I naturali e implacabili nemici dei cristiani: gli ebrei. Vaticano II e la deliberata strumentalizzazione nei rapporti fra le due religioni. Olocausto e nuova "Religione dei 6 milioni": un debito inestinguibile per i Cristiani?
di Francesco Lamendola
Crediamo che ben pochi, oggi, ricordino il nome di un sacerdote, missionario del Sacro Cuore di Gesù: padre Cesare Gallina, autore a suo tempo, di un certo numero di libri di carattere apologetico. Uno almeno però fra quei libri, dovrebbero essere in molti a conoscerlo, La Bibbia per il bambino, stampato dalla casa editrice Salani di Firenze nel 1934, poiché ebbe larghissima diffusione per alcuni decenni e contribuì alla formazione cristiana di moltissimi ragazzini della Prima Comunione fin verso la fine degli anni ’70.
Fra gli altri titoli, ce n’è uno, I martiri cristiani dei primi secoli, nel quale si può leggere questa pagina (Firenze, Salani, 1940, pp. 53-56),
Tutti i popoli di conquista potevano seguire la propria religione la quale spesso trovava posto tra le molte altre già professate nella capitale, ma erano obbligati a praticare anche i riti del culto romano. Non c’era festa, solennità, ufficio o carica che non esigesse qualche cerimonia idolatrica. Impossibile dunque che il seguace di una religione assoluta, trascendentale e nemica degli idoli come la cristiana, si piegasse a rinnegare le incrollabili convinzioni della sua coscienza partecipando, sia pure soltanto con gli atteggiamenti esteriori, alla venerazione degli di falsi e bugiardi.
Ed ecco i Cristiani si distinsero subito e nettamente dai cultori della altre religioni. Soltanto da principio poterono essere considerati come affini ai Giudei, venuti anch’essi dall’Oriente e adoratori di un unico vero Dio, ma ben presto non fu più possibile confonderli. Non entravamo nei templi pagani, non assistevano ai sacrifici e all’offerta delle vittime, non curavano le divinità dell’impero, e sebbene rispettassero le leggi e onorassero i sovrani, rifuggivano dal prestare loro un culto equiparato a quello divino. Per non macchiare la loro anima di idolatria e per amore di una vita dedicata allo spirito, invece di ambire alle cariche e alle magistrature, preferivano rimanere nell’oscurità e quasi dimenticati. Nessuno sfarzo, nessuna frenesia di piaceri nelle loro abitudini: puri di costumi e incensurabili nell’osservanza della giustizia, fraternizzavano con gli schiavi, largivano i loro beni ai poveri e, cosa strana e contraria al naturale istinto, si rallegravamo delle tribolazioni e specialmente quando dovevano patire per la gloria del loro divino Maestro e Signore.
… gli implacabili e naturali nemici dei Cristiani, gli Ebrei: è sufficiente una frase come questa per poter datare con sicurezza il testo di cui fa parte. Non vi è il minimo dubbio che si tratta di un’opera scritta prima del Concilio Vaticano II !
Ma più strano ancora appariva agli occhi dei pagani il fatto della morte di Gesù Cristo in croce. Grande stoltezza era ammettere l’esistenza di un Dio crocifisso. E d’altra parte non potevamo tollerare che un simile Dio si dimostrasse poi così orgoglioso ed esclusivo da vietare qualunque culto verso le divinità dell’impero. Ora per tutte queste ragioni è facile comprendere che i segaci della nuova religione dovevano essere oggetto di derisione e di disprezzo da parte delle persone colte e dei plebei. Andavano a gara nel denominarli coi titoli più volgari ed offensivi. Li chiamavano atei, empi, superstiziosi, fattucchieri, idioti, ebeti, rozzi, insensati, inetti, disperati, testardi, miserabili e simili. Li accusavano di essere contrari alla società e nemici delle istituzioni dello Stato, anzi del genere umano. E le calunnie si moltiplicavano rapidamente. Vi dava appiglio e occasione non solo il singolare loro genere di vita, ma soffiavano nel vortice della fantasia popolare le denunzie degli schiavi che non capivamo nulla delle pratiche spirituali dei loro padroni; gli oziosi sempre amanti del ridicolo, e i maligni che basavano i loro motti satirici su vecchie leggende del Vecchio Testamento; e, non ultimi, gli implacabili e naturali nemici dei Cristiani, gli Ebrei.
… gli implacabili e naturali nemici dei Cristiani, gli Ebrei: è sufficiente una frase come questa per poter datare con sicurezza il testo di cui fa parte. Non vi è il minimo dubbio che si tratta di un’opera scritta prima del Concilio Vaticano II: infatti, nessun autore cattolico, specialmente se membro del clero, avrebbe mai più scritto una simile affermazione, per quanto storicamente inoppugnabile, dopo il 1965. Provare per credere: sfidiamo chiunque sia capace di trovare espresso un concetto analogo in un qualsiasi testo cattolico posteriore al Concilio. Prova all’incontrario: sfidiamo chiunque a non trovare affermazioni analoghe in qualsiasi testo anteriore al Concilio. Come dire che prima del Concilio questa era la posizione della Chiesa, relativamente a una questione storiografica e non teologica, cioè tale da poter essere discussa, indipendentemente dalla fede, su un terreno di per sé neutro, quello della verità fattuale, con i normali strumenti della ricerca e della riflessione critica; dopo il Concilio diventa un argomento tabù, non viene più neppure nominato, come se non esistesse né fosse mai esistito.
A volere fortissimamente la morte di Gesù Cristo fu il Sinedrio di Gerusalemme o i Romani con Ponzio Pilato? In controtendenza coi Vangeli con il Vaticano II la questione storica del processo e della condanna a morte di Gesù Cristo subì una drastica e radicale revisione!
Non solo: perfino la questione storica del processo e della condanna a morte di Gesù subisce una drastica revisione: prima era cosa perfettamente normale, seguendo peraltro la narrazione dei Vangeli, affermare che a volere fortissimamente la morte di Gesù Cristo fu il Sinedrio di Gerusalemme; che furono le guardie del Tempio ad arrestarlo, per trascinarlo davanti al tribunale del Sommo Sacerdote ove fu condannato; e che furono gli anziani del popolo a pretendere da un riluttante Ponzio Pilato la ratifica della sentenza di morte già emessa, per la sola ragione che ai romani esclusivamente spettava la decisione in fatto di sentenze capitali. Ma poi anche questa semplice verità è stata oscurata, manomessa, travisata: no, la colpa era tutta e solo dei romani: anche se basta aver letto i Vangeli per sapere che i romani non si erano mai interessati alla predicazione di Gesù Cristo, non avevano mai interferito con essa, anzi un centurione romano si era rivolto a lui per chiedere una grazia particolare, mostrando la massima fede nei suoi confronti; e anche se durante il processo Pilato le provò tutte per sottrarre il condannato alla pena captale, fra l’altro dicendo ai sacerdoti: Prendetelo e condannatelo voi: io non trovo alcuna colpa in quest’uomo. Ma no, perfino i Vangeli diventavano fonte d’imbarazzo, nel clima postconciliare, dopo gli scambi di squisite cortesie fra il cardinale Augustin Beha (ebreo) e i rabbini intervenuti al Concilio, ufficialmente in qualità di ospiti e di osservatori, in realtà quali latori del testo della Nostra Aetate, già redatto per conto del B’nai B’rith, e che i padri conciliari si sarebbero limitati ad approvare e ratificare, suggellando così una svolta definitiva nella vita della Chiesa. Da quel momento gli ebrei erano e dovevano restare unicamente i nostri fratelli maggiori, seguaci di una religione molto simile, “abramitica” anch’essa, al punto che quasi quasi non si capiva bene perché mai un ebreo avrebbe dovuto convertirsi al cristianesimo, come avevano fatto il rabbino capo di Roma, Eugenio Zolli, o la martire carmelitana Edith Stein, visto che restando ebrei erano già nel solco della Promessa divina e quindi meritevoli della salvezza tanto quanto i seguaci di Gesù Cristo. Di quel Gesù che la religione dei fratelli maggiori aveva voluto crocifisso, a qualsiasi costo, e che il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli (Mt 27,25), com’essi avevano detto a Pilato, nell’atto di prender su di sé tutta la responsabilità per l’esecuzione della sentenza di morte.
Una svolta definitiva nella vita della Chiesa! Il cardinale ebreo Augustin Beha, grande manovratore del Concilio Vaticano II: i rabbini intervenuti al Concilio, ufficialmente in qualità di ospiti e di osservatori, in realtà furono latori del testo della Nostra Aetate, per conto del B’nai B’rith!
Che cosa era successo, dunque, per rendere possibile un così stupefacente mutamento, una vera e propria inversione di rotta? Che cosa aveva trasformato i “perfidi giudei”, per la cui conversione era giusto levare preghiere a Dio, nei “fratelli maggiori” senza macchia, anzi ingiustamente perseguitati dai cristiani per così lungo tratto di tempo? Come mai ci si scordava di colpo che erano stati gli ebrei a soffiare sul fuoco delle persecuzioni anticristiane, ad esempio l’ebrea Poppea nel caso della persecuzione di Nerone, per non parlare delle stragi di cristiani compiute in Palestina all’epoca della conquista sassanide? C’era stato l’Olocausto: aggravato, dal punto di vista ebraico, dai colpevoli “silenzi” di Pio XII. E poco importa se la Chiesa cattolica, con la sorte degli ebrei durante gli anni del nazismo, non c’entrava assolutamente nulla; e meno ancora se Pio XII era stato l’uomo che, in Europa e nel mondo, si era adoperato più di tutti sul terreno pratico per salvare la vita a migliaia e migliaia di ebrei perseguitati. Restava, per la Chiesa e per tutti i cattolici collettivamente, la colpa incancellabile di essere stati animati, per secoli e secoli, da sentimento antisemiti, e quindi di aver preparato il terreno, sia pure inconsapevolmente, alla “soluzione finale” del XX secolo.
Solo nel cristianesimo c’è l’idea che il debito contratto dagli uomini nei confronti di Dio per il male commesso, e da ultimo la stessa crocifissione del suo Figlio, alla fine viene estinto e rimesso, e ciò proprio mediante il sangue del Figlio; nell’ebraismo invece vige tuttora l’idea della vendetta, occhio per occhio e dente per dente, e ciò vale anche per il Dio degli ebrei, un Dio senza misericordia nei confronti dei non ebrei!
Da queste accuse traspariva chiaramente la malizia di chi le formulava, apertamente o implicitamente, nonché il livore di chi poteva cogliere finalmente l’agognata occasione per rovesciare i ruoli fra vittima e carnefice, e indossare una volta per sempre il comodo ruolo di vittima, moralmente abilitata a chiedere e ottenere le scuse, l’auto-flagellazione e l’auto-colpevolizzazione di tutti gli altri. Infatti veniva operata una deliberata confusione fa l’antigiudaismo cristiano, che è un fatto religioso e si spiega perfettamente sul terreno teologico e dottrinale, e l’antisemitismo, che è un fatto politico e razziale: poiché la Chiesa ha sempre avuto, e del tutto a ragione, un atteggiamento antigiudaico, mai però antisemita: tant’è vero che i papi, nel Medioevo, avevano spesso difeso gli ebrei dalle violenze della folla, senza contare che quando un ebreo si convertiva diventava un cristiano a tutti gli effetti e nessuno mai si sognava di rinfacciargli le sue origini giudaiche (con la sola eccezione della Spagna degli Asburgo, dove però esistevano altre dinamiche e dove la questione assumeva una coloritura politica più che religiosa). Una voluta confusione che ha consentito agli esponenti più aggressivi del mondo giudaico di esercitare un vero e proprio protettorato sulla Chiesa cattolica: valga per tutti il caso della beatificazione del padre Léon Dehon, il fondatore dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, già stabilita per il 2005. Essa fu bloccata a tempo indefinito per la “scoperta” di alcuni vecchi scritti del santo sacerdote che vennero spacciati per antisemiti, mentre erano semplicemente antigiudaici o di semplice denuncia di certi comportamenti finanziari degli ebrei nell’Europa fra le due guerre mondiali.
Padre Léon Dehon, il fondatore dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù è tacciato ingiustamente di anti-semitismo!
I naturali e implacabili nemici dei cristiani: gli ebrei
di Francesco Lamendola
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L'ATTACCO ALLA NOSTRA CIVILTA'
C’è un attacco alla nostra civiltà e ai nostri popoli? Dirlo, è complottismo? E' un disegno vastissimo, globale, mirante a distruggere la civiltà occidentale di cui siamo figli e il suo nucleo essenziale, che è il cristianesimo d
i Francesco Lamendola
Quanto più si riflette e ci s’informa al di fuori della rete della stampa e delle televisioni mainstream, quanto più si collegano fatti in apparenza lontani, slegati e casuali, tanto più si ha l’impressione che esista un disegno vastissimo, globale, mirante a distruggere la civiltà occidentale di cui siamo figli, e il suo nucleo essenziale, che è il cristianesimo, e addirittura a far scomparire i popoli occidentali, seppellendoli sotto valanghe incessanti d’immigrati afroislamici opportunamente pilotate da una precisa regia. Immigrati i quali, già per il modo in cui arrivano e in cui si pongono verso la società ospitante, ma più ancora per l’assoluta incompatibilità fra la loro cultura e quella occidentale, cui non vogliono affatto integrarsi, oggettivamente si configurano non come ospiti da includere, ma come invasori che si accingono a sostituire la popolazione residente. E mano a mano che si riflette e ci s’informa, si fa una straordinaria scoperta: i pochi che hanno visto la vastità del disegno e la perfidia delle strategie utilizzate, sono stati sistematicamente bollati come fanatici estremisti, razzisti, odiatori della pace e dell’umanità, scarti di anime dannate indegne di respirare la stessa aria delle persone civili e perbene. Il fatto, poi, che alcuni di essi siano effettivamente scivolati su posizioni estremiste e razziste, forse anche perché esasperati dal boicottaggio sistematico e dalla falsificazione metodica della verità da parte della cultura dominante e dei mass-media asserviti al sistema della finanza globalista, rende la cosa ancor più incresciosa e politicamente scorretta. Come condividere le stesse battaglie, ad esempio, dei suprematisti e dei nazionalisti bianchi degli Stati Uniti? È peggio che imbarazzante, è quasi un suicidio morale, almeno per chi non condivide affatto certi presupposti razzisti, neonazisti e perfino neopagani effettivamente presenti in quei movimenti. E tuttavia: è giusto auto-limitarsi, auto-censurarsi, auto-mortificarsi, solo per rimarcare una distanza da persone e movimento impresentabili e dei quali non si condividono aspetti essenziali?
C’è un attacco alla nostra civiltà e ai nostri popoli? Dirlo è complottismo?
È giusto rinunciare a condurre una decisiva battaglia di verità, solo perché le stesse cose sono state dette da personaggi che sono agli antipodi della propria visione del mondo, ad esempio che non credono nel Dio cristiano o, se pure ci credono, professano la loro fede solo per strumentalizzare quei valori ai fini della loro strategia complessiva? E soprattutto: se alcune delle cose che essi dicono sono le stesse che corrispondono a un pensiero onesto e veritiero, insomma sono le stesse che si vorrebbe dire, sia pure da una diversa prospettiva e con differenti accenti, è giusto rinunciare a dirle, è giusto rinunciare a condurre la propria battaglia? Dopo aver molto riflettuto, siamo giunti alla conclusione che no, non è assolutamente giusto; e che pur evitando, il più possibile, confusioni ed equivoci, e chiarendo sempre i propri presupposti e le proprie convinzioni di base, nondimeno si deve parlare francamente su certi temi scottanti, come l’invasione dell’Europa e il disegno di distruzione della sua civiltà, costi quello che costi. E se i disonesti e i prezzolati faranno il loro miserabile mestiere, che è quello d’infangare e denigrare tutti quelli che aprono gli occhi davanti al male, e osano alzare la testa; se si faranno premura di metterci in un solo mazzo coi razzisti, i neonazisti e i neopagani, ebbene tanto peggio. Noi sappiamo chi siamo, tutta la nostra vita e tutte le nostre parole e le nostre azioni lo attestano; se qualcuno vuol farci passare per ciò che non siamo, se vuole colpirci slealmente applicandoci un’etichetta di segno razzista, neonazista, ecc., quello è un problema suo, non nostro. Suo e di tutti gli sciocchi che credono, senza verificarle, alle notizie taroccate che ogni giorni i mass-media servi del potere scodellano al pubblico, senza pudore né ritegno, come parte del disegno globale di asservimento e sostituzione dei popoli e distruzione della civiltà cristiana. Del resto, si può star certi di una cosa: quando si critica il sistema e si va contro la cultura mainstream, bisogna aspettarsi qualunque calunnia e falsificazione. Vi lasceranno dire, finché avrete poche persone che vi seguono; ma quando i lettori o gli ascoltatori crescono nell’ordine delle migliaia, prima o poi ve la faranno pagare. Vi faranno querela, vi chiuderanno il sito, vi boicotteranno in cento modi: non ve la perdoneranno, e sarete segnati per sempre sul loro libro nero.
Oggi viviamo immersi in una falsificazione metodica della verità da parte della cultura dominante e dei mass-media asserviti al sistema della finanza globalista! Quando si critica il sistema e si va contro la cultura mainstream, bisogna aspettarsi qualunque calunnia e falsificazione. Vi faranno querela, vi chiuderanno il sito, vi boicotteranno in cento modi: non ve la perdoneranno, e sarete segnati per sempre sul loro libro nero!
Prendiamo il caso di quel che dice, negli Stati Uniti d’America, l’ex deputato al Congresso della Louisiana, David Duke, considerato uno dei maggiori esponenti del suprematismo bianco: una fama che è già una squalifica e che induce le persone perbene a non ascoltarlo nemmeno, e a non prendere sul serio i suoi libri e le sue conferenze. Eppure, se ci prende la briga di andare a leggere quei libri e di ascoltare qualche sua conferenza, e soprattutto se si ha il coraggio civile di non lasciarsi ricattare da quel che i mass-media dicono di lui, così come di altri personaggi, non solo americani ma anche europei, si scopre che le sue affermazioni sono molto più solide e molto più documentate di quel che non si crederebbe, almeno finché si resta sul terreno dei fatti e si evita di addentrarsi in quello delle opinioni personali. E i fatti sono che pochi, come lui, dicono la verità; pochi hanno il coraggio di mettere il dito nella piaga e chiamar le cose con il loro nome: nel caso specifico, occupazione di tutti i settori chiave della società americana, della finanza americana, della cultura americana, da parte degli ebrei sionisti (e specifichiamo sionisti perché non tutti gli ebrei rientrano nella categoria che qui c’interessa descrivere). Strano, vero? Nella società che si vanta d’essere la più libera al mondo; nella democrazia che ci viene sempre presentata come il modello al quale tutte le altre democrazie devono cercare di rifarsi, esiste questa curiosa asimmetria: benché la gran parte dei mass-media sia controllata dai signori della finanza ebraica, di quei signori si parla pochissimo e di quella occupazione non si parla affatto, e quindi il pubblico viene cullato nell’idea che va tutto bene, che è tutto normale, che tutte le voci sono libere di esprimersi e che non esiste alcun cartello, alcun monopolio, alcun disegno di dominio totale da parte di un soggetto qualsiasi – tanto meno da parte delle ricchissime lobby ebraiche americane. E se David Duke è uno dei pochissimi che ricordano come gli ebrei ortodossi preghino più sul Talmud che sulla Bibbia, e che quindi le loro preghiere quotidiane – non da oggi o da ieri, ma da secoli e secoli - includano bestemmie contro Gesù Cristo e la Madonna, e maledizioni irriferibili contro i cristiani, mentre questa verità non veniva taciuta dal clero cattolico fino alla metà del secolo scorso, ebbene noi vediamo in ciò l’ulteriore conferma che il Concilio Vaticano II, col quale si è bruscamente invertito il senso di marcia e si è proclamato che gli ebrei sono i nostri fratelli maggiori, che le loro intenzioni verso i cristiani sono ottime e che nessuno deve pensare a convertirli, poiché hanno già in tasca la promessa di Dio e quindi la salvezza finale. Tutto questo altro non è stato che parte di un disegno massonico-ebraico per snaturare la Chiesa cattolica e facilitare la sua auto-distruzione.
Il Concilio Vaticano II non è stato altro che un disegno massonico-ebraico per snaturare la Chiesa cattolica e facilitare la sua auto-distruzione, e con il falso papa Bergoglio, l'obbiettivo è ormai quasi raggiunto!
C’è un attacco alla nostra civiltà e ai nostri popoli?
di Francesco Lamendola
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Come cattolico devo sempre esercitare la virtù della prudenza quando,nel valutare certe scelte e presunti cambiamenti di vita(conversioni era il termine preconciliare),mi viene da dubitarne sulle reali intenzioni !E' prerogativa di Dio conoscerle e quindi giudicarle nella Giusta maniera!Resta comunque un monito,o meglio uno strumento indispensabile,che Nostro Signore ci ha donato,per non restare ingannati:dai frutti giudicherete l'albero!Ho notato che è facile riscontrare all'interno della gerarchia ecclesiastica, nel proprio albero genealogico, parenti prossimi di origine ebraica che improvvisamente sono diventati cristiani!E ho notato ancora in maniera più palese che all' interno di tale famiglia di"convertiti"esistono due tipi di categorie:la prima caratterizzata da un cambiamento radicale della persone che hanno fatto quel tipo di scelta,cambiamento che ha determinato una forte persecuzione nei loro confronti ma che al tempo stesso ha generato dei cattolici forti e saldi nella fede che la Chiesa venera come beati e/o santi.Sono persone che hanno rifiutato oneri e gloria e hanno spesso la loro vita per amore di Cristo,
RispondiEliminaEsiste poi un'altra categoria di personaggi che hanno discendenza ebraica ed improvvisamente sono diventati "cristiani".Questi ultimi occupano ruoli di prestigio nella società laica,ma ancor più posti chiave nella gerarchia ecclesiastica cattolica,godono di stima ed onore soprattutto da parte della comunità da cui provenivano!
Mi sono sempre domandato: come mai questi convertiti,non hanno subito e non subiscono la medesima persecuzione di quelli della prima categoria,da parte dei"fratelli maggiori"che hanno "ripudiato"?
Come mai i rabbini furono accolti dai cardinali e dai vescovi del Concilio Vaticano II a braccia aperte?Non erano tutti figli preconciliari,che avrebbero dovuto" vederli" come i "perfidi ebrei"?Non sarà che molti di loro allora e quasi la totalità di oggi siano dei "convertiti"della seconda categoria,meglio chiamarli con il loro vero nome,falsi convertiti,che si sono infiltrati nella struttura della chiesa per distruggerla dal di dentro?Sarebbe un bella ricerca, per ogni cardinale e vescovo della Santa Romana Chiesa,vedere quanti di loro hanno origini ebraiche,valutare le loro scelte"cattoliche"e giudicarne i frutti!Ma forse basta vedere chi occupa abusivamente il soglio pontificio oggi per avere tutte le risposte!