Coronavirus, Papa Francesco non si avvicina ai fedeli: “Meglio mantenere le distanze”
Papa Francesco: "Scusatemi se oggi vi saluto da lontano ma se seguiamo le prescrizioni delle autorità questo sarà un aiuto per finire con questa pandemia"
“Io vorrei scendere, avvicinarmi a voi per salutarvi come faccio di solito, ma con le nuove prescrizioni è meglio mantenere le distanze“: lo ha affermato Papa Francesco al termine dell’udienza generale in aula Paolo VI. “Anche gli ammalati li saluto dal cuore: da qui voi siate a distanza prudente, come si deve fare. Può succedere che quando scendo tutti vengono e lì si ammucchiano e c’è il pericolo di contagio. Così ognuno con la mascherina, mantenendo le distanze, possiamo andare avanti con le udienze. Scusatemi se oggi vi saluto da lontano ma credo che se tutti come buoni cittadini compiamo le prescrizioni delle autorità questo sarà un aiuto per finire con questa pandemia“.
A cura di Filomena Fotia 14 Ottobre 2020
Governo guardone e decreto illegittimo, così Conte esagera
Con l'ultimo Dpcm licenziato ieri da Conte ci troviamo di fronte ad uno Stato guardone che ficca il naso in casa nostra per motivazioni irrazionali. Siamo al punto che lo Stato conta amici e parenti invitati a cena e offre consigli che non possiamo rifiutare. Ma, essendo uno strumento di natura amministrativa e non legislativa, manca del requisito necessario per vincolare le libertà personali. Le raccomandazioni sono un ufo in diritto amministrativo. Conte ha usato uno strumento illegittimo, non pertinente e quindi invalido e che viola l’articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
La raccolta dei Dpcm di Giuseppe Conte si è arricchita ieri di un nuovo numero. Nell’ultimo decreto, tra obblighi, divieti e permessi, ecco che il Presidente del Consiglio ci infila anche alcune raccomandazioni. Qualche esempio: «È fortemente raccomandato l'uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie anche all'interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi» (art. 1, comma 1); «Con riguardo alle abitazioni private, è fortemente raccomandato di evitare feste, nonchè di evitare di ricevere persone non conviventi di numero superiore a sei» (art. 1, comma 6, lettera n). Troviamo poi altre raccomandazioni relative alle attività commerciali in tema di misure di sicurezza (art. 1, comma 6, lettera dd), alle attività professionali come smart working, incentivi alle ferie, etc. (art. 1, comma 6, lettera ll), alle misure igienico sanitarie (art 3, comma 1, lettera b).
Qualche commento. In prima battuta ricordiamo che questo Dpcm, come i precedenti analoghi, è illegittimo. Essendo uno strumento normativo di natura amministrativa e non legislativa manca del requisito necessario per vincolare le libertà personali. In breve: solo una legge – o atto normativo equipollente – può limitare le libertà dei cittadini, non un Dpcm che ha eluso la verifica parlamentare. Perché l’opposizione non fa il suo mestiere e, appunto, non si oppone?
Seconda riflessione. Conte raccomanda l’uso dei dispositivi di protezione, di evitare di ricevere amici e parenti a casa propria, di lavorare da remoto, etc., ma non comanda. Quindi queste raccomandazioni sono meramente atti esortativi, suggerimenti, indicazioni, ci dice la dottrina giuridica, che hanno valore di moral suasion. Chi non rispettasse queste raccomandazioni dunque non violerebbe nessun divieto e, di conserva, non incorrerebbe in nessuna sanzione.
Non violerebbe nessun divieto e non dovrebbe pagare nessuna multa anche e soprattutto perché le raccomandazioni in ambito legislativo nazionale sono sconosciute e in ambito amministrativo (ricordiamo che il Dpcm rientra in questo ambito) valgono solo per i rapporti interni alla Pubblica amministrazione, non tra Pubblica amministrazione e cittadini. Oltre a ciò, la raccomandazione è quasi un ufo in diritto amministrativo, nel senso che gli studiosi assai difficilmente la qualificano come fonte normativa (diversamente ad esempio dai regolamenti). Quindi Conte ha usato uno strumento illegittimo, non pertinente e quindi invalido perché ad uso e consumo interno della Pubblica amministrazione e pure di scarso peso. Non male, verrebbe da dire.
Rimanendo sempre nell’ambito delle critiche di carattere giuridico, ricordiamo l’art. 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU), ratificata dall’Italia, che così dispone: «Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza». Questo articolo - usato spessissimo in Europa per legittimare pratiche abortive, eutanasiche, “nozze” gay, omogenitorialità, et similia – avrebbe ora l’occasione di essere applicato finalmente nel rispetto del suo significato originale ed invece viene completamente dimenticato.
Dopo questi appunti di carattere formale, passiamo a qualche nota riguardo al contenuto. Citiamo nuovamente un passaggio del Dpcm: «Con riguardo alle abitazioni private, è fortemente raccomandato di evitare feste, nonchè di evitare di ricevere persone non conviventi di numero superiore a sei» (art. 1, comma 6, lettera n). Da notare: il testo letterale del Dpcm raccomanda di evitare feste, non feste con molti partecipanti, ma semplicemente qualsiasi festa a cui potrebbero partecipare anche solo due persone conviventi. A quali assurdità porta l’incapacità di maneggiare correttamente la lingua italiana. Altra nota relativa, questa volta, ai 6 non conviventi che ti vengono a trovare a casa. Tu potresti essere single o padre sposato con cinque figli poco importa: il problema non è il numero complessivo di persone in casa, ma quanti non conviventi fai entrare a casa tua.
Passando dal tenore letterale di queste raccomandazioni al loro significato più ampio, ci troviamo di fronte in modo palese ad uno Stato guardone e guardiano (nonché guardingo perché non si fida di noi italiani) che ficca il naso in casa nostra per motivazioni irrazionali. Il criterio di proporzionalità tanto volte sventolato dall’Avvocato d’Italia qui è chiaramente violato. E così ogni nostra abitazione diventa un set del Grande Fratello Conte che fa entrare in casa nostra o butta fuori da essa chi vuole lui. Siamo arrivati al punto che lo Stato conta gli amici e parenti invitati a cena, ad un matrimonio e ad un battesimo. Uno Stato che offre consigli che non possiamo rifiutare come quello di indossare la mascherina se ci viene a far visita nostro cugino: consiglio validissimo se fossimo nel bel mezzo di una pandemia di ebola, non di coronavirus, virus ormai curabile. In sintesi: togli un po’ di posti a tavola, perché questa sera a cena abbiamo l’avv. Conte.
Ultima considerazione. Conte raccomanda e non vieta non solo perché si è forse accorto che vietare di invitare sotto il nostro tetto chi vogliamo suonerebbe un tantino dispotico, ma anche perché – è però mera ipotesi – si è ormai persuaso che basta un cenno del suo sopracciglio per far scattare l’italiano medio sull’attenti, dato che questi versa in uno stato di panico permanente. Il sig. Rossi dunque legge “raccomandazione” e capisce “divieto”: case vuote fino allo spuntar della lavanda in estate. Siamo arrivati ad un punto così elevato di suggestione di massa, di addestramento della coscienza collettiva alla responsabilità civile che ormai la casalinga di Cittiglio diventa più tetragona dello stesso Comitato scientifico-tecnico, più pignola del più puntiglioso tra i virologi. Basta dunque che Conte dia il La e il resto della melodia verrà cantata, come inno nazionale, dall’intero popolo italico che darà così prova di essere più rigoroso dei rigori normativi contenuti nei vari Dpcm.
Tommaso Scandroglio
- PROVE TECNICHE DI STATO ETICO di Giacomo Rocchi
- I DUE PESI E LE DUE MISURE DEL GOVERNO di Ruben Razzante
- I DUE PESI E LE DUE MISURE DEL GOVERNO di Ruben Razzante
L'unico odio è quello dello Stato per il privato
Niente calcetto tra amici, feste limitate, soste davanti ai bar proibite: il vero nemico del governo giallorosso è il privato in quanto tale. Tutto ciò che non può essere regolamentato da un protocollo viene represso. E a farne le spese è la libertà personale. Ma chi dà la caccia al privato è da sempre lo statalista e se è comunista è capace pure di imporre la sua idea di libertà. Con esiti disastrosi.
Comunque vada, a rimetterci saranno le libertà personali dei privati cittadini. Dieci amici in palestra da ieri non potranno più trovarsi per un calcetto amatoriale, ma una squadra di calcio a cinque invece potrà continuare il suo campionato magari nella stessa palestra e utilizzando tutti e dieci le stesse strutture come le docce e gli spogliatoi.
Il dPCM del governo licenziato ieri 13 ottobre segna un decisivo cambio di passo nel rapporto tra lo Stato e il privato cittadino che a differenza di qualunque altra attività organizzata, sia essa associativa o lavorativa, è la vera vittima delle nuove disposizioni del governo e viene tartassato esattamente come fa con lui il Fisco.
Sembra quasi che il vero nemico del governo giallorosso sia il privato in quanto tale. Una squadra di calcetto infatti – tanto per stare all’esempio di prima – per poter continuare la sua attività deve essere riconosciuta e presentare un protocollo di sicurezza fatto di mascherine, gel, distanze e qualunque altra misura debba servire. Il privato no, l’amatore, l’occasionale non può o non deve, ma in questo modo incappa nella scure del governo: no protocollo, no party.
Lo stesso vale per chi non potrà più sostare davanti ai locali senza consumare. Se sei un consumatore rientri dentro il protocollo che il locale ha predisposto per te, fino a mezzanotte però, ma se stai fuori a chiacchierare con gli amici, niente da fare. È come se lo Stato ti dicesse: sei fuori dal protocollo e non posso controllarti, quindi ti reprimo.
Se oggi Tizio facesse una festa di Battesimo con 30 persone in un locale adeguatamente protocollato sarebbe in regola, ma se Tizio portasse quelle 30 persone a casa sua, per quanto grande, Tizio rientrerebbe nella fattispecie di “nemico del popolo”: per lui il presidente Conte ha già chiarito che non manderà i carabinieri a controllare (bontà sua, ma fa apparire come concessione democratica un caposaldo del diritto costituzionale che lui non dovrebbe nemmeno toccare), ma è evidente che ha rotto il patto di responsabilità che prevede nelle abitazioni private al massimo sei ospiti per questi assembramenti “fortemente sconsigliati”. E sarebbe un reprobo, per lo meno. Anche se gli invitati e gli spazi a disposizione in un caso o nell’altro dovessero essere gli stessi.
Gli italiani sono più svegli di chi li governa e lo hanno capito al volo che è in ballo la nostra libertà. Lo dimostrano le quantità di meme a tema "Stato invasore" nel nostro privato proprio quando il mito della privacy è elevato a dogma. Le battute di Osho in questi giorni sono tutte in stato di grazia.
Ancora: se decido di fare una festa di addio al celibato e volessi affittare un salone/teatro, mi verrebbe imposto probabilmente il numero massimo di 30 invitati, ma se lo stesso teatro ospitasse il giorno dopo uno spettacolo, ecco che i partecipanti schizzerebbero già a 200. Eppure, lo spazio è lo stesso, e la concentrazione di fiati addirittura superiore, ma uno avrà un protocollo certificato in quanto attività ricreativa o commerciale che l’altro invece non potrebbe esibire perché è semplicemente un privato che vuole fare una festa.
Gita scolastica no: alberghi, ostelli, autobus, treni o metropolitane e marciapiedi e musei o scavi archeologici frequentati dagli studenti sarebbero gli stessi di tutti gli altri comuni mortali, soggetti alle stesse regole. Ma la loro attività non rientra in quelle scolastiche. È sostanzialmente un di più, un accessorio nel sistema della formazione. Il ministro soviet Speranza direbbe che non è un’attività fondamentale, ergo il governo la reprime e la proibisce sine die.
Che cosa fa la differenza in tutti questi casi? La fa il fatto che ad essere colpito dal dPCM, stavolta è il cittadino privato come una monade staccata dal resto della comunità. È il privato che esercita la sua libertà personale e intangibile di vedere amici, giocare, fare festa e gioire come meglio crede. Ed è lo Stato che in poche parole gli sta dicendo: non mi fido di te, per essere sicuro devo controllarti, inserirti in un programma che sia tracciato.
Perché il problema non sono le situazioni oggettive, ma la mancanza di razionalità di fronte a tutte quelle situazioni dove lo Stato non può arrivare a controllarti. Chi accetta tutto questo come una pillola da mandare giù per un bene più grande non ha capito che in ballo c’è un bene bello grande che si chiama libertà personale. Oggi ci si esprime con le raccomandazioni da Stato etico del governo Conte, domani diventerà più facilmente repressione.
Il nemico dell'iniziativa privata, sia essa di proprietà o di libertà intellettuale o educativa, si chiama statalismo. A volte lo statalista è anche comunista e allora impone la sua idea di comunità e di libertà nel nome di un bene superiore che oggi è la sicurezza sanitaria. Ma comunque lo fa sempre con esiti disastrosi.
Andrea Zambrano
Mani in alto, questo è un compleanno!
I medici sono stati colti tante volte in fallo in questi ultimi mesi, ma continuano ad avere autorevolezza in quanto sono considerati scienziati: in altre parole i medici continuano ad avere autorevolezza in quanto sono considerati come gli altri scienziati, in particolare come quelli che sono considerati i più autorevoli di tutti: i fisici. Quindi urge smascherare il fatto che in realtà i fisici non solo sbagliano ma sono veri truffatori, coinvolti in truffe generalizzate contro il popolo che li finanzia lautamente: cfr. https://gloria.tv/post/YKHwnmpmVFWu3iGXPJweYGr2s
RispondiElimina