OCCIDENTE MALATO
Vaccinismo di massa, mistica ideologica da stato etico
Per alcune élites occidentali - espressione di popolazioni anziane e impaurite, spogliate da ogni senso del trascendente - il vaccino universale è diventato un feticcio e un'ossessione, una terra promessa da raggiungere ad ogni costo. Anche, e soprattutto, a costo di sopprimere le libertà individuali. La propaganda martellante in favore della vaccinazione anti-Covid totale presenta uno slancio pesudo-religioso, mistico, in cui i sieri, lungi dall'essere uno strumento tra gli altri della medicina, vengono magnificati come una vera e propria catarsi, una grazia miracolosa attraverso la quale la società potrà voltare pagina e ripartire da capo, lasciandosi alle spalle ogni preoccupazione.
Sulla facciata della sede della Regione Liguria da qualche giorno campeggia uno striscione con la scritta “Più vaccinati, più liberi”. E' lo slogan della campagna lanciata dal governatore Giovanni Toti per promuovere la vaccinazione anti-Covid di massa della popolazione, ed in particolare di quella più giovane.
Si tratta di una frase emblematica dell'idea veicolata con sempre maggiore frequenza e insistenza dalla classe politica e dai maggiori media italiani: soltanto vaccinandoci tutti riavremo tutte le nostre libertà fondamentali. Quelle libertà che ci sono state sottratte da più di un anno, per esserci restituite parzialmente, provvisoriamente, a rate: sempre sotto la spada di Damocle di un possibile ritorno indietro, e di un giudizio morale severo – da parte di una autonominata élite scientifica e morale - nei confronti di quanti intendessero decidere autonomamente, in piena personale responsabilità, come gestire la propria vita e il rischio per la propria salute. Un giudizio condensato nel mantra, più volte ripetuto da esponenti del governo e da “esperti” ufficiali ad ogni riapertura, “Che non sia un 'liberi tutti'”. Ed espresso icasticamente da ultimo dal giornalista Beppe Severgnini sul “Corriere della Sera” con l'esortazione “Meritiamoci la libertà”.
Ora, secondo il governatore Toti “l’applicazione concreta di quegli articoli della Costituzione che riguardano la libertà, di movimento, di impresa, di tornare a lavorare” dipende dalla campagna vaccinale. E a detta dell'infettivologo-star Matteo Bassetti, consulente sanitario della Regione Liguria, la patente di dignità morale dei cittadini e il lasciapassare per usufruire dei diritti civili consistono in primo luogo nella decisione di farsi somministrare il vaccino, indipendentemente dal fatto che ciò non sia obbligatorio e a prescindere dalla fascia di età e dai fattori di rischio legati al virus: “la libertà di tutti è direttamente proporzionale al numero di vaccini fatti” e “nessuno deve sentirsi libero di potersi non vaccinare”.
Sono affermazioni molto inquietanti e gravi, in particolar modo se pronunciate da chi, come Toti, si dichiara liberale. Non si accorge il governatore ligure di quanto lo slogan “Più vaccinati più liberi” ricordi sinistramente – pur nelle ovvie enormi differenze - la scritta “il lavoro rende liberi” affissa sul cancello dei lager nazisti? Non si rende conto di quanto una concezione del genere di libertà “condizionata” sia incompatibile con i princìpi della nostra Costituzione?
Purtroppo, però, dobbiamo constatare che quelle argomentazioni esprimono un sentimento molto diffuso e trasversale nella classe politica e dirigente italiana, emerso clamorosamente con il coronavirus: la confusione profonda tra una democrazia liberale e uno Stato etico, che porta a subordinare totalmente l'esercizio della responsabilità individuale all'allineamento forzato ad un presunto “bene comune” deciso dall'alto, e ad esprimere quindi fastidio e disprezzo nei confronti di chiunque pretenda il rispetto per scelte diverse da quelle raccomandate dalla “narrazione” ufficiale. Un messaggio che nei confronti delle generazioni più giovani – quelle per cui il Covid configurqa un rischio praticamente inesistente – prende i toni di un ricatto psicologico utilitaristico tanto ridicolo quanto moralmente riprovevole: vaccinatevi, così potrete andare in vacanza, a ballare, a divertirvi...
Si deve a tale concezione - in profonda continuità con le peggiori ideologie liberticide novecentesche e nutrita da un'interpretazione scorretta ed equivoca dell'articolo 32 della Carta come obbligo di sacrificare la propria libertà alla salute collettiva - il fatto che tutta l'irrituale normativa di restrizioni ai diritti civili fondamentali nota come “lockdown” abbia potuto essere considerata da tanti esponenti di quella classe politica e dirigente come compatibile con la Costituzione e le procedure della democrazia. Ora il “vaccinismo” che trasforma in ideologia e obbligo l'assunzione indiscriminata di rimedi ancora in fase sperimentale - senza tenere in alcun conto i dubbi su effetti collaterali (molto maggiori di quelli del virus almeno fino ai 50 anni di età) e copertura effettiva dei sieri - si pone in diretta continuità con il “lockdownismo” imperante nei mesi scorsi, prendendone il testimone e assumendo i suoi medesimi toni moralistici e autoritari.
Ma la propaganda martellante in favore della vaccinazione anti-Covid totale presenta un elemento ulteriore: si nota in essa uno slancio pesudo-religioso, mistico. In essa i sieri, lungi dall'essere uno strumento tra gli altri della medicina, vengono magnificati come una vera e propria catarsi, una grazia miracolosa attraverso la quale la società potrà voltare pagina e ripartire da capo, lasciandosi alle spalle ogni preoccupazione. La spinta a vaccinare anche tutte le componenti della società per cui il Covid non rappresenterebbe un pericolo vuole giustificarsi con l'aspirazione redentrice a cancellare totalmente il virus: nei confini nazionali ma, in prospettiva, su tutto il pianeta.
Si tratta di un'aspirazione totalmente irrealistica, utopistica, e dunque pericolosa come tutte le utopie. Infatti, come è noto, i vaccini esistenti non assicurano dal rischio di contrarre la malattia e di contagiarla ad altri, e non è possibile affermare con certezza la durata della loro immunizzazione, né l'entità della loro efficacia rispetto alle innumerevoli varianti continuamente prodotte da virus para-influenzali come quello in questione. Infine, in gran parte del mondo – con l'eccezione dell'Europa occidentale e di parte degli Stati americani - l'idea della vaccinazione universale sembra essere lontanissma sia dai progetti dei governi che dal sentire diffuso delle società, e le percentuali di inoculati appaiono destinate a rimanere piuttosto basse, checché ne pensino Mario Draghi o Boris Johnson con le loro invocazioni a “vaccinare il mondo”.
Per quattro quinti della popolazione normale il Covid rimane un problema sanitario da affrontare pragmaticamente, non un'apocalisse. Solo per alcune élites occidentali - espressione di popolazioni anziane e impaurite, spogliate da ogni senso del trascendente – il vaccino universale è diventato un feticcio e un'ossessione, una terra promessa da raggiungere ad ogni costo. Anche, e soprattutto, a costo di sopprimere le libertà individuali.
Eugenio Capozzi
https://lanuovabq.it/it/vaccinismo-di-massa-mistica-ideologica-da-stato-etico
di Sabino Paciolla
Il prof. Bellavite, specialista in ematologia, Master in Biotecnologie dalla Cranfield University, diploma di perfezionamento in Statistica Sanitaria ed Epidemiologia, già professore di patologia generale all’Università di Verona, in pensione dal 2017, dopo aver partecipato alla trasmissione di Floris, “diMartedì”, con a tema i vaccini anti covid, ed aver espresso la sua pacata opinione in merito in appena qualche minuto, è stato ostracizzato dalla sua università, la quale ha preso prima ufficialmente le distanze dalle sue parole, gli ha tolto poi l’uso della mail istituzionale, e gli ha revocato infine l’incarico di “cultore della materia”, di fatto allontanandolo dal dipartimento di medicina che aveva contribuito a fondare. Ricordiamo che il prof. Bellavite, nonostante fosse in pensione dal 2017, ha continuato a collaborare con l’università ed a fare ricerche e pubblicare articoli anche su riviste di livello internazionale.
Come si può vedere, quello accaduto al prof. Bellavite è un episodio certamente non edificante per l’università di Verona in quanto una università, per sua stessa natura, si nutre del confronto leale delle idee, dovrebbe avere nel suo dna l’aspirazione alla verità che, per forza di cose, nasce nel dibattito tra posizioni, anche opposte, che costruttivamente cercano di andare al fondo della realtà e, in ultima analisi, al mistero della vita. Allontanare una voce non allineata al mainstream è sicuramente segno di una terribile omologazione culturale, e sicuramente un aspetto tenebroso della questione, un episodio che non avremmo mai voluto vedere da nessuna parte, men che meno in Italia. Un atto, quello dell’università di Verona, che non aiuta il dibattito, non aiuta la scienza, non sollecita le voci originali, tacita i dubbi, intimorisce i più, fa strame della Costituzione italiana che all’articolo 33, comma 1, afferma: «L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento».
Il prof. Bellavite, visto che nella trasmissione “diMartedì” ha parlato solo per qualche minuto e non ha avuto neanche il diritto di replica (come a quanro pare era stato concordaro), è stato intervistato dal giornalista di ByoBlu. E’ dunque interessante ascoltarlo, sentire una voce che si è cercato di mettere a tacere, ed è per questo che rilanciamo il video che trovate qui sotto. Vi invito a vederlo perché significativo.
clicca qui per vedere il video
In tale video il docente ha anche detto che in merito alla vaccinazione anti covid viene data poca o nulla copertura da parte dei grandi media nazionali agli eventi avversi che sono anche molto numerosi e significativi, addirittura anche 100 volte quelli legati ai comuni vaccini come l’influenza. Inoltre, Bellavite dice che tali eventi sono anche sottostimati. Per tale motivo riportiamo il numero degli eventi avversi causati dai vaccini anti covid, in particolare di quelli segnalati come gravi. I dati provengono dalla banca dati EudraVigilance, che fa riferimento all’EMA, l’ente europeo per l’autorizzazione commerciale dei farmaci.
Tale banca, almeno a noi esterni, non permette di conteggiare anche i decessi che si sono verificati temporalmente dopo l’inoculazione del siero. Tali decessi sono nell’ordine di alcune migliaia. E’ facile dedurlo in quanto sono sicuramente un multiplo di quelli avvenuti nel Regno Unito (popolazione vaccinata europea su quella vaccinata del Regno Unito), che non è ricompresa nella EudraVigilance, in quanto ha una banca dati propria. I decessi segnalati nel Regno Unito, a differenza di quanto avviene con EudraVigilance, sono di dominio pubblico, e ammontano al 28 maggio 2021 a 1.253 di cui (831 per Astrazeneca, 396 per Pfizer, 4 per Moderna, 22 per altra marca).
E’ possibile che una parte dei decessi si sarebbe comunque verificata per altre cause diverse dal vaccino. Comunque, il fatto che le autorità abbiano dato le direttive per la raccolta di queste segnalazione, che ricordiamo sono segnalazioni volontarie, e quindi potenzialmente sottostimate, è perché serve a determinare e valutare una prima misura di sicurezza dei vaccini, la quale sarà probabilmente certificata a partire solo dal 2024.
Ma cosa si intende per evento avverso grave?
La vigente normativa richiede di porre particolare attenzione a definire la gravità della reazione segnalata in quanto, a seconda della gravità, cambia la tempistica di trasmissione elettronica delle schede alla banca dati Eudravigilance (EV).
Una reazione è definita grave quando:
E’ fatale
Ha provocato o prolungato l’ospedalizzazione
Ha provocato invalidità grave o permanente
Ha messo in pericolo la vita del paziente
Ha causato anomalie congenite e/o difetti alla nascita.
Diamo ora i dati vaccino per vaccino (nel link qui sopra li trovate in basso alla voce COVID, basta poi scorrere le varie tabelle).
VACCINO ASTRAZENECA: eventi avversi totali 264.549 di cui gravi 142.814
VACCINO PFIZER: eventi avversi totali 212.053 di cui gravi 78.799
VACCINO MODERNA: eventi avversi totali 40.712 di cui gravi 20.939
VACCINO JANSSEN: eventi avversi totali 8.593 di cui gravi 2.944.
Ricordiamo infine che il rapporto dell’AIFA, l’ente italiano per l’autorizzazione dei farmaci italiani, sulla vaccinazione anti covid al 26 aprile scorso riportava un numero totali di decessi pari a 233 (vedi a pag. 19)
Giovani Cavie - Dietro il sipario - Talk show
I CARDIOLOGI TEDESCHI E INNUMEREVOLI ALTRI (VERI) RICERCATORI DIMOSTRANO LA DANNOSITÀ DELLE MASCHERINE.
Il dottor Donzelli, Medico, specialista in Igiene e Medicina preventiva, esperto di sanità pubblica, già membro del Consiglio Superiore di Sanità, spiega che la mascherina può trasformare un asintomatico in un sintomatico, o far aggravare un paucisintomatico fino a portarlo a essere un malato vero.
In un interessante video che sta diventando virale, il dottor Alberto Donzelli fa il punto sul rapporto danno/benefici delle mascherine, che, dichiarate inutili a febbraio, sono ora obbligatorie, anche all’aperto. Può essere una situazione di buon senso tenere le mascherine al chiuso: il virus in questione come tutti i virus influenzali si trasmette al chiuso, non all’aperto. Occorre anche ricordare che per poter avere una trasmissione del virus occorre un contatto continuativo, non basta essere passati vicino a un altro, perché in questo caso la carica virale non sarebbe sufficiente. Ora il governo ha reso obbligatorie le mascherine anche all’aria aperta, dove il virus in questione, come qualsiasi virus influenzali, si trasmette con grandissima difficoltà, per non dire mai.
Un provvedimento di sanità pubblica per poter essere reso obbligatorio deve rispondere a due requisiti: primo, deve essere dimostrata la sua utilità, deve essere efficace; secondo, deve essere dimostrata la sua mancanza di rischi o, nel caso i rischi ci siano, deve essere dimostrato che questi siano nettamente meno importanti dei benefici. Dove non ci siano prove certe occorrono ragionamenti logici che spieghino il senso dell’obbligo imposto a un popolo, a una nazione.
I rappresentanti del cosiddetto comitato cosiddetto scientifico, Villani, Ranieri Guerra, hanno spiegato che forse la mascherina portata all’aperto non serve, o comunque non siamo certi che serva, ma è un segnale, quindi un “simbolo”. Simbolo di che cosa? Del fatto che ci sta a cuore la salute degli ammalati di covid al punto tale che nel dubbio vediamo obbligatoria anche una cosa che probabilmente non serve, ma non si sa mai? Oppure un segnale di sottomissione? La paura permette di governare le menti deboli, la polizia e l’esercito portati in strada per controllare che le mascherine siano usate, domineranno le menti forti.
Qualche virologo ci dice che la mascherina riduce la carica virale e quindi aiuta. Esistano degli studi seri che dimostrino questo empiricamente?
Non c’è nessuna lavoro serio che dimostri con certezza l’efficacia delle mascherine. Allo stato non ci sono prove certe che la mascherina riduca la trasmissibilità del virus influenzale. Gli studi per essere considerati di qualità devono essere randomizzati, controllati e pragmatici, così che i due gruppi paragonati siano parificati per tutte le condizioni. Il gruppo sperimentale indossa la mascherina e il gruppo di controllo no. Questi studi arrivano alla conclusione che non c’è differenza tra l’indossare le mascherine chirurgiche rispetto al non indossarle per l’influenza e le sindromi influenzali in genere.
L’efficacia quindi non è dimostrata con certezza. Possiamo assumere il criterio di prudenza di portarle al chiuso dove non ci si possa distanziare, sull’autobus, ma solo lì, perché i rischi da mascherina ci sono e sono importanti.
Un gruppo di cardiologi tedeschi ha preso sanitari in ottima salute, spesso atleti, di 38 anni di media, e li ha divisi in tre gruppi: a un gruppo è stato chiesto di indossare mascherine chirurgiche, a un altro mascherine con filtro, il terzo è rimasto senza mascherine. La funzione cardiaca è stata misurata in condizioni normali e sotto sforzo. I soggetti con mascherina, hanno avuto un indiscutibile peggioramento della condizione cardiorespiratoria più grave con le mascherine col filtro, importante però anche con la mascherina chirurgica. Il cuore ha dovuto lavorare di più, ed è aumentata la pressione transmurale. I cardiologi segnalano che le condizioni sono state innocue in soggetti sani, ma potrebbero essere non reversibili in soggetti anziani, cardiopatici e obesi. Un anziano con i sacchetti della spesa è sotto sforzo. Sta facendo uno sforzo massimale comeun maratoneta.
Abbiamo uno studio pragmatico che valuta il l’efficacia delle mascherine chirurgiche all’aperto, fatto in Australia. In termini di efficacia la mascherina portata all’aperto non solo non ha mostrato nessun vantaggio sulle malattie virali ma addirittura ha apportato un peggioramento.
Il 7 giugno di quest’anno le indicazione delle OMS elencano anche danni e svantaggi legati alla presenza di mascherine, autocontaminazione, la mascherina toccata con le mani che poi toccano gli occhi , eccetera, dermatiti cutanee, rischio di trasmissione agli occhi, ma manca il più grave. L’uso della mascherina favorisce le virosi respiratorie, incluso il covid 19.
Il Ministero della Salute ha riempito il mondo di immagini che spiegano come la mascherina blocca fino al 95% delle nostre emissioni. Quindi se siamo a 50 cm da un’altra persona le nostre emissioni non le arriveranno in faccia. La mascherina è utile se siamo in sala operatoria, al di sopra di un paziente che stiamo operando, o a 50 cm da un’altra persona, per esempio sul tram.
Le emissioni dove vanno? Restano all’interno della mascherina, inumidendola e creando un ambiente favorevole allo sviluppo di microbi e soprattutto, ed è questo che l’OMS non ha detto, i virus vengono poi inalati nuovamente dal portatore di mascherina. La persona quindi si fa da sola i cicli di amplificazione dei virus, se continua a tenere la mascherina che scherma l’espirazione. Può essere forse sensato che una persona porti la mascherina al chiuso, nell’ipotesi non confermata ma non del tutto esclusa che un asintomatico possa contagiare, ma è criminale farla tenere all’aperto e per lunghi periodi. Il portatore di mascherina spinge contro la mascherina i virus che si trovano nella parte alta delle vie aeree, dove ci sono formidabili difese che li tengono a bada, e inalandoli li spinge negli alveoli dove non dovrebbero arrivare. Perché, ripeto, nelle vie aeree superiori ci sono difese formidabili che non ci sono in basso. Nel momento in cui le difese adattative, che impiegano circa 15 giorni a formarsi, arrivano fino agli alveoli e li troveranno pieni di virus, scatenano una tempesta infiammatoria nei polmoni. Nel momento in cui noi imponiamo a un asintomatico una barriera all’espirazione, noi rischiamo di trasformarlo in un sintomatico e di conseguenza il portatore sano di covid diventa un malato di covid e così finalmente si possono riempire quelle rianimazioni che ora sono vuote, e da vuote non permettono la sospensione delle libertà più elementari.
Uno studio statunitense conferma quello australiano
https://thefederalist.com/2020/10/12/cdc-study-finds-overwhelming-majority-of-people-getting-coronavirus-wore-masks/
Un popolo che rinuncia alla libertà nel terrore della malattia, perderà la libertà e avrà anche la malattia.
Una delle frasi idiote che sta circolando è “se vi foste ribellati a mafia e corruzione come vi ribellate alla mascherina, saremmo un paese migliore”. L’ obbligo della mascherina che dobbiamo portare perché sono stati promessi al contruttore almeno 20 milioni al giorno, e che dobbiamo portare anche se ci fa ammalare, è mafia e corruzione.
1 Greenhalgh T, Schmid MB, Czypionka T, et al. Face masks for the public during the covid-19 crisis. BMJ 2020;:m1435. doi:10.1136/bmj.m1435
2 Vu YA, London WM, Vu YA, et al. Precautionary Principle. 2013;:9780199756797–0046. doi:10.1093/obo/9780199756797-0046
3 Advice on the use of masks in the community, during home care and in healthcare settings in the context of the novel coronavirus (COVID-19) outbreak. (2019-ncov)-outbreak (accessed 18 Apr 2020).
4 Desai AN, Aronoff DM. Masks and Coronavirus Disease 2019 (COVID-19). JAMA Published Online First: 17 April 2020. doi:10.1001/jama.2020.6437
5 Kyung SY, Kim Y, Hwang H, et al. Risks of N95 Face Mask Use in Subjects With COPD. Respir Care 2020;:respcare.06713. doi:10.4187/respcare.06713
6 Chen Y, Zhou Z, Min W. Mitochondria, Oxidative Stress and Innate Immunity. Front Physiol 2018;9:1487. doi:10.3389/fphys.2018.01487
7 Potts M, Prata N, Walsh J, et al. Parachute approach to evidence based medicine. BMJ 2006;333:701–3. doi:10.1136/bmj.333.7570.701
i cardiologi tedeschi sono qui
Clinical Research in Cardiology (2020) 109:1522–1530
Potete forse portare le mascherine solo in luoghi chiusi e affollati e se avete in raffreddore, così non sputerete addosso agli altri i virus se starnutite (questa dovrebbe essere l’unica indicazione), ma portate mascherine di tela semplice, lavabili e stirabili (
il ferro da stiro sterilizza) e che non blocchino la vostra respirazione. Qualsiasi tipo di mascherina di quelle più performanti, anche la più banale, causa una maggiore presenza di co2 nell’aria inspirata.
L’impiego delle mascherine comporta, secondo Khodarahmi & Coll.
un aumento della frequenza cardiaca, probabilmente correlato all’iperventilazione docuta alla respirazione di CO2 con conseguente sovraccarico per il sistema cardiovascolare
L’aria espirata è vapore a 36°C che se trattenuto dalla mascherina, la trasforma in un incubatrice di germi. la mascherina, trattenendo le goccioline, può imbrigliare, tra le sue maglie, il virus. Una persona infetta se esposta di nuovo al virus ha sviluppato sintomi naggiori. Studi mirati a valutare l’utilità delle mascherine tra gli operatori sanitari, dimostrano come questi dispositivi aumentino il rischio di auto-contaminazione. In particolare, Chughtai & Coll.
notano come l’accumularsi di germi patogeni, sulla superficie esterna delle mascherine, usate da operatori sanitari, possa aumentare in modo significativo, il rischio di auto-contaminazione, soprattutto quando l’uso della mascherina si prolunga per tempi che vanno oltre le 6 ore.
Se è corretto che perché il sistema immunitario funzioni è importante l’esposizioni a germi e batteri, noi non dobbiamo vivere in camere sterili, il nostro sistema immunitario deve restare in allenamento, altrettanto vero è che la mascherina come già è stato dimostrato presenta rischi di autocontaminazione,
Chughtai & Coll. peraltro avevano già dimostrato come la mascherina non blocchi virus in aerosol, ma blocchi quello in goccioline, per cui consiglio la mascherina nei posti chiusi con altre persone. L’igiene della mascherina deve essere assoluta. Utilizzate mascherine lavabili, lavatele correttamente, oppure cambiatele spesso, anche più volte in una giornata se le usate continuatuivamente, non più di sei ore.
Far portare la mascherina in luoghi aperti è sbagliato.
Anzi è peggio che sbagliato.
E’ un arbitrio che sta assoggettando un popolo a eseguire ordini ingiustificati se non dannosi e a rinunciare alle sue libertà più elementari. E’ il simbolo di un imbavagliamento.
Chiunque abbia subito una multa per non aver avuto la mascherina soprattutto all’aria aperta, stampi questo articolo e con questo accompagni il ricorso.
BY
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