Colpo di Stato negli USA: il Nuovo Ordine Mondiale non vuole lasciare andare l’America. Trump pronto alla controffensiva
Stava tutto procedendo apparentemente senza alcun intralcio. Il conteggio delle schede nel cuore della notte elettorale americana del 3 novembre sembrava procedere senza particolari difficoltà.
Ad un tratto, qualcosa di imprevedibile è accaduto. In cinque diversi stati chiave che da sempre sono decisivi per assegnare la presidenza degli Stati Uniti, gli scrutatori smettono di contare.
Tutti quanti, allo stesso identico momento.
Non si è mai visto in una elezione americana. In quel momento, Trump aveva guadagnato già 213 grandi elettori contro i 225 di Biden.
Trump era in vantaggio in tutti e cinque gli stati chiave.
Se il conteggio fosse andato avanti senza intralci, il presidente in carica avrebbe superato agevolmente la quota necessaria di 270 voti per restare alla Casa Bianca.
Invece è arrivato il segnale. Tutti hanno smesso di contare.
Occorreva sabotare la probabile vittoria di Trump. E’ stato in quel momento che si è messa in moto quella che probabilmente può essere definita la più grande macchina di frode elettorale mai vista negli USA.
Joe Biden, il candidato democratico campione di gaffe, se l’era lasciato scappare prima delle elezioni americane.
Aveva confessato che il suo partito e il deep state avevano allestito “la più grossa organizzazione di frode elettorale” mai vista nella storia d’America.
Non appena il conteggio si è interrotto e sono iniziati ad arrivare nel cuore della notte i famigerati voti postali, non è stato difficile capire che quanto detto da Joe Biden stava iniziando ad avverarsi.
In Wisconsin, sono arrivati ad urne chiuse 169mila voti postali e tutti sono andati a Joe Biden. Il 100%. Biden dunque sembra essere il primo candidato della storia che è stato in grado di non lasciare agli avversari nemmeno un voto.
In Michigan, altro stato chiave, sono arrivati a notte fonda altri 200mila voti postali che sono andati tutti anch’essi a Joe Biden.
A quanto pare, tutti quelli che votano per posta sono “stranamente” tutti elettori di Biden.
Il sospetto di frode elettorale è iniziato a diventare sempre più concreto.
Trump si è presentato davanti alla telecamere e ha iniziato a denunciare quanto stava accadendo.
Non si era mai visto che il conteggio fosse sospeso contemporaneamente e che fossero conteggiati voti che invece non avrebbero dovuti essere nemmeno presi in considerazione perché giunti a tempo scaduto.
La portata della frode elettorale sembra avere dimensioni ancora più grandi di quelle già riscontrate.
Sono state mostrate le prove di come abbiano votato per posta persone morte nel 1984 e che oggi, se fossero in vita, avrebbero 120 anni.
La macchina della frode elettorale che vuole mettere a tutti i costi Joe Biden nella Casa Bianca è stata in grado di far votare i morti per il suo candidato.
Gli stessi esponenti del partito lo avevano annunciato.
Nancy Pelosi, già nota per aver avviato il tentativo illegale di impeachment contro Trump rovinosamente naufragato al Senato, aveva detto chiaramente che indipendentemente dal conteggio dei voti, Biden il 20 gennaio avrebbe giurato come prossimo presidente degli Stati Uniti.
Il deep state dunque aveva già preso la sua decisione.
Trump, in un modo o nell’altro, doveva lasciare la Casa Bianca.
Gli annunci e i piani del sistema erano stati condivisi già nei mesi passati. Il think-tank “Transition Integrity Project”, del quale fanno parte massimi esponenti dell’establishment come John Podesta, già consigliere di Hillary Clinton, aveva elaborato uno scenario che prevedeva l’intervento delle forze armate qualora Trump si fosse rifiutato di lasciare la Casa Bianca in caso di sconfitta.
La sconfitta nella loro idea sarebbe stata il risultato di una elezione truccata.
Il deep state ovviamente già sapeva che Trump non avrebbe accettato la frode e si sarebbe opposto e qui, secondo i piani dei falchi di Washington, dovrebbero entrare in gioco gli elementi militari del Pentagono al soldo del deep state per rimuovere il comandante in capo con la forza.
Il tentativo di golpe in atto dunque era stato ampiamente preparato e i media mainstream ne fanno parte pienamente.
Sono loro infatti che stanno completamente censurando le notizie e i fatti che riguardano i brogli avvenuti in America, e sono sempre loro che stanno facendo passare il falso messaggio di un Joe Biden che si avvicina alla Casa Bianca senza la minima ombra di irregolarità.
I media ormai hanno assunto la funzione di agenti della sovversione impegnati platealmente nel tentativo di rovesciare un capo di Stato.
I social si sono uniti nel piano quando in questo stesso momento stanno censurando apertamente i tweet del presidente degli Stati Uniti.
E’ una manovra a tenaglia. Tutte le derivazioni del sistema stanno attaccando in branco Donald Trump per costringerlo a firmare la resa e a lasciare la Casa Bianca.
Trump comunque non era impreparato a questa eventualità. Sapeva che la palude del deep state avrebbe cercato di rimuoverlo con la forza.
Sapeva che tutte le istituzioni asservite da tempo al mondialismo avrebbero dato vita al più grande tentativo di sovversione mai visto in America e nel mondo.
Il presidente ha preso le sue dovute contromisure. Nelle schede elettorali sembra siano stati inseriti degli isotopi non radioattivi per distinguerle dalle schede fasulle che sono in circolazione.
Fonti molto vicine all’amministrazione Trump hanno fatto sapere allo stesso tempo che le prove di questo complotto sono semplicemente enormi e che il presidente risolverà la questione nel giro di 1-2 settimane davanti alle corti competenti.
Trump non si lascerà rubare l’elezione. Il comandante in capo sapeva già in anticipo che avrebbero tentato questa enorme frode, e ha lasciato che il deep state andasse avanti.
Ora avrà l’occasione di dimostrare al mondo intero quanto è corrotto il sistema e potrà dare un altro colpo mortale agli eversori presenti nei palazzi del potere.
Trump, più semplicemente, ha dato abbastanza corda al deep state perché potesse impiccarsi con le sue mani.
Il Nuovo Ordine Mondiale non vuole perdere l’America
Questo è comunque il disperato e, probabilmente ultimo, colpo di coda di un sistema profondamente marcio e infetto.
Il mondialismo ha scatenato tutta la sua furia e ha dato il segnale ai suoi agenti infiltrati praticamente in ogni istituzione nazionale per rovesciare l’esito del voto.
Il mondialismo sta giocando questa ultima carta per cercare di riprendersi disperatamente il controllo dell’America.
Non era previsto, nei loro piani, che la Casa Bianca finisse in un mano ad un uomo che ha interrotto il duopolio dei presidenti repubblicani e democratici scelti tra le stanze del gruppo Bilderberg o tra i boschi della California nel raduno del Bohemian Grove, dal quale sono usciti almeno quattro presidenti come Nixon, Reagan, Clinton e Bush.
L’America è stata per decenni saldamente nelle mani del Nuovo Ordine Mondiale.
E’ stato questa rete di potere bancario, finanziario, industriale e militare a decidere il percorso di questa nazione.
Prima ancora che la seconda guerra mondiale volgesse al termine, la massoneria aveva già stabilito da tempo che l’America avrebbe avuto la missione di condurre il mondo verso il Nuovo Ordine Mondiale.
Manly P. Hall, uno dei massoni più influenti al mondo, scrisse nel 1944 un libro intitolato “Il destino segreto dell’America”, nel quale spiegava perfettamente quali erano le intezione delle élite massoniche per l’America.
Il destino segreto di questa nazione era quello di farsi guida del disegno mondialista.
La superpotenza economica e militare di questo Paese è stata utilizzata come arma di disciplina nei confronti delle altre nazioni che non hanno voluto obbedire agli ordini di Washington.
Il deep state è stato il braccio armato operativo che ha avuto il compito di rovesciare i governi e invadere militarmente i Paesi che si rifiutavano di servire gli interessi della cabala globalista.
L’interventismo americano è stato una diretta conseguenza della volontà mondialista.
Occorreva un gigante militare ed economico che fosse in grado di schiacciare tutti coloro che si fossero messi sulla strada del Nuovo Ordine Mondiale.
Il potere massonico scelse l’America.
Chiunque si sia messo sulla strada del Nuovo Ordine Mondiale ha pagato un caro prezzo.
Salvador Allende, il presidente del Cile, fu rovesciato in un colpo di Stato nel 1973 orchestrato dalla CIA e supervisionato da Henry Kissinger, allora segretario di Stato nell’amministrazione Nixon, per via della sua intenzione di nazionalizzare le riserve di rame.
Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana e già ministro degli Esteri, fu rapito e ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978 dopo aver ricevuto minacce di morte proprio dallo stesso Kissinger che lo considerava un intralcio verso i piani del potere mondialista per l’Italia stabiliti dal club di Roma.
Il club di Roma, altro potentissimo organo del globalismo fondato da Rockefeller, decretò infatti già negli anni’70 che l’Italia avrebbe dovuto essere deindustrializzata e denatalizzata per favorire la definitiva ascesa del Nuovo Ordine Mondiale, verso il quale l’esistenza della culla del cristianesimo mondiale e dell’Antica Roma, rappresenta un maggiore ostacolo.
La storia degli Stati Uniti non è stata altro pertanto che quella di una nazione caduta nelle mani di una camarilla di politici corrotti asserviti ai desiderata di questo disegno.
Gli USA, in altre parole sono stati, loro malgrado, il sicario del mondialismo.
La presidenza Trump ha segnato il divorzio dell’America dal globalismo
Il settimanale britannico l’Economist, partecipato dai Rothschild, la famiglia più potente tra quelle mondialiste, e dagli Elkann, lo scrisse chiaramente qualche tempo fa.
La presenza di Trump alla Casa Bianca mette a rischio il proseguimento del Nuovo Ordine Mondiale.
Donald Trump stesso ne spiegò le ragioni in un consesso dell’ONU, la struttura deputata nell’idea globalista a diventare la base del futuro governo mondiale.
Trump in quell’occasione disse che la missione di una nazione era quella di difendere la propria sovranità, non di rinunciarvi per accondiscendere ad un interesse sovranazionale.
Soprattutto, il presidente americano disse in quel contesto che occorreva guardarsi dalle insidie della governance globale quanto da quelle di altre forme di coercizione.
E’ un discorso che ha delle analogie straordinarie con quella di un’altra orazione tenuta proprio da Salvador Allende nel 1972 sempre davanti alle Nazioni Unite.
Il presidente del Cile disse in quell’occasione che un nuovo nemico stava nascendo tra la comunità internazionale.
Un nemico che non aveva le sembianze di una potenza nazionale, ma piuttosto quelle di una cabala occulta composta da potere bancario, industriale e militare.
E’ questo club privato che minaccia la vita e la prosperità delle nazioni e che vuole schiavizzare l’umanità intera.
Questo sistema composto dalle grandi famiglie di banchieri internazionali, su tutti i Rothschild e i Rockefeller, e da tutti i gruppi di pressione da loro finanziati, come l’Aspen Institute o il Consiglio delle Relazioni Estere, è la più grave minaccia che incombe sul mondo e sui popoli di tutti le nazioni.
L’ideologia che ispira queste grandi famiglie e questi gruppi è profondamente anticristiana e si richiama apertamente all’esoterismo satanico.
Questa epoca storica che si sta vivendo è una nella quale stanno emergendo alla luce del giorno le pratiche del satanismo.
La abominevole pratica della pedofilia, un tempo bandita, inizia ad essere sdoganata apertamente.
Ovunque pullulano i richiami al satanismo e si vedono delle riviste che tessono gli elogi della Chiesa di Satana, fondata da Anton LaVey, occultista molto vicino al mondo di Hollywood.
Ora questo sistema è pronto a tutto pur di arrivare al suo obbiettivo e ha annunciato apertamente qual è il proposito finale.
Il Grande Reset non sarà possibile senza l’America
Il mondialismo vuole arrivare al Grande Reset dei debiti privati che non è altro che la maniera definitiva per spogliare l’umanità di tutti i suoi beni e giungere così alla fine della proprietà privata.
Coloro che si opporranno saranno deportati nei campi di concentramento sanitari fino a quando non accetteranno le condizioni economiche impostegli e la somministrazione del vaccino obbligatorio.
L’ultimo passaggio del Nuovo Ordine Mondiale è quello che porta alla schiavitù totale.
Questa ideologia non ammette dissenso. Non c’è libero arbitrio in questo mondo, ma solo automi privati delle loro facoltà intellettive capaci solo di eseguire degli ordini, anche i più brutali e insensati.
Per poter arrivare però alla realizzazione di questo disegno autoritario globale, occorre riprendersi la Casa Bianca.
Il Grande Reset non potrà manifestarsi se la superpotenza americana lascerà definitivamente il mondialismo e userà tutta la sua forza per impedire che il mondo cada nelle mani del totalitarismo più oppressivo e criminale della storia dell’umanità.
E’ per questo che negli Stati Uniti c’è un colpo di Stato in atto. E’ la mossa eversiva della disperazione che questa società occulta sta tentando per forzare disperatamente la mano.
L’operazione coronavirus ha aperto quella finestra di opportunità che il sistema stava cercando da tempo.
David Rockefeller alle Nazioni Unite nel 1994 disse che era necessario una sorta di evento catalizzatore per costringere le nazioni ad accettare il Nuovo Ordine Mondiale.
Quella crisi è arrivata. L’operazione terroristica del Covid si può definire l’11 settembre del mondo.
Il tempo però sta stringendo. Klaus Schwab, uno degli esponenti più influenti di Davos, altro gruppo in prima fila del mondialismo, ha parlato di una “stretta finestra di opportunità” messa a disposizione dalla falsa emergenza sanitaria.
Quella finestra potrebbe richiudersi molto in fretta se Trump resta alla Casa Bianca.
Le forze occulte dunque si sono scatenate nel tentativo di rovesciare il presidente in carica.
Ora in questo momento occorre restare con i nervi saldi. Monsignor Viganò, nella sua ultima lettera, ha esortato chiaramente a non lasciarsi prendere dallo sconforto.
Era prevedibile che l’altra parte desse vita a qualcosa del genere.
Questa cabala incarna il male assoluto e ordisce qualsiasi inganno pur di arrivare ai propri scopi.
La battaglia tra i figli della luce e quelli delle tenebre è giunta dunque al momento decisivo.
Adesso occorre resistere più che mai. Lo scontro contro le forze occulte si intensificherà ancora di più nei prossimi giorni.
Il Nuovo Ordine Mondiale può ancora essere fermato.
La partita non è ancora chiusa.
di Cesare Sacchetti
Elezioni americane e DPCM di Conte
Massimo Viglione
L’inaffidabilità del voto per posta, lo stop and go dei conteggi e il gioco sporco dei sondaggi
Di Federico Punzi, Atlanticoquotidiano.it
Tranquilli: non sarà grazie ad una “manovra complottista” che Trump riuscirà a restare alla Casa Bianca. È evidente infatti che irregolarità e brogli andranno dimostrati e certificati, non su Twitter, ma in sede legale, fino alla Corte Suprema. Al tempo stesso, però, il modo migliore per alimentare teorie complottiste, che possono resistere decenni avvelenando il clima politico negli Stati Uniti, è non riconoscergli il diritto di chiedere riconteggi, avanzare ricorsi e diradare ogni opacità nel processo di conteggio dei voti. E, purtroppo, di opacità ce n’è stata molta. Certamente dovuta al sistema di voto adottato in massa in queste presidenziali per via del Covid.
Come avevamo previsto, infatti, il voto per posta è stato decisivo e si è dimostrato l’unico effetto davvero decisivo della pandemia sulle elezioni.
Il rischio di contagio nei seggi ha indotto molti stati a estendere il voto per posta da eccezione riservata ad alcune categorie di elettori a “sistema”, così per uno strano scherzo del destino il virus cinese ha finito per modificare il sistema di voto della superpotenza rivale della Cina nell’elezione più importante, e pare riuscendo a far fuori proprio l’avversario più temuto, l’unico leader occidentale che aveva avuto il coraggio di sfidare le ambizioni egemoniche di Pechino.
All’estensione del voto per posta si deve in grandissima misura l’affluenza record (seconda in percentuale solo alle presidenziali del 1900) e questo ha favorito Biden in particolare negli stati chiave Pennsylvania, Michigan e Wisconsin.
Che siano stati commessi o meno brogli sistematici, il problema con questo sistema di voto è la sua intrinseca inaffidabilità, per cui sarà difficile diradare ogni dubbio su questa elezione, a meno che uno dei due candidati non riconosca serenamente la sconfitta.
Il voto per posta non tutela libertà e segretezza, non c’è una reale garanzia su chi abbia compilato e imbucato la scheda (se poi, come in Pennsylvania, si accettano anche schede senza timbro postale e firma…), si presta a pesanti condizionamenti “ambientali” e al voto di scambio, a smarrimenti e ritrovamenti, voti attribuiti a persone decedute da anni. Siamo onesti: se qualcuno proponesse in Italia di estendere il voto per posta dagli italiani all’estero (dove irregolarità sono provate) a tutto il Paese, per evitare assembramenti ai seggi, verrebbe subito accusato di concorso in associazione mafiosa, di voler favorire il voto di scambio, la corruzione e le mafie.
Ora, la garanzia minima è che ci sia un termine per le operazioni di voto, ovvero che vengano contate solo le schede che alla chiusura dei seggi si trovano all’interno. Se permetti deroghe, apri un vaso di Pandora…
Quando la notte del 3 novembre, in conferenza stampa, Trump ha detto, smettete di contare i voti, non intendeva dire che non dovessero essere contati tutti i voti validi, come riportato strumentalmente. Ha detto, e ripete, smettete di votare, intendendo smettete di contare voti arrivati dopo la chiusura dei seggi.
Per quanti giorni oltre il 3 novembre possono essere accettate e contate le schede inviate per posta? È una questione di cui avevamo parlato prima dell’election day. E qui Trump obiettivamente può avanzare il legittimo sospetto che le procedure in molti stati, come la Pennsylvania, abbiano di fatto reso possibili voti illegittimi e favorito brogli.
Non possono essere accettati voti oltre il 3 novembre, stabilisce la legge statale della Pennsylvania, ma la Corte dello stato l’ha potenzialmente reso possibile, aprendo di fatto ai brogli, quando ha ordinato che fino a tre giorni dopo venissero accettate anche schede senza timbro postale o con timbro illegibile, presumendo che siano state imbucate il 3 novembre.
Per questo la dinamica delle operazioni di scrutinio in molti stati, nella notte tra il 3 e 4 novembre, non può che destare sospetti. Il conteggio si è fermato in Pennsylvania all’inizio della notte, con Trump in vantaggio di circa 700 mila voti (il 15 per cento), che Biden potrebbe ribaltare se i voti rimanenti fossero in suo favore nella misura del doppio. Ma è realistico che un risultato simile possa arrivare dai grandi centri urbani e in quel momento lo scrutinio a Philadelphia era molto indietro rispetto alla media dello stato. Perché fermarsi e non continuare a contare, se i voti per posta erano già all’interno dei seggi? Stessa identica dinamica stop and go anche a Detroit (Michigan), Milwaukee (Wisconsin), Atlanta (Georgia). In questi stati non era chiaro nemmeno quanti voti ci fossero ancora da contare.
Ma vediamo che questa dinamica dello stop and go continua ancora in queste ore in Georgia e North Carolina – in quest’ultimo stato è possibile accettare e contare schede fino a 9 giorni dopo l’election day (!). Il sospetto è che se Trump dovesse superare Biden in Arizona o Nevada, e restare davanti in Pennsylvania, vedremo ulteriori voti ribaltare Georgia e North Carolina.
C’è un’altra anomalia riscontrata nel voto in Wisconsin. Su 3.684.726 di registrati al 1° novembre, i voti contati sono stati 3.288.771, un’affluenza strabiliante dell’89 per cento, anormale sia rispetto agli stati vicini sia rispetto allo storico del Wisconsin, anche considerando la specificità di questa elezione. A Milwaukee, in 7 seggi, l’affluenza sui registrati (sempre al 1° novembre) ha superato il 100 per cento, e in 2 seggi il 200 per cento. Ma in Wisconsin ci si registra anche il giorno del voto, quindi i registrati potrebbero essere molti di più rispetto al 1° novembre, il che porterebbe l’affluenza a livelli più realistici. Il Milwaukee Journal Sentinel ha dichiarato un’affluenza del 71 per cento degli aventi diritto. Probabilmente è qualcosa di più. Ma significherebbe comunque centinaia di migliaia nuovi registrati tra il 2 e il 3 novembre. In due giorni. Tutto può essere, non stiamo qui alludendo a brogli, ma sicuramente dimostra il ruolo decisivo del voto per posta, che è intrinsecamente vulnerabile a brogli ed irregolarità.
I due balzi di voti sospetti a favore di Biden in Michigan e Wisconsin sembra invece abbiano trovato una spiegazione: nel primo, un errore di trascrizione da una contea, che ha aggiunto uno zero di troppo a 15.371 voti per Biden, e nel secondo l’arrivo dei voti per posta da Milwaukee, città fortemente “blu”, che sembra avrebbe deciso di conteggiare tutte le schede postali in un unico seggio – decisione comunque che qualche perplessità la solleverebbe…
L’ampio margine con cui Trump si è aggiudicato l’Ohio (8 per cento), faceva pensare ad una sua possibile affermazione anche in qualcuno degli stati tra Pennsylvania, Michigan e Wisconsin. Questo tra l’altro ci indica un’altra stranezza, forse senza precedenti, di queste elezioni: Trump non riuscirebbe ad essere rieletto nonostante 1) abbia vinto Ohio e Florida, che rispettivamente era dal 1960 e dal 1992 che non votavano per un candidato che non riuscisse poi ad arrivare alla Casa Bianca e 2) i Repubblicani abbiano probabilmente mantenuto il controllo del Senato e guadagnato posizioni alla Camera.
Ma la battaglia si è giocata e si gioca ancora molto sul piano della comunicazione.
È da giugno che il presidente Trump parla del rischio brogli, di “elezioni truccate”, con il voto postale. Brogli o no, il voto postale ha inciso negativamente anche nella narrazione. Stati dove la notte del voto era in vantaggio Trump ribaltati ore e giorni dopo. Stati assegnati prematuramente a Biden durante l’election night, come l’Arizona, con un risultato sul filo dopo conteggi di giorni. Si è fatto in modo che fosse il presidente Trump a dover contestare l’esito del voto, potendo così alimentare una narrazione – che in realtà prosegue da quattro anni – che lo vede come l’”usurpatore”. Biden è stato il primo a parlare, rivendicando di fatto di aver vinto, la notte delle elezioni. E proprio per prevenire una vittoria di Biden sul piano della comunicazione il presidente ha dovuto rispondere. Il comportamento più corretto sarebbe stato da parte di entrambi (anche Biden) aspettare la fine dei conteggi e, in caso, delle opportune verifiche e degli eventuali ricorsi.
Voto per posta, narrazione su Trump come usurpatore. Gli elementi che si aggiungono allo scenario sono disordini di piazza e censura dei social. Twitter è scatenato nell’oscuramento in massa di tweet sui possibili brogli, arrivando a censurare anche quelli del presidente Trump, mentre alcuni chiedono proprio di chiudergli l’account.
Anche i sondaggi fasulli hanno contribuito a mettere in piedi questa narrazione, alimentando l’aspettativa di una vittoria scontata di Biden. A livello nazionale, le medie gli attribuivano un vantaggio dell’8 per cento (per ora siamo al 2,5, anche se potrebbe salire), ma ogni giorno i media mainstream davano massima evidenza a sondaggi che riportavano un distacco a doppia cifra, anche 12 o 14 per cento.
Anche nei singoli stati, Trump ha vinto in modo netto in Florida, Ohio e Texas, nel primo caso molto più agevolmente di quattro anni fa, quando in tutti questi doveva essere un testa-a-testa. Nella Rust Belt è stato un testa-a-testa all’utimo voto, mentre Biden avrebbe dovuto vincere agevolmente. Resta un pesante dubbio sul ruolo di soppressione del turnout per Trump giocato dai sondaggi: un numero rilevante di elettori potrebbe essere stato scoraggiato a votare Trump in quegli stati in cui veniva dato come non competitivo.
Anche i sondaggi sulle elezioni per il Congresso sono stati fallimentari: indicavano che i Democratici avrebbero riconquistato il Senato e allargato la maggioranza alla Camera. Non sta accadendo: in queste ore si prevede che i Repubblicani mantengano il controllo del Senato e conquistino 8 seggi (6 netti) alla Camera.
Non si pretende ovviamente che i sondaggi ci azzecchino, ma soprattutto sulle presidenziali l’errore è stato tanto clamoroso, tanto condiviso tra tutti gli istituti più “quotati” e ripresi dai media mainstream, che la possibilità che ci sia stato dolo per condizionare il comportamento di molti elettori va presa in seria considerazione. Non solo soppressione del turnout per Trump. I sondaggi hanno certamente contribuito in modo rilevante a creare una narrazione nella quale Biden non può aver perso, è Trump a cercare di rubare l’elezione facendo leva sul fatto che in alcuni stati il distacco è stato meno ampio di quello previsto. Ma se non fosse mai esistito tra i due il distacco di 8-10 punti che veniva continuamente propagandato, l’opinione pubblica oggi sarebbe più preparata ad un risultato sul filo e ad un’elezione contestata.
Di Federico Punzi, Atlanticoquotidiano.it
Link: http://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/linaffidabilita-del-voto-per-posta-lo-stop-and-go-dei-conteggi-e-il-gioco-sporco-dei-sondaggi/
05.11.2020
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