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lunedì 23 marzo 2020

Qualcuno andrà in soccorso di qualcun altro?

Spetsnaz medici della Russia salveranno l’Italia dalla morte


Aerei IL-76 con virologi militari delle Forze Armate della Federazione Russa sono stati mandati in Italia, il più grande focolaio di diffusione del coronavirus in Europa. Secondo gli esperti, la situazione sull’Appennino è davvero catastrofica, al contempo sia  l’UE, sia la NATO hanno voltato le spalle all’Italia. In una tal situazione, l’aiuto di Mosca agli italiani risolverà subito due problemi.

La Russia aiuterà l’Italia nella lotta contro la pandemia di coronavirus. Questo grazie alla conversazione telefonica tra i leader dei due paesi, avvenuta il giorno prima (21 marzo ndr.). Secondo il sito ufficiale del Cremlino, in risposta all’appello da parte italiana, Vladimir Putin ha confermato la sua disponibilità a fornire l’assistenza necessaria, delineando i suoi concreti parametri.
In particolare, è prevista la fornitura di dispositivi di protezione, sistemi mobili sui KamAZ per la disinfezione con nebulizzatori dei mezzi di trasporto e del territorio, attrezzature mediche e di altro tipo, nonché l’invio di brigate di specialisti russi per l’assistenza pratica nelle aree più colpite del paese. Queste forniture saranno effettuate tramite il Ministero della Difesa con il coinvolgimento delle Forze Aerospaziali Russe.
In seguito, il ministro della Difesa russo Sergej Shojgu ha dato l’incarico di formare un adeguato raggruppamento aereo, dopo aver tenuto conversazioni telefoniche con la controparte italiana Lorenzo Guerini. Guerini ringraziando la Russia per la sua pronta assistenza “ha confermato la sua disponibilità a ricevere, a partire dal 22 marzo, aerei russi”.
Già domenica mattina, per aiutare l’Italia, si è saputo che le forze aerospaziali russe operativamente avevano già approntato nove IL-76 presso l’aeroporto militare di Chkalovskij, vicino a Mosca. Inoltre, in partenza per l’Italia anche un gruppo di circa 100 persone, tra cui i principali esperti del Ministero della Difesa nel campo dell’epidemiologia e della virologia. Dopo pranzo (22 Marzo ndr.), il primo IL-76 è decollato per la base aerea dell’aeronautica militare italiana di Pratica di Mare. A bordo, un gruppo di virologi militari di prima linea e la fornitura di attrezzature per la diagnosi e la disinfezione.
Nel frattempo, in Italia, è stato registrato un nuovo record di decessi per coronavirus: nelle ultime 24 ore il numero delle vittime è aumentato di 793 persone. A causa del COVID-19, 4825 italiani sono morti e oltre 53 mila persone sono state contagiate. Per questo motivo, il governo ha deciso di chiudere tutte le imprese che non producano beni essenziali. Secondo il primo ministro Giuseppe Conte l’Italia ha dovuto affrontare la “peggior crisi dopo la seconda guerra mondiale”.
Su questo sfondo, gli avvocati italiani hanno chiesto la revoca delle sanzioni anti-russe. Secondo il presidente dell’associazione degli avvocati italiani (“Camere Penali del diritto Europeo e Internazionale” ndr.), Alexandro Maria Tirelli, l’Italia perde 3 miliardi di dollari all’anno; una perdita che ha colpito le imprese e un certo numero di settori. L’organizzazione di giuristi inoltre ha chiesto alla leadership russa di aiutare il sud del paese a combattere il COVID-19.
È curioso il fatto, che per l’aiuto all’Italia, la Russia sia stata sollecitata anche da altri paesi europei. Ad esempio, Ulrich Oehme, un membro del parlamento tedesco del partito AfD e membro della PACE, rivolgendosi a Mosca, ha segnalato la carenza di medici e di respiratori  in Italia.
Il preside della Facoltà di Politica e Amministrazione del MGIMO (Università Statale di Mosca per le Relazioni Internazionali), Henry Sardarjan, esperto di questioni italiane, sul quotidiano Vzgljad ha dichiarato: “La situazione in Italia, senza esagerazione, appare catastrofica. Per molti aspetti, è peggio che in Cina. Vediamo problemi con l’organizzazione del trattamento terapeutico, con l’accesso alle risorse mediche. In precedenza abbiamo ricevuto richieste da singole regioni dell’Italia, a tal riguardo abbiamo informato il Ministero degli Esteri russo. Ma a causa della portata del problema, la questione è stata posta a livello dei capi di stato. In Russia, la procedura  per la lotta al virus è molto meglio organizzata che in Europa”.
Secondo la sua opinione, oggi in Italia, molti si montano la testa sulla convenienza della propria presenza nell’Unione Europea. “Il paese è stato lasciato a tu per tu con questa terribile avversità, l’unica misura intrapresa dai vicini è stata la chiusura delle frontiere. Nessuno aiuta, nemmeno con la fornitura di mascherine mediche. Questo, a proposito, ricorda il famoso meme, secondo il quale, una persona rimane atea fino alla prima oscillazione sull’aereo. Così è qui: l’Europa è rimasta senza confini solo fino ai primi gravi problemi”.
Sardarjan ha pure aggiunto che gli utenti dei social network italiani apprezzano molto la decisione della leadership russa di aiutare l’Italia. “La Russia, nonostante le sanzioni, mette al primo posto l’assistenza alle persone sofferenti. Questo, favorevolmente, ci distingue da altri paesi e richiama il sostegno tra la popolazione”, ha sottolineato l’esperto.
“In generale, gli italiani simpatizzano molto per la Russia. C’è solo una percentuale minima di persone che raccontano sciocchezze: ad esempio quando durante le elezioni questi accusarono diversi politici di ricevere finanziamenti dalla Russia e spaventarono il paese con gli “agenti del Cremlino”, tuttavia ciò non ebbe alcun effetto. Pertanto, dopo la crisi, penso che le relazioni tra Roma e Mosca diventeranno ancora migliori”, prevede Sardarjan.
Anche Franz Klintsevich, membro del Comitato della Difesa del Consiglio della Federazione, ha accolto con favore la decisione di Mosca di aiutare il popolo italiano. Secondo il suo parere, la Russia è uno dei pochi paesi che possano permettersi di fornire assistenza e sostegno ad altri stati, in particolare all’Italia: “Nonostante le sanzioni e l’adesione dell’Italia alla NATO, abbiamo buone relazioni. Pertanto, mostriamo compassione. Questo sentimento è proprio dei russi e di altri popoli della Russia. Tutto ciò influenza positivamente la stima verso il nostro Paese nel mondo”.
Il senatore ha inoltre aggiunto: “Per giunta, in Europa è poco probabile che qualcuno andrà in soccorso di qualcun altro. Tutti si sono dileguati negli appartamenti nazionali, sperando di veder la pandemia passare. L’America si è isolata del tutto. Noi invece aiuteremo coloro che ne hanno bisogno. E non importa se questo paese sia, o meno, membro della NATO”.
“Inoltre, acquisiremo preziose pratiche ed esperienze nella lotta contro il coronavirus. Se, Dio non voglia, la situazione epidemiologica peggiorerà in Russia, questa esperienza ci sarà utile. Pertanto, nella decisione del presidente di aiutare l’Italia, vedo solo un più”, ha riassunto Klintsevich.
Alexey Nechaev è membro del consiglio di coordinamento dell’Unione degli emigranti politici e dei prigionieri politici dell’Ucraina.
Scelto e tradotto da Eliseo Bertolasi
https://comedonchisciotte.org/spetsnaz-medici-della-russia-salveranno-litalia-dalla-morte/
Discesa agli Inferi

Si aggrava la situazione in Italia dove il governo, impressionato dall’alto numero di vittime, ha adottato misure senza precedenti senza considerare che, così facendo, agisce secondo lo schema d’attacco angloamericano: l’intero sistema produttivo, salvo le attività strategiche per garantire il funzionamento essenziale della Nazione, è stato chiuso. L’economia italiana si dirige verso un rapido collasso, innesco della ben maggiore crisi europea. Lo sfaldamento del tessuto politico ed economico metterà in forse l’unità nazionale: Cina e Russia pompieri.
E decrescita (violenta) fu
Sabato 21 marzo si è consumata la svolta probabilmente decisiva dell’emergenza Coronavirus in Italia: l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte, dopo il pesante bollettino giornaliero (circa 550 morti, con un’età media attorno agli 80 anni), ha varato una misura senza precedenti, ossia la chiusura di tutte le attività economiche tranne quelli ritenute essenziali per il funzionamento del Paese (agroalimentare, energia, sanità, trasporti, acquedotti, etc.). La gravità della situazione sanitaria, specie nelle regioni del Nord, è fuori discussione, ma il governo avrebbe dovuto vagliare con molta più attenzione i pro ed i contro della decisione, che rischia di essere fatale per l’Italia nel suo complesso (con un conto sociale, ex-post, ben più oneroso): così facendo, Roma ha reagito proprio come auspicato da Londra e Washington che, sferrando l’attacco biologico, non miravano certamente ad uccidere qualche migliaio di persone, ma a paralizzare l’economia italiana, per portarla gradualmente al collasso ed usare la terza economia dell’eurozona come grimaldello per scardinare l’intera UE. L’attacco angloamericano si è concentrato sulla penisola, in ossequio alla consueta “pheripheral strategy” delle ultime due guerre mondiali, proprio perché l’Italia costituisce il “ventre molle” del continente ed è possibile far saltare l’intero blocco europeo spingendola verso il default.
Si potrebbe obiettare che anche la Cina ha adottato simili misure draconiane con buoni risultati, ma si deve considerare che, innanzitutto, Pechino ha arrestato l’attività economica nella sola regioni di Wuhan, mentre il resto dell’economia cinese, sebbene perturbata, ha continuata a funzionare; in secondo luogo, la Cina, per molti aspetti ormai la prima economia mondiale, finanziariamente “autarchica” e munita di ampie riserve, avrebbe potuto permettersi di sospendere per qualche settimana tutte le attività produttive non essenziali. Così non l’Italia, con il terzo debito pubblico al mondo espresso in una valuta “non nazionale”, un ventennio di crescita anemica alle spalle e nessun margine di manovra finanziario: può sembrare brutale, ma l’Italia avrebbe dovuto tollerare un numero di vittime di molto superiore prima di imboccare la strada del 21 marzo. Bloccare per circa due settimane tutto il sistema produttivo (con le eccezioni sopra citate) significa causargli un sorta di “infarto” da cui rischia di non riprendersi più. Il blocco delle attività significa interrompere infatti il circuito dei beni (cui corrisponde un circuito monetario in senso inverso) su cui poggia l’economia: nessuna circolazione dei beni, significa nessuna circolazione della moneta, con il conseguente scardinamento di intere filiere produttive ed annessa crisi bancaria. L’economia si ferma, le banche barcollano, il fardello sulla spalle dello Stato si fa talmente pesante da spezzargli infine la spina dorsale: default. Inutile farsi illusioni sulle capacità salvifiche della BCE (specie se governata da una figura di comprovata fede angloamericana come Christine Lagarde): l’eurozona e, maggior ragione, la UE difficilmente riuscirebbero a sopravvivere qualora l’Italia iniziasse a cedere strutturalmente.
Twitter: @FedericoDezzani
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