Contrordine, la guerra pro o contro la comunione a Biden non c’è. Lo scrivono i vescovi
È bastato che papa Francesco incontrasse in Vaticano il 28 giugno il segretario di Stato americano Antony J. Blinken per riaccendere ancora una volta – e non sarà l’ultima – l’infuocata polemica sul rifiuto o no della comunione eucaristica al presidente Joe Biden e ad altri politici come lui, cattolici e insieme “pro choice”.
La cronologia dell’annosa polemica – risalente addirittura al 2004 – è stata ricapitolata e documentata su Settimo Cielo a fine maggio, poco prima che l’assemblea plenaria dei vescovi degli Stati Uniti si riunisse per deliberare se procedere o no alla stesura di un documento collettivo sul sacramento dell’eucaristia.
I sì all’elaborazione del documento sono stati 168, molti di più dei 55 no. E questo voto è stato letto quasi universalmente come la vittoria di quei vescovi che nel futuro documento, previsto per novembre, vorrebbero far scattare in forma esplicita e ufficiale il rifiuto della comunione a Biden e ad altri politici cattolici abortisti.
In realtà le cose non stanno per niente così. Il 21 giugno, una settimana prima che Blinken incontrasse il papa, il sito ufficiale della conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti ha messo nero su bianco che nel futuro documento non ci sarà affatto quella sanzione disciplinare che tutti quanti sembrano volere o temere. Ma inutilmente, perché la polemica è continuata sui media di tutto il mondo – salve rare eccezioni – come se nulla fosse stato chiarito.
La nota della conferenza episcopale, in forma di domande e risposte, è riprodotta integralmente più sotto.
Ma è utile, prima, precisare alcuni elementi chiave messi in luce dalla nota stessa.
Il primo è che la causa originaria del futuro documento sull’eucaristia non è la sanzione da applicare o no a politici come Biden, ma è l’esigenza ben più sostanziale di “riaccendere la fede eucaristica nel nostro paese”.
Non è infatti un mistero che la fede in questo sacramento, definito dal Concilio Vaticano II “culmine e fonte” della vita cristiana, sia oggi in pericolo, non solo negli Stati Uniti. Cala la frequenza dei fedeli alla messa domenicale ed è meno solida la fede nella reale presenza di Cristo nel pane e nel vino consacrati.
Di qui la volontà della conferenza episcopale di dar vita a un “progetto pluriennale di rinascita eucaristica”, di cui il prossimo documento dovrà fornire la traccia di cammino.
Secondo. È vero che il documento includerà una sezione sulla “responsabilità di ogni cattolico” d’essere coerente “con la verità, bontà e bellezza dell’eucaristia”. Ma anche questa sezione – assicura la nota – non sarà “di natura disciplinare”, né sarà “mirata a qualche individuo o classe di persone”.
Terzo. Non sarà quindi dettata “nessuna linea comune nazionale per negare la comunione ad alcuni politici”, né questa opzione è stata mai messa ai voti.
Quarto. Decidendo la stesura di questo documento sull’eucaristia la conferenza episcopale americana non ha disobbedito a nessun veto della Santa Sede.
E qui il riferimento è alla lettera che il cardinale Luis F. Ladaria, prefetto della congregazione per la dottrina della fede, ha inviato il 7 maggio al presidente della conferenza episcopale americana José H. Gómez, arcivescovo di Los Angeles.
In effetti la lettera – riprodotta integralmente su Settimo Cielo al pari della precedente e analoga nota del cardinale Joseph Ratzinger del 2004 – metteva in guardia i vescovi degli Stati Uniti dal deliberare a livello collettivo un’eventuale rifiuto della comunione eucaristica ai politici cattolici “pro choice”. Ma non escludeva che spettasse ai singoli vescovi un “giudizio prudenziale” in materia, con i rispettivi fedeli.
Potrebbe essere questo il caso, ad esempio, dell’intransigente arcivescovo di San Francesco Salvatore Cordileone, nella cui diocesi risiede la speaker del congresso Nancy Pelosi, cattolica e “pro choice”.
Ma già nel 2004 la disputa si concluse così, con la conferenza episcopale che si limitò a richiamare i cattolici alla coerenza tra vita e fede e lasciò ai singoli vescovi la responsabilità del giudizio pratico sulle persone. Da Roma, Ratzinger approvò in pieno questa scelta.
E anche oggi tutto fa prevedere che la disputa finirà allo stesso modo. Come richiesto da Roma e come la stessa conferenza episcopale degli Stati Uniti ha già assicurato per iscritto, nella nota che segue.
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United States Conference of Catholic Bishops
DOMANDE E RISPOSTE SUL VOTO DEI VESCOVI DEGLI STATI UNITI RIGUARDO ALLA STESURA DI UN DOCUMENTO SUL SIGNIFICATO DELL’EUCARISTIA NELLA VITA DELLA CHIESA
21 giugno 2021
Dopo la conclusione, la scorsa settimana, dell’assemblea plenaria di primavera dei vescovi degli Stati Uniti è stata data molta risonanza al voto adottato per redigere un documento sull'Eucaristia. La domanda se negare o no a individui o gruppi la santa comunione non era in ballottaggio. Il voto dei vescovi della scorsa settimana ha incaricato il comitato sulla dottrina della conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti di procedere alla stesura di un documento magisteriale sull'Eucaristia.
L'Eucaristia è la fonte e il culmine della vita cristiana. L'importanza di coltivare una sempre più profonda comprensione della bellezza e del mistero dell'Eucaristia nelle nostre vite non è un tema nuovo per i vescovi. Il documento in corso di stesura non è pensato per essere di natura disciplinare, né è mirato a qualche individuo o classe di persone. Includerà una sezione sull’insegnamento della Chiesa riguardo alla responsabilità di ogni cattolico, vescovi compresi, di vivere in accordo con la verità, bontà e bellezza dell'Eucaristia che celebriamo.
Di seguito sono riportate alcune delle domande ricorrenti sull'incontro e sull'argomento in questione.
- Perché i vescovi fanno ciò proprio adesso?
Da qualche tempo, una delle principali preoccupazioni dei vescovi è stata il calo di fede e di comprensione dell'Eucaristia tra i fedeli cattolici. Questa era da tempo una preoccupazione talmente profonda che il tema del piano strategico dei vescovi per il 2021-2024 era: “Creato di nuovo dal corpo e sangue di Cristo: fonte della nostra guarigione e speranza”. Questo importante documento sull'Eucaristia servirà come base per il progetto pluriennale di rinascita eucaristica, un grande sforzo nazionale per riaccendere la fede eucaristica nel nostro paese. Era chiaro dall'intensità e dalla passione espresse nei singoli interventi fatti dai vescovi durante l'incontro della scorsa settimana che ogni vescovo ama profondamente l'Eucaristia.
- I vescovi hanno votato sul vietare ad alcuni politici di ricevere la santa comunione?
No, ciò non era materia né di voto né di discussione. I vescovi non hanno preso alcuna decisione sull'esclusione dal ricevere la santa comunione. Ogni cattolico – indipendentemente dal fatto che ricopra o meno cariche pubbliche – è chiamato a una continua conversione, e i vescovi degli Stati Uniti hanno più volte sottolineato l’obbligo di tutti i cattolici di sostenere la vita e la dignità umana e altri principi fondamentali della dottrina morale e sociale cattolica.
- I vescovi sono avviati a deliberare una linea comune nazionale di negazione della comunione ad alcuni politici?
No. Non ci sarà nessuna linea comune nazionale per negare la comunione ad alcuni politici. L'intento è di presentare una chiara comprensione degli insegnamenti della Chiesa per portare una maggiore consapevolezza tra i fedeli su come l'Eucaristia può trasformare le nostre vite e avvicinarci al nostro Creatore e alla vita che Egli vuole per noi.
- Il Vaticano ha detto ai vescovi di non andare avanti nella stesura del documento?
No. La Santa Sede ha incoraggiato i vescovi a impegnarsi nel dialogo e in un'ampia consultazione. L’incontro della scorsa settimana è stata la prima parte di questo processo. È importante notare che la collaborazione e la consultazione tra i vescovi saranno fondamentali nella stesura di questo documento.
Settimo Cielo
di Sandro Magister 06 lug
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