Il Pastore del Mondo, desideroso di estendere e rafforzare il suo dominio, ha bisogno costantemente di educare ed istruire il gregge per affermare il suo potere. Non lo fa con la forza della coercizione ma con quella della persuasione, stabilendo ciò che è giusto e retto e ciò che invece è deprecabile e riprovevole. Per questo ha bisogno dell’aiuto e del sostegno di chi, ricoprendo ruoli di potere, ha il compito di ammaestrare e guidare il gregge. Sono i funzionari del Pastore, cani da guardia e pecore capo che belano ad una voce i dettami del pensiero nobile mentre segnalano chi non si adegua come pericolosi reazionari.
Quello delle elezioni americane del 2020 è solo un esempio di come lavorano i funzionari del Pastore. Il belato del gregge ripete come un mantra gli slogan del suo Pastore: un uomo viene indicato come pericoloso e la sua amministrazione come disastrosa; un altro viene indicato come uomo della provvidenza chiamato a “ricucire” una società ferita. Non importa cosa abbiano fatto o cosa promettano di fare: l’uno si oppone ai dettami del Pastore, l’altro ne incarna gli ideali. Alle pecore semplici la facoltà di decidere da che parte del gregge stare.
Al di là dell’esempio americano, un’infinità di eventi corroborano questa versione dei fatti. Esistono infatti alcuni argomenti su cui non è lecito dissentire senza infrangere il codice del “pensiero nobile”: ecologia, immigrazioni, teorie gender, eutanasia, aborto, islam, europa, comunismo…
Su questi argomenti è proibito “pensare altrimenti” (cit. D. Fusaro) senza incorrere in un “peccato ideologico” o “peccato del pensiero”. Quello che George Orwell definiva, nel suo magistrale e visionario romanzo 1984, uno “psicoreato“.
È cosi che i media di regime diventano veri e propri organi di propaganda chiamati a belare i dettami del Pastore del Mondo per educare ed istruire il gregge.
La pandemia da Coronavirus, il virus cinese che ha sconvolto il mondo nel questo 2020, esemplifica in maniera chiara ciò che stiamo cercando di dire. Al di là delle reali problematiche che un virus globale può necessariamente implicare nel campo sanitario, sociale e politico, sembra ormai chiaro che esista una narrazione ufficiale alla quale bisogna obbligatoriamente obbedire se non si desidera venir segnalati come “pecore nere” che mettono in pericolo il gregge. Nella gestione politica della Pandemia sono molte le zone oscure sulle quali sarebbe lecito chiedere chiarezza, mentre in molte altre situazioni è chiara la presenza di una cabina di regia che spinge per accomodare la situazione per scopi politici. E mentre si moltiplicano le teorie sulle origini e le presunte finalità politiche dell’epidemia e si parla di un “reset” necessario per far ripartire l’economia mondiale ed instaurare un “mondo migliore” si accumulano le domande destinate a rimanere senza risposta.
Perché alcune cure dimostratesi efficienti sono state frettolosamente scartate mentre dal punto di vista medico si continua, da mesi, a barcollare nel buio? Perché molti medici e molti ospedali non sono stati ritenuti meritevoli di attenzione mentre davano evidenza dei loro buoni risultati? Come mai sono state messe in campo misure di sicurezza estremamente stringenti in alcuni settori (nelle Chiese, nelle scuole, negli ospedali…) mentre in altri ambiti si è lasciato correre rischi altissimi di contagio (centri commerciali, mezzi pubblici, supermercati, sport, ristorazione…)? In base a quali criteri alcune manifestazioni sono state considerate pericolosi assembramenti mentre altri sono stati consentiti senza alcun accenno a critiche (a questo proposito si è parlato di “assembramenti di serie A e di serie B”, essendo consentiti quelli riguardanti folle belanti per Conte e Mattarella, quelli per Maradona, le inaugurazioni sul Ponte Morandi o i raduni Black Lives Matters oltreoceano, mentre di serie B ogni civile protesta o qualsiasi riunione dal sapore vagamente sovranista, complottista, negazionista, fascista). E come mai gli sbarchi clandestini di migranti non sono stati ritenuti pericolosi ai fini dei contagi mentre ai cittadini veniva vietato ogni spostamento tra comuni o visite ai parenti? Come spiegare che un continente come l’Africa, considerato il più impreparato dal punto di vista politico e sanitario per affrontare la pandemia, registri il minor numero di decessi per Coronavirus rispetto a tutti gli altri continenti?
Come valutare infine il “contagio ad orario” secondo cui il virus avrebbe presa soltanto in alcuni orari previsti dal governo (ad esempio dopo le ore 22)? E ancora, come spiegare la deriva autoritaria e il decisionismo di molti presidenti europei a scapito della democrazia e della costituzione? Come spiegare che alcuni presidenti sono stati biasimati pubblicamente per il loro presunto autoritarismo (v. Orban che chiese, ottenne e poi consegnò “pieni poteri” nel momento più critico) mentre altri hanno avuto campo libero (v. Conte e la sua gestione personale dell’emergenza a suon di dirette facebook e DCPM)?
Fino a che punto l’eccezionalità dell’emergenza sanitaria in cui ci troviamo può giustificare misure restrittive delle libertà personali imposte autoritariamente dai governi e riguardanti persino la vita privata dei cittadini e delle famiglie? È accettabile che lo Stato intervenga nell’ambito prettamente liturgico violando l’autonomia e interferendo con l’autorità della Chiesa locale come è successo ad esempio in Italia (stabilendo numero di partecipanti e regolamenti sul coro e sulla modalità di recezione della Comunione)? Che dire inoltre della situazione creatasi in Europa dove Bruxelles offre aiuto economico a cambio di “riforme democratiche” da applicare in ogni paese della Comunità Europea? Come dunque giustificare le ingenti somme di denaro destinate a processi come la “parità di genere” e la rivoluzione verde”?
Molte domande riguardano invece i vaccini, un campo dove manca chiarezza così come la libertà di esprimere i propri dubbi mentre esponenti del pensiero unico illuminato vorrebbero imporne l’obbligo per concedere l’accesso alla vita sociale (una sorta di lasciapassare per tornare alla normalità). È vero che il vaccino bloccherà definitivamente i contagi e dunque riuscirà ad arginare la Pandemia? È lecito che lo stato obblighi i cittadini a vaccinarsi? Quali garanzie vengono offerte ai cittadini se molti medici dicono di non volersi sottomettere ad un vaccino non ancora testato a sufficienza? Come spiegare la solerzia con la quale alcuni vaccini sono stati considerati insicuri (ad esempio quello russo) ed altri accolti con acclamazioni trionfanti (quello americano comparso miracolosamente dopo la presunta elezione di Mr Biden)?
Queste e molte altre domande restano senza risposte chiare mentre la narrazione ufficiale sembra immune ad ogni tipo di critica o perplessità.
Chiunque osi teorizzare l’esistenza di un progetto per instaurare un nuovo ordine mondiale che riveda i modelli economici, sociali e persino etici della società contemporanea, viene senza indugio segnalato come complottista o negazionista (espressione pesantissima visto che richiama direttamente all’accusa di nazismo). Secondo l’economista Gotti Tedeschi, che ha approfondito nel dettaglio la strategia economica soggiacente al Great Reset (La Verità, 15 dicembre 2020), il Covid ha offerto il “rating etico” o la “legittimazione morale” per procedere con le operazioni senza trovare ostacoli o “eccessive riserve morali”.
Eppure, nonostante le narrazioni ufficiali, a ben vedere è scritto nero su bianco che la crisi pandemica offre il l’occasione per una revisione generale della vita sociale, politica ed economica definita “il grande ripristino”. Basterebbe dare un’occhiata al libro del fondatore e presidente del World Economic Forum, Klaus Schwab, intitolato Covid-19, the Great Reset, pubblicato a giugno del 2020 e già tradotto in diverse lingue. Il saggio offre alcune prospettive sul futuro e sui cambiamenti globali ritenuti necessari dopo il coronavirus prospettando tre grossi ambiti di “ripristino”: macro reset, micro reset e individual reset. Schwab passa in rassegna diversi settori in cui sarà necessario cambiare passo: economic reset, social reset, geopolitical reset, environmental reset, technological reset. Un rimodellamento delle nostre abitudini riguarderà anche l’ambito strettamente personale, in altre parole, il nostro stile di vita, le nostre scelte personali, finanche quelle etiche il tutto sostenuto da un regime sanitario autoritario governato e strutturato dal sistema finanziario sotto la stretta vigilanza personalizzata di una “psicopolitica” (cit. Byung-chul Han) sempre più pervasiva.
Ne parla dettagliatamente l’economista Ilaria Bifarini nel suo recentissimo libro intitolato Il grande reset: Dalla pandemia alla nuova normalità. «La crisi che stiamo vivendo sarà catalizzatore di cambiamenti necessari ad accelerare la realizzazione di un disegno già predisposto, smantellando l’attuale sistema socioeconomico. È il Grande Reset, il tema del prossimo Forum di Davos, il consesso annuale dove si riuniscono i grandi della terra per decidere su questioni che riguardano la governance mondiale. Un piano preciso, ufficiale e ben documentato, sul quale istituzioni internazionali, filantropi, organizzazioni non governative e mega-aziende private collaborano apertamente già da tempo».
L’esistenza di un piano volto a riplasmare la società con l’occasione del Covid-19 non è certo un mistero ma nessuna voce ufficiale ne darà notizia. Il belato dei media servirà da megafono per diffondere le istruzioni per una “nuova normalità”. Una nuova era inaugurata dall’avvento del Vaccino, il Sacro Vaccino, che coincide felicemente con l’ascesa al potere di Joe Biden, il presidente sognatore (JB, american dreamer, è il titolo della biografia scritta da Evan Osnos) chiamato a guidare il gregge, rassicurandolo e addomesticandolo, prima di tutto col suo empio.
La scena di Biden mentre si somministra il Vaccino in diretta televisiva, tra i belati festanti del gregge, non è altro che la sigla iniziale di un mondo che cambia secondo la volontà del suo Pastore. Prendendo in prestito un termine tipico della pastorizia: è l’inizio della grande transumanza.
Leggi la prima parte: Il belato de gregge e il padrone del mondo (1)
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