ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 3 ottobre 2020

Il problema alla base del caos attuale..

Cardinale Zen: "Sto con Viganò"

“Non ho mai contattato Viganò, ma nel mio cuore sono sempre stato dalla sua parte," ha detto il cardinale di Hong Kong, Joseph Zen, a BreeADail.com (2 ottobre).

Zen ha capito, dopo la Dichiarazione sugli abusi del 2018, che Viganò “forniva dei dati di fatto" a cui, secondo lui, il Vaticano avrebbe dovuto rispondere.

Zen aveva il massimo rispetto per il cardinale di Curia Marc Ouellet, galoppino di Ratzinger, ma fu "completamente deluso" quando Ouellet incolpò Viganòsenza rispondere nel merito, perché Ouellet voleva fare il gioco di Francesco.

Nel 2020, Viganò ha chiesto a Zen se volesse aderire a un appello contro l'isteria da coronavirus. Zen prima ha rifiutato, ma Viganò lo ha convinto, dicendo che perfino il cardinale Sarah aveva firmato, anche se poi Sarah aveva revocato la sua firma.

Viganò aveva promesso a Zen di non pubblicare l'appello in cinese, perché secondo Zen la situazione del coronavirus, le regole della quarantena e l'obbligo della mascherina erano diversi in Cina.

Zen difende ancora il Vaticano II, anche se questo è il problema alla base del caos attuale: "Il Concilio, come il Concilio Tridentino, è meraviglioso: tutti gli errori attuati in seguito non provengono da questo Concilio.”

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Viganò: Francesco colpevole di "serio e dispotico abuso di autorità"

Le accuse contro il cardinale Becciu “devono ancora essere dimostrate", osserva l'arcivescovo Viganò in una dichiarazione del 2 ottobre.

Viganò fa notare che la risposta di Francesco è stata dettata "più dalla rabbia che dall'amore di verità", "più da una illuszione di onnipotenza che dalla voglia di giustizia" e da "un serio e dispotico abuso di autorità".

Viganò attacca Francesco per questa condanna senza processo, come nel caso del cardinale McCarrick, accusandolo di non aiutare gli innocenti, come il cardinale Pell, proteggendo invece persone come il vescovo Zanchetta.

Francesco elimina "collaboratori onesti e incorruttibili", sottolinea Viganò, considerando "il ricatto di collaboratori immorali e disonesti" la garanzia della loro fedeltà e del loro silenzio. Così, si circonda di "personaggi compromessi" e ci "scandali viventi" come Maradiaga, Peña Parra e Paglia.

Per Viganò, il pontificato di Francesco esprime una "volontà deliberata di demolire la Chiesa", di comprometterla davanti ai fedeli, di screditarla davanti al mondo.

L'aristocrazia della Chiesa oggi è corrotta quando i nobili francesi alla vigilia della Rivoluzione Francese (1789), Viganò conclude.

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