Carlo Maria Viganò / Se i Ministri del Sole consegnano il gregge alle tenebre
Cari amici di Duc in altum, ricevo da monsignor Carlo Maria Viganò questo intervento che volentieri vi propongo.
A.M.V.
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Ciò a cui stiamo assistendo in queste ore è drammatico; in tutt’Italia, certamente, ma in modo tragicamente esemplare a Roma, cuore della cattolicità. Uno scenario tanto più sconcertante quanto più in gioco non c’è solamente la salute pubblica ma la salvezza delle anime, quella eterna, del cui desiderio da tempo ormai, come pastori, abbiamo cessato di infiammare i nostri fedeli. Li abbiamo così deprivati di quei doni soprannaturali che ci rendono capaci di far fronte alle prove di quaggiù, persino agli assalti della morte, con la forza della fede e con quel sussulto di inesauribile e incrollabile speranza che ci deriva dall’anelito verso il destino di gloria per il quale siamo stati creati.
I pronunciamenti della Cei e quelli ondivaghi del cardinale vicario di Roma, come pure le immagini surreali e spettrali che ci provengono dal Vaticano, sono altrettante espressioni dell’oscuramento della fede, che ha colpito i vertici della Chiesa. I Ministri del Sole, come amava chiamarli santa Caterina da Siena, ne hanno provocato l’eclisse, consegnando il gregge alla caligine di dense tenebre.
A proposito dei provvedimenti della Cei: quando quelli emanati dallo Stato erano ancora limitati nelle sole zone a rischio, a determinati esercizi e in precise fasce d’orario, la Conferenza episcopale italiana aveva già provveduto a cancellare la totalità delle celebrazioni liturgiche pubbliche in tutte le chiese del territorio, contribuendo ad alimentare paure e panico e privando i fedeli del conforto irrinunciabile dei sacramenti. È difficile non pensare che una simile misura non sia stata suggerita al presidente della Cei da colui che, protetto dalle mura leonine, sogna da ormai ben sette anni una chiesa in uscita, accidentata, ospedale da campo, che non esita ad abbracciare tutti e a sporcarsi.
Il cardinal Bassetti, così solerte da apparire più realista del re, sembra aver dimenticato una lezione importantissima: e cioè che la Chiesa per rendere servizio al bene comune e allo Stato non deve affatto rinunciare a essere se stessa, né venir meno alla sua missione di annunciare Cristo nostro unico Signore e Salvatore, deve guardarsi bene dall’oscurare le sue divine prerogative di Sapienza e di Verità e in alcun modo abdicare all’Autorità che le viene dal Sovrano dei re della terra, Nostro Signore Gesù Cristo.
Gli eventi ecclesiali di queste ore hanno reso palese, se ancora ce ne fosse stato bisogno, la tragica sudditanza della Chiesa nei confronti di uno Stato che si adopera e si prodiga in tutti i modi per distruggere l’identità cristiana della nostra Italia, asservendola a un’agenda ideologica, immorale, nemica dell’uomo e della famiglia, mondialista, malthusiana, abortista, migrazionista, che vuole la distruzione della Chiesa, e non certo il bene del nostro Paese.
A porre rimedio all’assenza di una voce autorevole e di gesti rincuoranti da parte del Vicario di Cristo e dei pastori hanno provveduto il coraggio e la sapienza di alcuni ardenti sacerdoti e fedeli laici.
Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo! Aprite, anzi spalancate le porte delle nostre chiese perché i fedeli vi possano entrare, pentirsi dei loro peccati, partecipare al Santo Sacrificio della Messa e attingere al tesoro di grazie che sgorgano dal Cuore trafitto di Cristo, nostro unico Redentore che può salvarci dal peccato e dalla morte.
+ Carlo Maria Viganò
Arciv. tit. di Ulpiana
Nunzio apostolico
LETTERA APERTA DI UN SACERDOTE AL PAPA: RIAPRITE LE CHIESE.
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, abbiamo ricevuto una lettera aperta scritta da un sacerdote coraggioso e rivolta al Pontefice e ai vescovi, sul tema così dibattuto delle celebrazioni – negate – al tempo del Coronavirus. Devo dire che non è l’unica; fra l’altro ieri mi ha scritto un sacerdote in questi termini: “Buongiorno. Tra poco arriverà un comunicato del mio vescovo e probabilmente dovrò chiudere la chiesa. Ma vorrei dire che già da adesso le chiese sono praticamente vietate dalla polizia stessa che ha interpretato restrittivamente il decreto e se qualcuno esce di casa per andarci, anche con il foglietto dell’autocertificazione, sarà multato. Questo da informazione ricevuta dallo stesso comando di polizia della città.
Un saluto”. E il presbitero autore della lettera aperta ci ha detto che è stato mosso a scriverla quando ha visto i suoi colleghi piangere, nel momento in cui è arrivata la disposizione di impedire le messe ai fedeli. Un provvedimento che ci sembra oggettivamente eccessivo; tanto più che vorrei sapere in quale chiesa – a parte forse qualche tempio molto gettonato – esiste un problema di distanza inferiore al metro fra fedeli…in particolare durante le messe feriali, icona della solitudine. Buona lettura.
Un saluto”. E il presbitero autore della lettera aperta ci ha detto che è stato mosso a scriverla quando ha visto i suoi colleghi piangere, nel momento in cui è arrivata la disposizione di impedire le messe ai fedeli. Un provvedimento che ci sembra oggettivamente eccessivo; tanto più che vorrei sapere in quale chiesa – a parte forse qualche tempio molto gettonato – esiste un problema di distanza inferiore al metro fra fedeli…in particolare durante le messe feriali, icona della solitudine. Buona lettura.
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Lettera aperta
al mio Vescovo, al legittimo Successore di Pietro, a colui che siede sulla Cattedra di Pietro, al Vescovo di Roma, e a tutti i vescovi d’Italia e dell’intera Chiesa Cattolica.
Mi rivolgo a voi in questa modalità, perché è forse l’unica capace di raggiungere efficacemente i destinatari.
Supplico pertanto tutti coloro che ne hanno la possibilità, di dare la massima visibilità, con ogni mezzo, a questo mio testo, senza timore per le conseguenze che esso possa avere su di me. Mi assumo personalmente tutta la responsabilità di quello che scrivo.
Io, Francesco d’Erasmo, Sacerdote dell’Ordine dei Presbiteri della Chiesa Cattolica, ordinato a La Storta il 26 giugno 1999, nato a Milano il 29 gennaio 1974, nel pieno possesso delle mie facoltà, rivolgo questo mio appello ai destinatari di questo mio scritto e a tutti i cattolici e gli uomini di buona volontà.
Non vi basta stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio?
Avete per anni disprezzato il timore di Dio, spingendo in ogni modo ad un accesso sacrilego ai sacramenti e agli uffici ecclesiastici, ingannando il popolo di Dio sulla verità della fede cattolica al riguardo, ed abusando della vostra autorità, ed ora avete timore del contagio tanto da impedire ai fedeli qualunque accesso ai sacramenti?
Ed avete anche la spavalderia e l’arroganza di proclamare che a questo non siete obbligati, ma liberamente scegliete questo comportamento?
Perché non avete mai tolto i cattolici di intere nazioni dal dilemma se essere scomunicati per apostasia o pagare le tasse alla Chiesa Cattolica, come in Germania per esempio?
Ipocriti!
Che cosa è più importante per voi?
Servire Dio o Mammona?
Avete sostituito a Dio i vostri idoli!
Non crediate di fuggire all’ira imminente!
Voi potete giocare sulla pelle dei fedeli, perché non avete la più lontana idea di che cosa significhi per un vero cristiano essere privato della grazia dei sacramenti. Un cristiano è prontissimo a perdere la vita, ma non può vivere senza sacramenti!
Ma questo a voi non “scende nel cuore”. Tanto noi possiamo celebrare per conto nostro e assolverci tra di noi!
E i poveri fedeli?
Proprio ieri era il settimo anniversario di un avvenimento che è stato determinante riguardo a tutto questo. Proprio sette anni fa è iniziata la situazione per cui nella chiesa il supremo potere è in mano di chi si fa paladino della chiesa delle porte aperte. Proprio ieri, proprio nella Diocesi del Vicario di Cristo, proprio nella sua diocesi, è stata decisa la chiusura delle porte delle Chiese!
Per proteggere dal virus.
E chi protegge i fedeli dai lupi vestiti da agnelli?
E chi protegge i fedeli da una vita senza la Grazia dei sacramenti?
Proprio ieri Gesù ha detto: se non ascoltano Mosè e i profeti, non ascolteranno nemmeno se uno risuscita dai morti!
Lo so. Ma si dice anche che, se non possono correre i cavalli, devono correre gli asini.
Io sono un povero asino, peccatore, sempliciotto, alcuni sono convinti che sia anche malato di mente. Non posso venire a voi con alcuna autorità particolare. Non ho avuto particolari rivelazioni, se non la voce della coscienza. Mi appello allora alla vostra ragione, alla vostra coscienza, se anche il vostro cuore fosse chiuso.
Provate a vedere se i fatti della storia non danno ragione a quello che il Cielo sta annunciando da anni, scomodando nientemeno che quella Vergine Madre, che per la prima volta era stata annunciata da Isaia ad Acaz.
Dio si accontenta di un atto di sincero pentimento.
Proprio lunedì ci è stata riproposta la meravigliosa preghiera del profeta Daniele.
La Vergine Maria chiede un atto di Consacrazione al Suo Cuore Immacolato. Niente più.
Ma non un atto di affidamento, giusto per scaramanzia, superficialmente dando più peso alle teorie di teologi da strapazzo che alle Sue parole.
Un atto sincero, che nasca dal fondo del cuore, in cui si pone piena fiducia nel Suo Cuore di Mamma, che Gesù ci ha donato per testamento dalla Croce.
Un atto che non può essere fatto ostinandoci contemporaneamente nei peccati e nella menzogna.
Pentitevi, convertitevi, e credete al Vangelo!
Evitate che il Signore debba ripetervi come a Pietro: vattene via da me, satana, perché non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini!
Perché continuate a essere zoppi da tutte e due le gambe? Ciechi e guide di ciechi!
Ho assistito molti in punto di morte nella mia vita di sacerdote. Non è mai troppo tardi per tornare a Dio!
Vi supplico, lasciatevi riconciliare con Dio!
Chiedo perdono ai molti che non sono complici delle cose che denuncio, ovviamente non mi sto rivolgendo a tutti indiscriminatamente.
Chiedo ai fedeli di pregare perché noi tutti vostri pastori non abbiamo a subire la sorte dei vignaioli omicidi.
Ma qualora voi, destinatari di questo mio scritto, sentiste la tentazione di combattere me, per sopprimere la verità che vi dico, vi ricordo la sorte del faraone. E vi ricordo le parole di Gamaliele al sinedrio. Non siate stolti. Oltretutto se mi perseguitaste, non fareste che dare visibilità a queste mie parole. E qualcuno dovrebbe ricordarlo per esperienza. Il Signore non mi ha mai abbandonato. Ormai se ne sono accorti anche i demoni.
Voi, che calpestate la Parola di Dio, rileggete l’ultima pagina dell’Apocalisse. Gesù ci ha avvertito, il cielo e la terra passeranno, ma le Sue Parole non passeranno prima che tutto sia compiuto!
Ognuno del resto porta la responsabilità delle proprie decisioni e omissioni.
Al Signore Dio Onnipotente, Creatore del Cielo e della terra, ho offerto la mia vita nel sacerdozio e tento di offrirla nonostante i miei molti tradimenti nella fedeltà quotidiana. A Lui rinnovo, per le mani di Maria Santissima, Madre Immacolata del Suo divin Figlio Gesù Cristo, l’offerta e la consacrazione di tutto me stesso, perché tutto ciò che in me è di ostacolo alla Gloria di Dio sia bruciato dal Fuoco dello Spirito Santo, e tutto quello che resta non sia altro che umile corona gettata ai piedi dell’Agnello per la Gloria di Dio.
Nel Nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo. Amen.
In fede
Francesco d’Erasmo Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia, 13 marzo 2020.
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Marco Tosatti
14 Marzo 2020 16 Commenti --
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