Il Papa emerito Benedetto XVI ha espresso preoccupazione per la mancanza di fede nelle istituzioni della Chiesa in Germania.
Ne parla un articolo del Catholic News Agency che vi propongo nella mia traduzione.
Il Papa emerito Benedetto XVI ha espresso preoccupazione per la mancanza di fede nelle istituzioni della Chiesa in Germania.
Il papa che si è ritirato ha fatto i commenti in una conversazione scritta nel numero di agosto della rivista tedesca Herder Korrespondenz, che segna il 70° anniversario della sua ordinazione sacerdotale, ha riferito CNA Deutsch, il partner di CNA per le notizie in lingua tedesca.
“Nelle istituzioni della Chiesa – ospedali, scuole, Caritas – molte persone partecipano in posizioni decisive che non condividono la missione interna della Chiesa e quindi in molti casi oscurano la testimonianza di questa istituzione”, ha detto.
In uno scambio con Tobias Winstel, il 94enne ha riflettuto sul concetto di “Amtskirche”, un termine tedesco che può essere tradotto come “Chiesa istituzionale” ed è usato per riferirsi al gran numero di strutture e istituzioni finanziate dalla Chiesa in Germania.
Ha scritto: “La parola ‘Amtskirche’ è stata coniata per esprimere il contrasto tra ciò che è ufficialmente richiesto e ciò in cui si crede personalmente. La parola ‘Amtskirche’ insinua una contraddizione interna tra ciò che la fede effettivamente richiede e significa e la sua spersonalizzazione”.
Ha suggerito che molti testi emessi dalla Chiesa tedesca sono stati elaborati da persone per le quali la fede era in gran parte istituzionale.
“In questo senso, devo ammettere che per una gran parte dei testi istituzionali della Chiesa in Germania, la parola ‘Amtskirche’ è effettivamente applicabile”, ha commentato.
Ha proseguito: “Finché nei testi istituzionali della Chiesa parlerà solo l’ufficio, ma non il cuore e lo spirito, così continuerà l’esodo dal mondo della fede”.
Benedetto, che era prefetto della Congregazione vaticana per la dottrina della fede prima di essere eletto papa, ha detto: “Ecco perché mi sembrava importante allora, come adesso, togliere la persona dalla copertura dell’ufficio e aspettarsi una vera testimonianza personale di fede dai portavoce della Chiesa”.
Nella conversazione, Benedetto ha anche discusso una questione che aveva evidenziato nel 2011, durante il suo ultimo viaggio in Germania prima delle sue dimissioni da papa nel 2013.
In un discorso a Friburgo, una città universitaria nel sud-ovest della Germania, ha implicitamente criticato aspetti della Chiesa tedesca, riferendosi a una tendenza a dare “più peso all’organizzazione e all’istituzionalizzazione” che alla “vocazione e all’apertura verso Dio” della Chiesa.
Benedetto ha chiesto nel discorso una “Chiesa che si distacca dalla mondanità”, usando la frase tedesca “entweltlichte Kirche”.
L’ex papa ha detto a Herder Korrespondenz che ora sente che il termine è inadeguato.
“La parola ‘Entweltlichung’ [‘distacco dalla mondanità’] indica la parte negativa del movimento di cui mi occupo”, scrisse. “Il positivo non è sufficientemente espresso da essa”.
Piuttosto, ha detto, si tratta di uscire dai vincoli di un tempo particolare “nella libertà della fede”.
Nello scambio scritto, Benedetto ha anche messo in guardia i cattolici contro il pericolo di cercare una “fuga nella pura dottrina”.
Benedetto, che è stato il capo dottrinale del Vaticano dal 1982 al 2005, ha detto che tentare un tale volo è “completamente irrealistico”.
“Una dottrina che esistesse come una riserva naturale separata dal mondo quotidiano della fede e dalle sue necessità sarebbe allo stesso tempo un abbandono della fede stessa”, ha detto.
Nella conversazione, a Benedetto è stato anche chiesto se è stato un buon pastore quando ha servito nella chiesa del Preziosissimo Sangue nel quartiere di Bogenhausen di Monaco dopo la sua ordinazione il 29 giugno 1951.
“Se sono stato un buon sacerdote e pastore, non oso giudicare”, ha risposto, aggiungendo di aver cercato “di essere all’altezza delle esigenze del mio ministero e della mia ordinazione”.
Di Sabino Paciolla
Benedetto XVI Ammonisce la Chiesa in Germania: Fede solo “Ufficiale”.
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Benedetto XVI lancia – in un’intervista al giornale tedesco Herder Korrespondenz – una pesante critica alla Chiesa del suo Paese natale, la Germania, accusandola in pratica di avere solo il nome ufficiale di Chiesa. Vi offriamo la nostra traduzione della presentazione dell’intervista, che sarà pubblicata nei prossimi giorni. Buona lettura.
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Benedetto XVI non è più Papa da otto anni. Ciononostante, continua a parlare della politica della chiesa. Ora manda un chiaro messaggio a importanti funzionari in Germania. I testi ufficiali sono in gran parte scritti da persone “per le quali la fede è solo ufficiale”.
Il papa emerito Benedetto XVI si scaglia contro i funzionari della Chiesa cattolica in Germania. “Finché nei testi ufficiali della Chiesa parlerà solo l’ufficio, ma non il cuore e lo spirito, l’esodo dal mondo della fede continuerà”, scrive nelle risposte alle domande di “Herder Korrespondenz”, che la rivista intende pubblicare nel suo nuovo numero. Si aspetta “una vera testimonianza personale di fede dai portavoce della Chiesa”.
“Nelle istituzioni ecclesiastiche – ospedali, scuole, Caritas – sono coinvolte in posizioni decisive molte persone che non condividono la missione interna della chiesa e quindi spesso oscurano la testimonianza di questa istituzione”, continua a criticare l’ex cardinale Joseph Ratzinger. I testi ufficiali della Chiesa in Germania sono in gran parte scritti da persone “per le quali la fede è solo ufficiale”. “In questo senso, devo ammettere che per una gran parte dei testi ufficiali della chiesa in Germania, la parola chiesa ufficiale è effettivamente applicabile”.
Nel contesto, ha anche preso le distanze dalla scelta delle parole nel suo famoso “Discorso di Friburgo”, in cui aveva chiesto una “de-mondializzazione” della Chiesa cattolica. “Se la parola ‘Entweltlichung’, che proviene dal vocabolario formato da Heidegger, sia stata saggiamente scelta da me come slogan conclusivo a Friburgo, non lo so”, ha scritto.
“Allontanamento dei battezzati”
“La parola Entweltlichung indica la parte negativa del movimento di cui mi occupo, cioè l’uscita dal discorso e dalle costrizioni di un’epoca verso la libertà della fede”, sottolinea Ratzinger. Tuttavia, la parte positiva del movimento da lui invocato non è stata “sufficientemente espressa”.
Nel discorso alla fine della sua visita in Germania nel 2011, Benedetto aveva notato il “crescente allontanamento di parti considerevoli dei battezzati dalla vita della chiesa”. La Chiesa deve quindi “prendere ripetutamente le distanze dal suo ambiente, deve ‘de-mondanizzarsi’, per così dire”. A quel tempo disse: “Per compiere la sua effettiva missione, la Chiesa deve sempre di nuovo fare lo sforzo di staccarsi dalla mondanità del mondo”.
Nell’intervista a “Herder”, Ratzinger sottolinea che “la Chiesa è fatta di grano e pula, pesci buoni e pesci cattivi. Quindi non si tratta di separare i buoni dai cattivi, ma di separare i fedeli dagli infedeli”.
I critici disapprovano ripetutamente le dichiarazioni fatte dal Papa, che si è dimesso nel 2013, sulla politica della chiesa perché temono che possa essere usato dalle forze conservatrici nella Chiesa cattolica come un antipapa a Francesco in carica.
Marco Tosatti
26 Luglio 2021 21 Commenti
Ratzinger rompe il silenzio. L'affondo sulla Chiesa tedesca
Joseph Ratzinger rompe il silenzio con un'intervista in Germania: "Nelle istituzioni ecclesiali – ospedali, scuole, Caritas – molte persone sono coinvolte in posizioni decisive che non supportano la missione della Chiesa"
Il papa emerito Joseph Ratzinger ha rotto di nuovo il silenzio. Benedetto XVI continua a calibrare i suoi interventi ma non tace, come forse più di qualcuno vorrebbe.
Il teologo tedesco ha rilasciato in queste ore un'intervista all'Herder Korrespondenz. Le anticipazioni che sono emerse raccontano di dichiarazioni tagliate per fornire indicazioni a chi, attraverso il Sinodo biennale teutonico, vorrebbe modificare parte dell'assetto dottrinale ed organizzativo della Chiesa cattolica. Ma il ritorno in campo dell'emerito può essere interpretato anche attraverso una chiave più generica. Certo è che quando Benedetto XVI sceglie la Germania per dire la sua, l'obiettivo può riguardare quello che accade in quel particolare contesto ecclesiastico.
Alla sua terra si riferiva del resto Joseph Ratzinger quando, nel maggio del 2020, segnalava tentativi di "silenziare" la sua "voce". La Conferenza episcopale tedesca sembra sempre più distante dal ratzingerismo e dalle sue istanze. Si pensi, a titolo esemplificativo, alle spinte per abolire il celibato sacerdotale, una misura contro cui il papa emerito si è espresso con chiarezza da sempre. Numerose altre battaglie portate avanti da ambienti ecclesiastici della nazione d'origine di Ratzinger contrastano con gli insegnamenti e l'impostazione dottrinale dell'ex pontefice. Ma la Germania è da tempo il teatro di un continuo confronto teologico-dottrinale, con una spiccata propensione all'apertura ed alla "rivoluzione".
Stando a quanto ripercorso da Aci Stampa, Ratzinger, in questa sua ultima intervista, si è raccomandato affinché la Chiesa cattolica si esprima per mezzo del "cuore" e dello "spirito". Questa la premessa. La riflessione centrale riguarda la necessità di "demondizzarsi", ossia l'esigenza di prendere distanze siderali dalla mondanità. "Abbracciare il mondo", al contrario, è il mantra degli ultra-progressisti che animano la dialettica ecclesiologica: un dettaglio che può aiutare a comprendere il senso delle dichiarazioni dell'ex Santo Padre.
L'ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede non ha mai pronunciato parole di fuoco nei confronti del "Concilio biennale" che i presuli tedeschi stanno svolgendo. Anzi, Benedetto XVI aveva già respinto in passato quello che aveva definito "il sospetto che io mi immischi regolarmente in pubblici dibattiti ", parlando di una "una distorsione maligna della realtà" . Tuttavia, nelle uscite pubbliche dell'ecclesiastico che si è dimesso dal soglio di Pietro, potrebbe essere percepita più di qualche preoccupazione per l'esito di quel cammino sinodale. Benedetto XVI ha poi dichiarato che "la dottrina deve svilupparsi dentro e fuori dalla fede, non starle accanto". Un'affermazione che può voler dire che il dibattito dottrinale non può ridursi a mero confronto culturale.
La critica più decisa, se c'è, è quella in cui Ratzinger scrive che "nelle istituzioni ecclesiali – ospedali, scuole, Caritas – molte persone sono coinvolte in posizioni decisive che non supportano la missione della Chiesa e quindi spesso oscurano la testimonianza di questa istituzione". Un richiamo formale alla laicizzazione della gestione ecclesiastica, che è un altro punto del programma analizzato dal "Concilio interno" della Chiesa tedesca. Benedetto XVI ha poi posto accenti sulla "fede solo ufficiale" di coloro che hanno facoltà di scrivere i "testi ufficiali" in Germania. E questo può essere un richiamo mosso nei confronti del relativismo, che avrebbe attecchito anche dove dovrebbe essere combattuto.
Un altro intervento inaspettato del papa emerito, dunque, mentre il tempo che separa il Sinodo Biennale dalla fine dei lavori, dunque dal raffronto che i vescovi tedeschi avranno con papa Francesco, scorre.
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