Il rosario "globale" di Papa Francesco per la fine dell'epidemia
La preghiera dai santuari mariani di tutto il mondo per invocare la liberazione dal virus
La preghiera dai santuari mariani di tutto il mondo per invocare la liberazione dal virus
«Maria, liberaci dalla pandemia. Illumina le menti degli uomini di scienza affinché trovino giuste soluzioni per vincere la malattia».
Papa Francesco recita il rosario anti-Covid, in mondovisione, dai giardini vaticani e unisce oltre 50 santuari nel mondo per pregare per la fine del coronavirus ma soprattutto affinché si trovi il vaccino.
A conclusione del mese di maggio, alla vigilia della Pentecoste, Bergoglio presiede la recita del rosario dalla grotta di Lourdes dei giardini, alla presenza di un centinaio di persone. Iniziativa voluta da monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, che ha messo in rete dal santuario di Fatima a Czestochowa, da Lourdes a Pompei, da Pietrelcina a Loreto, al Santuario di Nuestra Senora de Guadalupe, in Messico, a Elele, in Nigeria.
Il Papa in silenzio fissa la Vergine Maria, snocciola i grani del rosario, seduto, ai piedi della Madonna. Senza mascherina, ma a distanza dai fedeli. Alla recita delle Ave Maria si alternano donne e uomini in rappresentanza di diversi categorie di persone particolarmente toccate dall'emergenza sanitaria: un medico, un'infermiera, una persona guarita, un'altra che ha perso un familiare, un sacerdote, una suora infermiera, una farmacista e una giornalista, un volontario della Protezione Civile con la figlia piccola Maria, una giovane famiglia, a cui è nato, in questo periodo di Covid, un bimbo, Jacopo. «Nella presente situazione drammatica, carica di sofferenze e di angosce che avvolgono il mondo intero è la preghiera del Papa - ricorriamo a Te, Madre di Dio e Madre nostra, e cerchiamo rifugio sotto la tua protezione. O Vergine Maria, volgi a noi i tuoi occhi misericordiosi in questa pandemia del coronavirus, e conforta quanti sono smarriti e piangenti per i loro cari morti, sepolti a volte in un modo che ferisce l'anima. Sostieni quanti sono angosciati per le persone ammalate alle quali, per impedire il contagio, non possono stare vicini».
Poi la supplica: «Madre di Dio e Madre nostra, implora per noi da Dio, Padre di misericordia, che questa prova finisca e che ritorni un orizzonte di speranza e di pace. Proteggi i medici, gli infermieri, il personale sanitario, i volontari che in questo periodo di emergenza sono in prima linea e mettono la loro vita a rischio per salvare altre vite».
Il Papa invoca Maria affinché la scienza trovi la soluzione «per vincere la malattia», chiede vengano assistiti «i responsabili delle Nazioni, perché operino con saggezza, sollecitudine e generosità» e implora che vengano toccate «le coscienze perché le ingenti somme usate per accrescere e perfezionare gli armamenti siano invece destinate a promuovere adeguati studi per prevenire simili catastrofi in futuro».
Il Papa in una lettera ai sacerdoti romani aveva ricordato il tempo del Covid paragonandolo al «pianto di Dio».
«La complessità di ciò che si doveva affrontare non tollerava ricette o risposte da manuale afferma - il dolore della nostra gente ci faceva male, le sue incertezze ci colpivano, la nostra comune fragilità ci spogliava di ogni falso compiacimento idealistico o spiritualistico, come pure di ogni tentativo di fuga puritana. Nessuno è estraneo a tutto ciò che accade. Possiamo dire che abbiamo vissuto comunitariamente l'ora del pianto del Signore».
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