Il virus della tirannia finanziaria
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Non potestis Deo servire et mammonae (Mt 6, 24).
La prova che il nostro Paese sta attraversando ha fatto venire a galla non solo la qualità del clero, ma pure le condizioni spirituali del popolo. L’impressione che si sta imponendo è quella del vuoto pneumatico: il massimo della reazione è appendere una bandiera arcobaleno al balcone o far chiasso alla finestra ad un orario prestabilito, come carcerati in rivolta… A parte queste patetiche rivalse e le velleitarie dichiarazioni di buon esito, ce ne stiamo tutti rigorosamente chiusi in casa, fino a quando, oltre ai posti in terapia intensiva, scarseggeranno pure quelli in psichiatria. Anche là dove le chiese sono aperte, non si vede anima viva. Una società che ha perso la fede, anziché cercare protezione in Dio, riversa sulla scienza o sullo Stato impossibili attese di liberazione dalla malattia e dalla morte (che, dopo il peccato originale, sono però inevitabili perché inerenti alla condizione umana); essa, di conseguenza, obbedisce ciecamente a qualsiasi diktat, per quanto lesivo dei più elementari diritti della persona e quindi contrario tanto alla legge divina che a quella umana. Le istituzioni pubbliche, in realtà, stanno operando a danno della popolazione, piuttosto che a sua tutela, cioè secondo il fine che ne giustifica l’esistenza.
La raffica di decreti governativi che di fatto sospendono fondamentali articoli della Costituzione (cui normalmente ci si appella come a un testo sacro) è di colpo succeduta ad una condotta politica di stupefacente superficialità. I mezzi di comunicazione, contemporaneamente, si sono lanciati in una martellante campagna basata su dati approssimativi o parziali e mirante a provocare una vera e propria psicosi collettiva; il disagio più acuto causato dall’emergenza sanitaria è dovuto proprio all’impossibilità di ottenere informazioni corrette su di essa. È come minimo imprudente prestare una fiducia senza riserve ai dati scientifici forniti da un’agenzia delle Nazioni Unite i cui consulenti lavorano anche per le multinazionali farmaceutiche, che in tempi recenti, a più riprese, hanno realizzato enormi profitti con i vaccini creati per curare pandemie fasulle e acquistati dai governi a milioni di dosi, rimaste poi inutilizzate. Troppe volte, negli ultimi due decenni, l’O.M.S. si è “sbagliata” nelle sue previsioni; il nostro Istituto Superiore di Sanità, dal canto suo, è legato a una casta politica che, con la sua gestione dell’epidemia, sta spingendo il Paese verso il baratro.
Tale grado di apparente inettitudine in ambiti così diversi, da quello politico a quello scientifico e a quello mediatico, non è spiegabile solo con l'ignoranza crassa o la scarsa professionalità (che in molti casi sono tuttavia reali), ma fa pensare a una strategia coordinata i cui scopi vanno decifrati. Non possiamo, ovviamente, andare al di là delle ipotesi, ma ci sono indizi che ci consentono di intuire pur qualcosa. La prima impressione è che, con il pretesto della “pandemia”, si stiano svolgendo le prove generali di una dittatura globale di inusitata durezza, dati i mezzi tecnologici di cui dispone. Benché i regimi comunisti non ne avessero ancora di così invasivi, il principio rimane immutato: la realtà è sostituita dalla propaganda, che consiste nella sistematica diffusione di un’informazione pilotata e distorta. Le fonti che finanziarono quelli, del resto, sono le stesse su cui si regge il sistema attuale, così come i teorici della mistificazione erano già allora di scuola anglosassone. Probabilmente è un test del livello di sottomissione e manipolabilità di popolazioni ipnotizzate dai mass media e ormai prive di qualsiasi riferimento morale e spirituale, visto il grado di analfabetismo raggiunto in quegli ambiti e il tradimento delle guide religiose, complici o latitanti.
Il primo elemento da accertare è la natura e la reale entità della minaccia. Trattandosi – sia pure all’interno di una famiglia di virus ben noti – di una variante inedita (ammesso che sia una sola) che ha una notevole capacità di trasmissione e contro la quale non abbiamo ancora sviluppato gli anticorpi, questo è potenzialmente pericoloso, benché il suo tasso di letalità non sia particolarmente elevato, se si considera che il numero di contagiati è largamente sottostimato e che i decessi riguardano per lo più persone già affette da altre patologie. Proprio il fatto che gli anziani siano più esposti del solito e, se affetti, vengano spesso trascurati può far pensare che la gestione inadeguata dell’epidemia miri a una sorta di selezione della popolazione con l’eliminazione dei soggetti più costosi dal punto di vista sanitario. Un’eventualità così mostruosa non sorprende affatto chi sia un minimo informato sugli orientamenti del nuovo ordine mondiale. Con insistenza ossessiva, del resto, ci viene inculcato che siamo troppi e che l’uomo è il cancro del pianeta, la cui salvaguardia richiederebbe una drastica riduzione dei suoi abitanti.
Per le nuove generazioni è un vero e proprio lavaggio del cervello che le prepara ad essere le esecutrici del piano, come già risulta evidente dal notevole abbassamento dell’età media della classe politica, sempre più composta di ragazzotti senz’arte né parte. Anche nei reparti di terapia intensiva colpisce la massiccia presenza di operatori molto giovani: è più facile che persone la cui coscienza non si sia adeguatamente sviluppata ottemperino supinamente a qualsiasi direttiva; come sarebbe potuta maturare, del resto, in soggetti che non hanno ricevuto la benché minima formazione morale, ma hanno respirato relativismo fin dall’infanzia? Il brodo di coltura nichilista della nostra gioventù ha generato automi teleguidati col cellulare, incapaci di fare un ragionamento logico o di seguire un’argomentazione, completamente determinati da meccanismi di stimolo-risposta, cinicamente insensibili alla sofferenza altrui, ignari dei doveri più elementari di persone civili, regrediti nella barbarie e condannati all’infelicità perpetua… Quelli che non sono destinati a diventare carne da macello, saranno i soldatini del sistema, illusoriamente felici di essere momentaneamente utili al mostro senza volto che li usa per i suoi scopi inconfessabili.
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Una lettura teologica della storia, come abbiamo visto in precedenza, autorizza ampiamente a leggere cataclismi e catastrofi come castighi divini; essi si realizzano però mediante le cause seconde, ossia i fenomeni naturali e la libertà delle creature ragionevoli. Nel caso presente, voci autorevoli sostengono che si tratta di un virus modificato in laboratorio mediante l’inserzione di una sequenza dell’H.I.V. e sparso intenzionalmente secondo una progressione prestabilita. La dinamica della sua diffusione e altri indizi hanno indotto alcuni osservatori a sospettare che sia un’arma biologica usata per provocare una crisi economica globale che dia modo ai grandi speculatori di realizzare stratosferici profitti. La società di investimenti Bridgewaters, nel novembre dell’anno scorso, ha scommesso la modica cifra di un miliardo e mezzo di dollari su un crollo mondiale delle borse previsto entro la fine di marzo. Il pretesto addotto di una normale operazione di copertura del portafoglio, congiunto a un’insistente difesa dall’accusa, non è certo rassicurante, visto oltretutto che vi sono coinvolte due fra le maggiori banche ebraiche, la Goldman Sachs e la Morgan Stanley.
A questo punto occorre menzionare la dichiarazione delle forze russe di difesa chimica, biologica, radiologica e nucleare giunte in Lombardia per aiutarci (e – non a caso – aspramente criticate dalla stampa di regime): l’epidemia di Covid-19 non sarebbe altro che un diversivo mirante a coprire un attacco biologico ben più serio; il virus verrebbe usato come schermo di camuffamento per celare l’utilizzo di un altro vettore sconosciuto, molto più aggressivo. Questo spiegherebbe l’incongruenza tra la pericolosità oggettiva (non altissima, secondo virologi non prezzolati) del Coronavirus di cui si parla e gli effetti devastanti della malattia registrati in alcune regioni. Sugli scopi di tale guerra asimmetrica si possono tentare varie ipotesi. Una ne attribuisce la responsabilità agli Stati Uniti, che intenderebbero affondare l’economia cinese e quella dei Paesi europei ad essa legati, approfittando altresì della crisi finanziaria per immettere nei mercati enormi quantità di moneta (stampata senza sufficienti riserve di copertura in altri valori) onde mantenere l’egemonia mondiale del dollaro.
È pur vero che le esportazioni dalla Cina hanno subìto una momentanea contrazione di un quarto, ma il successivo arresto delle attività produttive nel resto del mondo impone un’altra considerazione. Globalizzazione e delocalizzazione avevano già fortemente indebolito l’industria occidentale, che in larga misura, oltretutto, dipendeva dall’Estremo Oriente per i pezzi finiti. Se già prima, specie in ambito tecnologico, importavamo moltissimo dalla Cina, ora, con le fabbriche chiuse, avremo ben presto bisogno di tutto. Dopo il brusco calo iniziale, è quindi probabile che l’economia cinese, che cresce a un tasso annuale del 6%, riparta a gonfie vele. Negli ultimi decenni, poi, sul nostro territorio sono dilagate attività commerciali e manufatturiere – più o meno illegali – gestite da immigrati cinesi, sostenute da un continuo flusso di capitali provenienti dalla madre patria e, come se non bastasse, da ingiustificabili facilitazioni fiscali da parte dei nostri governi; una volta cessata l’emergenza, è probabile che riprendano più fiorenti di prima (ammesso che quelle sommerse si siano fermate). Molti esercizi, peraltro, fanno da copertura ad attività di spionaggio, cosa di cui pare non curarsi affatto una classe politica in buona parte venduta a Pechino e asservita ai suoi interessi, come si è visto a proposito dei recenti accordi sulla nuova via della seta.
Questo inarrestabile strapotere si spiega alla luce di quel trasferimento della supremazia mondiale dagli Stati Uniti alla Cina che ipotizzavo qualche mese fa. La tesi della creazione del virus in un laboratorio militare del Maryland e della sua diffusione per mezzo di soldati americani in occasione dei giochi militari svoltisi a Wuhan sembra sia stata confezionata dai servizi segreti della Repubblica Popolare e diffusa dai loro agenti operanti nei mezzi di comunicazione. Proprio a Wuhan, scelta come sede di un progetto-pilota per la creazione della rete 5G, sono state installate trentamila antenne le cui forti radiazioni elettromagnetiche abbattono le difese immunitarie. Per quanto ciò, di primo acchito, possa sembrare illogico, il virus è con buona probabilità di origine cinese. Per un regime totalitario che domina quasi un miliardo e mezzo di persone, non conta nulla la perdita di qualche migliaio di individui (stando ai dati ufficiali, difficilmente rispondenti al vero); fossero pure, nella realtà, decine di migliaia o anche più, non sarebbe comunque un dramma per chi ha interesse a ringiovanire una popolazione in rapido invecchiamento. Anche sul piano economico, a medio e lungo termine, i benefici possono ampiamente superare il danno iniziale, fino a determinare, anzi, l’instaurazione di una nuova egemonia economica e politica.
Non dimentichiamo che i regimi marxisti funzionano per programmi quinquennali concatenati e che la cultura cinese gestisce il tempo sul lungo periodo. Nel pensiero di Marx (figlio di un rabbino cabalista, satanista adolescente, poi membro degli Illuminati di Baviera), il capitalismo stesso è funzionale allo sviluppo del sistema comunista, in cui tutto è pianificato dall’alto e nessuno è realmente proprietario di nulla. Questa visione collima, d’altronde, con il progetto massonico del nuovo ordine mondiale, governato da una ristretta oligarchia di banchieri che considera i popoli una moltitudine di schiavi da ridurre numericamente entro i limiti imposti dalle necessità del sistema. Se un conflitto esiste, è quello tra il sionismo nazionalista (che fa capo a Israele e si serve di Trump) e quello globalista (che usa le sinistre, capeggiate dai vari Clinton, Obama e compagnia e parimenti finanziate da capitali ebraici); ma finanche questo confronto potrebbe essere coordinato da un’istanza suprema, quella rappresentata dalla famiglia dello Scudo Rosso, che lo sfrutta per trarne il massimo profitto possibile e impedire al contempo il prevalere di una parte sull’altra. Dato che si tratta incontestabilmente di adoratori di Lucifero che controllano ormai perfino la gerarchia cattolica, la liberazione dal virus e dalla tirannia connessa richiede urgentemente un grande esorcismo.
https://oasisana.com/2020/02/19/coronavirus-e-5g-ce-correlazione-lo-studio-il-video/
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Dall'eclissi alla risurrezione della Chiesa - Meditazioni
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Pubblicato da Elia
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