serio rischio. E’ davvero un disastro, non trova?
Ma d’altro canto penso anche che, se Dio permette questi livelli di apostasia e accecamento, vuol dire che abbiamo ampiamente deragliato e che ora sia davvero arrivato il momento in cui il Signore vuole passare tutti noi al setaccio per capire da che parte vogliamo stare.
La ringrazio per l’attenzione e porgo cordiali saluti.
§§§
Poi abbiamo la Gran Bretagna, dove come scrive Church Militant,
<L’arcidiocesi di Southwark sta promuovendo una “festa di Natale, Milad e Gurpurab”, un “evento interreligioso” del 15 dicembre che si terrà presso la chiesa cattolica di San Matteo nel comune di Lambeth.
“Se sei parte della chiesa, considera di partecipare per unirti alla costruzione di amicizia tra persone di fedi diverse”, si legge in un recente post sui social media dell’arcidiocesi che pubblicizza la celebrazione.
“In onore delle nascite di Gesù Cristo, Maometto e Guru Nanak”, l’incontro includerà “discorsi di oratori cristiani, musulmani e sikh, inni natalizi, nasheed islamici e poesia sikh Gurbani”, nonché “canti devozionali indù di lode per Gesù e Maometto “.
L'”evento interreligioso” riflette una crescente tendenza “interreligiosa” all’interno della Chiesa in Occidente>.
§§§
Torniamo in Italia, dove abbiamo visto nei giorni scorsi il presidente dell’APSA, mons. Galantino, già Segretario Generale della Cei al tempo della legge sulle Unioni Civili, grande amico di Monica Cirinnà, e il Segretario di Stato, il card. Pietro Parolin esprimersi con toni benevolenti verso le sardine. Dal suo profilo Facebook riportiamo queste righe di Costanza Miriano, che sintetizzano lo stupore (almeno) di non pochi cattolici…
<Fanno politica i prelati che prendono posizione contro o a favore di qualche soggetto politico (o prepolitico come questo movimento spintaneo, cioè spinto e non spontaneo).
Invece noi delle piazze delle Sentinelle in piedi, della Manif pour tous, dei Rosari per Alfie o per Charlie e soprattutto noi del Family Day, NOI ci siamo battuti per la Verità sull’uomo, la donna e i bambini, indipendentemente dalla veste politica che alcuni (non io) poi hanno dato alla prosecuzione della battaglia. Ma tutto parte sempre, e per me e per molti rimane solo originato dal dovere di annunciare la Verità antropologica del Magistero sull’uomo.
Per questo ci scandalizziamo del fatto che parte della Chiesa invece, politicizzata come mai prima – a mia memoria – scenda in campo da una parte sola, mentre dovrebbe solo annunciare dei principi, e lasciare che i fedeli scelgano poi chi secondo loro li declina meglio>.
Invece noi delle piazze delle Sentinelle in piedi, della Manif pour tous, dei Rosari per Alfie o per Charlie e soprattutto noi del Family Day, NOI ci siamo battuti per la Verità sull’uomo, la donna e i bambini, indipendentemente dalla veste politica che alcuni (non io) poi hanno dato alla prosecuzione della battaglia. Ma tutto parte sempre, e per me e per molti rimane solo originato dal dovere di annunciare la Verità antropologica del Magistero sull’uomo.
Per questo ci scandalizziamo del fatto che parte della Chiesa invece, politicizzata come mai prima – a mia memoria – scenda in campo da una parte sola, mentre dovrebbe solo annunciare dei principi, e lasciare che i fedeli scelgano poi chi secondo loro li declina meglio>.
Certo, se le sardine fanno il loro comitato centrale nel centro sociale occupato a cui l’elemosiniere del Pontefice regnante ha riattaccato la luce (a proposito: ma le bollette arretrate?) tutto si tiene, direbbero i francesi…
§§§
Tutti santi, dunque. Meno chi cerca di aiutare le persone omosessuali che desiderano modificare questa loro tendenza. L’attacco viene (come dubitarne?) da james Martin sj, l’attivista LGBT nella Chiesa cattolica, mormorato come prossimo arcivescovo di Philadelphia, quando mons. Chaput giungerà al termine del mandato. Dio aiuti Philadelphia, è la sola cosa che ci sentiamo di dire. Ma una petizione preventiva ha già superato le diecimila firme. Qui sotto trovate gli screenshot.
Questa è la traduzione. Comincia padre Martin:
<La Chiesa Cattolica, compresi i vescovi USA, dovrebbe rigettare i programmi cosiddetti “terapia di conversione”, “terapia riparativa” o terapia “ex gay”. Tali programmi sono stati screditati da quasi ogni psichiatra di reputazione, causano immensi danni psicologici alla gente e “curano” nulla.
Anche oggi alcuni programmi di diocesi e parrocchie tesi al ministero della gente LGBT incoraggiano e promuovono queste “terapie” e sponsorizzano oratori che promuovono i loro benefici. Causano molti danni alla gente LGBT e alle loro famiglie>.
Gli rispondono parecchie persone, negando il suo assunto. Ne riportiamo una:
<Perché screditare qualche cosa che funziona? Ci sono tonnellate di persone, uomini e donne, che hanno testimoniato di essere state convertite grazie alla terapia. Sono più felici e si sentono più in pace. @LifeSite ha queste storie>.
E il mitico Eccles (voi sapete che abbiamo una predilezione, per lui) ha concluso:
<Convertire Padre Jim al cattolicesimo sembra che non funzioni>.
§§§
https://www.marcotosatti.com/2019/12/16/bestiario-tutti-santi-santa-greta-sante-sardine-san-maometto-san-guru-nanak/
Manifesto choc al Macro, Gesù ha un'erezione davanti a un bimbo
Al museo Macro di via Nizza sono riapparsi i manifesti "Ecce Homo" che raffigurano Gesù in preda a un'erezione davanti a un bimbo inginocchiato
Al museo Macro di via Nizza sono riapparsi i manifesti "Ecce Homo" che raffigurano Gesù in preda a un'erezione davanti a un bimbo inginocchiato
C’era una volta l’arte sacra, c’erano i Caravaggio, i Michelangelo e i Raffaello. C’erano opere capaci di coniugare bellezza e riflessione.
Oggi, invece, l’iconografia religiosa è diventata appannaggio di un esercito writer in cerca di popolarità. E allora, se la filosofia è quella del “purché se ne parli”, tutto diventa lecito. Anche raffigurare Gesù Cristo in preda a un’erezione davanti a un bimbo inginocchiato. L’ennesima profanazione artistica accade nella Capitale. È affissa in bella mostra su una delle vetrate esterne di un museo comunale: il prestigioso Macro di via Nizza.
A denunciare l’accaduto sono gli esponenti di Fratelli d’Italia, Fabrizio Ghera e Andrea De Priamo, rispettivamente capogruppo in Regione Lazio e in Consiglio comunale. “Stamane abbiamo notato quell’immagine volgare - raccontano i due in una nota - che ritrae un bambino in ginocchio davanti a Gesù Cristo, quest’ultimo in evidente stato di eccitazione e con la mano in testa al bimbo”. Proprio così. Sotto alla scritta “Ecce Homo” campeggia la squallida rappresentazione del Messia pedofilo. Più sotto, per chiarire meglio il concetto, si legge ancora la parola “Erectus”. “È inaccettabile - tuonano i due esponenti di Fratelli d’Italia - che roba del genere venga esposta al pubblico, in un museo importante della città, peraltro con fondi pubblici, e frequentato anche da famiglie”. “Questa vergogna - concludono - deve sparire subito e i responsabili siano sanzionati”.
Una richiesta rilanciata anche da Giorgia Meloni, che al sindaco Virginia Raggi ha chiesto di attivarsi con urgenza per rimuovere “la locandina blasfema, indegna e offensiva non solo dei cristiani ma anche di Roma”. Alla fine a censurare il manifesto ci ha pensato direttamente la società che gestisce il polo museale e che era all’oscuro di tutto. L’Azienda Speciale Palaexpo ha fatto sapere che “si dissocia dal messaggio del manifesto e comunica che lo stesso è stato rimosso”. Battendo così sul tempo chi stava pensando di ricorrere al fai-da-te. Come i cattolici del movimento politico Militia Chirsti, che dal loro account Twitter avevano ventilato l’ipotesi di una discesa in campo. “Il manifesto schifosamente blasfemo - si legge nel tweet dei cattolici oltranzisti - lo dobbiamo andare a togliere noi?”.
Manifesti identici a quelli finiti nell’occhio del ciclone in queste ore erano già apparsi a Roma. Qualcuno li aveva affissi nel luglio del 2017 su alcune pensiline dell’autobus. All’epoca la dinamica dei fatti fu la medesima. Anche la municipalizzata dei trasporti capitolina, infatti, si era dichiarata totalmente estranea alla vicenda, catalogandola come un “atto vandalico”
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