ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 31 luglio 2021

Il tempo del combattimento

 “Potete prendere il mio corpo, non la mia anima”

Cari amici di Duc in altum, il Sodalitium Equitum Deiparae Miseris Succurrentis mi ha inviato il contributo che qui vi propongo.

***

Il tempo del combattimento

Ci accusarono di difendere posizioni perdute, rispondemmo che non era un motivo sufficiente per noi per abbandonarle

Ernst von Salomon

Seppur nella loro drammatica, immediata incidenza, consideriamo essere soltanto mere “tappe” intermedie, lungo l’ancora in itinere programma della metastorica Sovversione anticristica (o del Great Reset, se vogliamo dirla in termini storici), i due recenti e quasi concomitanti provvedimenti posti in atto con emblematica sintonia:

  1. sul fronte sociale: la coercitiva e scientificamente ingiustificata spinta alla vaccinazione di massa, nonché l’adozione impositiva e discriminante del cosiddetto Green Pass;
  2. su quello ecclesiale: il motu proprio Traditionis custodes, ben noto nei suoi contenuti supportati da motivazioni del tutto pretestuose e, proprio per questo, altamente rivelatrici di un intento ideologico piuttosto che pastorale.

Essi hanno suscitato alcune considerazioni che qui proponiamo, a titolo di testimonianza.

Prima o poi nella vita – e spesso più di una volta – si deve tracciare una “Linea del Piave” ovvero, se l’immagine è più congeniale, un “Vallo di Adriano” o una “difesa di Vienna”; arroccarsi lì e scrivere sulla fascia legata al proprio braccio sinistro, quello cioè più vicino al Cuore (mentre il braccio destro saldamente impugna la Spada): “Anche se tutti, io no. Potete prendere il mio corpo, non la mia anima”.

Migliaia di uomini e donne, in ogni epoca, su un fronte o sull’altro, hanno messo in gioco la propria tranquilla sicurezza, i propri agi, i propri affetti e la vita stessa – spesso perdendola – per i principi, i valori e gli ideali in cui credevano.

A noi cristiani è stato peraltro posto come obiettivo, in quanto precipuo senso della nostra missione e della nostra testimonianza, quello di essere “sale della terra” (Mt 5,13; Mc 9,50; Lc 14,34): immagine che ben esprime il doveroso mantenimento, assoluto e radicale, della nostra fedeltà a Cristo Signore.

Oppure anche noi allora, cattolici in questi tempi escatologici, apparteniamo a quella categoria antropologica che il filosofo, scrittore, poeta e politico Miguel de Unamuno ha definito dell’homo insipidus?

Se la risposta è sì, non dobbiamo far nulla: solo adattarci di volta in volta ai diktat di questo potere sempre meno occulto e sempre più identificabile per il tanfo di zolfo che emana. Un imperium rovesciato, che nella propria luciferina perversione sta realizzando una malata ed invertita sinergia tra un potere temporale tirannico ed un’autorità spirituale divenuta succube – e per questo anche complice – di una cultura totalmente secolarizzata in senso anticristico.

Imperium perverso, dunque, codesto. Vero e proprio biblico Leviathan che si propone come essere la perfetta antitesi di Melkitsedeq: il misterioso Re e Sacerdote, figura di Cristo Signore. Esso, per fini scellerati, si è sostituito all’unico vero e legittimo Sacrum Imperium, scimmiottando malignamente l’Ordine della Società Organica, ossia di quella Societas Christiana che, nella sua forma più perfetta, è stata così magnificamente dipinta da Sua Santità Leone XIII nell’enciclica Immortale Dei: «Vi fu un tempo in cui la filosofia del Vangelo governava la società: […] quando la religione fondata da Gesù Cristo, collocata stabilmente a livello di dignità che le competeva, ovunque prosperava, col favore dei Principi e sotto la legittima tutela dei magistrati; quando Sacerdozio e Impero procedevano concordi e li univa un fausto vincolo di amichevoli e scambievoli servigi. La società trasse da tale ordinamento frutti inimmaginabili».

Ma se la risposta alla suddetta domanda è invece no, dobbiamo allora tracciare, hic et nunc, il nostro “Vallo”, scrivere sul nostro braccio sinistro, proprio lì ove vorrebbero inserire un ago: “Anche se tutti, io no!”.

Vale qui riportare un passo di Isacco di Ninive, laddove insiste su quale sia il senso assoluto della “lotta spirituale”: «Questo mondo è la palestra della lotta e lo stadio della corsa; e questo tempo è il tempo del combattimento. E il luogo del combattimento e il tempo della lotta non sono soggetti a una legge. Ciò significa che il re non ha posto un limite ai suoi lavoratori, finché non sia finita la lotta e non siano tutti radunati nel luogo del Re dei re. Lì sarà esaminato colui che ha perseverato nella battaglia e non ha ricevuto sconfitta, e colui che non ha voltato le spalle. Infatti, quante volte è accaduto che un uomo buono a nulla, che a causa della sua mancanza di esercizio era costantemente battuto e gettato a terra, e che era sempre in uno stato di fragilità, abbia afferrato lo stendardo dell’accampamento dei figli dei valorosi, e il suo nome sia diventato famoso più di quello di coloro che erano stati diligenti, di coloro che si erano distinti, degli abili e degli istruiti, e abbia ricevuto la corona e doni più preziosi di quelli dei suoi compagni».

E chiudiamo con un monito di Dante: «Se mala cupidigia altro vi grida, / uomini siate, e non pecore matte, / sì che ‘l Giudeo di voi tra voi non rida! Non fate com’agnel che lascia il latte / de la sua madre, e semplice e lascivo / seco medesmo a suo piacer combatte!» (Par. V, 79-84).

Sodalitium Equitum Deiparae Miseris Succurrentis

www.reginaequitum.it

reginaequitum@gmail.com

https://www.aldomariavalli.it/2021/07/31/potete-prendere-il-mio-corpo-non-la-mia-anima/

BDV. Il Papa Discrimina: di qua i Vaccinati, di là i No-Vax. Ma Gesù invece…

 

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Benedetta De Vito ci offre questo commento sconsolato sull’approccio della Chiesa, e del Pontefice regnante, alla situazione attuale legata all’emergenza Covid. Buona lettura.

§§§


Quando ancora non squillavano le trombe angeliche allarmate per il caos in cui i nemici del Signore han precipitato il mondo, ho seguito, nello stupendo convento della Maddalena (che proprio oggi si festeggia) un bel convegno su San Camillo de Lellis. Allora, ben lontana dalla Chiesa come ero, pur nel mio cattolicesimo bambino, scoprii, col fiato mozzo, la stupenda figura del Santo della Croce rossa che, a mani nude, in santa umiltà, soccorreva malati e moribondi nella Roma del Cinquecento. Scoprii, come caduta da un pero, che la Croce rossa l’aveva inventata lui e che a lui era intitolato l’Ospedale dove lavorava uno dei miei fratelli.

Tornata a casa, dopo una visita alla bellissima chiesa barocca, scrissi un articolo che è stato pubblicato poi, con mia grande sorpresa, nel giornale dell’Ordine dei Camilliani. Molti anni più tardi, e siamo quasi a oggi, insieme a una cara amica, sono andata a visitare, nel piccolo paese di Capriati a Volturno, il museo iconografico di San Rocco (fortissimamente voluto da Fratel Costantino che guida i devoti del Santo pellegrino), un altro grande santo, francese, che, come San Camillo soccorreva i malati a mani nude, senza gel, senza mascherina ed erano, entrambi, segni grandi di Carità e uomini di Dio.

E oggi, mi chiedo e mi rispondo nel nulla, dove sono gli uomini del Signore che si occupano dei malati, che offrono conforto, l’olio santo, il sostegno spirituale che aiuta a risanare anche il corpo? Mentre questa domanda, che è una sola in un plurale di punti interrogativi, resta appesa al filo della biancheria, svolazzando al caldo tra magliette e  lenzuola bagnate, leggo, sgomenta, che Francesco ha stabilito, durante i suoi viaggi apostolici, che solo chi ha il green pass – cioè il lasciapassare della vergogna, che promuove divisione, odio, rancore e crea l’apartheid nel nostro Paese – potrà entrare in chiesa durante le sue messe. Ma che cosa direbbero San Camillo e San Rocco? E che cosa nostro Signore che ha invitato i suoi apostoli a star dalla parte degli ultimi, dei malati, di chi soffre? A guarirli con l’olio santo. Gesù e i suoi apostoli sono gli unici veri medici!

Ma Bergoglio, inseguendo il mondo in una corsa pazza, a scapicollo, come in un orrendo sabba, che sembra non finire mai, dopo essersi inchinato di fronte a uomini (dei politici per giunta!) e mai davanti al Santissimo, cioè al nostro dolcissimo Gesù sacramentato, dopo aver chiuso le chiese, dopo aver portato in Vaticano un idoletto pagano e fatto un minuto di silenzio nel giorno di Pasqua che è festa di campane a distesa, ora porta, in un bel sacco, il mondo in Vaticano e, ginocchioni, anticipa persino le decisioni dello sciagurato “governo dei migliori” che ci comanda in questa realtà a gambe all’aria!

Il Papa discrimina: di qua i vaccinati, di là i no vax. E i no vax li caccia via,. Non li vuole! Ma questo è semplicemente il contrario di quello che faceva Gesù, il quale abbracciava i peccatori per convertirli, toccava i malati per risanarli! E cacciava invece gli ipocriti e i mercanti del tempio…

La Parola del Signore salva. Non solo. La Parola del Signore guarisce l’anima e io so, perché lo so, che se l’anima guarisce il corpo si risana e tutto, in armonia, conduce all’unione forte con Dio che, da lassù, osserva, corrucciato, che cosa stan combinando i suoi servi infedeli e un giorno, tutti quanti, nudi, senza vere o finte insegne papali, senza scranni né poltrone, si troveranno, soli, davanti alla sua Potenza e dovranno subire il giudizio. Io, intanto, nella mia armatura d’oro, in preghiera perpetua, sono pronta a rinunciare a tutto. Da due mesi, oramai, non guardo più la televisione e il tempo si è dilatato.

M’accorgo che quel tempo trascorso, come trasognata, seduta sul divano, con lo sguardo a tutti quei peccatori in festa, mi succhiava energie e mi rubava minuti e ore della vita che il Signore ci ha donato, riempiendomi di veleno orecchie e cuore. E sia, rinuncerò ai ristoranti, al cinema e a tutto quanto. Vivrò lo stesso, di nulla, e se il Signore lo vorrà andrò da Lui, nelle sue dolci mani. Ma resterò fedele. Sia come sia. Sarò anzi felice perché, nelle privazioni (che poi sono nulla in confronto a ciò che il nostro Gesù ha patito per noi), camminerò più vicina a Lui che sale al Calvario carico della pesante Croce.

Quanto manca, però, un Pontefice che sia vero Pastore, che guidi i passi incerti quando tutt’intorno il buio sembra inghiottire la speranza! Noi, che nel Papa vedevamo un papà buono, non lo abbiamo più. Perché ogni parola sua sconcerta, inquieta, rende tutto come un baluginare di miraggio. E’, non è, potrebbe essere, ma. E la mente mia corre alla finta cupola di Sant’Ignazio, a Roma, affrescata da un altro gesuita, Andrea Pozzo. Se, una volta dentro la gran Chiesa, lo sguardo smarginato si volta all’insù la vede la cupola, che però fuori non c’è.  E’ un gioco, una malia, una prospettiva falsa. Forse Pozzo intendeva dire che, nel mondo quaggiù, ciò che appare non è, ma il concetto, alla maniera gesuitica, può esser rovesciato  e diventar, il contrario, cioè che puoi mostrar ciò che vuoi e farlo diventare verità. La finta cupola di Pozzo è, così, a modo suo un anticipo della televisione, in pieno  Seicento…

Sì manca il Pastore che, con cuore saldo, parola ferma, dolce sentire, accompagni e guidi le sue pecore alla Fonte, regalando la salvezza, la guarigione e la pace del cuore. Manca, ma felici pochi (come il drappello di inglesi guidati da Enrico V che sconfisse i francesi nella battaglia di Agincourt) andiamo avanti, sotto la Croce, sotto il Manto azzurro di Maria che da lassù guida il suo esercito mistico e la Chiesa rinascerà più splendida e verde di prima. In gioia!

Marco Tosatti

31 Luglio 2021 Pubblicato da  6 Commenti

https://www.marcotosatti.com/2021/07/31/bdv-il-papa-discrimina-di-qua-i-vaccinati-di-la-i-no-vax-ma-gesu-invece/

Il Potere, e la Sua Fonte. Una Riflessione del M° Porfiri.

 

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il M° Aurelio Porfiri ci offre questa breve riflessione sul potere e la sua fonte; una riflessione attualissima, visto quanto sta accadendo nel mondo, nella Chiesa e nel nostro Paese. Buona lettura.

 

§§§

La fonte del potere 

Spesso ci troviamo a riflettere sulla fonte del potere, non solo il potere che si vive nella Chiesa, ma anche a quello profano. Nel vangelo di Giovanni (19, 6-8) leggiamo: “Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».

All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: «Di dove sei?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Rispose Gesù: «Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande»”.

Ora, quello che dice Gesù è che nessun potere è assoluto, ma è sempre di forma derivata da un potere più grande, quindi in ultima analisi ogni potere deriva dall’istanza ultima, da Dio.

Ecco che chi esercita un potere non deve farlo per dominare, ma per servire. Nel vangelo di Marco (10, 42-45) leggiamo: “Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.

Cioè esiste un discrimine fra il modo profano di guardare al potere e lo sguardo cristiano. Per quest’ultimo il potere deriva da Dio ed è quindi più una responsabilità che un privilegio. Il pensatore controrivoluzionario Monaldo Leopardi, nel suo Catechismo filosofico diceva: “Distinguete adunque per tutti i casi il potere della sovranità, dal potere o piuttosto dal dovere di eleggere la sovranità, riconoscete che la natura ha costituito i popoli nel debito della sommissione, non già nell’autorità del comando; e concluderete che il potere sovrano non risiede nel popolo, e non può conferirsi dal popolo, ma procede da Dio, e viene conferito da Dio”.

Ora, bisogna intendere che questa sottomissione è legittima se il potere viene in effetti esercitato come derivazione dalla potestà divina e in obbedienza alle sue leggi.

Quando così non è, quando i popoli vengono oppressi per sfoggio del potere assoluto, allora si comprende la ribellione, in quanto non vengono soltanto calpestati i diritti di un popolo ma anche quelli di Dio, detentore in ultima analisi di ogni potere, in cielo e sulla terra.

https://www.marcotosatti.com/2021/07/31/il-potere-e-la-sua-fonte-una-riflessione-del-m-porfiri/

Preternaturale

Video Player

00:00
00:44

APOCALISSE Cap 8 – Quando l’Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio nel cielo per circa mezz’ora. Il secondo Angelo suonò la tromba: qualcosa come una grande montagna, tutta infuocata, fu scagliata nel mare”. Incendio in TURCHIA

Italia:

preternatirale

https://www.maurizioblondet.it/preternaturale/ 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.