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sabato 30 gennaio 2021

Tre indizi fanno una prova

Vaccini e Contagi: Un Indizio è un Indizio, Due Indizi una Coincidenza, ma Tre, Quattro, Cinque…

 

Diceva Agatha Christie, che di indizi prove (e delitti…) se ne intendeva non poco che «Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova».

Cari amici e nemici di Stilum Curiae come ben sapete, e se non lo sapete lo imparate adesso, chi scrive è per necessità un gran frequentatore del web. E da un paio di giorni, così, per curiosità, quando l’occhio mi cascava su qualche strano fatto relativo ai cosiddetti vaccini (che vaccini non sono, a quanto sembra, ma una terapia genica) ho cominciato a raccogliere i link. Che adesso vi offro. Perché dopo il caso ormai celebre della Norvegia se no sono verificati, e se ne stanno verificano altri; di alcuni, che non ho fatto in tempo a inchiodare con un collegamento, ho memoria, e probabilmente anche voi. Tutto questo mi conferma nell’ipotesi che siamo di fronte a una colossale operazione economica, dai risultati medici molto incerti, dai rischi ampiamente ignoti, e in cui milioni di persone stanno facendo da cavie per i produttori, in attesa (pare nel dicembre 2023) che si possano avere elementi di giudizio sicuri. E in tutto questo quello che dovrebbe essere il difensore dei diritti del popolo italiano spinge l’acceleratore sulla necessità di vaccinarsi, come pure il Pontefice regnante. Una volta la canizie era simbolo di saggezza. Altri tempi, e buona lettura.

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Da Wochenblick

Nel distretto del lago di Costanza, nel Baden-Württemberg, c’è stata una vera e propria morte di massa a causa della vaccinazione Covid: A Capodanno, 40 residenti di una casa di riposo a Uhldingen-Mühlhofen avevano ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer/Biontech; da allora, 11 anziani di questo gruppo vaccinato sono morti, e altri sette si sono ammalati acutamente di Covid. Era stata una delle prime vaccinazioni di serie in assoluto nella Germania meridionale.

Come al solito, gli organismi ufficiali stanno facendo ancora una volta tutto ciò che è in loro potere per negare qualsiasi connessione tra la vaccinazione e le morti o per negare la semplice possibilità di tale connessione. Poiché almeno la maggior parte dei deceduti non aveva malattie acute a cui imputare la morte, e l’accumulo di casi non parla di una “morte naturale”, viene usato un trucco completamente nuovo: i morti devono essere stati “non infettati dal virus”, il “Südkurier” cita le autorità sanitarie locali.

Questo significa che le infezioni erano già state acquisite prima o immediatamente dopo le vaccinazioni.

Non ci sono prove per questa ipotesi. Il fatto che si dice che i pazienti in questione siano stati completamente privi di sintomi e poi, dopo la vaccinazione di tutti, abbiano sviluppato corsi fatali, in alcuni casi bruscamente, non sembra molto credibile agli osservatori critici. Inoltre, ci si chiede perché i pazienti vaccinati non siano stati apparentemente testati prima della prima dose. Per la “prima” di un vaccino completamente nuovo, questo sarebbe in realtà il minimo che si potrebbe fare per minimizzare almeno i rischi per la salute. La connessione temporale degli 11 decessi con la precedente vaccinazione fa comunque drizzare le orecchie, come avviene in innumerevoli casi simili in tutto il mondo.

Ieri, un altro caso dalla Germania ha fatto notizia: Dopo che circa la metà dei residenti della casa di cura e un terzo del personale infermieristico in una casa di cura nel distretto di Coblenza di Lützel sono stati iniettati con il vaccino Pfizer/Biontech, sempre alla fine dell’anno, 54 anziani e 11 membri del personale si sono ammalati di Covid. Mentre nessun morto è stato segnalato qui – almeno finora. Tuttavia, nessuna persona razionale ora crede che l’epidemia non sia causalmente legata alla vaccinazione. Tuttavia, l’irresponsabile messa in pericolo degli anziani da parte di un vaccino sperimentale continua senza sosta. (DM)

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 Da Repubblica

Dopo la prima dose di vaccino hanno scoperto di essere positivi al coronavirus e adesso salteranno il rischiamo. È la storia che riguarda una casa di riposo di Casalecchio, alle porte di Bologna, la Senior Hotel Arcadia. Dove, in questi giorni, è stata scoperto il contagio di 30 dei 46 ospiti e di sette operatori che lavorano nella struttura. Ma è bene chiarire fin da subito che l’efficacia del siero, dalle prime informazioni in mano all’Ausl, non c’entra.

“Ora sono praticamente tutti asintomatici, soltanto un paio di anziani sono tenuti sotto osservazione per via della saturazione bassa – spiega il titolare, Guido Gaggioli –. La prima dose di vaccino è stata somministrata il 13 gennaio. Dopo un paio di giorni sono comparsi i primi casi di malessere (brividi e febbriciattole), e allora abbiamo fatto un giro di tamponi”. Una volta arrivati i risultati “sono scattati gli accorgimenti di protezione e le misure di assistenza del nostro medico”. Inoltre, aggiunge Gaggioli, “abbiamo segnalato la situazione al servizio di farmacosorveglianza dell’ Ausl, e ora attendiamo le linee guida per capire come procedere”.

E pensare che, spiega sempre il responsabile, “quest’anno non abbiamo mai avuto contagi, prima del 13 gennaio erano tutti negativi”.

Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl, spiega: “Si stanno facendo degli approfondimenti per ricostruire il caso. Alcuni elementi ci portano a dire che c’era già una situazione di contagio prima della vaccinazione, che poi si è manifestata in questo periodo. È un focolaio importante, che è stato subito sottoposto a monitoraggio”. La particolarità è che in questo caso non è previsto il richiamo. “Secondo le indicazioni dell’Aifa, se c’è un’infezione successiva alla prima dose la persona infetta non deve essere vaccinata di nuovo. Perché l’infezione naturale è già una seconda dose”.

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Da  Il Resto del Carlino

Macerata, 28 gennaio 2021 – Sono ore di apprensione a Montecosaro per possibili contagi alla casa di riposo Opera Pia Antonio Gatti, struttura dove recentemente era stata somministrata la prima dose del vaccino. Il condizionale è d’obbligo, perché si aspettano i risultati ufficiali dei tamponi molecolari, che potrebbero arrivare in mattinata. Solo allora si avrà un quadro certo della situazione e della presenza o meno di un focolaio. Quel che è certo è che gli esiti positivi di diversi test rapidi antigenici è stato un campanello d’allarme. A spiegare la situazione è il sindaco Reano Malaisi. “Martedì un ospite ha avuto necessità di un tampone rapido in via precauzionale, e questo è risultato positivo – dice –. Quindi sono stati eseguiti test rapidi a tappeto e sono emersi una trentina di positivi tra ospiti e operatori. Ovviamente i risultati devono essere confermati dai tamponi molecolari, che l’Asur ha realizzato mercoledì mattina. Gli ospiti stanno fortunatamente tutti bene e si presentano quasi tutti asintomatici o con lievi sintomi. Solo due avevano una leggera febbre”.

«La situazione desta preoccupazione – continua Malaisi – e ci colpisce molto dal momento che la casa di risposo era riuscita ad arrivare alla prima vaccinazione senza nessun caso, dopo un anno di grandi fatiche e misure restrittive forti, con dirigenza e operatori che hanno agito professionalmente e con un lavoro straordinario. I sacrifici fatti sono stati tanti, così come l’attività di prevenzione. L’eventualità che il virus possa essere sopraggiunto, a sette giorni dal richiamo della vaccinazione, ci colpisce e sorprende tutti. Anche perché i tamponi sono costanti e sono stati effettuati anche precedentemente al primo vaccino, risultando allora negativi. Sembrava essere arrivata l’occasione di proteggere finalmente gli ospiti. Ora la casa di riposo ha attivato prontamente tutti i suoi protocolli, con la struttura che è nelle condizioni di funzionare a pieno regime, senza problemi. Speriamo in buone notizie e ci auguriamo soprattutto il meglio per la salute degli ospiti”. Le prime 84 dosi di vaccino erano state somministrate tra ospiti (56) e dipendenti il 13 gennaio scorso. Fin dallo scoppio della pandemia, nel febbraio 2020, la dirigenza della struttura imposto misure rigide, tanto che da quel periodo la residenza è rimasta interdetta al pubblico, con controlli costanti a dipendenti e ospiti.

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Da SecondopianoNews

 E’ di 21 degenti morti e decine di positivi al Covid, tra anziani e operatori sanitari, il tragico bilancio in una Residenza sanitaria assistenziale di Rebbio, località vicino Como. La Rsa, che aveva aderito alla campagna vaccinale, si trova in via Varesina e fa parte insieme ad altre tre strutture (due Rsa e una casa albergo) della Fondazione Ca’ d’Industria.

Al momento, scriveva “Fanpage.it” giorno 20 gennaio, i decessi sono aumentati a 21, mentre i contagiati sono 85 su 93 persone ospitate complessivamente, oltre il 91 percento degli ospiti. 54 invece gli operatori sanitari rimasti positivi al Covid.

A dire che il 90% degli operatori sanitari e la quasi totalità degli ospiti avevano ricevuto la prima dose del vaccino è stato il presidente della Fondazione Gianmarco Beccalli che a Fanpage ha affermato che la vaccinazione nella Rsa “dovrebbe terminare, con la seconda dose, entro il 6 febbraio”. Quindi, significa che la prima dose di vaccino, presumibilmente il “Comirnaty” della Pfizer, è stata somministrata come da protocollo nell’arco delle ultime due o tre settimane, calcolando i ventuno giorni di distanza dalla prima iniezione.

Dichiara testualmente a Fanpage il Presidente Beccalli: “Se non ci saranno ritardi nella fornitura dovremmo finire con la somministrazione della seconda dose il 6 febbraio”, spiega il presidente, che sottolinea come quasi il 90 per cento del personale abbia aderito alla campagna vaccinale e come sia stata vaccinata la quasi totalità degli ospiti. “Spero che più avanti anche coloro che non sono stati vaccinati tra il personale, che sono in sostanza quelli che non erano al lavoro, lo vorranno fare. Mentre tra gli ospiti attendiamo che guariscano gli attualmente positivi, che come da indicazioni saranno vaccinati dopo la malattia”.

Quanto avvenuto nella casa di riposo di Rebbio per il presidente della Fondazione resta comunque “inspiegabile: abbiamo evitato le stanze degli abbracci, nessuno a parte i dipendenti è potuto entrare nella struttura, e inoltre abbiamo seguito gli stessi protocolli delle altre nostre strutture, e lì non è successo nulla”, spiega Beccalli.

Se i decessi di questi poveri anziani siano direttamente collegati al vaccino spetta alla magistratura stabilirlo, che si immagina voglia vederci chiaro aprendo una inchiesta. Come ha affermato Beccalli resta comunque un fatto davvero inspiegabile.

Altri 40 contagiati e 4 morti in una Rsa di Grottaferrata

Intanto, è di oggi la notizia di focolaio Covid scoperto nei giorni scorsi in una casa di riposo a Grottaferrata, vicino Roma. Una quarantina le persone contagiate, quattro delle quali, secondo quanto riportano alcuni media, sarebbero morte.

Tutto è partito da un primo caso conclamato che ha fatto scattare, il 14 gennaio i controlli a tappeto nella struttura con test su ospiti e operatori. Una decina di operatori e una trentina di ospiti sono risultati positivi. Nessuno ne parla, ma è altamente probabile che nella Rsa siano stati somministrati i vaccini.

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30 Gennaio 2021 Pubblicato da  3 Commenti

Dov’è il trucco? Cosa iniettano in Italia?

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Il CEO di Pfizer afferma : il Covid-19 è qui per restare

Albert Bourla : avere gli strumenti per gestire il virus come facciamo con l’influenza stagionale, le nuove varianti

“Quello che stiamo facendo, e in modo molto collaborativo, sia con la Commissione Europea che con gli Stati membri, è cercare di aumentare notevolmente la nostra capacità produttiva. Abbiamo annunciato di avere un piano molto solido per produrrpiù di 2 miliardi di dosi quest’anno. Capisco che tutti vogliano qualcosa che possa potenzialmente aprire l’economia e salvare vite umane. E raccomando un po ‘di pazienza in modo da poter fare il nostro lavoro e fornire prodotti a tutti. C’è molta tensione perché c’è paura là fuori. Quindi lascia che le voci si calmino. E tutti, facciamo il nostro lavoro.

Quanto tempo ci vorrà per ottenere un vaccino Pfizer che non ha bisogno di essere mantenuto a temperature così drammaticamente basse ?

Stiamo lavorando su diversi moduli che saranno molto più facili da memorizzare. E uno di questi è, ad esempio, una versione liofilizzata, che è una polvere che si ricostituisce. Siamo molto avanzati con questo progetto, quindi penso che inizieremo a testarlo sugli esseri umani nella prima metà di quest’anno”.

Ma lui come lo sa,  che il Covid resta  per  sempre? E’ uno scienziato? No,  è uno speculatore  sfrontato  senza scrupoli.  Esperto in chutzpah

Pfizer: il Ceo Bourla ha venduto azioni per 5,56 milioni di dollari nel giorno dell’annuncio sul vaccino

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