Prepariamoci alla battaglia / 2
Ecco dove ha condotto il mito della libertà assoluta, refrattaria alla verità e indifferente al bene: all’inversione dei valori e alla soppressione della libertà stessa. Già questo è un castigo terribile che Dio commina a chi si ostina caparbiamente nel peccato rifiutandosi di ascoltarlo: abbandonarlo al male, lasciando che sprofondi nella melma finché non si decida a rientrare in se stesso e a ravvedersi.
Nella sua pervicace ribellione, l’uomo si abbrutisce e perde gradualmente l’uso delle capacità che ne fanno la viva immagine del Creatore nel mondo visibile. Ciò non esclude, tuttavia, che possa pure incorrere in un castigo propriamente detto, qualora la pazienza divina non ottenga alcun risultato con la dilazione della pena, la quale viene inflitta tanto in questa vita che nell’altra: Dio non paga solo il sabato, recita il proverbio. Finché siamo sulla terra, tuttavia, anche la punizione ha una finalità di misericordia, in quanto è l’ultimo mezzo ordinario utile a provocare la conversione; dopo la morte, invece, rimane soltanto la giusta retribuzione.
Dato che non può essere autore diretto di alcun male morale, per castigare Dio si serve delle cause seconde, cioè dell’azione delle creature: o dei fenomeni naturali (che non hanno carattere etico, ma possono costituire dei mali solo in senso fisico) o dell’agire degli esseri dotati di intelletto, gli angeli e gli uomini. Poiché agli angeli buoni è affidato un ruolo positivo di guida e protezione, l’esecuzione dei castighi viene lasciata agli angeli ribelli e a coloro che li servono: occultisti, massoni e cabalisti. Se dei membri di dette categorie giungono a governare un Paese o a occupare i vertici della Chiesa, la punizione che consiste in questo stesso fatto risulterà molto gravosa; se però la maggioranza dei fedeli e cittadini, anziché reagire a tale potere abusivo, lo approvano e sostengono – almeno implicitamente – con il proprio voto e la propria sottomissione, non basta neppure questo e si rende perciò necessario un castigo ancora più severo, cioè un evento punitivo la cui lezione risulti inequivocabile, almeno a chi non ha la mente del tutto oscurata.
La democrazia rappresentativa s’è ormai pienamente rivelata per quella farsa grottesca che è in realtà, uno squallido gioco delle parti che serve solo a coprire una volgare spartizione di poteri e ricchezze. Altro che prima, seconda o terza repubblica… Siamo sempre stati eterodiretti da un occulto regime transnazionale che, tramite gli sciocchi burattini della politica nostrana, sensibili unicamente al loro profitto e quindi manovrabili a piacere, vuole annientare il nostro Paese, distruggendone l’economia e sostituendone la popolazione con un miscuglio senza identità. La penisola italiana è un perno su cui ruotano i destini non solo dell’Europa, ma dell’intero globo. È da Roma che si è diffusa la civiltà cristiana, senza la quale il mondo moderno non esisterebbe nemmeno; è dal nostro suolo che proviene la maggior parte dei Santi e dei geni che hanno dato un’impronta indelebile a tutta l’umanità. Tale costatazione non fa altro che ingigantire la misura del nostro tradimento nei confronti di Dio e degli altri popoli, che da noi han ricevuto la luce della fede, dell’arte e della cultura.
Diamo un’occhiata alla storia contemporanea. Dopo la sbornia illuministica, cadde lo spaventoso flagello della calata di Napoleone, con le sue truppe composte di galeotti e criminali. L’infatuazione liberale portò all’unificazione forzata del Paese sotto un regime massonico che lo spremette di tasse, riducendo in miseria nera la popolazione rurale. Il libertinismo della belle époque affogò nel fiume di sangue della prima inutile strage; l’euforia neopagana delle dittature si spense nello sterminio della seconda, rimanendo sepolta sotto cumuli di macerie. Il cedimento al marxismo fece poi deflagrare la rivoluzione totale del Sessantotto, con la quale la sinistra ha imposto un potere assoluto finanche sulle menti. Composta com’è di cattolici apostati, quella italiana s’è dimostrata la più feroce nel perseguire la cancellazione dell’identità nazionale mediante l’immigrazionismo e la riduzione della popolazione per mezzo di aborto e contraccezione. Nonostante i metodi tipicamente nazisti, tanto nell’ispirazione che nell’attuazione, essa ancora gode – seppur sotto forme cangianti – della preferenza del clero e di un forte appoggio popolare: quale castigo ci aspetta stavolta?
«Egli ci ha castigato per le nostre iniquità; egli ci salverà per la sua misericordia. Guardate dunque ciò che ha fatto con noi e rendetegli lode con timore e tremore […], poiché ha mostrato la sua maestà nei confronti di un popolo peccatore. Convertitevi, perciò, peccatori, e operate ciò che è giusto davanti a Dio, credendo che userà con voi la sua misericordia» (Tb 13, 5-8). Se il nostro popolo vuol evitare l’ennesima punizione (che potrebbe essere anche peggiore delle precedenti), deve necessariamente ritornare al Signore; ma chi può farlo rinsavire, in questa gerarchia succube e fedifraga? La sfiancante prova di mesi di reclusione non è servita a nulla, anzi non ha fatto altro che acuire l’insensata fame di godimenti illeciti; le illegali restrizioni della libertà non hanno spinto a rivalutare il ben più urgente affrancamento dal peccato, ma incitato ancor più all’anarchia pratica. Gli schiavi, completamente proni a regole assurde e inutili, sanno solo ritagliarsi margini di illusoria indipendenza negli ambiti in cui sono invece moralmente vincolati, accumulando così ulteriormente l’ira divina su di sé.
Nessuno, a cominciare dai Pastori, sa più leggere i modi in cui il Creatore manifesta la propria maestà ai Suoi fedeli che tanto la offendono con le loro trasgressioni. Gli eventi storici non parlano più a nessuno per ammonire ed esortare al cambiamento, ma vengono interpretati in chiave puramente immanentistica, senza che neppur si provi a intravedere la mano di Dio dietro l’azione delle cause seconde. La Provvidenza è misconosciuta o dimenticata dietro lo schermo dello storicismo imperante di stampo marxista, che con la sua base materialistica e atea è ormai diventato mentalità comune ed è causa di quel terrore della morte con cui l’oligarchia talmudica manipola le masse. Se dopo questa vita non c’è più nulla, mentre un’eventuale divinità protettrice è solo un’opzionale idea consolatoria, non si può far altro che attendere il “messia” che ci concederà il vaccino, magari arricchito di un additivo sterilizzante per i maschi; agli “immigrati” non s’impone invece alcun trattamento sanitario, visto che devono ingravidare le nostre femmine.
Ma come può riconoscere la tremenda dittatura da cui siamo oppressi e reagire in modo conseguente, un clero evirato nella mente e nella psiche? Col cervello liquefatto dalle sciocchezze propinate nei seminari e un animo rammollito dalla corruzione morale e dottrinale, sarà forse in grado di cogliere il vero senso dell’attuale congiuntura storica e opporvi una resistenza compatta, intelligente e vigorosa? Tutto nella sua esistenza è stato contagiato da due virus curiosamente associati: l’irenismo buonista, che ottunde la percezione dei problemi reali con la puerile illusione che a priori tutto sia buono nella Chiesa e nello Stato; il burocratismo pedissequo, che esime da ogni responsabilità personale in nome di un’obbedienza da gregari, insensibile alla legge divina e prostrata alle regole umane. La prima è svuotata di ogni forza vincolante, le seconde rivestite di un’aura di sacralità intangibile ed elevate a norma suprema… Finanche la preghiera pubblica, con la censura dei Salmi, ha sottomesso la Parola di Dio ai diktat del pensiero dominante, contribuendo così a snervare ulteriormente l’interiorità, già compromessa, di chierici reclutati di preferenza fra omofili ed effeminati.
Il Breviario tradizionale, cui spesso si ispirano queste riflessioni, forgia invece dei guerrieri, fornendo loro la giusta chiave di lettura della storia e accendendo in essi l’ardente volontà di lottare. Tale fuoco non divampa, evidentemente, se non in cuori virili, pronti all’ardimento e disposti al sacrificio, alla costante abnegazione, alla generosa sopportazione di disagi e fatiche. La prova che stiamo vivendo non può esser sostenuta se non da chi è abituato a soffrire e resistere in nome della propria missione. Per i cattolici fedeli essa è una grazia che li affina e fortifica sempre più; per gli altri è un estremo appello alla conversione, nonché una retribuzione anticipata delle loro colpe. I primi, come già la comunità giudeo-cristiana nel 70, saranno sostanzialmente preservati dal castigo che sta per abbattersi sull’umanità ribelle; i secondi saranno travolti da una sciagura ben peggiore dell’epidemia, se non si ravvedono. Con l’invincibile aiuto della Regina delle Vittorie, debellatrice dei nemici sia spirituali che materiali (eresie e invasori), prepariamoci alla battaglia.
Pubblicato da Elia
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.