Disonora il padre e la madre
Genitore 1 a genitore 2, passo e chiudo la famiglia. Non è una comunicazione in codice della Volante ma è il nuovo codice della famiglia, già adottato in mezza Europa e ora negli Stati Uniti e ripristinato in questi giorni da noi da questo governo (come annunciato dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, sulla carta d’identità dei minori tornerà la dicitura “genitore 1 e genitore 2”); noi che siamo provinciali e ci adeguiamo sempre “all’estero”, come dicono gli idioti, ma in differita.
La cancel culture non cancella solo i grandi del passato, ma anche la madre e il padre. La famiglia finisce in coda, prendi il numeretto e ti metti in fila. Magari sarà previsto anche un genitore 3, 4, e così via o i genitori decimali, dopo la virgola. Non importa il sesso e l’effettivo rapporto col minore, basta avere i numeri.
L’abolizione del Padre, ente superfluo, ha preceduto solo di qualche anno la soppressione di un altro ente inutile, la Madre, anzi la Mamma come la chiamavano i mammiferi preistorici. Per le famiglie numerose procediamo alla separazione dei beni filiali, il genitore 1 si cura dei figli dalla fila dispari, il genitore 2 di quelli dalla fila pari. Io che sono figlio 4, sarei capitato con genitore 2, ma non so chi sarebbe stato dei due. Primo è il maschio, come si faceva nel tempo maschilista o vale il detto “nelle case dei galantuomini prima la femmina e poi l’omini”? Forse in ordine d’arrivo, come i numeretti alla posta. L’abolizione di padre e madre, ridotti a genere neutro, nasce dalla “delicatezza” di non offendere le unioni gay, ma è la prova, anche semantica, che il danno di cui ci preoccupiamo noi fanatici non è la legittimazione delle unioni gay ma l’abolizione della civiltà fondata sul padre e sulla madre.
Dopo genitore 1 e genitore 2, la giurisdemenza italoeuropea ha lanciato due nuove norme a tutela della doppiezza. Una è famosa, il doppio cognome. Perché complicare la vita delle persone affibbiando due cognomi? E quando si passa alla generazione seguente i cognomi saranno quattro e via via aumentano? Per ripararsi da cognomi infiniti che sembrano la caricatura dei duchi di una volta, le proposte in campo sono due: l’ordine alfabetico (così estinguendo i cognomi in V o Z) o la scelta. Ovvero a caso o a capriccio. Avrebbe più senso adottare il cognome materno piuttosto che questo doppio cognome con selezione alfabetica o a piacere. E perché non il nickname? L’importante è separare il singolo dalla famiglia.
Ma questa euro-idiozia è surclassata da quella adottata da molte università italiane, non solo angloamericane: gli studenti transessuali hanno diritto a due libretti universitari, uno al maschile e uno al femminile, e tu poi scegli come ti gira. Libretti sartoriali, cuciti ad personam e ad libitum. Ma se ti appelli al buonsenso, alla semplice realtà e alla storia del mondo, passi tu per rozzo e multifobico. In ambo i casi raddoppia la burocrazia e s’accoppia alla demenza. Da quell’unione insana nasce lo scemo a norma di legge. Libero di farsi e disfarsi, ribattezzarsi e far coppia da solo, con sesso e cognome a piacere. Cancellano il padre e la madre, il nome e il sesso, la ragione e la dignità umana.
MV, 14 gennaio 2021
http://www.marcelloveneziani.com/articoli/disonora-il-padre-e-la-madre/
Robert Bridge
strategic-culture.org
Potreste essere perdonati per aver pensato che, in un momento in cui il panico per una pandemia sta dilagando ovunque ed è in pieno svolgimento una battaglia politica per il controllo della Casa Bianca, i Democratici avrebbero fatto una pausa nei loro sforzi di fomentare i dissidi di parte. Perdonati o no, il vostro sarebbe comunque un ragionamento sbagliato.
Il mostro della giustizia sociale è tornato alla carica ed ora sta divorando il suo stesso creatore, il “Dottor Frankenstein.” La cosa è diventata evidente questa settimana, quando la speaker della Camera, Nancy Pelosi, in nome dell'”inclusività” e della “diversità,” ha fatto un grosso regalo ai progressisti radicali all’interno del Partito Democratico vietando i termini specifici di genere.
Questo nuovo codice di condotta della Camera ora vieta l’uso di quelle parole che, un tempo, rendevano un biglietto d’auguri degno di essere spedito. Parole intime che simboleggiano la famiglia, come padre, madre, figlio, figlia, fratello, sorella, zio, zia, cugino di primo grado, nipote, marito, moglie, suocero, suocera, genero, nuora, cognato, cognata, patrigno, matrigna, figliastro, figliastra, fratellastro, sorellastra, nipote… tutti andati.
Dal momento che qualsiasi allusione ad un mondo binario di uomini e donne è offensiva per circa lo 0,01% della popolazione, i legislatori saranno ora costretti a sostituire quei termini intrisi di sesso con vocaboli chirurgicamente sterili e anonimi come genitore, prole, consanguineo, parente del genitore, cugino di primo grado, prole di consanguineo, coniuge, consuocero ecc.”
Allo stesso tempo, secondo queste nuove regole, verrà creato un Ufficio della Diversità e dell’Inclusione, che, tra le altre cose, “sarà autorizzato a dirigere e guidare gli uffici della Camera addetti al personale a reclutare, assumere, formare, sviluppare, far progredire, promuovere e mantenere una forza lavoro diversificata...” Con una politica del genere nulla potrà andare storto, è ovvio.
Allora, cosa sta veramente succedendo, a parte un’altra assurdità finanziata dai contribuenti e promossa da politicanti cerebrolesi? In primo luogo, le nuove regole della Camera rappresentano solo l’ultima bordata contro la famiglia nucleare tradizionale, che richiede, per la sua stessa sopravvivenza, l’impegno a credere in certezze biologiche, come l’esistenza di soli due sessi riproduttivi, conosciuti da millenni come ‘maschile‘ e ‘femminile‘ e indicati dai cromosomi XY e XX, rispettivamente.
Al giorno d’oggi, però, un neonato non può più aspettarsi di essere partorito in un mondo sano, dove un medico può liberamente congratularsi con la madre e il padre (scusatemi, i genitori) per la nascita di una bella bambina o di un bel bambino (scusatemi, la prole). Questo perché “assegnare il sesso” alla nascita non è più accettabile per l’inquisizione cancella-cultura. Sarebbe opprimere il piccolo esserino con una cosa chiamata “scienza,” nel momento stesso in cui alcuni membri politicamente motivati della comunità medica insistono sul fatto che il genere non è altro che un “costrutto sociale“, un concetto fluido che può cambiare in qualsiasi momento.
In realtà, lo dico per coloro che non fossero aggiornati su questa crescente follia, attualmente esistono decine di tipi di genere, tra cui maschile, femminile, transgender, neutro, non binario, agender, pangender e genderqueer. Qualcuno può immaginare come dev’essere per un brufoloso pubescente partecipare ad una lezione di educazione sessuale in mezzo a una simile, infernale confusione ed incertezza? Inoltre, è il massimo dell’ironia e dell’arroganza che i Democratici diano lezioni ai Repubblicani sul fatto che, per il Covid-19, bisogna “seguire la scienza“, quando poi rifiutano essi stessi di seguire la più semplice di tutte le scienze, quella che predica l’esistenza di due soli generi umani, maschile e femminile. I veri “costrutti sociali” sono le altre decine di categorie che ora rivendicano lo status di “genere.”
La presunzione e la stupidità dei Democratici non finisce qui. In un momento in cui i marxisti della cultura non sopportano di sentire termini connessi alla famiglia intrisi di allusioni sessuali, introducono tranquillamente i bambini delle scuole elementari a discussioni su stili di vita sessuale alternativi, come quello transgender. La maggior parte degli adulti non ha problemi con individui che si identificano con il loro sesso preferito. Ma sarebbe chiedere troppo lasciare che i bambini continuino ad imparare le Tre R [reading, ‘riting (writing), and ‘rithmetic (arithmetic); leggere, scrivere, far di conto], prima di buttarli a capofitto in un’orgia di scelte di stili di vita? Il pericolo di sottoporre a questa pseudo-scienza esseri umani giovani e impressionabili è evidente nel crescente numero di adolescenti che si pentono delle irreversibili operazioni di cambio di sesso a cui erano stati sottoposti.
Infine, quella che è forse l’ironia più grande di tutte è che questi ridicoli giochi di parole servono solo ad annullare le legittime aspirazioni popolari. Sotto il sudario di una neolingua orwelliana si nasconde un’insalata di parole tiranniche che fa esattamente il contrario di ciò che pretende: aumentare “l’inclusione” e la “diversità” nella società.
Per esempio, come si potrebbe intavolare una qualsiasi discussione sui “diritti delle donne” quando ogni menzione del gentil sesso è stata completamente vietata? La domanda non è retorica.
“E’ il massimo dell’ipocrisia per persone che sostengono di essere i paladini dei diritti delle donne negare la stessa esistenza biologica delle donne,” ha detto a Tucker Carlson l’ex candidata democratica alla presidenza Tulsi Gabbard, che potrebbe essere l’unica parlamentare democratica a Washington con un cervello funzionante. “Invece di fare qualcosa che potrebbe effettivamente aiutare a salvare la vita delle persone, preferiscono legiferare che ‘non si può dire madre o padre.'”
A questo punto, terminerei con un “Amen!,” se non fosse che, grazie alla clownesca performance del deputato Emanuel Cleaver, che ha concluso la preghiera di apertura della 117° seduta (decisamente molto poco sexy) del Congresso con le parole “amen and awoman,” ora sembra che anche questo semplice e asessuato termine (che significa semplicemente “così sia“) sia stato contaminato da un disgustoso intrigo politico.
Con in pancia questo tipo di imperdonabili acrobazie, i Democratici dovrebbero essere molto grati di aver perfezionato l’arte di “vincere” le elezioni, altrimenti sarebbero già spariti dal panorama politico, semplicemente per non aver fatto nulla di positivo per la nazione. In effetti, il termine “Democratico” potrebbe essere destinato all’oblio più rapidamente di “maschio” e “femmina.”
Robert Bridge
Fonte: strategic-culture.org
Link: https://www.strategic-culture.org/news/2021/01/08/oh-brother-who-will-fight-for-womens-rights-now-that-democrats-have-scrapped-gendered-terms/
08.01.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
BRODO DI POLLO, LEONI E TRASGRESSIONE.
Maschi e femmine sono profondamente diversi. È diverso il loro corpo, è diversa la loro mente. L’epoca di gran lunga più lunga della storia umana è l’età della pietra. Noi disponiamo di un cervello in grado di sopravvivere all’età della pietra, cioè di un cervello preistorico e dobbiamo confrontarci col post moderno con un cervello preistorico. Nell’età della pietra i ruoli del maschio sono due: cacciatore e guerriero. Cacciatore per trovare cibo, guerriero per difendere il territorio su cui si cercava il cibo e per evitare di diventare cibo. L’età della pietra è caratterizzata da una continua ricerca di proteine, e l’essere umano è costituito da chili di ottime proteine. Compito della donna è custodire la vita e plasmarla: la mente del bambino nei primi mesi di vita, i più importanti si forma su mamma, su mamma il bambino impara a regolare le emozioni. Se mamma non c’è perché è a lavorare e il piccolo è all’asilo nido, tutto questo diventa più difficile, ancora più difficile se la mamma non c’è proprio quindi è una grave scortesia “creare “ un bambino senza madre. Il compito dell’uomo, del padre quindi è proteggere il rapporto madre bambino, e proteggere entrambi con la sua forza. Un uomo che spezzi questo legame per esempio comprando il bimbo dalla donna che lo ha portato,sta creando un figlio senza madre ma anche senza padre. Il primo compito del padre è proteggere quel legame con la sua forza. E con la sua aggressività. I maschi sono più aggressivi. E la loro aggressività protegge la prole. Ho sempre saputo da bambina che se qualcuno mi avesse fatto del male, i carabinieri sarebbero stati l’ultimo dei suoi problemi. Il primo sarebbe stato mio padre. È uno degli effetti del testosterone, insieme al maggiore coraggio fisico. I maschi sono più coraggiosi di noi perché la nostra vita, dato il legame che abbiamo col figlio, è più preziosa della loro e loro devono darla per noi. Se mentre siamo incinte di sei mesi ci mettiamo a fare il doppio salto mortale, nè noi nè il piccolo facciamo una bella fine. Quindi è l’adolescente maschio che fa il doppio salto mortale per far vedere alla ragazza quanto lui è coraggioso, è un’assicurazione: se ci sarà da andare alla morte per lei o per i bambini lui lo farà. E farà anche a botte per far vedere a lei che ha l’aggresività necessaria.
Tutte le volte che spiego che i maschi sono più coraggiosi perché loro è il ruolo di guerrieri, ottengo fiumi di proteste. Rispondo a una delle più buffe: le leonesse, che sono femmine, sono vere combattenti”.
Le leonesse non sono combattenti: le leonesse sono semplicemente carnivore. Una leonessa, in quanto femmina, ha la competitività e l’aggressività molto basse. Se voi vi trovate davanti a una leonessa, la leonessa vi sbrana, ma voi non siete qualcuno con cui compete: voi siete pappa. Una dolcissima leonessa vi sbrana senza per questo essere aggressiva, esattamente come la mia dolcissima nonna andava a tirare il collo a una gallina tutte le volte che uno dei suoi nipoti era malato. Qualsiasi fosse la patologia ci curava con un infernale intruglio a base di brodo di pollo, cipolla e peperoncino, di cui fortunatamente si è persa la ricetta. Comunque funzionava. Di sicuro evitava le recidive. Nel terrore di doverlo ingurgitare di nuovo guarivamo subito e definitivamente.
La dolcissima leonessa non sbrana la gazzella, lo gnu o voi con aggressività, esattamente come la foca non ci mette aggressività a mangiarsi le aringhe, la balena a mangiarsi il krill, e la vacca a mangiarsi l’erba. L’aggressività, che è potente solo dove c’è testosterone, è quella tra due tizi della stessa specie, non tra un rappresentante di una specie e la sua pappa. La pappa sta nella casella pappa, la competizione con individui della stessa specie sta nella casella aggressività, e qui ci va il testosterone. Sono due caselle diverse. La leonessa non è meno brava del leone a cacciare, ma non è capace di difendere il territorio dove cacciare.
La leonessa può muoversi e cacciare e allevare i suoi cuccioli solo all’interno di un territorio, un territorio segnato e difeso da un maschio. I maschi difendono il territorio, come sanno i proprietari di cani maschi e i postini. Difendono il territorio gallo e toro, e smettono di farlo se si amputano le gonadi: bue e cappone non difendono il territorio. Mi sto ripetendo perché secondo me questo concetto non è chiaro nella mente di molti. La leonessa Marisa ha avuto i cuccioli dal leone Marco. Può cacciare con serenità nel territorio segnato e protetto da Marco. Quando arriva un altro leone, Pippo, Marco deve cacciarlo. Se Pippo fosse più forte e uccidesse Marco, dopo di lui ucciderebbe i suoi cuccioli, li ucciderebbe davanti a Marisa, che non ha la potenza di fermarlo, così che senza cuccioli lei torni rapidamente all’estro, lui possa montarla e avere dei cuccioli suoi. Lo stesso avviene tra i leoni marini, le foche e un mucchio di altri. Se non c’è il padre a proteggerli, altri maschi uccidono i cuccioli per avere i loro discendenti con quella femmina. Esattamente quello che succede alla fine della guerra di Troia: il figlio di Ettore ucciso e sua madre che diventa schiava. Dove non c’è più il loro padre a proteggerli, i cuccioli aumentano il rischio di essere uccisi.
Ho raccontato questa storia per chiarire l’idea che ci vogliono i leoni maschi per proteggere i cuccioli. e questo vale anche per noi. Io, ripeto, ho sempre saputo che se qualcuno mi avesse toccato, mio padre lo avrebbe fatto a pezzi, anche a costo di morire nell’impresa, e questo era il suo compito. Ora immaginiamo che Marisa sia un’ottima cacciatrice, e dica “io sono mia, io non ho bisogno di nessuno, io sono stufa, io il territorio me lo difendo da sola”, e mandi via Marco: i suoi figli non hanno più difesa.
Quando non c’è più un uomo, quando il padre è morto, o se ne è andato, o è stato mandato via, in una di queste disastrose evenienze aumenta il livello di ansia dei figli, a volte cominciano gli attacchi di panico. Noi femmine il territorio non lo sappiamo difendere, non lo sappiamo difendere perché non è compito nostro, e quando il padre non c’è più i figli stanno svegli di notte, perché gli orchi esistono, non è vero che non esistono, non è vero che si fermano a parole.
I popoli dove il maschile ha travolto il femminile e lo ha azzittito, sono travolti dall’aggressivita, i popoli dove il femminile prevale sul maschile non hanno più la capacità di difendere il territorio e credono che la libertà e la vita siano possibili senza combattere. Perché se un uomo ha tutta la sua potenza, se la sua donna non gliela ha tolta col disprezzo, ma anzi l’ha aumentata, stando dalla sua parte, sempre, facendo il tifo per lui, quell’uomo è in grado di difendere il figlio. Un uomo è in grado di dare un pugno sul tavolo e dire no, al figlio che vuole farsi di spinelli, che vuole andare al rave party. Un padre è in grado di fermare la figlia sedicenne che di notte, o anche di giorno, va a cercare una dose dagli spacciatori nigeriani o senegalesi o italiani, disposta a pagarla con denaro o anche con altro. Dove non c’è un uomo, un padre, è più facile a un sedicenne con gli attacchi di idiozia – che a 16 anni sono la norma – dire la fesseria del secolo, tipo “smetto di andare a scuola, che sono stufo” “smetto di lavarmi” “smetto di uscire dalla mia stanza”. Per favore non mi scrivete che a casa vostra è zia Carmela che la mette giù dura e Zio Ugo è un mollaccione. Stiamo parlando di statistica: il 90 % delle donne è più accogliente del 90% degli uomini. Il 90% degli uomini ha più coraggio e senso dell’autorità del 90% delle donne. Voi siete un’eccezione? Fate parte del 10%. Una minoranza.
Dove c’è un uomo e tutta la sua potenza, il compagno della madre non uccide i bambini di botte, il compagno della vicina di casa non entra nella casa dove c’è la bambina di sei anni e lei non volerà dalla finestra. Le statistiche purtroppo ci dicono che il nuovo compagno della madre ha un rischio ben superiore rispetto al padre naturale di aggressione. Ci sono patrigni meravigliosi, certo, ma non tutti lo sono. E ci sono padri criminali, ma il loro numero è molto basso, più basso, ben più basso dei patrigni. I pedofili hanno la capacità incredibile di localizzare il bambino che non ha un padre che lo difenda con tutta la sua ferocia. In effetti i grandi paladini della pedofilia, i firmatari del Manifesto a favore della pedofilia, Simone de Bouvoir, Sartre, e altri, hanno avuto come primo scopo l’abbattimento dell’autorità paterna, perché prima bisogna levare di torno Marco. Ma se non abbatti il padre, alle pudenda del bambino non ci arrivi. Prima occorre trasformare le donne in vittime e i maschi in carnefici, poi hai mano libera non solo sui bambini, ma su tutti. Dove la famiglia sia annientata il potere dello Stato (maiuscolo, il nuovo Dio) è assoluto. Lo stato decide che il tuo bimbo malato deve morire e che il tuo bimbo sano deve essere indottrinato in mostruose lezioni di cosiddetta educazione sessuale.
Ritroviamo i padri. E che le donne facciano qualcosa di veramente ribelle e trasgressivo, qualcosa contro le élite, contro chi ci vuole morti.
Sposarsi con un uomo perbene, mettere al mondo i suoi figli e allevarli insieme, candì e sicuri nella casa di papà e mamma. Questa è trasgressione.
https://www.silvanademaricommunity.it/2021/01/14/brodo-di-pollo-leoni-e-trasgressione/
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