ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 10 agosto 2020

Dove siamo andati a finire..

Con un poco di zucchero la pillola RU486 va giù

RU486 PILLOLA

 Nel 1980 il laboratorio francese Roussel-Uclaf mette a punto la molecola del mifepristone per rendere possibile l’aborto “chimico”, che nella mente del suo inventore Étienne Émile Baulieu doveva servire per realizzare l’aborto nei Paesi in cui la pratica chirurgica poteva risultare pericolosa (unsafe abortion). La RU486 comincia a diffondersi in gran parte dell’Europa a partire dal 1988 e nel 2001 arriva in Italia. Nel 2009 l’Azienda Italiana del Farmaco (AIFA) autorizza la vendita della pillola sotto il nome commerciale “Mifegyne” e il numero di aborti chimici sale drasticamente, arrivando nel 2017, secondo il Ministero della salute (qui), a 14.267.

Fino al “tweet” di Speranza (qui) il nostro Ministero della salute prevedeva il ricovero ospedaliero per l’aborto farmacologico di tre giorni e il limite massimo di applicazione alle 7 settimane di gestazione (qui). Ora, secondo delle “linee guida” non ancora pervenute ma che, stando alle notizie, avrebbero già il sostegno sia della SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) e del Consiglio Superiore di Sanità, si cercherebbe di promuovere un aborto in regime di Day hospital, ampliando la finestra a 9 settimane di gravidanza.

Già durante la pandemia si era provato a spingere l’acceleratore della RU486, proponendo un “aborto a domicilio” con la scusa di non “congestionare gli ospedali” (qui): l’idea evidentemente era già nell’aria. Non bisogna dimenticare che la procedura abortiva farmacologica non è né semplice né indolore come ci viene presentata. I protocolli attualmente in uso per l’aborto chimico con RU486 prevedono la somministrazione del mifepristone con una permanenza ospedaliera di alcune ore (che ora verrebbe ridotta a mezz’ora in consultorio o in ambulatorio). L’azione della pillola abortiva consiste nel provocare un lento distacco dell’embrione dal grembo materno che solamente nel 3% delle donne si verifica entro due giorni (A. Morresi, E. Roccella, La favola dell’aborto facile. Miti e realtà della pillola RU486, 2010). Quindi, una volta presa, la donna dovrà controllare l’entità dell’emorragia e recarsi dal medico ad espulsione avvenuta. Se questa non si verifica, viene somministrato un’altra pillola a base di prostaglandine, il misoprostolo, per completare l’espulsione del sacco amniotico contenente l’embrione. Questo evento è doloroso a causa delle contrazioni uterine e si accompagna a una serie di effetti collaterali che non riguardano solo la salute fisica, ma anche quella psichica – si pensi, ad esempio, allo shock per la visione dell’embrione abortito (S.Barbieri, L’aborto banalizzato e mascherato e le conseguenze della mentalità contraccettiva: questioni scientifiche e morali, 2020).

I rischi per la salute fisica della donna causati dalla RU486 sono talmente evidenti che la FDA (Food and Drug Administration) ne sconsiglia da tempo l’utilizzo in alcuni casi: sospetta gravidanza ectopica, uso di spirale ormonale e superamento di 49 giorni di gestazione (che ora invece salirebbero a 63). Inoltre, risulta che negli studi sperimentali operati sulla RU486 fossero state escluse donne con le seguenti caratteristiche: ipertensione, malattie respiratorie, epatiche, renali e cardiovascolari, fumatrici ed età superiore ai 35 anni (M.L. Di Pietro, M. Casini, Il mifepristone, 2002). Nonostante queste indicazioni, nel corso del tempo, si sono registrati decessi collegati in qualche modo all’utilizzo della RU486. Su questo argomento, un elenco della FDA (qui) aggiornato al 2017, riporta 22 casi di morte direttamente attribuibili all’uso abortivo della RU486 solo negli Stati Uniti. Fra i casi più frequenti si registrano episodi di setticemia e altri casi di emorragia acuta e morte causati da mancato ricovero ospedaliero.

Eppure, questa pillola – definita da Jerome Lejeune “pesticida umano” – viene “indorata” dai nostri politici e presentata alle donne come “segno di maggiore libertà” e addirittura come “passo avanti verso la civiltà”, inducendole a pensare che sia innocua. In fondo, cos’è una pillola? È una “pallottina” – così la denomina la Treccani – che non sempre ci guarisce, ma di sicuro ci fa stare meglio, quella che prendi con fiducia, anche se di quello che c’è scritto sul chilometrico bugiardino non capisci neanche la metà, perché te l’ha consigliato il protettore per eccellenza della tua salute: il medico. Così anche l’aborto diventa più “dolce”: non serve nemmeno il nosocomio; «dunque, non è così grave, no?», si tenderà a pensare.

Da quando, infatti, si cominciò la sperimentazione all’ospedale Sant’Anna di Torino, lo status quaestionis dell’argomento è stato pilotato – e dirottato – prima di tutto su un’idea fasulla, eppure piuttosto radicata nell’immaginario comune, secondo cui l’aborto sia meno traumatico proporzionalmente all’età gestazionale; dunque, poiché la RU486 si somministra entro le 9 settimane, il vissuto non sarebbe poi così drammatico. Inoltre, si ritiene che l’impatto emotivo cambi anche in relazione all’aspetto chirurgico-ospedaliero: a casa propria non si deve rendere conto a nessuno.

Sul primo aspetto, è inutile dire che il dolore per la perdita di un figlio – che lo si riconosca o meno come tale – non varia in base al suo peso, ai suoi centimetri o ai giorni che ha trascorso nel tuo grembo e ormai gli studi sulla cosiddetta “sindrome post-abortiva” si sprecano (C.Navarini, Post-aborto e autodeterminazione della donna, 2015). Riguardo al secondo, come si può pensare che una donna, persino quella apparentemente più convinta, preferisca affrontare da sola un passo così traumatico, che a sua volta realizza una decisione da tutte – e dico tutte – sentita come estrema, all’interno di un vissuto, come quello gravidico, anche dal punto di vista ormonale di fragilità e confusione, autosomministrandosi ciò che metterà la parola “fine” alla vita che si ha dentro di sé seppure rifiutata? E anche se lo volesse, come sarà possibile contenere tutti i rischi in quella solitudine e lontano dalla vigilanza clinica?

Sembra assurdo, eppure lo “zucchero” con cui ci vogliono far accettare questa pillola è questo: niente aghi, niente ricoveri, un goccio d’acqua e via il problema! Già, il “problema”. Quell’essere umano realmente esistente, individuo dalla fecondazione, vivo e vitale, è lui l’eterno escluso dal dibattito sulla RU486 e per lui nulla cambia se l’aborto è chirurgico o farmacologico: «ghigliottina o fucilazione, iniezione velenosa o sedia elettrica, sempre di pena di morte si tratta. Anzi, quanto più l’agire del boia è pulito e indolore, tanto maggiore è il rischio di un addormentamento delle coscienze» (M.Palmaro, Aborto e 194. Fenomenologia di una legge ingiusta, 2008).

Il grembo è diventato invisibile. E con la RU486 ad essere condannato all’invisibilità non è solo chi nel suo intimo calore avrebbe diritto sempre e comunque a crescere, svilupparsi per poi venire alla luce, ma anche colei che di quel grembo è custode: la madre, allontanata, isolata, resa monade dalla sua pseudo-scelta.

Quale sarebbe, allora, la “civiltà” di cui la 194 sarebbe emblema? Uccidere non è mai “civile”. Anzi, c’è da chiedersi come sia possibile una vera convivenza pacifica che non passi attraverso la salvaguardia dell’essere umano e non fondi su questo la Grundnorm del proprio sistema. E questo perché la fonte ultima dei diritti umani non si colloca nella volontà delle persone, nella realtà dello Stato, nei poteri pubblici, ma nell’uomo.

La pace e la normale convivenza sono in pericolo non quando non è possibile che ognuno faccia ciò che vuole secondo un’idea minimal di “tolleranza”, ma più radicalmente quando all’uomo non è riconosciuto ciò che gli è dovuto in quanto uomo, a cominciare dalla sua vita e dalla sua dignità. Solo così si garantisce il principio – costitutivo di ogni democrazia – della non disponibilità della vita umana, che rende possibile parlare di civiltà.

di Giorgia Brambilla 

https://www.sabinopaciolla.com/con-un-poco-di-zucchero-la-pillola-ru486-va-giu/

Il Tempio Satanico afferma che le leggi pro-vita violano la libertà di eseguire il “rito religioso” dell’aborto

Il Tempio Satanico è un gruppo religioso non teistico con sede negli Stati Uniti. Il Tempio Satanico è riconosciuto come chiesa ai fini dell’esenzione fiscale, con capitoli in 16 stati degli Stati Uniti, oltre a due in Canada e uno nel Regno Unito. 


Il Satanic Temple (Tempio Satanico – TST) sta ancora una volta facendo notizia, sostenendo che le leggi pro-vita violano la loro libertà religiosa, poiché considerano l’aborto un rituale religioso.

Un articolo di Cassy Fiano-Chesser, pubblicato su LiveActionVe lo presentiamo nella traduzione e commento di Stefania Marasco.Satanic Temple website, screenshot

Apparato riproduttivo femminile sovrapposto al simbolo Satanic Temple

Il Satanic Temple (Tempio Satanico – TST) sta ancora una volta facendo notizia, sostenendo che le leggi pro-vita violano la loro libertà religiosa, poiché considerano l’aborto un rituale religioso.

All’inizio di quest’anno, i legislatori dello Utah hanno approvato una legge che vieterà tutti gli aborti, con eccezioni solo se la vita della madre è in pericolo o in caso di incesto, solo nel caso in cui Roe v. Wade venga ribaltato. Nonostante questo accordo, il Satanic Temple lo sta denunciando come violazione della loro libertà religiosa. Il Daily Wire riporta:

Secondo l’annuncio sul loro sito web, che reca lo slogan “Thyself Is Thy Master” (Te stesso è il tuo Padrone), TST afferma che l’aborto può essere un rito religioso per alcuni satanisti perché “il rituale dell’aborto satanico fornisce conforto spirituale e afferma l’autonomia corporea, l’autostima e la libertà da forze coercitive con l’affermazione dei Sette Principi di TST. “

“TST basa le proprie affermazioni sulle eccezioni al mandato di aborto relative alla protezione fornita dagli “Atti di Ripristino della Libertà Religiosa” dello Stato o RFRA, che generalmente proibiscono al governo di interferire in modo sostanziale con il libero esercizio della religione di una persona”, ha detto il Tempio in un comunicato, aggiungendo: “Le leggi dello Stato che disciplinano l’aborto comunemente non servono a scopi medici e non portano a migliori risultati di salute. Pertanto, ostacolano illegalmente l’accesso al rituale dell’aborto satanico “.

Jane Essex, una portavoce per i diritti riproduttivi di TST, ha affermato che l’aborto è un rituale per i membri del Satanic Temple. Paragonando l’uccisione di un bambino abortito con la partecipazione alla Comunione, Essex ha dichiarato: “Molti stati hanno leggi che interferiscono con la capacità dei nostri membri di praticare le loro credenze religiose. Nessun cristiano accetterebbe un periodo di attesa obbligatorio prima di poter prendere parte alla Comunione”, ha detto. “Nessun cristiano tollererebbe una legge che insista che la consulenza statale sia necessaria prima che qualcuno possa essere battezzato. I nostri membri hanno giustamente diritto alla libertà religiosa per poter praticare anche i nostri rituali “.

Essex ha continuato dicendo che l’aborto stesso è satanico. “Dato che molte persone insistono fanaticamente sul fatto che tutti gli aborti sono satanici, il ragionamento fatto dagli stati sarà molto impopolare”, ha detto. “Non solo coloro che negano ai satanisti la loro libertà religiosa saranno denunciati dai difensori della libertà, ma saranno anche detestati da coloro che demonizzano l’aborto. Si spera che gli Stati facciano la cosa giusta e rispettino i nostri diritti legali “.

Statua del Satanic Temple

Statua del Satanic Temple

Il sito web del Satanic Temple contiene anche istruzioni su come praticare correttamente un aborto del primo trimestre secondo i principi del satanismo, con una guida disponibile per il download.

PER L’ABORTO MEDICO:
Immediatamente prima di prendere il farmaco/i per interrompere la tua gravidanza, guarda alla tua immagine riflessa (NDT allo specchio) per ricordare la tua personalità e la tua responsabilità nei tuoi confronti. Concentrati sul tuo proposito, prendi profondi respiri, e mettiti comoda. Quando sei pronta, leggi ad alta voce il Terzo Principio per cominciare il rituale. Dopo aver ingoiato il farmaco/i, prendi un altro profondo respiro e recita il Quinto Principio. Dopo aver eliminato l’embrione, torna alla tua immagine riflessa e recita l’affermazione personale. Sentirai i dubbi dissolversi e crescere la sicurezza di aver appena assunto una decisione che afferma la tua autonomia e libero arbitrio. Il rituale religioso di aborto è ora completo.

TERZO PRINCIPIO – Il corpo di una persona è inviolabile, soggetto soltanto alla volontà della persona stessa.

QUINTO PRINCIPIO – La fede dovrebbe conformarsi alla migliore comprensione scientifica del mondo della persona. La persona dovrebbe aver cura di non distorcere fatti scientifici per adattarli alle proprie credenze.

AFFERMAZIONE PERSONALE – Dal mio corpo, dal mio sangue, dal mio volere è stato fatto.
(Traduzione di uno screenshot dal sito web del Tempio Satanico)

Il Satanic Temple ha tentato per anni di usare la “libertà religiosa” come motivo di aborto nel tentativo di evitare periodi di attesa obbligatori, o in cause legali fallite per ribaltare le leggi pro-vita. Mentre il loro ragionamento è che i satanisti credono nel controllo del proprio corpo, un bambino prematuro non fa parte del corpo di sua madre.

È un fatto scientifico che ogni vita umana inizia con la fecondazione, non religiosa. Ogni bambino ha il proprio DNA, distinto e unico da quello della madre o del padre. Questo non ha nulla a che fare con il dogma o la religione.

Simbolo del Satanic Temple

Simbolo del Satanic Temple

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di Stefania Marasco

Da Cattolica non posso non chiedermi dove siamo andati a finire. Trent’anni fa, nel periodo della mia adolescenza avanzata, ancora ci si stupiva, sgomenti, dinanzi ad atti di violenza perpetrati da sette, dinanzi a profanazioni, resti di messe nere, furti eucaristici, divisi tra la paura e l’incredulità. Era ancora un tempo in cui il demonio era un affare per vecchiette bigotte, cattolici creduloni, qualcosa di irrazionale quindi fasullo, secondo lo schema laicista di questo mondo. E Satana, nascosto, lavorava alacremente. Oggi è venuto allo scoperto, reclamando il proprio ruolo di dio di questo mondo, prendendo il suo “posto al sole”, offrendosi come divinità alternativa. Colui che, astutamente, come scrisse Baudelaire, aveva convinto il mondo della propria irrealtà, nella propria inesistenza, oggi, spudoratamente, torna ad offrire la propria mela alle Eva e agli Adamo di questo mondo, strisciando fuori dall’ombra.

Tutto è lecito se si hanno i mezzi per farlo, ogni ostacolo può essere rimosso, la morale non esiste. Vuoi abortire? Ti dono anche la forma “religiosa” per tacitare la tua stupida coscienza. Vuoi uccidere te stesso, i tuoi vecchi? La chiamiamo pietà e compassione e superiamo il problema, non temere. Vuoi avere un figlio a qualunque costo? Ci sono i metodi di fecondazione più all’avanguardia, la Gestazione per Altri, a breve arriverà l’utero artificiale! Di cosa ti preoccupi? Donami la tua anima ed avrai tutto ciò che vorrai a questo mondo. “Carpe diem, quam minimum credula postero” (Cogli l’attimo, confidando il meno possibile nel domani).

Da Cattolica mi chiedo: dov’è la Chiesa? Come abbiamo potuto abbandonare il mondo, del quale dovevamo aver cura, nelle mani di chi vuole solo la distruzione della persona, della famiglia, della speranza? Abbiamo smesso di parlare di peccato, di dannazione eterna, del demonio, predicando una fede insipida ed annacquata, un falso concetto di perdono e misericordia, così che il principe delle tenebre è tornato allo scoperto, perché il mondo è ogni giorno più oscuro, la Luce offuscata dai nostri peccati di omissione, dalla nostra insipienza.

Il Libro dell’Apocalisse ci lancia un monito duro, ancora oggi valido a tutti gli effetti, quello rivolto alla Chiesa di Laodicèa (Ap 3, 14-22):

“All’angelo della Chiesa di Laodicèa scrivi:

«Così parla l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio: Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. Tu dici: «Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla», ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa tua nudità e collirio per ungerti gli occhi e ricuperare la vista. Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati dunque zelante e ravvediti. Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono.» Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.”

Il Menzognero, attraverso la bocca dei suoi adepti, ha svelato una verità: l’aborto stesso è satanico. Oggi, 9 agosto, data di un triste anniversario che sembra non avere nulla a che fare con ciò di cui stiamo parlando in questo articolo, prego il Signore che, come il 9 agosto del 1945 accolse le anime dei morti di Nagasaki nel riposo eterno, quale sacrificio perché una delle guerre più dolorose ed infami mai concepite dall’uomo finisse – vittime anch’esse della volontà satanica di dominare, distruggere, prevaricare – , che oggi accolga tutte le creature innocenti abortite perché il loro sangue porti consapevolezza nel cuore degli uomini e la vita umana riacquisti il valore che il Creatore gli ha dato, per la vita e non per la morte.

https://www.sabinopaciolla.com/il-tempio-satanico-afferma-che-le-leggi-pro-vita-violano-la-liberta-di-eseguire-il-rito-religioso-dellaborto/

INCREDIBILE! UN VESCOVO HA COMMENTATO L’ABORTO FAI DA TE!


 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, abbiamo scelto di commentare questa decisione del Ministro Speranza di diminuire le difese ospedaliere per le donne che vogliano abortire usando la pillola RU 486 con le parole – un tweet – di un vescovo, mons. Giovanni D’Ercole.

Mons. Giovanni D’Ercole

@GiovanniDErcole

Ministro Speranza non ho mai visto pace nel cuore di donne che hanno abortito. Solo chi come noi sacerdoti ascolta e confessa conosce questo dramma per cui tante mamme non riescono a trovar ragione. Altro che conquista di civiltà!

#giovannidercole #Ru486

Perché proprio Giovanni d’Ercole? Perché lo conosciamo da tanti anni? No, perché non siamo riusciti a trovare nessun altra reazione episcopale oltre alla sua sul web.

Forse non sono state riportate le loro parole. Forse il Grande Fratello operante sui giornali di regime e sul web li ha zittiti. Ma, comunque, il risultato è questo.

E non fatevi ingannare da titoli come “I vescovi all’attacco”: sono una fakenews, che riporta – citiamo da un paio di quotidiani, che evidentemente hanno ripreso un dispaccio di agenzia, il commento di Avvenire.

“Molto duro anche «Avvenire», che definisce «sconcertante come tante reazioni esultanti parlino di un passo verso una maggiore libertà delle donne. Libertà di essere sole, di certo. Libertà di fare tutto di nascosto, deresponsabilizzando in tanti casi i compagni». Secondo il giornale dei vescovi «non c’è nessuna conquista di civiltà nel togliere tutele alle donne e fare dell’aborto un fatto privatissimo. Che si tolgano tutele alle donne è un fatto». L’unica concessione che la testata fa al cambiamento è di ordine economico: «Una spiegazione forse si può trovare in un altro passaggio: nel parere si sottolineerebbero anche i vantaggi economici, in termini di risparmi per la sanità pubblica. Su questo, non c’è dubbio»”.

Che cosa vuol dire tutto ciò? Che ha ragione Speranza. Se l’idea di sopprimere una vita umana da sole, fra il tinello e la cucina viene salutata come un momento di libertà da parte del Partito della Morte sempre attivo, le parlamentari di sinistra e le accademiche come Chiara Saraceno (che dimenticano però che la legge 194 non parla di diritto di abortire; e che comunque sopprimere una vita umana, perché di vita umana si tratta, di una vita altrui, non del corpo della donna, forse merita un percorso di riflessione), e questo ulteriore passetto verso la disumanizzazione trova un solo vescovo che dica qualche cosa, allora ha ragione Speranza. Che viene  giustamente definito da padre Antonello iapicca:

“Dispiace dirlo, ma in Italia, in un momento così difficile, sulla poltrona di Ministro della salute siede un serial killer ideologico di sconfinata ignoranza”.

Così ha scritto su Facebook il sacerdote don Antonello Iapicca (nella foto).

“Impossibile accreditargli anche il minimo di credibilità e autorità. Perché i mandanti, in questo caso, sono più colpevoli dei sicari. È il potere della banalità del male, del nazismo in guanti bianchi, dell’inganno satanico sulla pelle e l’anima di madri e figli”, ha proseguito il Ministro di Dio.

Ma padre Iapicca è un semplice sacerdote, mica un vescovo. I vescovi erano guidati da un Segretario Generale che non amava i volti inespressivi di chi pregava davanti alle cliniche abortiste. E che ora, giustamente, è all’Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica a occuparsi di soldi. Di che altro dovrebbe interessarsi, un presule? Che Dio aiuti la Sua Chiesa, e noi. Il Paese non ce n’è bisogno, è già perso.

9 Agosto 2020 Pubblicato da Marco Tosatti 23 Commenti


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