di Pierluigi Pavone
- Il New Age … in salsa aliena
Per studiare la natura e la realtà del Nuovo Ordine Mondiale non occorre essere complottisti o visitare strani siti sul web, dove si parla di presenze aliene, verificate su tavolette dei Sumeri, dove i miti religiosi e l’organizzazione sociale non sarebbero altro che testimonianze dirette dell’origine degli Anunnaki, i figli del cielo. Non occorre credere che esista una manciata di millenarie dinastie di uomini-rettili che nel segreto dominano il mondo, oppure che siano i discendenti dei sopravvissuti di Atlantide. Non occorre essere seguaci dell’ex giornalista sportivo Claude Vorilhon, noto come “Rael”. O lettori, più divertiti che scioccati, delle rivelazioni di Marco Columbro sul Gesù Alieno. O, ancora, affascinati dalle “rigorose e attendibili” traduzioni bibliche di Mauro Biglino, sulla creazione genetica di Adamo ed Eva da parte degli Elhoim: il termine che in Gen 1,1 fa riferimento a Dio che in principio crea i cieli e la terra, e che i nuovi “esperti” di studi biblici rendono come “esseri tecnologicamente avanzati”, provenienti da altri pianeti (ora esplosi) del sistema solare. Se leggete le decine di pubblicazioni di Zacharia Sitchin, troverete una teogonia (poema mitologico, ndr) planetaria degna di Esiodo. Se invece amate gli effetti speciali, tre ore del film Avatar svolgono benissimo il compito di infarinatura generale sulla creazione umana come ibridi genetici: se vedete il film ricordate il particolare che in questo caso i “cattivi” siamo noi terrestri e i “buoni” sono esseri umanoidi (il popolo dei Na’vi) del pianeta divino Pandora/Ejwa, con tanto di Albero delle Anime, per coloro che amano l’ecologismo spinto.
→ In verità, la questione del New Age, dell’Alieno Creatore e della rilettura biblica in chiave spaziale, è questione seria, considerando il fascino (e le vendite) che questi libri determinano sulle masse (culturalmente e teologicamente indifese). E non si possono snobbare, con superficialità. Bisogna rivelarne piuttosto la radice. In verità, a ben riflettere, persino il mito dell’alieno che è “già tra noi” e annuncia la Conoscenza antica, per il mondo futuro, non è altro che l’ennesima ramificazione gnostica. Con qualche tocco di fantasia tecnologica in più.
Chi sono infatti coloro che credono negli extraterrestri? Sono coloro che sostituiscono il Creatore malvagio della Gnosi, con il mito alieno. Erano proprio i testi gnostici a identificare – molti secoli prima dei teorici del pianeta Nibiru – questi presunti Elhoim con angeli ribelli, caduti, invidiosi del Dio primo e buono, e creatori della materia e dell’uomo. Nell’ultimo secolo, non si è fatto altro che sostituire il carattere religioso degli angeli con quello fantascientifico e laico degli alieni.
L’Extraterrestre non è altro che un surrogato. Nell’America della Guerra Fredda fu un surrogato dell’invasore sovietico. Più approfonditamente, l’alieno è un surrogato religioso, che attinge linfa vitale dalla Gnosi, sia in versione pessimistica, sia in versione ottimistica. Nella versione pessimistica è il corrispettivo del Creatore malvagio; è arrivato sulla Terra qualche tempo prima dei Sumeri, dove chiunque può raccontare i suoi miti di esseri simili all’Homo Sapiens Sapiens (è sufficiente recuperare qualche osso e un paio di segni su caverne); ha creato l’essere umano (questo è il pezzo forte), per mezzo di un mix genetico tra se stesso e questi presunti esseri scimmieschi, come uno schiavo. Ora, l’uomo schiavo deve rendersi conto della sua vera origine e liberarsi del suo malvagio Creatore-Carceriere galattico. Nella versione ottimistica (la cui prima anticipazione è da ravvisare addirittura nel film di Kubrick, 2001: Odissea nello Spazio), è il corrispettivo di Satana, versione interstellare: è il portatore di luce e conoscenza ad esseri scimmieschi per permettere loro di progredire secondo una razionalità che potrebbe contemplare anche il post-umano, il trans-umano. Nei libri di Zecharia Sitchin, ad esempio, troverete entrambe le versioni in un perfetto romanzo interplanetario, con alieni perfidi e alieni dagli scrupoli morali: avviene così anche per il marine Jake Sully di Avatar, che si innamora della figlia del capo villaggio Na’vi e combatte, in nome della Grande Madre (Ejwa), contro i terrestri invasori e inquinatori.
Si tratta di un mito che nasce tra le pagine oscure dell’occultismo dell’Ottocento, spesso nella sua versione satanista e si innesta negli sviluppi della missilistica militare tra prima e seconda Guerra Mondiale: è determinante studiare la vita del fisico esperto di missilistica Jack Parsons e i suoi contatti con il mago satanista Aleister Crowley (tra le cui amicizie troviamo anche il fondatore di Scientology, il cui simbolo NON è una Croce, ma “la croce crocifissa”, in chiave anti-cristiana e satanica). Si crea, in queste pagine oscure – tra fisica balistica, sui prototipi missilistici dei nazisti, trasportati nei deserti americani, e magia nera – il connubio tra l’alieno come “essere spirituale superiore”, portatore di una rivelazione post-cristiana e profeta di una Nuova Cosmica Epoca (spesso nota – come a Woodstock (!) – con il nome di Età dell’Acquario), da un lato, e l’alieno come il pilota di astronavi supertecnologiche, che attraversa cunicoli spazio-temporali, dall’altro. Rimando all’ottima pubblicazione in merito di Marletta e Pennetta, Extraterrestri. Le radici occulte di un mito moderno, Rubbettino.
- L’età spirituale
La vera natura del Nuovo Ordine Mondiale ha, tuttavia, radici molto diverse e molto più complesse. Ha radici antiche e “cristiane”, almeno apparentemente. Sembra l’effetto complesso della secolarizzazione della “dottrina delle due Città” di sant’Agostino, mediata dalla rielaborazione del monaco Gioacchino da Fiore, circa la corrispondenza tra le persone della Trinità e le macro-epoche della Storia: Età del Padre, del Figlio, dello Spirito Spirito.
Potrebbe essere una suggestione legittima a prima vista (ma solo per chi non conosce gli scritti di Gioacchino da Fiore e ripete aforismi di opinion comune). La presunta legittimità di questa eredità del monaco calabrese del XII secolo sarebbe data dalla teoria illuministica di Vico sulla scienza storica, che poggiandosi su filologia (scienza del certo) e filosofia (scienza del vero), è in grado di analizzare i “corsi e ricorsi” storici e la presenza di una provvidenza razionale che muove l’umanità dall’età degli dei, cioè delle organizzazioni teocratiche, all’età degli uomini, adulti e razionali, che finalmente concepiscono uno stato moderno di diritto (passando per l’età delle aristocrazie dei nobili, presunti eroi). Anche il positivismo di Conte, nel secolo successivo, postula il trionfo delle scienze positive e l’elevazione della politica a identico rango, a vantaggio di una perfetta e tecnica ingegneria sociale, dopo un’età di superstizione religiosa e un’età di prima purificazione metafisica. Stadio teologico, metafisico, positivo. In Hegel la complessità dialettica della Storia dell’Umanità è tale da essere intesa come il processo razionale e necessario dello Spirito, che conosce Tesi / Antitesi / Sintesi. Le stesse persone della Trinità cristiana sono lette simbolicamente come “momenti” dell’auto-coscienza progressiva di Dio. L’illuminista Lessing, nel perfetto connubio tra Educazione e Rivelazione, interpretava l’illuminismo come il tempo del “Vangelo Eterno”, il tempo del definitivo trionfo dell’uomo, citando direttamente le “profezie medievali” sulla terza età spirituale. Persino il Fascismo si presentava, in modo suggestivo, come “terza” via tra socialismo comunista e capitalismo liberale. Potremmo andare all’infinito. Persino in Nietzsche c’è traccia della “fatidica terna”: colui che osteggiava il Medioevo quanto la Modernità, colui che della modernità rifiutava più di ogni cosa, l’eredità cristiana del tempo lineare. Su un aspetto era onesto. Nietzsche rivendicava Dionisio, come principio originario della realtà, l’essenza vitalistica, orgiastica, anarchica, indeterminata dell’essere. In chiave anti-storicista e anti-logica. Pagava anche lui il debito con la Cabala. Tuttavia l’Indeterminazione infinita non era Dio (En Sof), ma l’agire proprio dell’Oltre-Uomo. L’Oltre-Uomo non era l’uomo moderno che rivendicava la sua legge contro quella di Dio, ma l’uomo nuovo che rinuncia al perché delle cose, alla ricerca del senso della storia e dell’esistenza, che vive l’eterno ritorno del sempre uguale, al di là di ogni legge, ordine, bene e male. Se il medievale era l’emblema di chi aveva condannato a peccato la felicità in questo mondo, se l’uomo moderno era colui che si era emancipato da Dio, finalmente l’Oltre-Uomo era giunto alla terza “metamorfosi dello spirito”: cammello, poi leone, infine bambino.
Nietzsche aveva rinunciato all’idea moderna di progresso razionale, all’idea stessa di uomo come ragione. Tuttavia anche lui aveva conservato qualcosa della modernità: le metamorfosi erano “tre”.
È indubbio che la modernità sia intrisa di questa idea di tripartizione storica. Proprio questa legge delle epoche ha legittimato, garantito, plasmato la prospettiva – spesso raggiunta con la Rivoluzione (come quella americana, francese, comunista) – del Nuovo Ordine Mondiale. La modernità è essa stessa l’età ultima, il Nuovo Ordine. L’Età spirituale. Progresso e Rivoluzione sono stati meccanismi e applicazioni fiduciose, programmatiche, complementari e ideologicamente affini di un unico obiettivo mondialista.
Dopo una gestazione secolare e spesso consumata in occulte logge, questo obiettivo universale, ha raggiunto oramai la totale legittimazione pubblica. Ormai anche religiosa… Sembra oramai venire meno l’ultimo OSTACOLO QUI TENET. L’ostacolo a cui pensano i cattolici fedeli alla Seconda Lettera ai Tessalonicesi di san Paolo. Proprio lì dove – secondo San Paolo – la manifestazione dell’uomo iniquo è determinata dalla apostasia generale e dal venir meno del Kathekon, il potere qui tenet l’Anticristo, il potere che rimanda la sua sovranità e religione mondiale dell’uomo divino, senza più né colpa, né peccato, né Giudizio, finalmente libero di plasmare il proprio Ordine. L’ostacolo che, per sua natura e prima ancora del potere politico (dove viene reso “sacro”), dovrebbe ergersi per resistere e respingere questa legittimazione e realizzazione. In nome del potere conferito direttamente da Cristo.
Resta da capire quali siano i punti essenziali in cui questo obiettivo universale mondialista si “specializza”, rispetto ai secoli precedenti.
Resta da capire il come: come sia avvenuta questa gestazione secolare dell’età spirituale; il senso della pseudo-eredità di Gioacchino da Fiore; il ruolo del senso di “prigione” che da cosmica diventa temporale; la figura dell’Anticristo che inizialmente scompare, per ricomparire in modo assoluto come il realizzatore stesso della Fine della Storia.
E lo affronteremo nella meditazione della quarta Domenica d’Avvento.
Di Pierluigi Pavone
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.