È impossibile e sbagliato destare chi non lo vuole: chi pecca contro la verità pecca contro Dio? Se un’anima non è pronta e non è disposta ad aprirsi alla verità volerle offrire le "Perle della sapienza" sarebbe solo stoltezza?
di Francesco Lamendola
È cosa impossibile destare dal sonno colui che vuol rimanere dormiente nel sonno profondo della sua vita. Ne abbiamo già parlato in diverse occasioni e ci sembra inutile insistere ancora su questo concetto (cfr. in particolare l’articolo: Viviamo in un mondo di dormienti che diventano feroci se qualcuno cerca di destarli, già pubblicato sul sito di Arianna Editrice il 12/05/09 e ripubblicato su quello dell’Accademia Nuova Italia il 28 gennaio 2018). Ora vogliamo esaminare un altro aspetto della questione, e cioè come qualunque tentativo di svegliare chi non vuol essere destato non è solamente destinato al fallimento, perché impossibile, ma è anche sbagliato.
Qualcuno potrebbe obiettare: se una cosa è impossibile, va da sé che sia anche sbagliata: è sbagliata appunto perché è impossibile. Questo modo di pensare resta però confinato al piano pratico, mentre noi vogliamo fare un passo oltre e portare la riflessione sul piano etico. In linea generale, non è detto che una cosa impossibile, o che si presenta come impossibile (chi può dire che una certa cosa sia veramente impossibile, se non ci ha provato?), sia anche sbagliata, perché giusto e sbagliato non afferiscono solo la sfera pratica, o quella giuridica, ma anche e soprattutto la sfera etica, nella quale vigono altre leggi e prevalgono altri fattori di giudizio. Di fatto ci sono molte cose che sembrano impossibili e nondimeno è giusto farle, o provare a farle, perché il vero senso morale non consente che si stia a domandarsi se una cosa sia troppo difficile o addirittura impossibile: il vero senso etico è esigente, alieno da compromessi, insofferente di qualsiasi indugio. Se una cosa va fatta, bisogna farla, costi quello che costi; e se quella cosa è conforme alla volontà di Dio, Dio darà all’uomo anche la forza di realizzarla, o, qualora ciò non accadesse, la forza di sostenere intrepidamente le conseguenze negative del tentativo fallito. Ad esempio, uno può perdere il posto di lavoro per aver assunto una posizione moralmente giusta: ebbene, Dio lo aiuterà a trovarne un altro e, per intanto, gli darà la pazienza di sopportare le avversità derivanti dalla disoccupazione. Questo è il segreto della fede: se fai il bene, Dio di aiuterà; se fai il male, quand’anche tu avessi dalla tua parte gli uomini e le istituzioni più potenti della terra, Dio ti abbandonerà in balia dei tuoi desideri disordinati, i quali finiranno per ritorcersi contro di te.
È impossibile e sbagliato destare chi non lo vuole? Questo è il segreto della fede: se fai il bene, Dio di aiuterà; se fai il male, quand’anche tu avessi dalla tua parte gli uomini e le istituzioni più potenti della terra, Dio ti abbandonerà in balia dei tuoi desideri disordinati, i quali finiranno per ritorcersi contro di te!
Tuttavia nel caso che abbiamo preso in considerazione, se si debba o no tentar di risvegliare alla consapevolezza le menti e le coscienze che, invece, hanno fermamente deciso di restare immerse nei loro beati sogni, anche se forse non sono poi così lieti ma somigliano sempre più a degli incubi (perché nella vita onirica la parte più profonda di noi stessi si prende la rivincita e ci mostra con forza, perfino con violenza, quelle amare verità che, desti, non vogliamo accettare) abbiamo affermato che ciò è sia impossibile, sia sbagliato. Vi è dunque concordanza fra la sfera pratica e la sfera etica: è tanto impossibile sul piano pratico quanto è sbagliato sul piano etico. Ma perché è sbagliato? Se, per ipotesi, si riuscisse a ridestare almeno alcuni di quanti sono immersi nel sonno, ciò non sarebbe forse una buona cosa? E fare una cosa buona non è di per sé un’azione etica? Eppure bisogna andarci piano prima di dire che una certa cosa è buona: non è buono tutto quel che appare tale, e lo stesso vale per ciò che appare cattivo. Una volta un uccellino, stremato dal freddo, cadde a terra e una mucca che passava di lì, depositando i suoi escrementi, lo ricoperse completamente con essi. Sotto quel caldo scudo protettivo l’uccellino recuperò le forze e tornò a vivere, da semi-assiderato che era. Ma poi sopraggiunse un gatto, ne scoprì la presenza, lo tirò fuori, lo ripulì dalla sporcizia e se lo mangiò in un boccone. Questo apologo ci insegna almeno due cose: primo, che non sempre chi ci sembra ostile, ci sta facendo realmente del male, anzi, forse ci sta facendo del bene e ci sta perfino salvando la vita; secondo, che a volte chi sembra che ci stia facendo del bene, si accinge in realtà a colpirci e magari a distruggerci. Risvegliare un dormiente che non vuol essere risvegliato è davvero una cosa buona? Noi pensiamo di no: primo, perché se non vuol essere risvegliato, ciò significa che per lui non è il momento giusto e non vi sono le condizioni affinché si apra alla consapevolezza; secondo, perché si arrabbierà terribilmente e, messo di fronte alla realtà delle cose, se la prenderà con noi che abbiamo interrotto i suoi sogni e lo abbiamo costretto a misurarsi con una realtà che non sa o non vuole affrontare. Dopotutto, seguitare a dormire è un sacrosanto diritto di chiunque; e se è cosa buona svegliare qualcuno che dorme in una casa ove è scoppiato un incendio, rientra nella sua libertà la decisione di seguitare la nanna in mezzo al fuoco che divampa e ai muri e al soffitto che crollano per effetto delle fiamme e del calore. Il guaio, naturalmente, è che in regime di democrazia e di libertà apparente, quelli che dormono e quelli che vegliano hanno diritto a esprimere e far valere la loro volontà alla stessa maniera e con il medesimo peso specifico: la volontà di chi si è destato con molta fatica e sacrificio personale, non ha un peso maggiore di quella di chi ha sempre dormito e non desidera, né ha mai desiderato altro, che seguitare a dormire. Di conseguenza, se la massa dei dormienti è contenta e soddisfatta di finire nel precipizio, essa ha la forza di trascinare con sé anche quelli che sono desti o si sono risvegliati; ed è difficile, difficilissimo opporsi, perché, in nome del principio democratico un uomo, un voto la maggioranza seguiterà per quella strada, e tentar di farla ragionare equivarrebbe press’a poco a voler attuare un colpo di Stato reazionario.
Chi pecca contro la verità pecca anche contro Dio, poiché Dio è la Verità somma, così come è il sommo Bene e la somma Giustizia!
Voler svegliare a tutti i costi colui che non vuole essere svegliato, significa alterare arbitrariamente e presuntuosamente l’ordine dell’evoluzione generale delle anime. Esiste una Legge secondo la quale ogni anima ha un compito da svolgere nel corso della sua esistenza terrena: evolvere, migliorarsi, perfezionarsi, avanzando sulla via della vera consapevolezza. Le anime che si rifiutano di compiere il benché minimo progresso sono simili al servo inutile della parabola evangelica, quello che nasconde sottoterra il denaro ricevuto in custodia dal padrone, invece di farlo fruttare, così da poterne poi consegnare al padrone il valore moltiplicato. E così come la parabola dei talenti insegna che ciascuno deve sviluppare i doni naturali che ha ricevuto, e non tenerli pigramente inoperosi, così la Legge dell’evoluzione spirituale vuole che ciascun’anima impari a lavorare su se stessa, sul materiale grezzo che ne costituisce il nucleo, per abbellirsi e nobilitarsi attraverso un percorso di maturazione e di crescente consapevolezza. Esiste anche la possibilità che un’anima, invece di evolvere, regredisca: che si sprofondi nel fango delle sue pulsioni inferiori e si abbrutisca fino a divenire una diabolica contraffazione dell’anima umana. È questa una tremenda eventualità, contemplata nel mistero del libero volere che è stato dato a ogni anima da Dio, affinché essa ne faccia il giusto uso. Tanto la ragione naturale che la divina Rivelazione indicano chiaramente quale sia il giusto uso, perciò le anime che, usando male il dono preziosissimo della libertà, si imbestialiscono, assecondando i loro istinti più animaleschi, sanno bene quel che stanno facendo e portano tutta intera la responsabilità della loro scelta aberrante, pur se esistono, in misura diversa, delle circostanze che possono concorrere a far sì che le anime sviluppino in senso positivo o negativo le possibilità di cui sono suscettibili. Per nessuna, però, il destino è già scritto; anche per le più sfortunata, per le meno favorite dalle circostanze esteriori, rimane sempre un filo di libero arbitrio, che fa per esse la differenza fra subire e scegliere il proprio destino. Anzi, è cosa certa che alcune delle anime sono sottoposte a delle prove più severe, e devono affrontare circostanze più difficili, non per un caso arbitrario o per un immeritata punizione, ma perché in esse Dio ha intravisto delle splendide possibilità di evoluzione e ha voluto metterle alla prova, offrendo loro l’occasione di maturare più in fretta e in modo più completo di quelle che, invece, non devono mai misurarsi con delle gravi difficoltà esistenziali. Il mistero dei santi bambini si spiega così: altrimenti sarebbe umanamente impossibile spiegare come un bimbo o una bimba di cinque, sei, sette anni, possano sopportare le prove più dure, le malattie più dolorose, conservando intatta la freschezza e la fragranza della loro innocenza e irradiando letteralmente la luce intorno a sé, confortando i loro genitori e tutti quelli che, in teoria, dovrebbero confortare essi. Come spiegare un simile prodigio, se non ammettendo che Dio interviene costantemente per sostenere, ispirare e fortificare le anime che ha scelto, nella sua ineffabile sapienza, per svolgere un’opera di bene in mezzo a tutte le altre, e per offrire l’esempio di come sia possibile percorrere con serenità e coraggio anche il cammino più arduo, senza mai perdere la speranza e senza smettere di amare, ringraziare e offrire tutto il proprio essere a Colui che è l’Alfa e l’Omega di ogni cosa che esiste?
Il mistero dei santi bambini? Gesù dice: Se non diverrete simili a dei bambini, non entrerete nel Regno dei cieli!
C’è poi un’altra considerazione da fare, a proposito del voler risvegliare le anime dormienti; un’osservazione che non riguarda queste ultime, ma colui che si propone un simile scopo. Voler destare dal sonno le anime inconsapevoli implica la sicurezza di aver trovato, di essere giunti a un alto livello di evoluzione e perciò di porsi come maestro nei confronti del discepolo. Ora, è ben vero che il vero maestro si sceglie i suoi discepoli, e non si lascia scegliere da essi; ma è altrettanto vero che il mondo è pieno di anime presuntuose e sciocche, le quali credono di poter assumere le funzioni di maestro, mentre avrebbero ancora moltissime cose da imparare anche solo per poter essere maestre di se stesse. La Legge, infatti, vuole precisamente questo, che prima di poter insegnare agli altri, si sia capaci di apprendere dal proprio Maestro interiore: che, per il cristiano, è sempre e solo Dio, o qualche anima di luce che Dio stesso ha colmato di grazia e che ha posto sul cammino altrui, per favorirne lo sviluppo armonioso e sapiente. Nessuno che non abbia percorso questa strada, avrà mai nulla da insegnare a chicchessia; nessuno che non abbi imparato a tacere, ad ascoltar la voce del Maestro interiore e a metterla in pratica, avrà mai nulla di buono da comunicare al prossimo. Disgraziatamente, ci sono in giro moltissimi falsi maestri, alcuni dei quali sono tali per ignoranza e sopravvalutazione di sé, altri lo sono per calcolata malizia, in quanto sanno benissimo di essere solo degli abili ciarlatani il cui unico scopo è di crearsi un discepolato da manipolare e spremere in ogni senso, anche economico, per esercitare su di esso un potere tanto vanaglorioso quanto effimero.
Non bisogna dare le perle ai porci: è una massima sacrosanta, che ha ispirato l’insegnamento di Gesù stesso: Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. (Matteo, 7,6).
È impossibile e sbagliato destare chi non lo vuole
di Francesco Lamendola
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Vedi anche:
Viviamo in un mondo di dormienti che diventano feroci se qualcuno cerca di destarli - UN MONDO DI DORMIENTI
Bravissimo come sempre il prof. Lamendola. Condivido in pieno
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