ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 16 dicembre 2019

Frà sardino campanaro..

LETTERA APERTA A FRATE SARDINA



“Le sardine sono persone che riempiono spazi con i loro corpi e le loro idee. Oggi qui facciamo politica”. 
(Mattia Santori, caposardina e sostenitore di Renzi per lo Sblocca Italia e le trivelle petrolifere)

Caro Alex Zanotelli,
ti saluto in quanto frate missionario, frate giornalista, frate che fa gli appelli e, visto l’approvazione che hai concesso al nuovo movimento ittico, frate Sardina.
Ti scrivo in questo periodo del Santo Natale – o, se mi permetti – del santo ritorno della luce dopo il solstizio, festeggiato dai nostri avi pagani – in cui tutti dovremmo essere, oltre che più consumatori, anche più buoni e più disponibili verso il prossimo. Mi permetto di sottoporti alcune narrazioni alternative a quelle di cui ti dici con evangelica sicurezza convinto. Ultimamente il pneumadiscorso delle Sardine.

In quanto missionario, cioè incaricato di evangelizzazione, che per sua natura  qualche irrecuperabile anticolonialista afferma essere prevaricatrice e alienante, diffido di te come di tutti tuoi simili, avendo avuto esperienza diretta e indiretta, tra i popoli che tu e io conosciamo, delle sciagure che hanno causato tutti gli invasori, religiosi, militari ed economici. Ingerenze e interferenze religiose giustificate nel nome dell’”unica vera fede” e dell’”unico vero dio” e che, secondo certi critici forse blasfemi, aprirebbero la strada al saccheggio, alla manipolazione, all’oppressione. Costoro prendono a esempio, quasi fosse un destino ineluttabile di ogni evangelizzazione, quanto missionari e relativo seguito (Vaticano, Usa, Israele) hanno combinato provocando con accanimento la secessione del cattolico Sud Sudan. Tu, comboniano, lo conosci bene e sai anche come da allora sia immerso in un lago di sangue in cui nuotano coloro che se ne contendono il petrolio. Anche qualche prete.

Dimentico di aver forse sbagliato tutto su Sarajevo e la Serbia, adottando la vulgata degli aggressori,ti sei lanciato, qualche mese fà, in uno dei tuoi gravi e appassionati appelli. Quella volta era a tutti i giornalisti italiani perché bombardassero i regimi africani, verbalmente s’intende, visto che tu le armi le detesti, specialmente quelle dei “dittatori” ostili agli Usa. In quanto giornalista, con maggiore anzianità addirittura di te, mi sono un po’ risentito del fatto che imprecavi contro la “dittatura eritrea”, come un Bolton qualsiasi, enumerando fattacci di solito dal neocolonialismo occidentale attribuiti a quell’unico paese che non ospita basi né Usa né israeliane e perciò sta sotto sanzioni da trent'anni, e che io sapevo del tutto falsi per aver percorso e ripercorso l’Eritrea in lotta contro chi la voleva e vuole far fuori, dal 1971 a oggi. E per frequentare anche tutta la diaspora eritrea in Italia ed Europa.


Nessun dubbio che la tua coscienza è immacolata grazie a queste tue invettive contro le armi, il loro commercio, i loro trafficanti. Ma, se mi consenti, hai mai pensato di unire a codesti anatemi anche uno contro coloro – i nomi li trovi negli annuari dei capi statunitensi, britannici, Nato e israeliani - che tali armi usano per aggredire, devastare, uccidere in nome dell’Occidente, della democrazia, del dollaro e del suo unico vero dio? Posso suggerire a te e al tuo vicario in Terra qualche nome? Tipo Bush, Obama, Trump, Ben Gurion, Begin, Netaniahu, Stoltenberg…? La maggior parte dei tuoi confratelli e delle tue consorelle in Siria, sapendo da che parte sta la verità e la giustizia, in otto anni di carneficine inflitte a quel popolo dalla civiltà cristiana occidentale e dai suoi mercenari jihadisti, hanno innumerevoli volte fatto sentire la loro denuncia degli aggressori e la loro solidarietà con lo Stato siriano, rispettoso di religioni ed etnie, pluralista e laico, aggredito ed eroico nella sua difesa. Capisco quanto hai da fare a Forcella e per lanciare appelli, ma le hai mai ascoltate?


Hai fatto bene a protestare contro la definizione di “martiri” dei soldati italiani caduti a Nassiriya. Ma forse non hai fatto altrettanto bene a bilanciare tale affermazione di verità, associandoti ai peana per le milizie curde che, uscendo dal loro territorio storico, si sono poste al servizio dei nemici della Siria e hanno dato il loro contributo, con l’occupazione di territori e risorse che non gli spettavano e pulizie etniche dei titolari arabi di quelle terre, allo squartamento di un paese in cui tutti avevano saputo convivere. Un paese che aveva accolto migliaia di profughi curdi dalla Turchia, compreso il loro leader, Ocalan.  Un paese sistematicamente aggredito, mai aggressore. Pensa che grande occasione ti si offrirebbe a impegnarti per evitare altri nostri “martiri” da occupazione e combattimento, in giro per il mondo, nelle 34 missioni militari in 23 paesi, al servizio della NATO, dall’Afghanistan al Niger, tipo quei soldati delle Forze Speciali feriti in Iraq, che combattevano non si capisce bene perché e per chi?ù



Qualche volta, fin dai tempi in cui eri il direttore di “Nigrizia”, mi ritrovavo colpevole di nutrire dubbi che a volte riguardavano la tua vista, a volte la tua buonafede. Dubbi, ahimè, confermati quando ti ho visto sostenere, insieme ai più cinici emissari del colonialismo e dello sfruttamento capitalista, i trafficanti lontani e i traffichini vicini di esseri umani. Agenti dello sradicamento di popoli, spesso finanziati dal brigante della speculazione e dei colpi di Stato in paesi disobbedienti, George Soros, che tu, pure, da amico di ogni indigeno sotto lamiere e nei campi di pomodori, avresti dovuto capire essere il nuovo strumento del colonialismo teso a svuotare il Sud del mondo, quello della povertà dei viventi e della ricchezza della terra. Svuotarlo questo Sud per il profitto di schiavisti spietati, il Sud così ricco e così povero, svuotarlo dei suoi titolari millenari per fare spazio alle multinazionali della rapina e, al tempo stesso, offrire ai padroni del nord un esercito industriale e agricolo di riserva, da nuova lamiera e da due euro l’ora, finalizzato all’annientamento dei diritti, sia di quelli che arrivano, che di quelli che ricevono.


Continui a ricevere il plauso dei nemici dell’umanità. Che poi ne sono i padroni e vorrebbero esserlo sempre di più. Tutti ti vorrebbero santo subito. E non è detto che Bergoglio non ci pensi. Hanno fatto santo perfino Padre Pio e ne hanno trascinato il cadavere per le strade di Roma. Reliquie redditizie, come ai tempi delle indulgenze…. Non lo trovi un po’ imbarazzante? Ne condividi con trasporto degno, secondo me che sono indegno, di molto migliore causa, le più efferate strategie disumane. Quelle che vogliono che tutti gli esseri umani siano uguali, mangino le stesse porcherie, abitino nelle stesse orrende case, si vestano alla stessa maniera, parlino la stessa lingua, a dispetto di culture proprie e stupendamente distinte (pensa a Palmira, Niniveh, Timbuctu) di radici profonde, di storie lontanissime. Che donne e uomini possano essere tranquillamente spostati di qua e di là, mescolati, livellati, possibilmente tutti devoti a quel tuo unico vero dio. Quelle strategie che, spostando le naturali lotte verticali del dominato al dominante, verso lotte orizzontali indotte, donne contro uomini, adolescenti contro le generazioni che li hanno preceduti, migranti contro autoctoni, cristiani contro musulmani, sardine contro cosiddetti fascioleghisti, populisti, sovranisti. A proposito, chi più sovranista del Vaticano e del suo monarca assoluto e infallibile in dottrina (dottrina, si sa, che vuole governare tutto di noi, dal concepimento alla morte), non credi?


 Alex, non ti vengono mai sospetti sul tuo ruolo? Solidarizzi e ti entusiasmi per le sardine cui vengono tributati onori ed elogi dagli stessi ambienti che celebrano te. La loro conclamata umanità antipopulista e il loro veemente antifascismo (contro un fascismo in forma di cartonato), individuato nella Lega e sue appendici, forse ci deve far dimenticare come i padroni abbiano preso i detriti del primo fascismo per ricomporli e integrarli in un fascismo evoluto, finanzacapitalista, tecnologico, multinazionale, globalista, multibellico, colonialista e schiavista, molto più letalmente pervasivo. Forse chiamarlo democratico e per i “diritti umani”, soprattutto contro l’ODIO, deve liberarci dal senso di colpa, magari inconsapevole, per tutti i crimini di guerra e contro l’umanità di cui siamo complici, già soltanto perché non diciamo mai Nato, mai Usa, mai UE, mai Mattarella, mai Woytila e la sua guerra alla Jugoslavia o i suoi soldi investiti nel petrolio in Africa, mai Bergoglio e i suoi generali argentini, mai Trump o Obama o Clinton o Netaniahu? E quando senti quell’ininterrotto rullìo di mille tamburi santi e perbene sul razzismo che imperversa, ti è mai venuto in mente che il razzismo che s’intende sta a quello di chi strappa le genti da casa sua, o le bombarda, o con le sanzioni le priva di cibo e medicine, o ne abbatte i governi per metterci i guardaspalle suoi, o cerca di convertirle, come il picchio sull’albero sta al deforestatore dell’Amazzonia?

 Hai sentito il programma redatto e proclamato dalla Sardina n°1, Mattia Santori? Sembra il discorso della domenica del parroco, o quello del papa all’Angelus. Tante belle parole, da sorriso e da lacrime, da sentimenti buoni. L’unica concretezza: nelle Sardine, l’invettiva contro Salvini, l’odio, l’antifascismo; nel papa, la reprimenda per la tragedia siriana al solo Assad, in sintonia e in sincrono con Cia, Amnesty International e Stato Islamico. Per il resto, contenuti e proposte che assomigliano all’interno di un pallone aerostatico. E non ti pare che anche questo sia un depistaggio dai delitti che la Sardina n°1 sosteneva con altrettanto vigore: Renzi e il suo Sblocca Italia (e tutte le Grandi Opere che pensano di fare le scarpe perfino alla Grande Opera del tuo Buon Dio), le trivelle petrolifere per terra e per mare, ovviamente il Jobs Act a maggior gloria del lavoro e di chi lo da, o non da (non di chi lo prende, lo cerca, lo perde)?



Non ti pare che tutti questi, Sardine, papa, tuonino contro il clima cambiato, ma non nominano mai chi personalmente l’ha cambiato? E non ti insospettisce il fatto che i mercanti vengano lasciati liberi a mercanteggiare nel tempio? Purchè magari lo tinteggino di verde? Certo, ti può consolare la bella compagnia con cui ti ritrovi nel banco di Sardine: un sacco di PD, Zingaretti, parecchia Italia Viva, Nichi Vendola (quello dell’utero in affitto di chi non si sa), Michele Santoro, Flores d’Arcais, Laura Boldrini (e chissenò), Martina, Gentiloni, la Furlan, Erri De Luca (e chissenò), la Pascale con Dudù, fidanzati di Berlusconi, Mimmo Lucano, che promette di votare per il plurinquisito presidente della Calabria, Oliverio, schifato pure dal PD. And last, but not least, anche Norma Rangeri, direttrice del “quotidiano comunista”, che è tanto comunista quanto Hulk è bello, ma con la quale arriviamo all’estasi di Santa Teresa. E giù contumelie “comuniste” contro sessisti, omofobi, xenofobi, fascioleghisti, odiatori (padroni e guerrafondai non fanno più tendenza), per poi sollevarsi all’apoteosi per aver trovato finalmente in piazza una massa critica che ne condivide “la sveglia a sinistra”… 

E poi i megafoni della “comunità internazionale”: dal Pais che vorrebbe morto Maduro, al Guardian che ha seppellito Assange sotto calunnie a fake news, alla BBC che condivide col papa la rampogna ad Assad e con Washington tutte le guerre, a Mediapart, un consorzio di giornalisti devoti all’atlantismo, Insomma, caro frate, ti ritrovi tra la crème de la crème, quella del ricco obolo alla messa cantata di mezzogiorno la domenica.

Caro Zanotelli, il giorno che avrai il plauso di Bashar el Assad e del popolo che da 8 anni, sotto la sua guida, resiste alla malvagità genocida di mezzo mondo, o di Evo Morales, il cui popolo è massacrato dai golpisti amerikofascisti, degli iraniani, degli afghani, dei venezuelani di Maduro, del popolo No Tav, No Muos, No Tap, il giorno in cui rimpiangerai Gheddafi e il suo popolo libero e prospero, non sarai più popolare tra quelli che ti elogiano ora. Ma sicuramente non si potrà più temere che tu non sia in buonafede.



 Anzi, permettimi di suggerirti uno dei tuoi appelli per i diritti umani, la solidarietà, la vita. Sai niente di Julian Assange? E’ un collega tuo e mio, di tutti noi giornalisti del mondo. Forse non ne sai niente poiché le famose organizzazioni internazionali e nazionali che si piccano di difendere giornalisti e libertà di stampa non ne hanno fatto menzione, pur essendo prontissimi a stracciarsi le vesti per ogni giornalista russo di cui dalle nostre parti si dice che sia stato arrestato, o censurato, o imbavagliato. Neanche il sindacato dei giornalisti italiani, ai quali ti sei rivolto perché s’impegnasse a satanizzare il governo eritreo da trent’anni sotto sanzioni americane, quella FNSI così pronta a scendere in piazza per Giulio Regeni che lavorava con manigoldi, assassini e spie a Oxford Analytica, si è mai curato di spendere una parola per Julian Assange. Un giornalista libero, perseguitato da dieci anni, recluso nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra per otto, prima come ospite di un presidente onesto che gli aveva concesso l’asilo politico, poi come prigioniero di un presidente fellone, che lo ha tenuto lontano dalla luce del giorno e poi lo ha venduto agli americani e ai britannici in cambio di un prestito FMI da 1,5 miliardi di dollari.

Ne sai nulla? Sapessi quanto avrebbe bisogno della tua vibrante voce per i diritti umani il governo britannico. Che grande occasione per te! Assange, nostro collega e combattente per la libertà di stampa, da noi già così deperita, è in un carcere di massima sicurezza, in isolamento e sottoposto a uno omicidio strisciante. Gli sono negati i più elementari diritti della difesa, incontri con legali o testimoni, lo studio di documenti. Il responsabile ONU per i diritti umani ha definito tortura il trattamento inflitto ad Assange. Quando è apparso in una prima udienza in tribunale, era ridotto in condizioni psicofisiche spaventose: non ricordava bene il suo nome, né la data di nascita. Paga per gravissimi delitti, caro Alex Zanotelli. Ha rivelato al mondo, con la sua testata Wikileaks, i crimini, le atrocità, le menzogne, dei governi Usa e suoi alleati, con particolare dovizia di particolari agghiaccianti in Iraq e Afghanistan. Chi gli ha fornito molte notizie è Chelsea Manning, già soldato Usa, imprigionata per sette anni e quattro mesi e di nuovo in carcere dall’8 marzo 2019, a tempo indeterminato, perché si rifiuta di testimoniare contro Assange davanti a una giuria segreta. Anche lei trattata in carcere alla maniera di Assange, Forse sarebbe meritevole di uno di quei tuoi appelli. E visto che è una transgender, non si capisce come mai “il manifesto” non la celebri. Tardivamente, qualcuno dei tuoi fratelli ha deprecato i crimini delle Crociate. Su questi crimini tutto ancora tace.

Chelsea Manning



Alex Zanotelli, a proposito di qualche mio dubbio sulla tua buonafede, se tieni conto di una voce altra come questa, vorrà dire che mi sono sbagliato. Mi fermo, anche perché nell’immagine dell’imperialismo qui in fondo è già detto tutto.

Se mi hai ascoltato, ti ringrazio. Buone feste.

Fulvio Grimaldi


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