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venerdì 23 aprile 2021

Il Campo dei miracoli

ACCHIAPPACITRULLI: IL PAESE A ROVESCIO





Al XVIII capitolo de “Le avventure di Pinocchio – storia di un burattino” si narra di una città, chiamata “Acchiappacitrulli” dove regna il degrado esistenziale quale conseguenza dell’illusione, dove è visibile una società costituita, per una parte, di individui sciocchi, falliti e poveri e, per l’altra, di furbi, potenti e ricchi, dove tutti i valori sono rovesciati. E a marcare siffatta configurazione antropologica e urbana c’è, nei pressi della città, una zona in cui si verificano prodigi: il Campo dei miracoli.
In detto campo Pinocchio semina i suoi quattro zecchini d’oro sicuro che, germogliando, fruttifichino a centinaia. Tutti conoscono l’esito di questa operazione teurgica: Pinocchio, derubato dal Gatto e dalla Volpe, si rivolge al tribunale della città per avere giustizia, ma siccome Acchiappacitrulli è un mondo alla rovescia, ne segue che, proprio per esser vittima, viene condannato.
  
Questa fiabesca, ipotetica città è uscita dalla aerea sua inconsistenza puramente immaginaria, metaforica, per diventare concreta realtà: territorio, nazione, mondo.
Eh sì! perché non v’è angolo del globo in cui ogni positivo aspetto del vivere e del pensare civile non si sia tramutato nel suo contrario, il rovesciamento cioè, affermandosi, imponendosi quale ovvio stato di vita. Sarebbe lungo e stancante enumerare gli esempi di detto fenomeno, stante l’abbondante profluvie che ci propina la cronaca quotidiana.

Ma a noi interessa un aspetto particolare che riferisce un avvenimento di recentissima data per il quale la retorica dell’ipocrisìa, declamata da tv, giornali, salotti e sacre stanze ha oscurato la realtà, operando così il rovesciamento della verità.
Stiamo parlando della morte di Filippo Mountbatten, principe di Edimburgo, consorte della regina Elisabetta II Windsor, per il quale il cordoglio, che si deve per ogni persona che muore, s’è tramutato in un clamoroso e vociante compianto universale le cui corde vibravano di commozione, di gratitudine, di lode, di ammirazione per colui che era, ed è, considerato un benefattore dell’umanità.
Una trenodìa trionfalistica a cui, alquanto infastiditi, non abbiam dato troppo ascolto, ma non saremmo entrati nell’arengo della discussione, con la presente nota, se non ci fosse stato sollecitato dall’intervento di Papa Francesco il quale, così come riporta l’agenzia Vatican News – 10 aprile 20121 – all’indomani del decesso del principe, ha inviato alla vedova, la regina Elisabetta II, un telegramma in cui, fra le espressioni di rito, ne risaltava una che, a noi, è parso motivo per questo nostro commento. Insomma, Sua Santità Papa Francesco riconosce al defunto “dedizione al matrimonio e alla famiglia, la sua eminente storia di servizio pubblico, il suo impegno per la promozione e l’educazione delle generazioni future”.

  



Qualcuno ci chiederà la ragione tutta questa premessa dal sapore polemico. Eccola: l’8 agosto del 1988, sulla “Deutsche Presse Agentur” si poteva leggere una terrificante, inquietante dichiarazione del principe Filippo il quale, richiesto che cosa pensasse e che cosa proponesse in merito al problema mondiale delle deforestazioni, della sovrappopolazione, del controllo delle materie prime, così rispose: “Nel caso che io mi reincarnassi, vorrei ritornare in veste di virus letale per dare, in qualche modo, un contributo alla soluzione del problema della sovrappopolazione” (Epiphanius: Massoneria e Sette Segrete – La Faccia Occulta della Storia – Ed. Controcorrente, 2002, pag. 150 e 457).

Fatte salve l’autenticità e la veridicità della dichiarazione – non essendo mai stati smentiti: né l’Agenzia, né l’autore del libro citato, né l’Editrice – ci vien d’obbligo pensare a come e in che misura si sia concretizzato questo suo criminale desiderio solo se guardiamo intorno – horresco referens! - l’ecatombe di vittime falciate, nel 2020 e ancora nel 2021, dal letale “coronavirus – covid 19”. Desiderio, il suo, che denota disprezzo per una parte dell’umanità – quell’altra, non la sua - così come ancora lo dimostra la sua attiva adesione al programma malthusiano abortista, ma che è riuscito a nascondere con gesti di quella filantropia, cifra e obiettivo della massoneria mondialista.

Sua Santità, impegnato com’è nel dibattito ecologico – argomento di primaria importanza per il defunto principe - sarà stato a conoscenza di quel pio desiderio, ma non ha ritenuto di farne motivo di rimostranza perché questo è modo suo di essere, di pensiero e di azione con cui manifesta non solo predilezione ma ancor più stima e ammirazione per personaggi del tipo, appunto, come il principe Filippo, come gli abortisti Pannella e Bonino, come l’ateo Scalfari. A noi, semplici e anonimi, sa tanto di menzogna pensare a un Filippo di Edimburgo, colui che desiderò rinascere in veste di virus letale, come a un filantropo; a lui, anglicano e divorzista come un difensore del matrimonio; a lui, decimatore virtuale dei popoli come il promotore e pedagogo delle generazioni future, quelle che secondo i suoi piani dovrebbero sorgere in ragione selettiva.

Il “fratello 3 puntini”, Carlo Lorenzini – in arte Collodi – non immaginava che la sua fiabesca città di Acchiappacitrulli sarebbe diventata via via una megalopoli, una nazione, un mondo alla rovescia dove il guitto-vip di turno assurge all’onore di icona, dove il ladro diventa furbetto, dove al cialtrone si riconosce il possesso di carisma, dove il sodomita diventa modello di moralità, l’abortista è proclamato paladino della selezione biologica, dove il nemico di Dio e della sua Santa Chiesa, Martino Lutero, è, da una bolsa, slombata Gerarchìa, fatto apostolo di spiritualità.

Pertanto, ci riesce impossibile convenire col pensiero papale e con l’opinione massmondiale perché chi desidera rinascere “virus letale” per decimare la popolazione, non è un benefattore dell’umanità ma un individuo che, fosse esaudito l’atroce suo desiderio, figurerebbe nel catalogo dei grandi malfattori. Ma già il solo desiderarlo. . .
  
Chiosa: Filippo Mountbatten di Edimburgo (parce sepulto) desiderò rinascere “virus letale”, la Cina in qualche modo lo ha esaudito.

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