Covid e informazione, dov’è finito il giornalismo?
Il dibattito su Covid e informazione, dov’è finito il giornalismo? va seguito, perché si occupa di temi decisivi per capire come abbiamo vissuto e ancora stiamo vivendo il fenomeno Covid.
Tenutosi presso l’Associazione Stampa Romana e organizzato dall’editore Castelvecchi, l’incontro ha preso spunto dal libro di Angela Camuso La vita che ci state rubando.
L’intera registrazione è disponibile qui.
Oltre ad Angela Camuso, al convegno hanno partecipato il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna; il giornalista e conduttore Mario Giordano; il professor Alessandro Capucci di Bologna; il primario infettivologo Pier Luigi Garavelli di Novara; il fondatore del movimento di medici ippocrate.org Mauro Rango; i medici Rosalia Billeci e Antonio Palma; il costituzionalista Daniele Trabucco; l’editore Pietro D’Amore.
https://www.aldomariavalli.it/2021/06/10/covid-e-informazione-dove-finito-il-giornalismo/
Non è tutt’Oro Quel che Vaccina. Alla Ricerca del Giornalismo Scomparso.
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo da un amico il reportage che Elisabetta Frezza ha stilato dopo il Convegno svoltosi nell’ambito dell’Ordine nazionale dei Giornalisti in tema di Covid e informazione. Leggetelo, è molto interessante, e offre elementi per capire in quale tipo di trappola siamo stati – e siamo ancora . infilati. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il ruolo giocato da grandi giornali, e dall’intrattenimento – non voglio chiamarlo informazione – televisivo, sia l’uno che l’altro, salvo alcune rare eccezioni, a livello che non esito a definire terroristico e di conseguenza criminale. Per porre nel contesto tutto ciò, vi invito a leggere quello che diceva Giulietto Chiesa nel 2017, a questo collegamento. È la fine dell’illusione di una stampa libera e decente. Buona lettura.
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Elisabetta Frezza: Vaccini, non è tutto oro quel che luccica e l’informazione giornalistica non è completa.
Nel corso del convegno (visibile sul sito dell’Ordine dei giornalisti) che si è tenuto presso Associazione Stampa Romana, intitolato “Covid e informazione, dov’è finito il giornalismo?” e a cui ha partecipato anche il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna insieme al giornalista e conduttore Mario Giordano; alla giornalista inviata per “Fuori dal Coro”, Angela Camuso, autrice dell’inchiesta che ha svelato lo scandalo delle cure negate ai malati di Covid, nonché autrice del libro assai critico sulla gestione della pandemia intitolato “La Vita Che Ci State Rubando”; al professore Alessandro Capucci di Bologna; al primario Infettivologo Pier Luigi Garavelli di Novara; al fondatore del movimento di medici ippocrate.orgMauro Rango, ai medici Rosalia Billeci e Antonio Palma; al costituzionalista Daniele Trabucco e all’editore Pietro D’Amore, sono emersi nuovi e interessanti scenari nell’ambito della ricerca scientifica e della realtà clinica che mettono in discussione il messaggio univoco diffuso in queste ultime settimane dalle più importanti testate giornalistiche della carta stampata e della tv in merito ai risultati che si possono attendere dall’attuale campagna di vaccinazione di massa, sia in termini di prevenzione del contagio sia in termini di prevenzione della malattia da Covid in forma grave.
“Stanno arrivando al centro medico di assistenza di ippocrate.org, che io dirigo, diverse richieste di aiuto di persone vaccinate che sono risultate positive dopo il vaccino – ha detto nel corso del convegno il medico Antonio Palma -. In una RSA c’erano 25 pazienti che erano in buone condizioni anche se erano anziani e la struttura era covid-free da diversi mesi, gli ospiti hanno fatto tutti la prima dose di Pfizer e si sono positivizzati tutti e 25 dopo il vaccino e hanno avuto sintomatologia tutti e venticinque e così anche il personale che assisteva queste persone e ci sono stati anche dei morti …. altri eventi simili sono accaduti a Vicenza, altri in Israele. E poi ci sono fenomeni all’estero su cui si dovrebbe riflettere. C’è il caso di Mauritius, che era covid-free fino a quando non hanno iniziato le vaccinazioni e c’è il caso della Cambogia, dove c’erano pochissimi casi di Covid e che ora ha avuto un’impennata di casi proprio dopo l’inizio della campagna di vaccinazione”.
L’infettivologo Pier Luigi Garavelli, d’altra parte, ha rimarcato che su efficacia e sicurezza dei vaccini è in corso un acceso dibattito nella comunità scientifica internazionale tutt’altro che concluso: “Io sono stato ammesso nello strettissimo gruppo di “Doctors for the World” – ha dichiarato il primario di Infettivologia di Novara che ha sul suo curriculum oltre 200 pubblicazioni scientifiche – che è un gruppo di medici e ricercatori che riunisce i massimi esperti di Covid nel mondo. Soprattutto si cerca in questo gruppo di lavoro di comprendere alcuni aspetti e cioè:
– Perché dopo la vaccinazione ci si positivizza e come ci si positivizza ?
– È una nuova infezione oppure il vaccino rislatentizza un virus latente nel nostro organismo?
– La positività è dovuta a proteine spike in eccesso che vagano nel corpo umano?
Sono problemi – ha proseguito Garavelli – che ancora non hanno risposte ma sono ben presenti nei lavori dei ricercatori, non europei e italiani ma nei ricercatori americani. La cosa più facile da comprendere è l’esempio cileno dove la popolazione è stata vaccinata in maniera importante ma è emersa la variante brasiliana, che è riuscita a bucare il vaccino ed ecco che la popolazione cilena dopo il vaccino si è infilata nel buco nero della variante brasiliana, tra altro più aggressiva e repentina degli altri Coronavirus perché colpisce principalmente l’intestino. D’altra parte, la famosa frase ‘non ci si vaccina in pandemia’ non è riferita solo al Covid ma è riferita a tutti i virus a Rna che possono andare incontro a mutazioni, come appunto Covid.
Tutto questo è ampiamente scritto nei trattati di microbiologia che studiano gli studenti al secondo, terzo anno di medicina. Non lo dico io: ‘NON ci si deve vaccinare in corso di pandemia perché i virus si modificano per sfuggire al nostro sistema immunitario?.
Quindi, considerando un virus mutante, una politica vaccinale può essere efficace solo se avviene contemporaneamente in maniera rapida in tutto il globo terrestre e questa non è una circostanza a cui stiamo assistendo oggi e questo è evidente”.
Non a caso il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, ha sottolineato che è stata introdotta una nuova norma nel codice deontologico proprio riguardo le informazioni giornalistiche sulla pandemia: “Noi abbiamo voluto precisare che bisogna avere cura di segnalare i tempi necessari per le sperimentazioni e bisogna rappresentare tutte le opinioni e posizioni in merito… cioè è arrivato il vaccino, eh sì, ma siamo tranquilli? Che percentuale di efficacia ha?”, ha spiegato Verna a cui ha replicato
Mario Giordano, sostenendo che sulla pandemia c’è stata e c’è “una cappa sull’informazione”.
“C’è un pensiero unico consolidato – ha detto Giordano- e allora quando ci sono altre verità da raccontare bisogna essere ‘fuori dal coro’, perché questo pensiero unico impedisce alla gente di aver informazioni. È chiaro che se il giornalista va lungo il seminato del pensiero unico non rischia e lo abbiamo visto con la questione delle cure precoci di cui solo noi abbiamo parlato. È stato criminale tacere su questa questione, e visto che questo incontro è stato possibile anche grazie all’Ordine dei Giornalisti, io dico che dall’Ordine mi sento poco protetto quando vado ‘fuori dal coro’. Allora permettetemi di fare questo appello: attenzione a quelli che sono ‘fuori dal coro’ perché il conformismo dell’informazione è un grandissimo nemico della libertà di informazione. Di cure precoci non ha parlato nessuno ma non solo: ci sono state trasmissioni che hanno fatto passare per ‘pezzenti’ i medici che curano i malati di Covid”.
Anche il prof. Alessandro Capucci ha confermato la sistematica “disinformazione” in tema di pandemia, laddove “qualsiasi realtà clinica emersa è stata censurata”, stigmatizzata e negata con la motivazione che non fosse rispondente a certezze scientifiche:
“La medicina e la scienza sono collegate, però la scienza aggiunge dei dati – man mano che proseguono gli studi – all’atteggiamento medico. Se io tratto una malattia, la tratto con quello che conosco in quel momento e, se mi arriva uno studio scientifico dimostrato che aggiunge un nuovo risultato per il trattamento di quella malattia, allora io ne terrò conto, ma io non devo trattare i pazienti solo in base ai lavori scientifici che arrivano ma li devo trattare in base alla loro malattia. La malattia del Cov 2 nasce molto vicina al Sars -Cov1 su cui ci sono studi pubblicati sin dall’anno 2000, che mettono in evidenza tutti gli aspetti che si sono presentati poi nel SarsCov2: l’epidemiologia, i contagi, e si parlava anche della diagnosi col tampone. Oggi, con l’attuale sistema di diagnosi, c’è stata la diagnosi di tanti falsi positivi, perché i test sono stati amplificati rispetto a quelle che invece sono le indicazioni scientifiche. E peraltro non c’è nessuna patologia al mondo la cui diagnosi si basa su un test, perché la diagnosi si fa sui sintomi, sulla storia clinica del paziente a cui può aggiungersi un test. I numeri dei contagi, basati su come sono stati fatti sinora i tamponi, sono sicuramente un artefatto. Tanto che proprio in questi giorni è stato pubblicato un resoconto del “Central for Desease Control and Prevention” (CDC, il centro USA, n.d.r.) che *vuole cambiare i criteri di diagnosi (con i tamponi, n.d.r.)nei vaccinati: sarà fatta con un’amplificazione di 28, quando finora è stata utilizzata una amplificazione di oltre 40. In pratica, questo vuol dire cambiare le carte in tavola senza alcuna spiegazione medica: vaccinati o non vaccinati, in qualsiasi patologia la presenza di una quantità di virus nelle vie respiratorie è comunque possibilità di contagio per gli altri. Quindi, vaccinati o non vaccinati, non fa nessuna differenza. Può essere però utile cambiare le carte in tavola se io voglio dimostrare che ci sono meno contagi, e ciò andrebbe a favore dell’ottica dell’utilità del vaccino”.
Il medico Rosalia Billeci ha spiegato: “Questa malattia si cura. Quello che si è innestato nella mente della gente è che sia una malattia incurabile. È questa è un’idea delirante perché non ha riscontro nella realtà, perché noi curiamo giornalmente i pazienti e guariamo tutti se abbiamo al momento giusto le medicine giuste e questo però non viene rappresentato: per cui, se io dico che il Covid si cura, la gente rimane a bocca aperta chiedendomi con sfida ‘e come si curerebbe, quali sono i farmaci?’ come se fossi una stregona. Ma noi usiamo i farmaci del prontuario e abbiamo scoperto che funzionano e un vaccino sperimentale non potrebbe essere messo in commercio se c’è una cura e se non ci sono i morti, perché i morti ci sono perché non c’è una cura, perché se c’è una cura i morti non ci sono e se non ci sono i morti non c’è bisogno del vaccino sperimentale. Così, obbligando noi medici a vaccinarci, il governo ci sta dicendo “fate da cavia” . Ma perché dovremmo fare da cavia a una malattia che sappiamo che si cura?”.
Anche Mauro Rango, fondatore della ippocrateorg.org, ha sottolineato: “Noi abbiamo contatti diretti e dati che arrivano dall’estero e dunque abbiamo informazioni dirette che non arrivano da giornali e siti internet. Quello che stanno facendo Mario Giordano e Angela Camuso è l’unico esempio al mondo di giornalismo vero su questo tema. Se si guardano i dati di questa cosiddetta pandemia, se essa fosse scoppiata 50 anni fa neanche ne avremmo parlato. Se si vedono i dati, noi di Ippocrate, su 60mila persone curate abbiamo avuto solo 7 morti, e queste sette persone sono persone che sono arrivate al centro di assistenza dopo 6 giorni dai sintomi. Tutti coloro che hanno chiesto assistenza entro i 6 giorni dai sintomi sono tutti vivi. Ma perché stanno vietando in Europa il commercio dell’Ivermectina, quando l’Ivermectina è incredibilmente efficace in prima e anche seconda fase avanzata del Covid ed è 10 volte più potente dell’idrossicolorochina? Con l’Ivermectina in tre giorni si sconfigge il virus e l’hanno vietata!! Perché? Perché non si fanno inchieste su questo?”.
Mauro Rango ha poi rilanciato l’appello che ippocrateorg.org ha fatto a tutti i medici e sanitari affinché si uniscano a una “moratoria internazionale contro il vaccino ai bambini”: “Questo vaccino genico sui bambini è una follia, perché i bambini non si ammalano quasi mai di Covid e quando si ammalano guariscono rapidamente e in fretta e non c’è alcuna evidenza, anzi i dati ci dicono il contrario che i bambini siano causa significativa della diffusione del virus”.
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