ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 22 marzo 2020

La civiltà di Mammona

INDIZI DI UN COMPLOTTO GLOBALE


Il vero problema è sempre quello: "La consapevolezza". Il solo fatto che l’accusa di complottismo bolli come ridicola l’ipotesi di un "Complotto Globale" è già di per sé un indizio a favore della verosimiglianza di tale ipotesi 
di Francesco Lamendola  

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Diceva Epitteto che noi siamo tormentati non già dalle cose, ma dai principi e dalle nozioni che ricaviamo dalle cose, vale a dire dalle impressioni che riceviamo da esse e dalle opinioni che ci formiamo intorno ad esse. In altre parole, esiste un mondo oggettivo, fuori di noi, ma non esiste una maniera oggettiva di percepirlo: ciò che noi sappiamo e giudichiamo del mondo è quello che filtra attraverso i nostri sensi, la nostra volontà e la nostra intelligenza. E poiché noi non siamo tutti uguali, con gran dispiacere e supremo scorno degli egualitaristi, ma ciascuno possiede un certo grado di sensibilità, di volontà e d’intelligenza, ne consegue che il mondo è più grande o più piccolo, più semplice o più difficile, più ricco o più povero a seconda dei casi. Quiquid recipitur, ad modum recipientis recipitur: ognuno recepisce le cose secondo la propria misura e la propria capacità. 

Ponete due persone davanti a un quadro di Van Gogh, a una poesia di Rilke, a una fuga di Bach, ma anche di fronte a una legge fisica o a un teorema geometrico: non ne ricaveranno certo le stesse identiche impressioni, non se ne faranno la stessa idea, e non ne godranno lo stesso piacere estetico o intellettuale. E questo non è relativismo, ma prendere atto della diversità umana. Fermo restando che sono operose e collaborative quelle società le quali si sforzano di condurre gli individui, specie sul terreno della vita pratica e della sfera morale non verso un’impossibile uguaglianza, ma verso una condivisione del principio di realtà, che esiste come substrato dal quale ognuno poi ricava le sue impressioni e le sue deduzioni; mentre vanno verso il disordine e il collasso quelle società le quali incoraggiano e perfino spronano ciascun individuo a non tener conto  minimamente del principio di realtà, e a realizzare, nella propria vita, anche calpestando gli altri, il massimo del proprio utile o della propria idea soggettiva del bene. Facciamo un esempio: in natura esistono due generi sessuali, maschile e femminile (oltre a un numero statisticamente insignificante di individui ermafroditi): questo è il principio di realtà.

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Indizi del "Complotto Globale": cosa spinge una piccola èlite di multimiliardari a far ciò che stanno facendo? La sola risposta razionale è che si tratta di pericolosi psicopatici e forse di anime possedute dal male!

Ma una società molle e viziosa, abituata a soddisfare ogni capriccio e, spesso, ogni aberrazione, si ribella al principio di realtà, e pretende che ciascuno dei suoi membri possa cambiare sesso, se lo vuole, e magari anche cambiarlo di nuovo, affidandosi a una serie di interventi ormonali e chirurgici, il tutto a spese della sanità pubblico, essendo stato riconosciuto come un diritto sacrosanto della persona. Tuttavia, si potrebbe obiettare, essere uomini significa proprio poter dire al mondo così com’è: ad accettarlo senza discussioni, per così dire, sono solo gli animali, che si muovono in esso facendo proprie tutte le sue logiche, come osservava il filosofo Max Scheler. Senza dubbio, è proprio così: lo statuto ontologico dell’uomo risiede proprio nella sua capacità di prendere le distanze dal mondo, di dire “no” a ciò che nel mondo gli resiste e gli si oppone. E dunque? Rispondiamo che l’essenza dell’uomo, e la sua stessa dignità, risiedono, certamente, nella possibilità che egli resista e si opponga al mondo come gli è dato, ma non in maniera arbitraria e tracotante (la hybris dei greci), non in maniera scriteriata e distruttiva, per sé e per il mondo, bensì in accordo e in armonia con la legge morale naturale, che è come un riflesso della legge positiva stabilita da Dio, autore della natura e quindi giudice supremo del giusto e dell’ingiusto, del bene e del male. Ricordiamo infatti che il primo peccato dell’umanità, il Peccato originale, consistette nel rifiuto di accettare l’assolutezza del giudizio divino sul bene e sul male e nel tentativo di raggiungere un grado di sapienza tale da poter stabilire da se stesso cosa siano il bene e il male, in pratica tentando di rendersi il dio di se stessi. Pertanto è giusto che gli uomini agiscano sulla realtà e tentino di modificarla, ma non in opposizione al principio di realtà e non sfidando e sovvertendo le leggi naturali fondamentali, cioè sempre ricordandosi del loro statuto ontologico che è di creature e non di creatori. Un altro esempio: la legge fondamentale della natura è che i viventi sono mortali. Perciò difendere e proteggere la vita è bene (fin dal concepimento però, e non solo dopo la nascita); ma accanirsi a mantenerla quando è giunta al suo termine naturale o dedicarsi a pazzesche ricerche sull’immortalità fisica è profondamente sbagliato.

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Il "Peccato Originale"? è giusto che gli uomini agiscano sulla realtà e tentino di modificarla, ma non in opposizione al principio di realtà e non sfidando e sovvertendo le leggi naturali fondamentali, cioè sempre ricordandosi del loro statuto ontologico che è di creature e non di creatori!

Pertanto, gira e rigira, si torna sempre allo stesso punto: qualsiasi problema si tratta di affrontare, pubblico o privato; qualsiasi emergenza, qualsiasi difficoltà, qualsiasi crisi, dalla più lieve e transitoria, alla più grave e inarrestabile, ci riconduce alla medesima conclusione: è la nostra consapevolezza che offre gli strumenti per dare una risposta, per trovare la soluzione, per indicare la via da seguire. E ciò vale per tutti gli ambiti dell’esistenza: politico, economico, medico, scientifico, culturale, religioso, e perfino sportivo. La consapevolezza consiste nella giusta coscienza di sé unita al necessario approccio critico verso le cose. È consapevole un essere umano che è cosciente di essere ciò che realmente è sia in quanto persona, ossia come creatura spirituale incarnata fatta a immagine di Dio e venuta al mondo per cercare, amare e adorare il suo Creatore, sia in quanto individuo, cioè come soggetto unico e irripetibile, chiamato a realizzarsi nelle sue opere e a collaborare al progetto divino della fratellanza umana: non la fratellanza massonica derivante dalla presunzione e dall’orgoglio di sé, ma quella che viene dalla comune figliolanza da Dio, il quale ha insegnato: Amatevi gli uni gli altri, come Io vi ho amati. Invece è inconsapevole un essere umano che ignora cosa sia la persona, quale la sua natura, quale la sua missione, e ignora anche le proprie qualità specifiche, ad esempio che si crede generoso mentre gli altri vedono la sua avarizia, o che si crede astuto quando gli altri vedono la sua stupidità; e lo è anche se non sa relazionarsi in maniera critica col mondo. Relazionarsi in maniera critica significa aver coscienza che la realtà non sempre è come appare, e che le cose e le persone non sempre sono quello che sembrano essere o che dicono di essere. Chi non possiede questa capacità, o chi non la esercita, ad esempio perché è accecato dalle passioni, retrocede nella condizione di creatura inconsapevole; pertanto non è realmente cosciente di ciò che pensa, dice e fa, perché è come se si muovesse in un mondo irreale, popolato di fantasmi e non di cose e persone vere. L’amore e l’odio sono un tipico esempio di ciò: colui che ne è accecato non vede l’altra persona per quel che realmente è, ma come attraverso il vetro deformante della sua emozionalità esasperata. Le conseguenze, come tutti sanno, possono essere molto gravi in termini di sofferenza, quella sì terribilmente reale. E ciò non vale solo per le relazioni immediate con l’altro, ma anche per la relazione complessiva con il mondo nella sua interezza e nella sua complessità.

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E' una "Bolla ipnotica"? Chi potrebbe esser capace di ordire una congiura di proporzioni addirittura mondiali, e perché? Tutto, nella nostra anti-civiltà dell'usura viene ridotto a merce: ogni cosa perde il suo valore intrinseco e acquista un prezzo di mercato; e non c’è nulla, neppure i sentimenti e i più alti valori, che sfugga a questa legge universale, i cui meccanismi pratici hanno creato una super-élite mondiale formata da un paio di migliaia di persone, che detiene tre quarti della ricchezza del pianeta e vuole impadronirsi anche della parte rimanente, sottomettendo implacabilmente i popoli e gli Stati!

Abbiamo detto che il mondo è, per noi, quello che noi siamo in grado di cogliere: quidquid recipitur, ad modum recipientis recipitur. Ora poniamo la questione di quel che accade se qualcuno che possiede mezzi così poderosi da poter agire sull’immaginario collettivo, decide di far entrare le persone e i popoli interi in una sorta d’ipnosi collettiva, raccontando loro, della realtà, solo quel che lui vuole, e che rientra nei suoi interessi, escludendo tutto il resto e sopprimendo meticolosamente soprattutto quegli elementi e quegli spunti che potrebbero innescare un processo di consapevolezza. Qualcuno potrebbe rispondere, con un’alzata di spalle, che non è immaginabile qualcuno che sia in grado di esercitare un controllo su tutti i mezzi materiali atti a creare una tale bolla ipnotica; e, di fatto, molti reagiscono proprio così, non appena sentono prospettare una simile ipotesi, e hanno pronta sottomano perfino la parola, complottismo, con la quale screditarla ed esorcizzare l’inconscia paura che essa evoca in loro. Ahimè, la parola stessa è tratta da quel vocabolario artefatto che i mass-media hanno messo in circolazione e del quale abbiamo finito, noi tutti, per servirci, senza renderci conto che ciascuno finisce per pensare in base alle parole che adopera, e vedere e giudicare ogni cosa e ogni situazione dalla prospettiva che esse gli indicano. In altre parole, il fatto che l’accusa di complottismo bolli come ridicola e irrealistica l’ipotesi di un complotto globale è già di per sé un forte indizio a favore della verosimiglianza di tale ipotesi. Le parole non sorgono spontaneamente; nessuno le inventa, nessuno le crea dall’oggi al domani per via naturale. Se ciò avviene, è perché i mass-media hanno orchestrato una campagna massiccia per far entrare nel nostro linguaggio le loro parole, gettandoci un’esca avvelenata con la quale resteremo presi. La ragione principale per la quale la gente tende a rifiutare questa ipotesi è, in apparenza, la sua ampiezza e la sua mostruosità quasi inimmaginabili, ma a ben guardare è la paura, perché se una cosa del genere fosse possibile, allora ci sarebbe davvero di che essere spaventati. Ebbene, il fatto che una cosa sia molto vasta e particolarmente odiosa, non è un argomento razionale contro la sua possibilità; e il fatto che una cosa del genere susciti in noi paura e preoccupazione non è una buona ragione per rifiutarsi di prenderne atto. Fra parentesi, siamo persuasi che questa è la principale ragione per cui tante persone non vogliono ammettere l’esistenza del Diavolo: non solo perché un simile pensiero contrasta con le loro convinzioni razionali, ma anche e soprattutto perché il loro inconscio ne è terrorizzato; e ne è terrorizzato tanto più quanto la parte razionale si rifiuta di affrontare la cosa in maniera franca e lucida. Ma chi, dunque, potrebbe esser capace di ordire una congiura di proporzioni addirittura mondiali, e perché?

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La civiltà moderna è la civiltà di Mammona, del dio denaro, e più precisamente la civiltà dell’usura!

Prima di rispondere, dobbiamo fare un’osservazione di carattere generale: la civiltà moderna è la civiltà di Mammona, del dio denaro, e più precisamente la civiltà dell’usura: denaro anticipato a chi ne ha bisogno per fare altro denaro, sempre di più, senza limiti, alzando progressivamente gli interessi, finché gli interessi superano il capitale originario che è stato prestato, e il debitore, preso nella spira degli interessi, vede crescere sempre di più il capitale che deve rimborsare. Per questo abbiamo detto e sostenuto, già tante e tante volte, che essa non merita neppure il nome di civiltà, semmai di anti-civiltà. Come osservava Ezra Pound nei suoi Cantos, non pensavano al guadagno gli artisti che hanno eretto le cattedrali, che hanno scolpito e dipinto tante meravigliose Madonne e tante Pietà, che hanno donato al mondo i capolavori creati dalla loro squisita sensibilità e dalla loro intelligenza. Nessuna civiltà sorge principalmente dalla smania di profitto: nessuna, fino all’avvento del mondo moderno. Tutto, in questa anti-civiltà viene ridotto a merce: ogni cosa perde il suo valore intrinseco e acquista un prezzo di mercato; e non c’è nulla, neppure i sentimenti e i più alti valori, che sfugga a questa legge universale, i cui meccanismi pratici hanno creato una super-élite mondiale formata da un paio di migliaia di persone, che detiene tre quarti della ricchezza del pianeta e vuole impadronirsi anche della parte rimanente, sottomettendo implacabilmente i popoli e gli Stati.

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Chi si preoccupa dello spirito, della relazione con Dio, della vita eterna, si sottrae dal meccanismo perverso del denaro, perché resta inaccessibile alle sue lusinghe !

Il vero problema è sempre quello: la consapevolezza

di Francesco Lamendola
continua su:

IL "PARAVENTO SCIENTISTA"
La dittatura arriva dietro "Il paravento della scienza". Il terrorismo psicologico e gli straordinari effetti della "Paura"? Quando la gente è spaventata, non solo non ragiona più, ma scambia per "Angeli custodi" i suoi nemici di Francesco Lamendola  

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Anche se la situazione è ancora molto confusa e in continuo divenire, mano a mano che passano i giorni, sullo sfondo della crisi sanitaria innescata dal Coronavirus si va delineando uno scenario sempre più ampio e sempre più articolato da cui emerge una strategia tutt’altro che confusa e tutt’altro che disordinata, mirante a limitare o sospendere le più elementari libertà costituzionali e a controllare e imbavagliare completamente l’informazione. Da un lato si rafforzano le disposizioni del governo finalizzate a imprigionare in casa sessanta milioni di persone con la presunta motivazione di proteggere le loro vite e quindi tutelare il pubblico bene, e si infittisce la presenza delle forze dell’ordine e perfino dell’esercito sul territorio, al fine di controllare e reprimere i contravventori, equiparati a pericolosi criminali e passibili di denuncia penale oltre che di sanzioni amministrative, con i presidenti delle regioni e i sindaci che hanno facoltà di inasprire i provvedimenti governativi, arrogandosi il diritto di limitare ulteriormente la libertà dei cittadini e contare loro il numero di metri che possono percorrere per portare il cane a fare i suoi bisogni, o di mettere i tracciati dei cellulari privati sotto controllo per verificare gli spostamenti dei cittadini, e ciò senza dover rendere conto a nessuno. Dall’altro lato il governo si appresta a varare delle norme che limiteranno ancor più la libertà d’informazione e di espressione, minacciando gravissime sanzioni a quanti si rendessero colpevoli di aver messo in circolazione notizie sbagliate o commenti tali da ostacolare i provvedimenti presi delle autorità a tutela della pubblica salute. In altre parole, si sta preparando uno scenario nel quale saranno autorizzati a parlare solo gli scienziati, o meglio, solo gli scienziati che condividono la versione mainstream dell’emergenza sanitaria, qualificando come un illecito penale in pratica ogni forma di dissenso o di visone alternativa. Peraltro la scienza bene intesa non conosce il concetto di verità scientifica perché tutte le cosiddette verità scientifiche – Thomas Kuhn, Karl Popper e Paul Feyerabend insegnano – deve ritenersi come una teoria momentaneamente accettata, ma sempre suscettibile di revisione e anche di falsificazione; se così non fosse, non saremmo nell’ambito della scienza, ossia della ricerca continua e sempre perfettibile, ma della fede religiosa, dove ci sono dei dogmi che non possono essere discussi e delle certezze che non sono suscettibili di revisione o correzione, nonché dei valori non negoziabili. E poiché, da molto tempo, gli ultimi spazi di libera informazione si sono ritirati e concentrati sulla rete informatica, dal momento che tutta la stampa e tutte le maggiori reti televisive sono perfettamente allineati sulle posizioni del Pensiero Unico – cosa perfettamente logica, considerati chi sono i loro proprietari - ne consegue che il prossimo giro di vite ai danni della libertà di pensiero e di espressione riguarderà i siti internet e i canali youtube, attraverso i quali passa attualmente tutta l’informazione che il potere non è riuscito a controllare e ad addomesticare.

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 Coronavirus: si va delineando uno scenario da cui emerge una strategia tutt’altro che confusa e tutt’altro che disordinata, mirante a limitare o sospendere le più elementari libertà costituzionali e a controllare e imbavagliare completamente l’informazione! 

Non basta. Come ha fatto osservare il giurista Ugo Mattei, è difficile prevedere dove il potere si fermerà, una volta che abbia deciso d’imboccare la strada di applicare la tecnologia informatica alla politica di restrizione sistematica delle libertà fondamentali dei cittadini, come la libertà di spostamento. Così come la cintura di sicurezza obbligatoria sulle automobili è stata introdotta, a suo tempo, in maniera soft, con la semplice applicazione delle cinture dentro l’abitacolo, mentre poi la tecnica ha dotato le automobili di un dispositivo di allarme automatico, che emette dei rumori fastidiosi finché il guidare e il passeggero non si siano allacciati la cintura, allo stesso modo si può immaginare un telefonino che si metterà a suonare, a vibrare fastidiosamente o perfino a somministrare delle piccole scosse elettriche all’incauto o al distratto che, in tempi di epidemia, si avvicini a meno di un metro dalle altre persone, per la strada o facendo la fila al supermercato. E la cosa più sconcertante, e più triste, che si mostra in questi giorni, è vedere come la grande maggioranza della popolazione accetti senza fiatare il congelamento di fatto di tutti i diritti costituzionalmente riconosciuti ai cittadini, anzi, non di rado invochi provvedimenti restrittivi ancor più rigorosi, e riserbi atteggiamenti sospettosi e malevoli nei confronti del vicino di casa il quale si permette di uscire una mezz’ora per prendere una boccata d’aria: come se i tempi fossero stati realmente maturi per la pronta e ingloriosa abdicazione dell’uomo-massa a quelle poche libertà sostanziali che ancora gli rimanevamo e alle quali, del resto, aveva già in pratica rinunciato, nel proprio stile di vita, senza nemmeno bisogno di sollecitazioni o imposizioni esplicite provenienti dall’esterno. Vogliamo dire che già da anni la gran parte delle persone si era abituata a guardare la televisione e a leggere i giornali in maniera sempre più acritica, a fare la spesa, a mangiare, a vestirsi, a truccarsi, a piacersi, a far l’amore, a trascorrere il tempo libero e persino a scegliere il nome dei propri figli così come vede fare dai personaggi dei film, dei telefilm e della pubblicità; a dare la preferenza a quei libri, a quella musica leggera, a quel tipo di spettacoli e a quelle forme d’intrattenimento che corrispondono a quanto è stato suggerito da tutto l’insieme dell’apparato mediatico, in maniera diretta o indiretta, e questo fin dalla più tenera età, cioè dagli anni della scuola elementare, se non addirittura dell’asilo.

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La cosa più sconcertante, e più triste, che si mostra in questi giorni, è vedere come la grande maggioranza della popolazione accetti senza fiatare il congelamento di fatto di tutti i diritti costituzionalmente riconosciuti ai cittadini, anzi, non di rado invochi provvedimenti restrittivi ancor più rigorosi!

Se a ciò si aggiunge che la scuola e l’università sono diventate, a loro volta, cinghie di trasmissione del conformismo intellettuale e culturale, fabbriche di diplomati e laureati che non sanno pensare con la loro testa, ma che si limitano a rimasticare ciò che dicono i libri e i professori, a loro volta quasi tutti indottrinati e ideologizzati secondo il pensiero mainstream, il quadro dell’appiattimento e della devitalizzazione mentale dei cittadini sarà completo, e rende conto della straordinaria passività con cui la popolazione ha accettato di buon grado una serie di misura poliziesche che non hanno riscontro in nessun altro Paese e in nessun altro momento della nostra storia. Nessuna dittatura del passato, per esempio, era arrivata a proibire le funzioni religiose, compresi i funerali, e di mandare la polizia a fare irruzione nelle chiese e interrompere il Sacrificio della santa Messa: eppure questo è avvenuto, e sta tuttora avvenendo, senza che si siano levate significative voci di protesta, neppure, o forse dovremmo dire tanto meno, da parte della gerarchia sedicente cattolica, capeggiata dal sedicente papa Bergoglio. Dichiarando che andare in chiesa a pregare si mette a rischio la salute, questo falso clero si è moralmente suicidato e teologicamente screditato: è come se avesse detto che la preghiera non serve a nulla, anzi moltiplica gli effetti del contagio, e che bisogna attendere la salvezza non da Dio, ma dalla scienza medica. In tal caso, a cosa serve la fede in Dio, e soprattutto a chi o a cosa servono il papa, i vescovi e i sacerdoti?

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Dichiarando che andare in chiesa a pregare si mette a rischio la salute, questo falso clero si è moralmente suicidato e teologicamente screditato: è come se avesse detto che la preghiera non serve a nulla, anzi moltiplica gli effetti del contagio, e che bisogna attendere la salvezza non da Dio, ma dalla scienza medica! 

La dittatura arriva dietro il paravento della scienza
di Francesco Lamendola
  
continua su:

LA DITTATURA CHE INCOMBE - Marco Mori


Marco Mori, avvocato e politico di Vox Italia, commenta la decisione dell'AgCom di incaricare i social di prendere ogni provvedimento circa chi diffonde informazioni anche solo inesatte o non provenienti da fonti scientifiche autorevoli, invitandoli a deferire i responsabili (a chi?). La dittatura orwelliana che incombe è, secondo Mori, già qui. #Byoblu24

Covid-19#4: “Virus Act”




In uno stato di emergenza vengono presi provvedimenti eccezionali.
Che poi diventano la nuova normalità.
Era il 26 ottobre 2001 quando il Congresso USA approvò il Patriot Act, acronimo di Uniting and Strengthening America by Providing Appropriate Tools Required to Intercept and Obstruct Terrorism , un provvedimento che in nome della lotta al terrorismo eliminava le tutele personali in materia di riservatezza della posta, perquisizioni di alloggi, intercettazioni telefoniche, acquisizione di dati personali.
La legge fu presentata il 23 ottobre e votata alla Camera il 24, al Senato il 25 e firmata dal Presidente J.W. Bush il 26, solamente tre giorni dopo la presentazione sotto l’urgenza seguita all’atto terroristico dell’11 settembre.
Ma non solo, le misure eccezionali vennero prese con una funzione parlamentare limitata dall’emergenza bioterrorismo conseguente al caso delle buste all’Antrace, un batterio impiegato come arma, e recapitate il giorno 18 settembre ai senatori Tom Daschle e Patrick Leahy, episodio per il quale cinque persone rimasero uccise.
Ma l’emergenza terrorismo non è mai terminata e il Patriot Act è stato successivamente confermato nel 2015 e poi ancora nel 2019.
Lo stato di emergenza si è rivelato un’emergenza senza fine, come le guerre seguite all’11 settembre, ma del resto il nome che Bush aveva dato alle guerre al terrorismo che ne erano conseguite fu “Infinite Justice“, un nome subito cambiato per le proteste del mondo islamico. Dalla giustizia infinita si pass molto più prosaicamente alla guerra infinita, una guerra fatta per non essere vinta ma per essere uno strumento di azione a tempo indeterminato.
All’emergenza terrorismo si è aggiunta in seguito quella climatica e adesso quella epidemiologica, gli allarmi coesistono e si susseguono non lasciando spazio ad un tempo normale, quando uno scende l’altro cresce, il 27 febbraio abbiamo avuto i trojan nei cellulari, e adesso diventano accettabili le app che tracciano ogni attività, poi a distanza di pochi giorni è arrivata la limitazione alla libera circolazione di auto e persone, anche Twitter annuncia di voler controllare quello che viene detto, tutto per motivi giustificati ovviamente, tutto per il nostro bene.
Le tecniche “shock an awe” funzionano così, sotto lo stato di stordimento che segue un evento traumatico la vittima accetta qualunque cosa, si sente minacciata diventando sottomessa e psicologicamente fragile, l’undici settembre con il terrorismo sempre pronto a riaccendersi, la catastrofe ambientale con i suoi isterismi, il terrore dell’epidemia radicato nell’inconscio collettivo della peste nera e nelle troppe pellicole di Hollywood hanno in comune l’effetto shock.
Il Coronavirus girerà ancora per molto tempo, il terrorismo islamico ci accompagna da decenni e la crisi climatica è il nuovo millenarismo apocalittico, non c’è spazio nel modo degli anni ’20 del XXI secolo per la normalità, è uno stato di emergenza permanente e chi non lo vuol capire è il nemico pubblico da denunciare con la delazione e il disprezzo.
Le abitudini sono stravolte bruscamente, i comportamenti di prima diventano presto il racconto mitologico di un’epoca che non c’è più.
Abbiamo poco tempo per riprenderci la normalità e la libertà, il bene che in ogni epoca è stato ritenuto superiore alla vita stessa.
Nessuna emergenza può essere illimitata, nessun prezzo può essere troppo alto per la libertà.
BY  ON 

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