La caduta.
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Ieri sera verso le otto abbiamo appreso che il cardinale Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione per le cause dei santi, era un malfattore. Solo così, infatti, è interpretabile la notizia, data senza alcuna spiegazione, di una punizione come le dimissioni forzate dall’incarico e la sostanziale estromissione dal collegio cardinalizio.
Implicitamente, e incidentalmente, dovremmo anche aver appreso che papa Francesco, in sette anni e mezzo, non se n’è mai accorto, avendolo sempre avuto tra i suoi più stretti collaboratori, avendolo creato cardinale nel 2018 e promosso Prefetto della Congregazione dei santi, e anche di recente incaricato della gestione dell’intera vicenda spinosa e delicata dell’Ordine di Malta.
La vera notizia, però, ame pare quella che il settimanale l’Espresso aveva già bell pronta un’inchiesta sulle malefatte del cardinale, nel numero che era in stampa proprio ieri. Stando a quanto ho sentito dichiarare in televisione dal direttore di Repubblica, che parlava da “persona informata dei fatti”, le prime copie uscite dalla tipografia ieri pomeriggio sono «sparite» (questo il termine che ha usato) e sono state subito portate in Vaticano, dove sembra che abbiano fatto da detonatore ad un crisi che si sarebbe consumata nel corso di un burrascoso colloquio tra il cardinale e il papa nel tardo pomeriggio.
Poiché le cosiddette inchieste giornalistiche non sono mai “pure”, ma quasi sempre “guidate”, questo mi pare un indizio fortissimo che ci troviamo di fronte, più che ad un’operazione di pulizia, ad un episodio della “guerra tra bande” che da tempo imperversa in Vaticano e di cui si dice che Becciu sia stato un agguerrito protagonista. Se egli è davvero il malversatore che ora in tanti ripetono, è un bene che sia caduto in disgrazia (lo è prima di tutto per lui stesso, per la sua anima: a questo bisognerebbe sempre pensare). Però la presunzione d’innocenza fino a prova contraria dovrebbe valere per tutti, anche per i cardinali, e a tutti dovrebbe essere data la più ampia possibilità di difendersi dalle accuse nelle sedi appropriate. Inoltre, se è vero il detto “a brigante, brigante e mezzo”, c’è da chiedersi se, una volta caduto il “brigante” Becciu i briganti-e-mezzo che l’hanno demolito siano migliori di lui.
In ogni caso, è tutto molto triste. Dio saprà come trarre del bene anche dall’apparente disastro dell’attuale situazione ecclesiastica, ma bisogna che preghiamo intensamente per questo e facciamo penitenza dei nostri peccati.
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Ecco tutto quello che c'è dietro il caso della "cacciata" di Becciu
Papa Francesco, "cacciando" Becciu, ha fatto la storia della Chiesa recente. Ma il cardinale si difende dalle contestazioni relative all'utilizzo dell'Obolo di San Pietro
Papa Francesco, "cacciando" Becciu, ha fatto la storia della Chiesa recente. Ma il cardinale si difende dalle contestazioni relative all'utilizzo dell'Obolo di San Pietro
Papa Francesco, "cacciando" Angelo Becciu, ha creato un precedente. Una modalità gestionale che il Vaticano, almeno durante i tempi odierni, ancora non aveva conosciuto. Becciu non è stato "scardinalato", come si pensava in prima battuta.
L'alto consacrato italiano ha perso i diritti concessi dalla porpora: questa è la sintesi della mossa operata dal pontefice argentino. Attorno al Vaticano sembrano sollevarsi anche voci scandalizzate o quasi per l'accaduto, ma Bergoglio - in quanto vertice della Chiesa universale - è il depositario del potere che prevede di poter prendere decisioni come quella comunicata nel corso della giornata di ieri. Il perché della mossa dell'ex arcivescovo di Buenos Aires sta emergendo in queste ore.
In relazione ai dubbi circolanti sul "come" il caso di monsignor Angelo Becciu sia stato affrontato, vale la pena riportare quanto scritto sul sito specializzato IlSismografo, che ha pubblicato un articolo a firma del direttore Lucas Badila in cui si legge pure quanto segue: "Questi astrali papali sarebbero elementi che il Papa ha avuto dal Tribunale unico vaticano che però non sta processando il cardinale dimissionario e non lo ha incriminato di nulla. Il gesto di ieri del Papa assomiglia ad una “esecuzione”: sei accusato di … ma non puoi difenderti (tranne che tramite la stampa". E ancora: "Becciu va processato come Pell e tutti devono attendere la sentenza finale definitiva. Il Papa, nonostante i suoi poteri, non è un giudice né un tribunale. Nonostante tutto, i diritti dell’accusato esistono e le garanzie anche così come la presunzione d’innocenza tanta cara a Francesco". Becciu, insomma, avrebbe diritto a difendersi. Ma la perdita dei diritti cardinalizi è ormai effettiva. Di rimando, proprio il cardinale australiano George Pell - come ripercorso da IlMessaggero - ha manifestato approvazione per la disposizione di Jorge Mario Bergoglio.
Lo scandalo a questa questa vicenda sarebbe legata a quello dell'utilizzo dell'Obolo di San Pietro, ossia le offerte che i fedeli di tutto il mondo destinato al Papa. Il fondo tradizionalmente utilizzato per le opere di carità. Diverso, invece, il discorso riguardante lo "scandalo del palazzo di Londra", per cui Becciu non è stato tirato in ballo. Una specificazione narrativa: il pontefice sudamericano avrebbe dato contezza a Becciu di averlo privato dei diritti cardinalizii all'interno di un incontro privato. Il consacrato italiano non è uno qualsiasi: è stato il sostituto della segreteria di Stato, prima di ricoprire l'incarico di prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Anche quest'ultimo ruolo non verrà più ricoperto dal cardinale (perché Becciu resterà cardinale).
I motivi della cacciata
Stando a quanto si apprende dall'Adnkronos, Bergoglio avrebbe deciso di intervenire su Becciu per via di "settecentomila euro destinati alla carità del Papa finiti in operazioni che avrebbero avvantaggiato i fratelli". Di questi, centomila euro sarebbero derivati proprio dall'Obolo di San Pietro, ma bisognerà verificare nel tempo la realtà dei fatti. Quello che viene ventilato, comunque sia, è che Becciu potrebbe aver trasferito alcuni fondi per "sostenere le attività caritative della Caritas di Ozieri che sarebbero alla fine state destinate non alla Caritas ma al suo braccio operativo, la cooperativa sociale Spes di cui il fratello di Becciu, Antonino, è presidente". Ma c'è anche dell'altro. Poi ci sarebbero, infatti, ulteriori due contributi da trecentomila euro che potrebbero essere stati destinati alla Spes. E ancora una presunta influenza sul rapporto tra una società attribuibile al fratello di Becciu e la Caritas di Roma, più una serie di lavori che sarebbero stati assegnati da nunziature apostoliche ad una falegnameria di cui un altro fratello di Becciu sarebbe il proprietario. Papa Francesco, insomma, avrebbe deciso di di rimuovere Becciu da prefetto, dopo aver appreso notizie in merito a questo elenco di presunti avvenimenti.
La versione di Becciu
Nel corso della serata di ieri, il cardinale aveva preferito il silenzio. Oggi invece è balzato agli onori delle cronache qualche commento: "Mi sento un pochino stralunato - ha fatto sapere il porporato italiano -, mi sembra tutto surreale, ma cerco di essere realista". Si tratterebbe di "una cosa surreale perché ieri alle 18.02 mi sentivo amico del Papa, fedele esecutore del Papa e poi il Papa, parlando, mi dice che non ha più fiducia in me perché è giunta la segnalazione dai magistrati che io avrei commesso atti di peculato". Poi Becciu, per mezzo di una conferenza stampa, è entrato più nello specifico: "Quei 100mila euro li ho destinati alla Caritas di Ozieri, mia diocesi, ma è nella discrezione del Sostituto utilizzare somme in un fondo particolare per sostenere varie opere". E ancora, come riportato dalla LaPresse:"In 7-8 anni non ho mai fatto opere di sostegno per la Sardegna, so che nella mia diocesi ch'è una situazione di emergenza per quanto riguarda disoccupazione". Arriva un'altre precisazione: "Ho telefonato a mio fratello e al vescovo e mi hanno detto che i soldi sono lì, nel fondo Caritas, non sono stati usati,come mai vengo accusato di peculato e favoreggiamento della mia famiglia?". E per quanto riguarda il "palazzo di Londra"? "...non è stato toccato per il Palazzo di Londra, non è stato utilizzato, la Segreteria di Stato aveva un fondo, bisognava farlo maturare, mantenerlo vivo", ha continuato l'alto ecclesiastico. Becciu, in sintesi, è pronto a difendersi da ogni accusa. Il cardinale ha anche dichiarato di essere pronto a dare la vita per il Papa.
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