C'è una lobby gay in Vaticano? Così preme su papa Francesco
James Martin, il consultore pro Lgbt che opera in Vaticano, esulta per la svolta di Bergoglio. È lui il consacrato che sussurra al Papa?
James Martin, il consultore pro Lgbt che opera in Vaticano, esulta per la svolta di Bergoglio. È lui il consacrato che sussurra al Papa?
Il Papa della Chiesa cattolica ha o no pronunciato una frase che apre alle unioni civili? In linea di principio ed in mancanza di una rettifica del Vaticano, si può ancora dire di sì.
Ma non è questo il punto. Jorge Mario Bergoglio potrebbe anche aver parlato solo di una legge che regoli la "convivenza civile" riservata alle persone omosessuali affinché possano vivere in serenità nelle loro famiglie d'origine e non essere allontanati (questa è una delle versioni che circolano in queste ore sul web: la verità verrà a galla o mediante la diffusione del documentario o attraverso un comunicato ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede), ma la questione focale riguarda l'atteggiamento dell'Ecclesia sui "nuovi diritti". Lo stesso che sembra essere mutato nel corso di questo settennato.
James Martin, padre Martin, è forse l'emblema di questo cambiamento. Favorevole alle cosiddette istanze Lgbt, il gesuita americano ha commentato più volte le notizie relative alle presunte dichiarazioni del vescovo di Roma sulle unioni civili: "Cosa rende i commenti di Papa Francesco a sostegno delle unioni civili tra persone dello stesso sesso oggi così importanti? In primo luogo, le ha dette da Papa, non da Arcivescovo di Buenos Aires. In secondo luogo, sta chiaramente sostenendo, non semplicemente tollerando, le unioni civili. Terzo, lo dice davanti alla telecamera, non in privato. Storico", ha scritto Martin in seconda battuta. Poco prima, sempre a mezzo Twitter, aveva già scritto qualcosa poco dopo la pubblicazione della notizia nel mondo"Il sostegno di Papa Francesco alle unioni civili omosessuali è un importante passo avanti nel sostegno della Chiesa alle persone LGBTQ. È in linea con il suo approccio pastorale alle persone Lgbt, compresi i cattolici Lgbt, e invia un segnale forte ai paesi in cui la chiesa si è opposta a tali leggi". Martin, insomma, è tra coloro che hanno esultato in Vaticano.
Qualche conclusione può già essere tratta: intanto padre Martin è convinto che Bergoglio abbia davvero proferito quelle parole. Il che, sulla base di alcune verifiche che stiamo facendo, potrebbe non rivelarsi vero. Ma Martin è anche un interlocutore del Santo Padre. Uno di quegli ecclesiastici, insomma, con cui il primo pontefice sudamericano della storia si è confrontato in udienza. Martin oggi è impegnato anche a sostenere in maniera più o meno diretta la causa di Joe Biden. Prima di questa fase, però, si è speso parecchio per costruire un "ponte" - la definzione del suo libro - che fosse in grado di collegare la Chiesa cattolica, dunque il Vaticano, e la comunità Lgbt. James Martin è arrivato persino a parlare di "Santi gay" nella storia del cattolicesimo.
Papa Francesco - dicevamo - ha avuto più di un summit con Martin. E poiché Bergoglio non sembrava essere disposto a troppe aperture sulla dottrina ai tempi di Buenos Aires, qualcuno sospetta che le argomentazioni del gesuita nord americano abbiano fatto breccia. Altri, al contrario e con toni moderati, pensano alcune problematiche stiano sorgendo per via di una certa "confusione comunicativa" che proverrebbe da Santa Marta. Di sicuro qualche anno fa gli episcopati non immaginavano di predisporre percorsi di pastorale legate alla comunità Lgbt. E sempre qualche anno fa, era abbasta inimmaginabile pensare ad un "concilio interno" della Chiesa tedesca che, tra i vari punti programmatici, avesse la rivistazione in chiave progressista del rapporto tra dottrina ed omosessualità. Una modifica quest'ultima che potrebbe essere apportata a prescindere dalle indicazioni di Roma.
Il clima interno sta cambiando. E qualunque affermazione abbia fatto il pontefice all'interno dell'ormai noto documentario intitolato "Francesco" - quello che è stato presentato ieri al Festival del Cinema di Roma - , la Chiesa cattolica ed il Vaticano non possono nascondere il periodo di forte polarizzazione. Ieri, forse anche in funzione delle imminenti elezioni americane, alcuni vescovi statunitensi hanno pubblicamente sostenuto la presunta favorevolezza del pontefice alle unioni civili, mentre altri presuli cattolici, come quello di Providence Thomas Tobin, hanno preso le distanze. Possibile che James Martin sia l'uomo che sussurra al pontefice sui "nuovi diritti"? Difficile a dirsi. Conosciamo invece il ruolo centrale svolto da padre Antonio Spadaro, che ieri ha commentato le frasi di Bergoglio, sostenendo che non le volontà del pontefice non interessano dei cambi dottrinali.
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https://www.ilgiornale.it/news/cronache/cos-istanze-lgbt-sono-entrate-mura-vaticano-1897978.html
UNIONI GAY . IL PAPA CONTRO LA SCRITTURA PREPARA UNO SCISMA?
22 Ottobre 2020 11 Commenti
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, Romana Vulneratus Curia ha letto delle dichiarazioni rilasciate dal Pontefice regnante in materia di unioni civili e famiglie omosessuali. Questo è il suo commento. Buona lettura.
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Caro Tosatti, ricevuta la notizia che Bergoglio avrebbe dichiarato di esser favorevole alle unioni civili fra omosessuali, mi son detto che poteva esser una “scalfarata” (cioè una interpretazione secondo Scalfari). Invece no. (si leggano i due link qui , uno e due)
Alcuni giornali titolano:“Svolta del Papa “, invece no.
Non è una “svolta “ è una conferma.
Subito a marzo 2013 post elezione un famoso membro della beneamata lobby confidò ad un prelato che con Bergoglio “sarebbero stati più forti di prima”.
Poi la prima udienza alla coppia gay.
Poi la nomina di mons. Ricca a prelato dello IOR, così ben focalizzata da SandroMagister.
Poi il caso del gay dichiarato Padre Martin e la sua carriera fulminante. Poi il caso delle coperture al card.McCarrick e l’attacco a mons.Viganò, cacciatore di fatti illeciti e disordini sessuali all’interno della chiesa. Infine la sublime spiegazione che Sodoma venne distrutta perchè rifiutò stranieri, non perchè ivi si praticavano atti contro natura senza limiti ignorando gli ammonimenti del Cielo.
Ora, chi gli ha imposto queste dichiarazioni deve esser ben potente viste le responsabilità che così gli si buttano addosso.
Infatti con questa decisione Bergoglio dovrà riscrivere i DieciComandamenti togliendone almeno uno, dovrà negare i Peccati che gridano vendetta contro lo SpiritoSanto, dovrà cambiare il Sacramento del Matrimonio (già messo in discussione con AmorisLaetitia) e almeno altri due Sacramenti correlati.
Dovrà anche modificare radicalmente l’istituto della Famiglia, avendo dichiarato “son figli di Dio e hanno diritto ad una Famiglia”.
Insomma ora ha creato le condizioni per uno scisma.
E bravo il nostro Bergoglio! Chissà però che diranno ora i famosi “obbedienti” al Papa a qualsiasi costo e per qualsiasi ordine che da.
Chissà come reagiranno i famosi “prudenti” che stanno sempre zitti e cercano il buono in ogni esternazione di Bergoglio. Ah, nel discorsetto che potrete sentire, prende occasione per dare un attacco anche a Trump sul tema muro in Messico che separa le famiglie. Intendeva le famiglie mexicano-gay?
RVC
https://www.marcotosatti.com/2020/10/22/unioni-gay-il-papa-contro-la-scrittura-prepara-uno-scisma/
Papale papale
Francesco non parlava dei gay ma del loro “diritto al figlio”. Ed è molto peggio.
In un certo senso è vero: papa Francesco non ha detto quello che molti pensano abbia voluto dire. Purtroppo ha detto molto di peggio. Non si tratta “soltanto” dell’invito al riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali, fatto già abbastanza clamoroso per un Pontefice. Tantomeno si tratta del riferimento ai diritti individuali delle persone conviventi, indipendentemente dalla natura del loro rapporto: una legge del genere verrebbe approvata in cinque minuti all’unanimità. Men che mai le incaute dichiarazioni rilanciate dal documentario presentato in queste ore possono essere derubricate come una preoccupazione per il diritto degli omosessuali a non essere rifiutati dalla propria famiglia d’origine (ci mancherebbe).
Per leggere con la giusta lente le affermazioni di Bergoglio bisogna collegare i puntini. Il disegno che ne esce è nitido e inquietante, e porta dritto al vero cuore della questione: la genitorialità. Lo hanno ben capito i fautori della legge Cirinnà, che sull’obiettivo di affermare un “diritto al figlio” contro la biologia e lo stesso ordinamento italiano hanno costruito l’impianto normativo, e che non a caso al Papa hanno tributato applausi a scena aperta.
Si trattasse dell’ennesima sortita su accoglienza pastorale, discernimento e via misericordiando, saremmo tutto sommato alle solite. Si dà il caso, invece, che oggetto dell’intervista papale nel docu-film incriminato non sia una generica pastorale per persone attratte dal proprio stesso sesso – e già sarebbe assai -, ma la vicenda di due uomini, presentati come “genitori” di tre bambini ottenuti in realtà in Canada con il ricorso all’utero e al materiale genetico altrui. Certo, va detto che la storia l’hanno scelta oculatamente: come per spingere l’eutanasia si prendono a paradigma casi di sofferenza così estrema da mettere a dura prova anche le più tetragone convinzioni, in questo caso l’utero sarebbe stato generosamente “prestato” e non “affittato” dalle gestanti.
L’assenza (presunta) di vil denaro tuttavia non sposta di una virgola il problema di bambini privati della figura materna che pure ha geneticamente contribuito a metterli al mondo, brutalmente rimossa e derubricata da uno dei due “padri”, incalzato sul punto, a mero “concetto antropologico”. E rende davvero inquietante il fatto che il capo della Chiesa cattolica non abbia avvertito in queste ore l’esigenza di provare a raddrizzare – per il poco che era possibile farlo – un messaggio a dir poco destabilizzante in un momento nel quale il senso comune si è già assuefatto all’idea di una genitorialità “acquistata” contro il dato di natura e la strenua resistenza di coraggiose minoranze di tutto avrebbe bisogno fuorché del fuoco amico del romano Pontefice.
A certificare quale sia l’interpretazione autentica delle parole di Francesco, a dispetto dei tanti “pompieri” che provano a gettare acqua sul fuoco dimostrandosi più papisti di un Papa che non pare interessato a correggere il messaggio, campeggiavano stamane sui maggiori quotidiani interviste a uno dei due “padri” menzionati nel lungometraggio. Egli racconta di una lettera inviata a Santa Marta per raccontare la propria storia e di una telefonata ricevuta pochi giorni dopo da Bergoglio che lo ha esortato a bussare in parrocchia per veder aprire la porta a sé e ai suoi figli. Non sappiamo se Francesco, da un capo all’altro della cornetta, abbia chiesto al suo interlocutore notizie della mamma di quei bambini. E, in tal caso, non sappiamo se egli gli avrebbe risposto come ha fatto qualche tempo fa in una trasmissione televisiva: “La madre non c’è. La madre è un concetto antropologico…”.
Santo Padre, il problema non è il rispetto per ogni persona, che non è in discussione. Non è nemmeno l’accoglienza pastorale per ogni figlio di Dio. Il problema è il diritto naturale, che la Chiesa sembra aver rimosso dal proprio orizzonte. Ed è un problema da non dormirci la notte, perfino per chi non crede.
di Idefix
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