Una vergogna per politici, giornalisti e vescovi
Guardi il servizio di Striscia la Notizia sul povero prete di Formia, messo alla gogna per la Messa celebrata; poi leggi l’intervista a don Fortunato Di Noto che ci spiega il boom della pedopornografia online durante la quarantena. E allora l'ingiustizia diventa inollerabile...
Guardi il servizio di Striscia la Notizia sul povero prete di Formia, messo alla gogna per aver celebrato la Messa la domenica di Pasqua con la presenza di poche persone, tra l’altro tutte regolarmente giustificate. Poi leggi l’intervista a don Fortunato Di Noto che ci spiega il boom della pedopornografia online durante la quarantena. E allora l’indignazione per la cialtronata di Striscia, l’ultima e la peggiore delle prevaricazioni subite da preti e fedeli cattolici in questo periodo, si trasforma in rabbia per questa palese ingiustizia di fronte alla quale non esistono parole adeguate per commentarla.
La polizia di Stato non riesce a fermare, se non con il contagocce, questi criminali che fanno circolare foto di bambini precedentemente abusati scambiandosi commenti indicibili, malgrado le prove gli vengano offerte su un vassoio d’argento da questo prete siciliano che da 31 anni vive questo come una missione; in compenso polizia e carabinieri vengono fatti intervenire con straordinaria efficacia quando si tratta di beccare un prete che dice messa con qualche fedele, peraltro – nel caso di Formia – nel pieno rispetto delle norme emanate dal ministero dell’Interno.
Già, perché l’intervento della tv ha fatto sì che il sindaco di Formia denunciasse il prete e i fedeli alla polizia, che ha immediatamente provveduto a elevare multa da 500 euro nei confronti del prete e ce lo ha fatto sapere attraverso Canale 5. Ci aspettiamo la stessa solerzia nel comunicare l’arresto delle centinaia di criminali coinvolti nel traffico di bambini denunciato da don Di Noto solo nel mese di marzo.
Aspetteremo a lungo, credo. È semplicemente una vergogna.
È una vergogna nazionale tollerare la pedopornografia online, perché i responsabili non sono anzitutto gli agenti, che eseguono semplicemente gli ordini; sono i politici, i governanti, i ministri da cui dipendono polizia, carabinieri e guardia di finanza; i direttori dei grandi giornali e i gruppi economici che ci stanno dietro, sempre pronti a colpire preti e fedeli cattolici che si comportano secondo fede; sempre pronti a offrire la prima pagina se un prete è anche solo sfiorato dal sospetto di pedofilia, ma curiosamente distratti quando tanti loro “amici” sono coinvolti nel traffico di materiale pedopornografico, se non peggio; e responsabili sono anche quegli autori di programmi d’inchiesta – Rai, Mediaset o altro poco importa – che si inventano servizi per ridicolizzare e mettere alla gogna preti e devozioni, ma che mai toccherebbero gli oscuri personaggi denunciati da don Di Noto.
Ma vergogna anche per quei parrocchiani che in quarantena si sono scoperti delatori e cecchini, che denunciano i parroci che cercano di mantenere almeno un minimo di vita ecclesiale. O, come nel caso di Formia, sono talmente infami da carpire la fiducia del povero prete per filmare la messa e poi denunciarlo al Tribunale del Popolo (perché Striscia la Notizia questo è).
E vergogna anche per i vescovi, che non solo assistono indifferenti a questo scempio del gregge che è loro affidato, ma addirittura in molti casi diventano essi stessi giudici implacabili dei loro preti, come abbiamo purtroppo visto tante volte in queste settimane. Trattano i loro preti come delinquenti, in privato e in pubblico, per avere celebrato messe e riti alla presenza di poche persone, pur nel rispetto delle distanze necessarie. E impongono loro degli atti pubblici di pentimento, degni della Cina comunista.
E vergogna anche per i vertici della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) che assistono in silenzio a tutto questo che sta avvenendo; che chiudono entrambi gli occhi su questa caccia alle streghe che, con la scusa del contenimento del coronavirus, si è scatenata contro preti e fedeli cattolici. Il prete di Formia si è comportato semplicemente come da accordi tra CEI e ministero dell’Interno, eppure non una parola a sua difesa e contro questi soprusi. Ma che pastori sono quelli che lasciano divorare il gregge dai lupi?
E magari non diranno nulla neanche ora che ci è stato chiarito che l’ostia consacrata viene assimilata dalla legge al “prodotto da forno”, e come tale deve essere “maneggiata”. Purtroppo, una volta accettato il principio che la messa è assimilabile a una qualsiasi manifestazione culturale, tutto il resto viene di conseguenza.
Sono ferite tremende queste, inferte alla società e alla Chiesa. E non guariranno con la scomparsa del virus.
Riccardo Cascioli
https://lanuovabq.it/it/una-vergogna-per-politici-giornalisti-e-vescovi
La Messa alla gogna: Striscia fa multare prete senza motivo
Indegna gogna a Formia: una troupe di Striscia umilia un prete che distribuisce la Comunione a Pasqua a pochi fedeli. Lui, terrorizzato, si difende alla Nuova BQ: «Erano autorizzati». Per punirlo la questura gli formalizza una multa con una violazione inventata e indotta dal servizio tv: «La Comunione è assimilata ai prodotti alimentari, mascherina e guanti per distribuirla», spiega il sindaco. Follia, nessuna legge lo prescrive, l'Ostia non è la focaccia del panificio. Il vescovo lo scarica e gli rimprovera il numero eccessivo dei fedeli. Sulle Messe, una Cei sempre più sottomessa a Cesare tratta per il ripristino.
Se non sono i poliziotti ci pensa Striscia la notizia. Al posto del maresciallo c’è Jimmy Ghione, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: la caccia alle streghe dei preti che celebrano Messa in tempo di Coronavirus e che finiscono nel mirino della buoncostume in formato gogna pandemica.
In questi pazzi giorni chiamati diabolicamente di digiuno eucaristico, ma in realtà di proibizione del culto come mai non si era visto nell’Occidente libero, ne abbiamo raccontate tante: blitz della polizia in chiesa, Messe e processioni multate dai carabinieri, segnalazioni di delatori e sindaci che mandano i vigili a interrompere le celebrazioni. Ci mancava la troupe televisiva per denunciare una Messa di Pasqua. È arrivata l’altra sera sotto forma di delazione in prima serata tv: ecco servita la gogna mediatica al prete che distribuisce la Comunione “proibita”. Proibita perché stando a una non meglio precisata interpretazione questurile la Santa Comunione non è stata distribuita come la focaccia al forno Rosina: con guanti e mascherina. Follia.
Succede a Formia, diocesi di Gaeta e ora il povero vicario parrocchiale messo alla berlina e tradito da un parrocchiano intrufolatosi senza autorizzazione nella chiesa del Buon Pastore per la Messa di Pasqua, rifugge terrorizzato i giornalisti. Anche quelli come noi che vorrebbero dargli la possibilità di difendersi dall’osceno ludibrio al quale è stato esposto dalle telecamere di Striscia che lo hanno raggiunto mentre stava curando il verde della parrocchia e non si presentava certo con la dignità che si confà a un prete in tv, umiliandolo come un furfante che non rispetta le supreme leggi governative.
I fatti. «Il nostro gancio», lo chiama Jimmy Ghione, entra in chiesa per la Messa di Pasqua e davanti al portone mostra il giornale del 12 aprile, come hanno fatto le Brigate Rosse con Sossi e Moro, per far vedere che si trattava proprio della Messa di Pasqua.
Un sacrilegio, semmai, perché riprendere un prete che sta dicendo Messa e poi spacciare il girato come una violazione del Dpcm perché viene distribuita la Comunione senza guanti a poche persone è una carognata che andrebbe punita per legge.
Invece la legge, dopo il servizio di Striscia, si è accanita sul povero prete, padre Konka Showrilu, che si è dovuto scusare con l’ormai consueto «non accadrà più», ma nel frattempo si è visto recapitare una multa di 500 euro con tanti saluti da parte del primo cittadino Paola Villa che ha minacciato di allertare nell’ordine la curia vescovile e la Prefettura.
«Le celebrazioni religiose devono essere fatte esclusivamente dal sacerdote da solo», ha ripetuto il sindaco interrogata come una scolaretta dalla troupe Mediaset. Obbrobrio giuridico e bestialità amministrativa, che un vescovo assennato dovrebbe rispedire al mittente, semmai. Il primo cittadino non sa – o forse fa finta di non sapere – che lo stesso Viminale ha chiarito che in vista delle celebrazioni pasquali «è ammessa la presenza di cantori, ministranti, lettori e diaconi che aiutino il parroco per la Messa e che possano scrivere in autocertificazione “comprovate esigenze lavorative”»?
«Infatti, le persone presenti, tranne il «gancio» di Striscia, erano autorizzate», ha poi spiegato il primo cittadino alla Nuova BQ. Cosa ribadita anche dallo stesso padre Showrilu: «Tutti erano a norma, c’erano pochi parrocchiani che cantavano e leggevano», ha spiegato alla Nuova BQ il prete ancora sotto choc. «Ma non voglio più parlare di questa storia, vi prego di lasciare stare», ha aggiunto non prima di averci confermato l’arrivo del verbale di 500 euro.
Ne consegue che quella multa è illegittima perché le persone erano autorizzate a stare lì e a ricevere la Comunione. Quale sarebbe la colpa del prete, allora? Semplice: aver distribuito la Comunione senza le protezioni. Ma dove sta scritto che per distribuire la Comunione si debbano avere guanti e mascherine? Da nessuna parte, ma per la buoncostume di Striscia sembra essere un presidio indispensabile perché ormai l’igienismo anti Covid ha il potere su tutto, anche su ciò che c’è di più sacro. E basta questo per irrompere in chiesa e permettere la profanazione di una Messa?
Pare di sì. Così il sindaco: «Ci pensa la questura a formalizzare l’esposto e credo che utilizzerà il fatto che la Comunione non è stata distribuita con le protezioni, al pari di qualsiasi alimento», ci dice. Chiediamo dove stia scritto che la santa Ostia debba essere equiparata a pizzette e lasagne da banco: «In effetti non ho trovato questo nei documenti della Cei, ma noi siamo in un paese che è in uno stato di diritto e l’Eucarestia deve essere considerata alla stregua degli alimenti e coloro che somministrano alimenti hanno l’obbligo di utilizzare mascherina e guanti».
In sostanza, padre Konka è stato multato per un reato che non esiste, ma è stato “costruito” artatamente per giustificare l’indegno blitz di Striscia. Una multa del genere al Tar non entra neanche dalla finestra tanto è scriteriata, ma è più che sufficiente per mettere sull’attenti preti e vescovi che ora sono terrorizzati e se ne guardano bene dal rispondere in faccia a questi abusi.
La curia e il vescovo, avvertiti dalla sindaca non hanno dichiarato nulla, né pensato di difendere il povero sacerdote. Anzi, dai contatti che la Bussola ha avuto con il responsabile delle comunicazioni sociali don Maurizio di Rienzo, si scopre che a infastidire il vescovado è stato il numero delle persone presenti considerate «non tutte essenziali». Non si fa cenno alla distribuzione della Comunione, che invece stando al sindaco sarebbe la “colpa” principale del viceparroco. Però si sottolinea che «è giusto che chi sbaglia, si prenda le sue responsabilità, anche se si tratta di un sacerdote, il quale per altro si è subito autodenunciato».
Il punto, però a questo punto è in che cosa il prete avrebbe sbagliato, la distribuzione della comunione o i fedeli presenti? E chi avrebbe il dovere di farglielo notare, il vescovo, la tv o la polizia con sindaco? Il sospetto è che per giustificare il "disturbo" di Striscia si sia dovuto per forza trovare un reato. Anche inesistente.
È questo solo uno di tanti casi di attacco alla Chiesa negli ultimi giorni, giorni pasquali, ma di prova. Le cronache si sprecano e dopo San Marco in Lamis abbiamo trovato parroco e sindaco multati a Dosolo (Mantova) per la stessa processione che al vescovo di Chieti Bruno Forte (“forte” anche nella politica ecclesiastica) non è costata nulla, salvo la “caduta” del Cristo appeso al crocifisso.
Il clima di psicopolizia e da colonna infame è alimentato da forze dell’ordine, sindaci e media che spesso ignorano le stesse regole emanate dal Governo, basti vedere il caso della nota del Viminale del 27 marzo, che è stata completamente ignorata anche a Formia e si inventano i reati.
Ma è un clima che ha una radice comune: il lassismo episcopale, che ha voluto in prima persona la sospensione delle Messe abbandonando al suo destino fedeli e parroci e che ora sta cercando di correre ai ripari provando a concordare col Governo una road map per la riapertura.
Dalle poche notizie che filtrano, i contatti tra Cei e Governo sono avviati, ma per poter tornare a Messa dovremo aspettare. Oggi è previsto il consiglio permanente della Cei. La speranza è che qualcosa si smuova. Ma la posizione è ormai quella della sottomissione dei vescovi al governo, in barba al Concordato e alla Costituzione. Del resto, non c’è da stupirsi per chi in questa Quaresima/Pasqua ha dimostrato senza problemi di non avere altro re all’infuori di Cesare.
Andrea Zambrano
https://lanuovabq.it/it/la-messa-alla-gogna-striscia-fa-multare-prete-senza-motivo
- FINALMENTE UN VESCOVO: «I FEDELI CHIEDONO LE MESSE»
- DON DI NOTO: IL COVID NON FERMA LA PEDOPORNOGRAFIA di Luca Marcolivio
-LA FEDE E L'ATEISMO DI FRONTE ALLA PESTE di Tommaso Scandroglio
https://lanuovabq.it/it
di Stefania Marasco
Stamani mi sono svegliata di umore piuttosto nero e tempestoso, a dispetto del bellissimo sole primaverile che splende qui a Formia.
Non ve lo avevo detto, vero? Io vivo a Formia da tre anni circa.
Ridente cittadina di mare, più o meno a metà strada tra Napoli e Roma, non è certo un’oasi paradisiaca, ha tanti problemi più o meno difficili da risolvere, ma se c’è una cosa che ha di valido è la presenza della Chiesa, che ha cura della gente al meglio che può.
Parlo in particolare del mio parroco, uomo generoso che sta facendo di tutto per stare vicino alla propria gente con attività online, catechesi, messe e come lui tutta la Diocesi di Gaeta, di cui facciamo parte, si sta prodigando per stare vicino alla sua gente, dal Vescovo ad ogni singolo prete.
Ridente cittadina di mare, più o meno a metà strada tra Napoli e Roma, non è certo un’oasi paradisiaca, ha tanti problemi più o meno difficili da risolvere, ma se c’è una cosa che ha di valido è la presenza della Chiesa, che ha cura della gente al meglio che può.
Parlo in particolare del mio parroco, uomo generoso che sta facendo di tutto per stare vicino alla propria gente con attività online, catechesi, messe e come lui tutta la Diocesi di Gaeta, di cui facciamo parte, si sta prodigando per stare vicino alla sua gente, dal Vescovo ad ogni singolo prete.
Ma, ovviamente, come tra i dodici anche qui c’è Giuda in agguato.
Quando ieri sera ho assistito a questo indegno spettacolo, vedi qui, che mi era stato preannunciato da questo articolo, leggi qui, la mia rabbia, lo confesso pubblicamente, ha raggiunto livelli da confessione sacramentale (peccato che ora non si possa)!
Quando ieri sera ho assistito a questo indegno spettacolo, vedi qui, che mi era stato preannunciato da questo articolo, leggi qui, la mia rabbia, lo confesso pubblicamente, ha raggiunto livelli da confessione sacramentale (peccato che ora non si possa)!
Mi direte: ma quel sacerdote ha fatto qualcosa che non doveva! Non ha rispettato le ordinanze! Ha dato il cattivo esempio! Ha messo a repentaglio la salute pubblica!
Vi rispondo: tutto verissimo. Indiscutibile.
Altrettando indiscutibile, tuttavia, è il pelo sullo stomaco che ha avuto quello che Ghione definisce “il gancio” ad andare a messa il 12 Aprile, registrare quello che gli interessava col telefonino, prendere suddetto file e mandarlo a Striscia La Notizia perché lo trasformasse in una occasione di show-gogna-pubblica come solo loro sanno fare, con tanto di dileggio, derisione e morale spicciola dei presentatori in studio.
Il “buon cristiano” nello specifico, fariseo, convinto di essere un paladino di non so quale giustizia sommaria, da quale moto è stato mosso?
Senso civico? Avrebbe dovuto chiamare i vigili o i carabinieri seduta stante!
Filiale obbedienza alla Santa Madre Chiesa che vive in Diocesi di Gaeta? Avrebbe dovuto denunciare il fatto all’Arcivescovo Luigi Vari!
Ma no, il campione di educazione civica (o la campionessa, per quello che ne sappiamo potrebbe essere una donna!) ha dovuto chiamare i paladini della legalità mediatica e dare spettacolo, della chiesa e di un pover’uomo, che forse più che peccare di trasgressione della legge ha peccato di eccesso di zelo nei confronti della propria missione di pastore del gregge.
Vi rispondo: tutto verissimo. Indiscutibile.
Altrettando indiscutibile, tuttavia, è il pelo sullo stomaco che ha avuto quello che Ghione definisce “il gancio” ad andare a messa il 12 Aprile, registrare quello che gli interessava col telefonino, prendere suddetto file e mandarlo a Striscia La Notizia perché lo trasformasse in una occasione di show-gogna-pubblica come solo loro sanno fare, con tanto di dileggio, derisione e morale spicciola dei presentatori in studio.
Il “buon cristiano” nello specifico, fariseo, convinto di essere un paladino di non so quale giustizia sommaria, da quale moto è stato mosso?
Senso civico? Avrebbe dovuto chiamare i vigili o i carabinieri seduta stante!
Filiale obbedienza alla Santa Madre Chiesa che vive in Diocesi di Gaeta? Avrebbe dovuto denunciare il fatto all’Arcivescovo Luigi Vari!
Ma no, il campione di educazione civica (o la campionessa, per quello che ne sappiamo potrebbe essere una donna!) ha dovuto chiamare i paladini della legalità mediatica e dare spettacolo, della chiesa e di un pover’uomo, che forse più che peccare di trasgressione della legge ha peccato di eccesso di zelo nei confronti della propria missione di pastore del gregge.
Visto che ci sono, fatemelo dire: Papa Francesco ha celebrato tutto il triduo Pasquale con pubblico presente, pubblico al quale è stata data la Santa Comunione, anche se le telecamere hanno celato la scena ai nostri occhi.
Tutti abbiamo assistito alla Via Crucis, tenuta da 12 persone vive e reali sul sagrato di San Pietro.
Diciamocelo che la differenza sostanziale è che lui può nell’ambito dello Stato della Città del Vaticano mentre noialtri, che viviamo in altri Paesi dobbiamo attenerci alle scelte dei nostri governi, che hanno proibito qualsiasi celebrazione religiosa pubblica, perché la fede non è necessità ma cosa superflua!
Tutti abbiamo assistito alla Via Crucis, tenuta da 12 persone vive e reali sul sagrato di San Pietro.
Diciamocelo che la differenza sostanziale è che lui può nell’ambito dello Stato della Città del Vaticano mentre noialtri, che viviamo in altri Paesi dobbiamo attenerci alle scelte dei nostri governi, che hanno proibito qualsiasi celebrazione religiosa pubblica, perché la fede non è necessità ma cosa superflua!
Ho sentito fino alla nausea il motivetto: “si può pregare ovunque”, con tanto di citazione della Scrittura “In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro»” (Mt 18, 19-20), peccato che un minimo di esegesi potrebbe spiegare che quella citazione parla della dimensione ecclesiale della Chiesa e non propriamente del capitolo relativo al “Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.” (Mt 5, 6-7), legato alla dimensione personale della preghiera.
Differenze semantiche? Non proprio direi.
La verità è che a noi cattolici stare senza Eucarestia pesa ed anche tanto; che alle persone di una certa età risulta difficile capire che non serve andare in chiesa a raccomandare sé stessi ed i cari dinanzi al Signore nel tabernacolo quando hanno ricordi di gesti pubblici dei pastori legate a periodi di epidemia o guerra; e, francamente, alle persone di buon senso non torna logico che sia sano, privo di rischi ed auspicabile fare la spesa tutti i santi giorni in supermercati angusti dove non riesci a far passare tra gli scaffali due carrelli affiancati però andare a messa, rispettando le distanze, sia deleterio, epidemico, mortale e, quindi, da evitare ASSOLUTAMENTE!
Il povero sacerdote formiano ha sbagliato tutto nella metodica, è indiscutibile, ma resto della ferma idea che organizzandosi nel modo dovuto, con le mascherine fisse sul volto, i guanti alla mano ed i sacerdoti armati di amuchina ad ogni singola distribuzione di particola consacrata, una messa sarebbe di gran lunga meno pericolosa di una spedizione al supermercato od all’ufficio postale o in farmacia o dal tabaccaio o all’edicola.
Sicuramente lo è rispetto ad una gita alla Mega Feltrinelli o Mondadori!
Ma resta la realtà che in chiesa io non posso andarci perché le chiese a me vicine sono più lontane dei supermercati, della farmacia, della posta, del tabaccaio e dell’edicola e non essendo la fede necessità primaria per lo Stato Italiano, io non posso andarci, benché la parrocchia a me più vicina lasci la chiesa aperta h24, il che mi consentirebbe di andare a pregare a qualsiasi ora senza incontrare anima viva. Tuttavia va bene che i miei vicini vadano a fare la spesa tutti i giorni (io ci vado quando finiscono le scorte in casa), che vadano alla posta (mai sentito parlare di servizi online, online banking, etc?), che coltivino il loro vizio del fumo giornalmente e nessuno dica nulla (dalle mie parti non si vede una pattuglia di qualsivoglia forza dell’ordine o della Municipale)!
Cosa dovrei fare, per essere una buona cittadina, ligia al dovere?
Mettermi a fare la spia? Denunciare?
Sicuramente lo è rispetto ad una gita alla Mega Feltrinelli o Mondadori!
Ma resta la realtà che in chiesa io non posso andarci perché le chiese a me vicine sono più lontane dei supermercati, della farmacia, della posta, del tabaccaio e dell’edicola e non essendo la fede necessità primaria per lo Stato Italiano, io non posso andarci, benché la parrocchia a me più vicina lasci la chiesa aperta h24, il che mi consentirebbe di andare a pregare a qualsiasi ora senza incontrare anima viva. Tuttavia va bene che i miei vicini vadano a fare la spesa tutti i giorni (io ci vado quando finiscono le scorte in casa), che vadano alla posta (mai sentito parlare di servizi online, online banking, etc?), che coltivino il loro vizio del fumo giornalmente e nessuno dica nulla (dalle mie parti non si vede una pattuglia di qualsivoglia forza dell’ordine o della Municipale)!
Cosa dovrei fare, per essere una buona cittadina, ligia al dovere?
Mettermi a fare la spia? Denunciare?
Ditemelo.
Ebbene: no, io non denuncio nessuno, a cosa servirebbe?
Resto in casa, preservo me stessa e mia madre restando in casa, malgrado l’insofferenza crescente, leggendo ed osservando la massa che pontifica su cosa debba o non debba essere ritenuto necessario dagli altri, l’importante è che le proprie necessità siano salvaguardate.
Leggo di “ganci” che si ritengono campioni di salvaguardia della Civitas e di povera gente derisa ed indicizzata perché sente il bisogno di Dio più che dell’uomo per salvarsi da una situazione in cui i grandi, i potenti, gli scienziati non sanno letteralmente che pesci prendere e la gente continua a morire; leggo di politici capaci solo di litigare a distanza con intere categorie dimenticate, delle quali non si conosce la sorte futura; leggo le teorie complottistiche e quelle naturalistiche, dove perfino la Chiesa parla di “vendetta della natura” più facilmente che di castigo dei peccati.
Resto in casa, preservo me stessa e mia madre restando in casa, malgrado l’insofferenza crescente, leggendo ed osservando la massa che pontifica su cosa debba o non debba essere ritenuto necessario dagli altri, l’importante è che le proprie necessità siano salvaguardate.
Leggo di “ganci” che si ritengono campioni di salvaguardia della Civitas e di povera gente derisa ed indicizzata perché sente il bisogno di Dio più che dell’uomo per salvarsi da una situazione in cui i grandi, i potenti, gli scienziati non sanno letteralmente che pesci prendere e la gente continua a morire; leggo di politici capaci solo di litigare a distanza con intere categorie dimenticate, delle quali non si conosce la sorte futura; leggo le teorie complottistiche e quelle naturalistiche, dove perfino la Chiesa parla di “vendetta della natura” più facilmente che di castigo dei peccati.
Intanto, mentre il Papa pensa ad istituire una commissione per riesaminare per l’ennesima volta la questione del diaconato femminile, la CEI tace del tutto ed i “ganci” continuano a spiare i passi falsi di poveri preti e poveri cattolici creduloni, io raccomando la mia anima, il nostro Paese e la Chiesa alla pietà ed all’amore di Dio, sognando il giorno in cui potrò tornare davanti al Tabernacolo senza correre il rischio che qualche fariseo mi faccia multare di 500 euro che da disoccupata di lungo termine senza diritto a sussidi, con un ricorso in sospeso con l’INPS non saprei dove andare a prendere!
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.