È sconcertante la reazione di Avvenire, Famiglia Cristiana, il cardinale Bassetti e il parroco per il ritorno di Silvia Romano in Italia. È considerato inevitabile convertirsi all'islam in certe condizioni, rinnegando così tutta la storia della Chiesa; e non si coglie la differenza tra essere vivi ed essere liberi. Silvia è tornata viva, ma schiava.
Tra Famiglia Cristiana che la indica come modello per i ragazzi; il cardinale Bassetti che se la cava con un «è nostra figlia»; Avvenire che pensa che le reazioni negative di tante persone siano dovute al fatto che Silvia Romano è donna ed è andata in Africa; e il parroco che «è solo contento» se a mente fredda reputerà «l'islam la risposta corretta per la sua esistenza», c’è da essere più che perplessi per le reazioni di autorevoli voci del mondo cattolico, addirittura quelle ufficiali.
Non ci soffermiamo neanche sulla banalità della retorica terzomondista per cui chi decide di andare in Africa «ad aiutare i poveri» ha una superiorità morale a prescindere dal perché, dal come, dal dove e dal con chi. Né ci ripeteremo sull’immoralità del pagamento di un riscatto che in cambio di una vita ne sacrificherà molte altre. Non staremo neanche a sottolineare come il presidente dei vescovi italiani non abbia speso neanche una parola per una conversione forzata da parte di fondamentalisti islamici, un tasto evidentemente da non suonare nel clima attuale di “fraternità umana”.
Vogliamo invece soffermarci su alcuni aspetti che più precisamente interrogano la nostra fede.
Il primo è l’ineluttabilità con cui viene vista, date le circostanze, la conversione all’islam; il prezzo necessario per portare a casa la pelle. È certo che trovarsi nelle mani di questi assassini senza scrupoli è una esperienza da incubo, e non è facile resistere alla pressione esercitata: loro non vogliono soltanto i soldi, ma anche l’anima dei loro prigionieri. La loro vittoria passa dall’annichilimento della persona, dal ridurla schiava nell’anima e nella testa prima ancora che nel corpo. E nessuno di noi vorrebbe trovarsi nella situazione di dover scegliere tra la morte e la conversione all’islam. Soprattutto nessuno di noi sa cosa sceglierebbe nel caso vi si trovasse.
Però sappiamo cosa sarebbe giusto e vero scegliere. Ce lo dicono duemila anni di cristianesimo, ce lo dicono le migliaia di martiri che hanno attraversato i secoli resistendo a poteri di ogni tipo che pretendevano l’abiura della fede cristiana. Ieri abbiamo anche raccontato di come nel Medioevo siano addirittura nati degli ordini religiosi per riscattare i cristiani rapiti da musulmani (e sì, è una abitudine consolidata da quelle parti, altro che «non è il vero islam»). Ma ce lo dicono anche i martiri dei nostri giorni: i cristiani di Iraq e Siria, ad esempio, o del Pakistan, che restano al loro posto, fermi nella fede e pronti al martirio se a questo saranno chiamati. Non è eroismo di pochi, ma decisione certa e spontanea di chi è stato educato a giudicare la vita terrena alla luce della vita eterna, di chi è cresciuto pensando ad accumulare tesori in cielo piuttosto che in terra, di chi ama Cristo sopra ogni cosa e giudica un privilegio essere associato alla Sua croce.
Escludere apriori la possibilità di sacrificare la propria vita piuttosto che convertirsi all’islam – considerare «necessaria» la conversione «per non soccombere», come fa Avvenire - non è comprensione per la povera Silvia ma la negazione della storia della Chiesa e un insulto ai tanti cristiani sparsi nel mondo (e la maggior parte, guarda caso, nei paesi islamici) che ogni giorno sacrificano la propria vita in nome di Cristo. Non solo, è una grave mancanza educativa nei confronti di noi cattolici italiani, proprio nel momento in cui possiamo vedere avvicinarsi il tempo di una persecuzione aperta.
In realtà, però, se ci pensiamo bene questo atteggiamento è coerente con quanto sta accadendo in questi mesi marcati dalla pandemia di coronavirus: non abbiamo forse visto le gerarchie ecclesiastiche ed eminenti cattolici predicare la salute del corpo come primo dovere, fosse anche a scapito della salvezza eterna? E barattare la salute con la libertà, personale e della Chiesa? E allora è chiaro che non ci si può sorprendere della riedizione in salsa religiosa del vecchio slogan “meglio rossi che morti”. Va bene, prendiamo atto che per un certo establishment cattolico è «meglio musulmani che morti».
È proprio questo approccio che impedisce di cogliere la differenza tra essere vivi ed essere liberi; ed è questo il secondo aspetto che vogliamo mettere in evidenza. Tutti ad esultare per la “liberazione” di Silvia. Ma Silvia è tornata viva, non libera. Proprio quella specie di telone che la ricopriva al suo arrivo in Italia, e che non aveva voluto togliersi, è la certificazione della sua schiavitù. Quel terribile show mediatico andato in onda dall’aeroporto di Ciampino non è soltanto un regalo ai jihadisti e ai loro sponsor – come abbiamo già abbondantemente scritto -, è la sottomissione a una religione che rende schiave le donne e le usa come arma per fare proselitismo.
Quello non è affatto l’abito tipico delle donne somale, ma è l’abito imposto alle donne somale dai jihadisti, è il simbolo della loro oppressione, è il simbolo di una forza religiosa e politica che dispone delle donne come vuole: le violenta, le rende schiave, le usa per scopi terroristici e religiosi.
Silvia è tornata viva, ma schiava, oltre che devastata psicologicamente. Non sono quelli che hanno reagito allo show del ritorno ad essere contro le donne – sebbene nessuna violenza del linguaggio possa essere giustificata - ma è chi inneggia alla liberazione di Silvia, senza provare neanche un minimo di dolore per quella schiavitù esibita. Oltretutto atteggiandosi - è il caso di Avvenire e Famiglia Cristiana - a moralmente superiori perché sanno accettare sportivamente la conversione all’islam pensando che sia libertà religiosa. Certo, per capire la differenza tra essere vivi ed essere liberi bisogna prima essere liberi. È l’unica scusante per certi ambienti cattolici già impegnati nel processo di sottomissione.
Riccardo Cascioli
https://lanuovabq.it/it/quelli-che-meglio-musulmani-che-morti
NOBILE: TRA MENTANA, IMAN E SOLONI, SOLO I JIHADISTI SONO SINCERI.
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il nostro Agostino Nobile ci ha inviato un messaggio: “Carissimo Marco, leggendo i quotidiani di oggi questo articolo mi è proprio scappato di mano. Te lo invio come l’ho appena scritto”. E aggiungiamo noi, Nobile non aveva potuto ancora leggere questo interessante articolo de Il Giornale. Buona lettura.
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Tra Enrico Mentana, soloni e imam, i terroristi sono gli unici dire la verità
A proposito della conversione all’islam di Silvia Romano, il giornalista Enrico Mentana scrive un post da incorniciare: “A tutti quelli che in queste ore fanno orrendi e insensati paragoni con chi tornò da Auschwitz (come quel consigliere regionale leghista che ha scritto “avete sentito di qualche ebreo che liberato da un campo di concentramento si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa delle SS?”) voglio solo sommessamente ricordare che il campo di Auschwitz sorgeva nella cattolicissima Polonia, e che lo stesso Hitler era cattolico battezzato e cresimato.”
Mentana dimostra per l’ennesima volta un dato di fatto: col gene dell’imbecillità si nasce e non c’è medicina, educazione e cultura che possa curarla. A parte la siderale fesseria su Auschwitz, che l’ambasciata polacca ha prontamente rilevato, il direttore del telegiornale La7, nonostante gli anni di trincea mediatica, non distingue ancora la differenza tra comportamento umano e dottrina (religiosa e politica).
Il commento di Mentana è talmente imbecille che chi replica rischia di fare la stessa figura. Basterebbe il buon senso per capire che un musulmano in ginocchio che prega il Cristo non è un vero musulmano. Più esattamente, rischia la decollazione. Il cattolico, come il musulmano, il comunista e il buddista si distinguono per l’adesione alla loro fede. Non per la loro personale filosofia di vita o perché appartengono a razze diverse. Il cattolico più cattolico è santo. Il cattolico che uccide per i propri interessi, non è tale, ma un semplice criminale. Hitler non era cattolico, ma nazista. L’emblema del famigerato Ku Klux Klan era una croce, ma solo un imbecille può affermare che i suoi membri agivano come san Francesco d’Assisi.
Sul polverone creato da Silvia Romano si è espresso anche l’imam di via Padova a Milano, il quale, intervistato da La Repubblica, tra l’altro commenta: L’Islam è per la pace, ripudia la violenza, la guerra, i rapimenti, gli assassini. Come si può credere a una conversione sincera in quel contesto?” Nell’ultima frase ha ragione da vendere, ma che l’islam sia per la pace ecc. puzza di taqiyya (dissimulazione, finzione, mascheramento.) Basterebbe leggere i testi sacri, quali Vita di Maometto di Tabari e il Corano per smentirlo. Cosa che l’intervistatore, di sinistra, per ovvie ragioni nemmeno pensa a fare. Se poi si viene a conoscenza del numero delle invasioni, delle incursioni e degli schiavi fatti dai musulmani dall’avvento dell’islam ad oggi, indotte dai testi sacri e non da Hitler di turno, ne avremmo la conferma storica.
L’unico ad aver detto le cose come stanno è senz’altro il portavoce dei tagliagole somali Al Shabaab, Ali Dhere: “I soldi del riscatto li useremo per la jihad, in parte serviranno ad acquistare armi, di cui abbiamo sempre più bisogno per portare avanti la jihad, la nostra guerra santa. Il resto servirà a gestire il Paese: a pagare le scuole, a comprare il cibo e le medicine che distribuiamo al nostro popolo, a formare i poliziotti che mantengono l’ordine e fanno rispettare le leggi del Corano.”
Più o meno quello che la sinistra italiana e mondiale hanno programmato per l’Occidente. Non tagliano la gola, ma la parola. Per il resto finanziano tutto ciò che umilia il cattolicesimo, sovvenzionano scuole e professori che promuovono l’islam, coccolano le mafie di mare e di terra che portano in Italia migliaia di giovani musulmani a nostre spese.
I vari Mentana li stanno aiutando a cambiare l’Europa in terra musulmana. D’altra parte il Vaticano, cattolico come lo era Hitler, collabora.
Agostino Nobile
12 Maggio 2020 19 Commenti --
Mai dimenticare a quale tribù appartengono i vari Mentana Saviano Mieli Cairo....etc etc
RispondiEliminaChi scrive non può in alcun modo sapere quali siano state le costrizioni,le pressioni,i condizionamenti fisici e psicologici che ha dovute subire la volontaria durante il suo sequestro:possono esserci stati,come possono non esserci stati!Ipotesi,teoremi,e quant'altro non corrispondono mai alla verità:solo colei che ha vissuto quella esperienza la conosce punto e basta!Mi lascia invece COMPLETAMENTE ESTEREFATTO l'inutile polemica che è sorta sulla sua conversione all'islam per due motivi evidenti legati uno all'altro:
RispondiElimina1°la persona di cui sopra non si è"convertita"all'islam,ma è semplicemente diventata religiosa credendo a quello che è scritto nel corano!!Non era una fervente cattolica!Non era niente!Era esattamente quello che sono la maggior parte dei "cattolici"italiani;battezzati quando erano ancora in fascie dai loro genitori per poter andare tutti insieme poi a festeggiare!comunicati e cresimati per andare tutti insieme a festeggiare!sposati in chiesa per andare tutti insieme a festeggiare!!Questi sono i quattro eventi caratteristici del "cattolico italiano" che hanno come base DOGMATICA un unico principio:andare tutti a festeggiare...quello che resta della "religione cattolica"è tutto lì!E qui ci allacciamo al secondo motivo che ha come base una serie di domande rivolte in maniera particolare al signor Cascioli che se non erro dirige due riviste"cattoliche":ma se noi fossimo ancora cattolici avremo veramente permesso che un governo illegittimo chiaramente ateo e certamente massonico ci privasse della nostra libertà religiosa,violando anche i principi laici della costituzione?
A che titolo noi oggi gridiamo allo scandalo, perchè una persona può aver ceduto di fronte alla possibilità di morire,accondiscendendo alle richieste dei sequestratori,quando proprio qua nella cattolica Italia noi pecoroni ci siamo chiusi in casa per mesi evitando contatti sociali,accettando di buon grado non solo la rinuncia dei sacramenti ma anche di celebrare la Santa Pasqua come per duemila anni il fedele cristiano ha sempre fatto, per PAURA-TERRORE di ammalarsi di COVID 19 quindi di poter rischiare complicazioni respiratorie che nei casi più gravi hanno portato al decesso dell'ammalato?
E quanti bravi e fedeli cattolici da due mesi non si sono più recati a fare una visita in chiesa per non rischiare la multa di 400€??Se si fossero"ammassati"davanti alle chiese in migliaia gridando "noi vogliam DIO,VERGIN MARIA,sarebbero tutti stati fucilati sedutastante??
Infine tutti questi fervorosi cristiani pronti a giudicare chi rinnega la propria fede,dove erano quando un tale vestito di bianco ha intronizzato un idolo pagano in Vaticano,adorandolo come dio??Come mai non si sono ribellati al cardinale argentino,il quale ha fatto pubblicamente il gesto di abiura della fede cattolica accettando una nuova divinità d'adorare,la dea terra??Non avrebbero dovuto avere la stessa indignazione provata nei confronti della volontaria,delegittimando il falso papa e schierarsi apertamente contro questa falsa chiesa anticristica?Mi ricordano tanto quelli che volevano lapidare la prostituta perchè colta in fragranza di peccato,ben sapendo che erano i suoi migliori"clienti"!
L'ultima cosa al mondo è farsi condizionare da questi avvenimenti. A mio avviso,tutte queste cose servono:
RispondiElimina1)Rafforzare la dicotomia centro-destra stra e centro-sinistra,attraverso gli strumenti principali della loro propaganda,cioè i giornali di riferimento.
2)Distogliere dai problemi reali della società,che sono soprattutto economici e sociali.
La Lega ed i partiti di sinistra consueti non fanno gli interessi dei cittadini.Costituiscono infatti il riflesso della casta,che cerca di consolidare il proprio potere. Al contrario,vi invito a leggere cosa dice,per esempio,lo Sinn Fein d'Irlanda relativamente al diritto agli studi universitari o all'istituzione di un sistema fiscale progressivo sul sito di questo partito.
Purtroppo vi è una particolare tribù che gestisce particolarmente sia la politica economica dei partiti sia la propaganda giornalistica. Che si tratti della Flat Tax o di fare propaganda all'immigrazione,vi è sempre questa tribù,che impedisce di creare uno Stato giusto. Fanno loro pensare di difendere l'uguaglianza o la libertà,ma poi,quando vengono scoperti per quelli che sono,e di essere il contrario di quello che dicono,cercano una scusa,per giustificare la loro impostazione fin troppo classista della società,l'opposto della loro propaganda ,come sui loro articoli di giornale.Quindi,se la cosiddetta destra difende l'uguaglianza e la libertà, come sugli articoli dei loro giornali,e questi articoli vengono poi ripresi dagli stessi siti cattolici,tanto più io ho il diritto di poter difendere il diritto agli studi universitari,la sanità pubblica e denunciare,quindi,il divario sociale,nonché l'ingiustizia fiscale. Così come i sequestratori di Silvia Romano non vogliono soltanto il denaro,come è scritto nel giornale,ma si impossessano anche delle anime,allo stesso modo,certi giornali,che,dominati da una certa plutocrazia,si impossessano delle anime e delle teste,per farsi scudo e per portare acqua sempre al mulino di "loro signori".
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