La lotta è finita. E ha vinto il peggiore. La massoneria è stata l’anima della modernità ed è stata lo strumento della sua vittoria finale, sul paradigma cristiano. A vele spiegate verso la dittatura di un Nuovo Ordine Mondiale
di Francesco Lamendola
Si chiama paradigma l’insieme delle credenze, delle certezze e dei valori che formano la lettura del reale da parte di una società. Vi sono paradigmi parziali e totali. Parziale ad esempio è il paradigma copernicano, che si afferma nel corso de XVIII secolo e rivoluziona la visione cosmologica dell’Occidente. Esso si limita a un singolo ambito disciplinare, l’astronomia; anche se ogni cambio di paradigma parziale getta le basi per un successivo cambio totale. Poi, nel XIX secolo, è venuto il paradigma evoluzionista: anch’esso, in origine, riguardava solo una scienza, la biologia, ma quasi subito ha investito ben più ampi settori e alla fine si è rivelato il più importante nel portare al trionfo il paradigma totale della modernità, fondato sulla concezione materialistica del reale.
Il paradigma totale moderno incomincia a mostrarsi nel XIV secolo, in ambito filosofico, con la tarda scolastica e specialmente con Guglielmo di Ockham. Procede con Lutero in ambito religioso, poi con Galilei in ambito scientifico; riceve un impulso decisivo dall’illuminismo, dalla Rivoluzione francese, dalla Rivoluzione industriale, dal liberalismo, dal socialismo, dal comunismo, dall’internazionalismo, dal sionismo, dal consumismo di matrice americana, dallo scientismo, dall’ecologismo, dal pacifismo, dal femminismo, dall’omosessualismo e dall’eterno antifascismo (il fascismo è stato solo una parentesi strangolata quasi nella culla, ma è servito a fornire l’alibi a settant’anni di totalitarismo del Pensiero Unico democraticista) e dall’eterno antirazzismo (stesso discorso del fascismo: un comodo alibi per veicolare progetti non espressi di meticciamento, distruzione delle società occidentali e relativa sostituzione di popoli).
La massoneria è stata l’anima della modernità ed è stata lo strumento della sua vittoria finale sul paradigma cristiano!
Fra due paradigmi non può esservi coesistenza, uno dei due è destinato a scomparire. La regola è che il nuovo sostituisce il vecchio, e tale regola è divenuta ancor più stringente con la modernità, fondata sul mito del progresso. Se il Progresso è il motore e il fine della storia, allora va da sé che il nuovo è sempre, per definizione, migliore dell’antico. Lo vediamo, anche plasticamente, nel volto delle nostre città, rese sempre più brutte e inumane dall’applicazione rigorosa del paradigma del funzionalismo, dell’efficientismo e del gigantismo modernista. Una città come New York, guardata con gli occhi del vecchio paradigma, non è semplicemente brutta e invivibile, ma è la raffigurazione dell’inferno: un luogo orribile, adatto alle anime dannate, dove le sole cose che contano sono quelle di ordine materiale che riguardano l’avere, l’accumulare, l’apparire, l’ostentare, il produrre, il consumare, il guadagnare, lo spendere, in un giro senza fine, sempre più vorticoso e sempre più fine a se stesso, dove l’uomo è una variabile secondaria e l’essenza sono il potere, la tecnica, la finanza. Il vecchio paradigma è semplicemente il paradigma cristiano, che ha assicurato all’Europa mille anni di stabilità, di fiducia nella ragione e di speranza nell’altra vita. Ha cominciato ad incrinarsi verso la fine del Medioevo e si è progressivamente ristretto, cedendo terreno nel campo della filosofia, delle scienze, dell’economia, della vita pratica, ma tuttavia lottando instancabilmente, fino quasi ai nostri giorni, ormai confinato quasi interamente alla sfera della religione, ma conservando, sino quasi alla fine, la sua dottrina, la sua liturgia, la sua morale. Diciamo fin quasi perché, a partire dal Concilio Vaticano II e dalla resa al mondo spacciata per riforma e rinnovamento della Chiesa, di fatto il paradigma cristiano si è estinto, e più precisamente si è suicidato, conservandosi solo in piccoli nuclei e in alcune coscienze, ma lasciato cadere, come un vestito vecchio e ormai inutile, perfino imbarazzante, dal suo stesso clero. Bisogna poi osservare che la lunga lotta fra il paradigma cristiano e il paradigma moderno si è combattuta dapprima nelle città, espugnate, ad una ad una, dalla cultura e dal sistema di vita moderni; poi si è spostata nelle campagne, e lì si è protratta ancora per alcuni secoli, a seconda dei diversi Paesi. Nelle campagne russe il paradigma cristiano era ancor vivo e forte al principio del XX secolo, quando è stato spazzato via dal bolscevismo (per risorgere dalle sue rovine, però, dopo la accaduta del comunismo). Nelle campagne francesi, la lotta durava ancora in pieno XX secolo, e così in quelle italiane, perfino dopo la Seconda guerra mondiale, nei due eserciti di Peppone e don Camillo. La fine è venuta dal consumismo come stile di vita, a partire dal boom degli anni ’50 e dalla cosiddetta riforma conciliare, che ha letteralmente stravolto le forme del sacro e ha colpito al cuore, con la Dignitatis humanae, la chiave di volta del paradigma cristiano: l’idea che la Verità, essendo una, non ammette scelte diverse da essa e che pertanto l’esercizio della vera libertà implica l’adesione al Vangelo di Gesù Cristo e non ad una qualsiasi altra fede, culto o setta.
Covid-19 e fine del paradigma cristiano: l’ultimo atto è passato agli archivi della storia!
Il fatto che il paradigma cristiano abbia lottato così a lungo prima di soccombere fa capire quanto fosse radicato nelle coscienze e nella società, e quanto fosse idoneo a sostenere gli uomini e i popoli nei dolorosi travagli della vita e della storia. Per abbatterlo c’è stato bisogno del tradimento: quella cultura laicista che non era riuscito a vincerlo sul piano della lotta aperta, ad armi pari, ha avuto la meglio infiltrandosi nel clero e operando nascostamente dall’interno della Chiesa, dissimulando sino all’ultimo i suoi veri obiettivi. Bisogna cambiare Roma con Roma, diceva astutamente il modernista Ernesto Buonaiuti. Tale opera di infiltrazione e di subdola falsificazione ha un nome: massoneria. La massoneria è stata l’anima della modernità ed è stata lo strumento della sua vittoria finale sul paradigma cristiano. La modernità nasce da un progetto massonico: la fratellanza umana da perseguire sulla base dello svuotamento di tutte le religioni, e in particolare sulla distruzione metodica e implacabile del cristianesimo, con tutti i suoi valori e la sua morale, per sostituirli con altri valori e un’altra morale, interamente incentrati sull’uomo. Il divorzio, l’aborto, l’eutanasia, le unioni omosessuali, la droga, la fecondazione eterologa, l’utero in affitto, e, in prospettiva, anche la pedofilia e altre aberrazioni sessuali, sono tutte sull’agenda del nuovo ordine massonico, il cui scopo è il trionfo dell’umano radicale, la rivincita della Torre di Babele e, in ultima analisi, di Lucifero, visto come il Portatore di Luce (e che infatti come tale è adorato dai massoni di più alto grado), contro il vecchio Dio, equiparato a un dio meschino, geloso e vendicativo, che non vuole la felicità degli uomini, ma la loro sottomissione e il loro sfruttamento. Inutile dire che il vero obiettivo di quei signori è l’asservimento dell’uomo, dietro il paravento e le parole d’ordine della sua pretesa liberazione: un asservimento quale non si è mai visto in passato, neppure nelle forme gigantesche che aveva assunto la schiavitù ai tempi dell’Impero Romano. Sarà, infatti, uno schiavismo biologico, psicologico e psichiatrico: e il suo scopo sarà il controllo totale dell’uomo, non solo nei suo atti esterni, ma nei suoi pensieri e nei suoi stessi sentimenti, da ottenere mediante la trasformazione dell’uomo in una nuova creatura semi-naturale e semi-artificiale, una specie di prodotto tecnologico innestato su una base organica. Il fine ultimo di tutto ciò è il dominio per il dominio: il dominio di una minuscola élite di ultramiliardari ai danni di tutta la restante umanità. E qualcosa lo stiamo già vedendo. Possibile che la presenza di uomini dalla ricchezza incalcolabile, come George Soros e Bill Gates, in tutte le istituzioni di beneficienza e di solidarietà internazionali, nonché il loro massiccio interessamento nel settore medico, farmaceutico e specialmente nella preparazione di vaccini, non faccia apparire evidente il disegno diabolico che questa élite massonica persegue da tempi immemorabili, e che ormai sta già quasi per realizzare?
11 settembre: solo bufale? Le Twin Towers avevano forse le fondamenta di stoppa?
Oppure c’è qualcuno disposto a credere che l’UNESCO, l’OMS, Save the Children, Telethon e tante altre istituzioni e organizzazioni di volontariato, apparentemente così filantropiche, ricevano fiumi di denaro dai pescecani della grande finanza, senza alcun secondo fine, così, per pura e disinteressata generosità? Tanto varrebbe credere che dei terroristi inesperti, del tutto incapaci di pilotare un aereo di grandi dimensioni, possano dirottarne addirittura due e dirigerli con precisione millimetrica (in un cielo sgombro di qualsiasi difesa) contro le Twin Towers, facendole crollare come se avessero avuto le fondamenta di stoppa? O che il proprietario dell’attico di una di esse, il miliardario ebreo Larry Silverstein, il mattino dell’11 settembre abbia annullato una colazione di lavoro che doveva tenere lassù, perché si era ricordato di dover fare una visita dermatologica? Eppure queste cose sono state dette e, anzi, costituiscono la verità ufficiale sull’11 settembre; al punto che, se fate una rapida ricerca su internet, vi troverete dieci articoli che si scagliano contro le “bufale” del complottismo per uno che fornisca una traccia di lavoro alternativa. Le “bufale” sono, appunto. Che Silverstein fosse a conoscenza di quel che stava per accadere e che davvero la sua premurosa moglie gli abbia detto: Ma caro, non ricordi che devi andare dal dermatologo, oggi? Ora, se c’è un bel po’ di gente pronta e disposta a credere a “verità” del genere, non deve stupire neanche che ce ne sia parecchia disposta a credere che Bill Gates abbia a cuore la nostra salute e che voglia venderci i suoi vaccini per pura bontà d’animo, o che George Soros finanzi le o.n.g. che trafficano la carne umana sul Mediterraneo, o quelle che si occupano dell’infanzia abbandonata nelle città europee come Bucarest, perché gli stanno veramente a cuore quei migranti e quei bambini.
La lotta è finita e ha vinto il peggiore: verso il dominio totale di una minuscola élite di ultramiliardari ai danni di tutta la restante umanità!
La lotta è finita. E ha vinto il peggiore
di Francesco Lamendola
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