ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 27 gennaio 2020

Una "confusione" evidente

"La Chiesa già vive uno scisma e il Papa parla come l'Onu"

La Chiesa cattolica deve confrontarsi con il "concilio interno" dei tedeschi. Ma il cammino sinodale teutonico è solo uno degli elementi che preoccupano

La Chiesa cattolica vive una fase davvero complessa. Il "concilio interno" dei vescovi tedeschi alimenta le ricostruzioni di chi teme uno scisma.


Aldo Maria Valli, vaticanista di lungo corso, è uno di quelli che segnalano la persistenza di una "confusione" evidente. All'interno della sua ultima opera libraria, che è un romanzo, il giornalista disegna la parabola di una Chiesa del domani, che è tristemente immersa nelle "cose del mondo". Una Chiesa, dunque, che ha abdicato a se stessa e al suo ruolo. D'altro canto, però, esistono anche ambienti che non hanno alcuna intenzione di mollare la presa sulla dottrina cristiano-cattolica. Sembra un racconto, ma forse è cronaca pura.
Signor Valli, lei ha da poco dato alle stampe un romanzo edito da Fede e Cultura. "L'ultima battaglia" è un'allegoria della fase ecclesiastica a noi contemporanea?
Certamente sì. È ambientato in un futuro imprecisato, nel quale alcune tendenze della Chiesa attuale sono portate alle estreme conseguenze. Preti che si possono sposare anche fra uomini, il messaggio di fede ridotto a una vaga consolazione sentimentale, cedimento totale al pensiero del mondo, divieto di pregare e benedire in pubblico, piazza San Pietro ribattezzata piazza del Dialogo. Di fronte a questa deriva, qualcuno decide di resistere.
Che storia racconta nel suo libro?
Appunto la storia di una Chiesa volutamente svenduta al mondo. Dietro c’è un complotto, da parte di chi di fatto vuole neutralizzare la Chiesa cattolica. Ma non tutti sono disposti ad arrendersi. Un “piccolo gregge” si organizza e passa al contrattacco. L’impresa sembra impossibile, ma il buon Dio non farà mancare il suo aiuto provvidenziale.
Papa Francesco e Benedetto XVI. Pare di poter dire che lei è solito cogliere più di una differenza...
Le differenze sono evidenti. Da parte di Francesco ambiguità concettuale e dottrinale, con il relativismo che fa il suo ingresso nell’insegnamento papale. Da parte di Benedetto XVI la difesa a oltranza della retta dottrina e l’argine al relativismo. Per quanto molti cerchino di convincerci che tra i due c’è continuità, siamo di fronte a una netta frattura. Che ci porta a interrogarci anche su quale può e deve essere, in generale, il rapporto fra due papi, uno regnante e uno emerito.
Ritiene che quella di Bergoglio per i migranti sia una fissazione?
È una delle fissazioni. L’altra è quella per l’ecologismo. Nel complesso abbiamo un Papa che parla come il segretario generale delle Nazioni Unite o il capo di un’organizzazione mondialista. Spesso è davvero difficile trovare nella sua predicazione un contenuto cattolico. Ma trovo che l’aspetto peggiore di questo pontificato non sia legato a un tema specifico, bensì alla costante ambiguità, come si vede bene nell’esortazione apostolica Amoris laetitia del 2016. Francesco dice che per lui è più importante “avviare processi che occupare spazi”. Ma che significa? Il successore di Pietro deve confermare i fratelli nella fede, non deve “avviare processi”, qualunque cosa voglia dire.
"The Economy of Francis". L'appuntamento di marzo ad Assisi può modificare il corso di questo pontificato? E se sì, come?
Temo che sarà un altro passo in direzione della confusione e del cedimento al mondo. Questo papa che ama chiacchierare con Eugenio Scalfari non parla della salvezza dell’anima e della legge di Dio (oppure ne parla in termini ambigui se non eretici) ed ha una prospettiva tutta orizzontale. Inoltre invita nelle accademie pontificie sociologi ed economisti della scuola mondialista, in certi casi apertamente anti-cattolici. In tutto ciò c’è qualcosa di sconvolgente.
La situazione tedesca è burrascosa. Crede davvero che i vescovi teutonici possano arrivare ad uno scisma?
Non lo so, ma uno scisma di fatto c’è già. Da una parte una Chiesa in preda alle eresie moderniste, dall’altra i cattolici che non vogliono cedere al mondo. La Chiesa tedesca è economicamente molto forte e in grado di influenzare anche altre aree del mondo, come si è visto nel caso del sinodo amazzonico. Sotto molti aspetti, come il celibato sacerdotale e il sacerdozio femminile, un cardinale come Marx, presidente dei vescovi tedeschi, ha posizioni che non si distinguono troppo da quelle luterane. E questo che cos’è se non uno scisma di fatto?
La questione del libro di Sarah e Ratzinger è passata agli archivi. Secondo lei, perché ad un certo punto è stata domandata la rimozione della firma del papa emerito?
Perché sono state fatte pressioni da parte di Santa Marta (la casa di Francesco in Vaticano). Ma il cardinale Sarah, carte alla mano, ha dimostrato di essersi comportato correttamente con Ratzinger. D’altra parte, sarebbe stato folle da parte sua strumentalizzare in qualche maniera Benedetto XVI. Al di là della questione specifica di cui si occupa il libro, ovvero il celibato dei preti, la vicenda dimostra che la compresenza dei due papi è alquanto problematica.
Le chiederei, infine, un commento sulla nomina del cardinale Tagle come prefetto di Propaganda Fide.
Il cardinale Tagle è un bergogliano di ferro, espressione del misericordismo imperante. La sua promozione fa parte di un disegno che Francesco ha avviato da tempo, come si vede anche nella nomina del nuovo arcivescovo di Philadelphia, Perez, al posto di monsignor Charles J. Chaput, dipinto come “ultraconservatore”. Tagle è considerato un papabile e la promozione al ruolo di “papa rosso” (come viene chiamato il prefetto di Propaganda Fide) va in questa direzione. Nel nuovo regolamento della Curia romana Propaganda Fide avrà il primo posto, prima ancora della Congregazione per la dottrina della fede: per Tagle una vera rampa di lancio. Ma si sa che, come dice un vecchio adagio, “chi entra in conclave da papa ne esce cardinale”. Speriamo.
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/chiesa-cattolica-gi-vive-scisma-de-facto-1817231.html


LIBERTÀ RELIGIOSA. CAVALLO DI TROIA PER (QUASI) TUTTI I CREDI.


Cari Stilumcuriali, Agostino Nobile ci ha inviato una riflessione sul rapporto fra le codificazioni del principio della libertà religiosa e i suoi effetti pratici. Estremamente interessante e provocatorio, come d’altronde è la sua cifra. Buona lettura.


§§§

La libertà religiosa è il cavallo di Troia di tutte le religioni, tranne una.
Le Nazioni Unite hanno tutelato espressamente la libertà religiosa nell’articolo 18 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani : “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.”
Il Concordato fra Stato e Chiesa cattolica (Patti Lateranensi), stabilisce intese fra lo Stato e le altre religioni. Nella Dichiarazione sulla libertà religiosa Dignitatis Humanae (Concilio Vaticano II) leggiamo: “Questo Concilio Vaticano dichiara che la persona umana ha il diritto alla libertà religiosa”. La Dichiarazione fu approvata con 2308 voti favorevoli e 70 contrari. Probabilmente i padri conciliari pensavano che la libertà religiosa avrebbe permesso alle altre culture di riconoscere il messaggio di fratellanza universale evangelico e di accoglierlo. Ma come sappiamo non è andata così. Anzi. La drastica diminuzioni di cristiani in Medio Oriente e le persecuzioni di oltre 250milioni di cristiani nel mondo fa pensare che la libertà religiosa sia stata un bella fregatura, per i cattolici.
Col dilagare del relativismo Giovanni Paolo II e il futuro papa Benedetto XVI, cercano di mettere una toppa. Il 6 agosto 2000 la Dichiarazione Dominus Jesus della Congregazione per la Dottrina della Fede, afferma: “esiste un’unica Chiesa di Cristo, che sussiste nella Chiesa cattolica governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui.” Ma ormai era troppo tardi. Il relativismo religioso non ha scalfito le altre religioni, mentre il cattolicesimo tende ad assimilare un protestantesimo liquido.
In Brasile, in poco più di trent’anni i cattolici sono caduti dal 90% a circa il 50%. Gli evangelici, e i neopentecostali, al contrario, sono aumentati dal 9% al 31%, da 7,8 milioni a 26,2 milioni di persone. Le responsabilità della Chiesa cattolica relativista sono, a nostro parere, enormi. Ma come si è arricchita la setta pentecostale?
Edir Macedo, fondatore della Chiesa universale del regno di Dio, IURD, oggi vanta la più grande e ricca chiesa pentecostale del mondo. Ampliando la propria avventura al di fuori del Brasile, ha aperto i suoi templi in oltre 170 paesi e creato la Record Internacional (la seconda più grande emittente televisiva del Brasile). Macedo, che si autodefinisce vescovo, tra il 1999 e il 2005 è stato accusato di frode, riciclaggio di denaro e evasione fiscale. Il procuratore Silvio Luis Martins de Oliveira nella denuncia ha riferito che la cupola della chiesa IURD ha raccolto fondi dai suoi fedeli attraverso “false promesse e minacce”, condizionando  “l’aiuto spirituale attraverso generose donazioni”. Il peso politico del vescovo Macedo è in grado di cambiare l’ago della bilancia. Grazie a lui l’ex sindacalista Luiz Inácio Lula da Silva divenne presidente del Brasile, così i suoi successori fino a Jair Bolsonaro.
In Europa i cattolici che si recano in Chiesa di domenica hanno percentuali che vanno da uno striminzito 5% a un massimo del 30%. Non abbiamo, almeno per ora, lo tsunami dello IURD, ma il numero di musulmani e di moschee, grazie alla politica progressista e vaticana, è in crescita esponenziale. Le motivazioni di questi cambiamenti sono molteplici e abbastanza complessi, ma non possiamo esimerci di fare almeno due considerazioni.
La prima cosa che risalta agli occhi, anche agli osservatori più disattenti, è certamente la dogmaticità dottrinale dei pentecostali, di alcune chiese evangeliche e dell’islam che, come risultato, aumentano il numero dei fedeli. La chiesa protestante originaria quasi non esiste, dividendosi negli anni in migliaia di sette. Grazie alla libertà religiosa le monarchie arabe inviano milioni di dollari in occidente per edificare nuove moschee e per promuovere l’islam attraverso le scuole di ogni grado e mezzi di comunicazione. Nel frattempo Bergoglio considera il proselitismo “una solenne sciocchezza”,  affermando che “Dio non è cattolico.”
La seconda considerazione potrà far storcere il naso, ma vale la pensa farci un pensierino. Per tenere il popolo unito lo Stato laico stabilisce una Costituzione che dovrebbe obbligare i cittadini a osservarla. Ma, come dimostrano i totalitarismi di destra, di sinistra e democratici, mancando il collante etico-religioso che mira al cuore dell’uomo, la società decade. Basta leggere le cronache per constatare che le leggi fanno acqua da tutte le parti. La corruzione dilaga ovunque, anche tra chi dovrebbe far rispettare le leggi.
La coscienza umana senza un filo diretto col trascendente è facilmente corruttibile e può diventare la regola dei furbetti. Lo aveva intuito anche  l’anticlericale Voltaire. Nel suo Dictionnaire Philosophique, nell’articolo Athéisme, Athée, scrive: «Per quale motivo una società di atei sembra impossibile? Perché si ritiene che uomini che non avessero freno non potrebbero mai vivere insieme; che le leggi non possono nulla contro i crimini segreti; che ci vuole un Dio vendicatore che punisca in questo mondo o in quell’altro i malvagi sfuggiti alla giustizia umana». Più avanti leggiamo: “È indubbio che, in una città civile, è infinitamente più utile avere una religione, sia pur cattiva, che non averne affatto». Riguardo a coloro che non si pongono domande sull’esistenza di Dio, o vivono come se Dio non esistesse, commenta: «sono come bambini; un bambino non è né ateo né teista, non è nulla”.                                                                                                                                  La Dichiarazione universale dei diritti umani, stabilita nel 1948, non poteva essere redatta senza lo spirito cristiano, tant’è che i paesi musulmani non l’hanno approvata, redigendone una piú consona alla dottrina coranica.
Chi ha letto o studiato le grandi religioni saprà che nessuna di queste può essere considerata come corpus per i Diritti umani che conosciamo. Allora, che senso ha la libertà religiosa?  Non è più semplice cambiare il cuore dell’uomo evangelizzando? Evidentemente la logica laicista-massonica punta dritto alla rimozione di Gesù Cristo dalle coscienze, e da come vanno le cose dentro le Mura Leonine, sembra proprio che qualcuno in Vaticano li sostenga a spada tratta.
Agostino Nobile
Marco Tosatti
26 Gennaio 2020 Pubblicato da  19 Commenti --

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