ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 25 luglio 2021

Un gioco da maestro?

Ratzinger, dagli Usa tre obiezioni alla tesi del "Piano B". Rispondiamo punto per punto

Mentre Bergoglio fa piazza pulita del “ceto intellettuale” all’interno della Chiesa decapitando i movimenti ecclesiali più vivaci e procede a quella che a molti appare come una “schedatura del personale” vaticano, abbiamo ricevuto un articolo da un signore americano, Steven O’Reilly, in contestazione della teoria dell’ormai noto Piano B QUI  . Tuttavia, i suoi toni sprezzanti (definisce il nostro lavoro “ridicolo”) non sono molto dialogici e pertanto ci limiteremo a una sola risposta.


Non si può partire dal giudicare i moventi prima di indagare gli indizi

Egli, pur criticando in modo asperrimo Francesco, lo riconosce assolutamente come pontefice.  Legittimo, però, alla base di tutta la sua contestazione, c’è un errore di metodo, perché l’interlocutore non parte da dove siamo partiti noi, ovvero dalla constatazione di alcuni DATI DI FATTO OGGETTIVI QUANTO INSPIEGABILINoi siamo stati “COSTRETTI” DALLA LOGICA a dover configurare l’ipotesi scomodissima e choccante del Piano B che è l’unica a fornire un inquadramento coerente a una serie di fatti che questo signore evita di analizzare in blocco. (Credeteci, avremmo preferito di no, visto che questo “uno contro tutti” è solo fonte di seccature, un vero calice amaro). I principali motivi che hanno portato a questa tesi li abbiamo elencati QUI e infatti hanno sortito solo un silenzio incuriosito da parte di un giornalista del livello di Massimo Franco QUI che, come unica risposta, ci ha invitato a scrivere un libro.

Non è che noi siamo partiti da un obiettivo e poi abbiamo rabberciato una teoria cercando qui e là qualche pezza d’appoggio per “disarcionare” qualcuno, come sostiene il dott. Riccardo Petroni nella sua contestazione-kamikaze QUI . (Tra l’altro, il fatto che Petroninegatore della divinità di Cristo, si sia “massacrato” da solo in quel modo grazie proprio a un antico omaggio del Santo Padre Benedetto XVI è un evento molto suggestivo, che fa pensare).

E’ esattamente il contrario: la teoria del Piano B si è montata da sola mano a mano, in modo organico e ordinato, come avesse vita propria, sulla base di alcuni “mattoni” costituiti da documenti e dati di fatto indagati nel dettaglio.

Invece, il nostro interlocutore americano cosa fa? Parte dalla fine, dicendo: ”come è possibile che Ratzinger abbia voluto fare questo o questo”? E’ come negare che Luigino abbia rubato la marmellata perché “sa che la mamma si arrabbia”. Il problema è che abbiamo sorpreso Luigino in dispensa con le dita sporche di una materia dolce e appiccicosa dal gusto di frutta… E stiamo cercando di capire cosa mai sarà avvenuto....

Non si può escludere che un fatto si sia verificato, a prescindere, giudicando se le eventuali motivazioni del responsabile possano essere più o meno realistiche. Il movente si scopre alla fine. Intanto si indaghi quello che è stato fatto: il cosa, il come e il quando. Poi si scoprirà il perché.

Tuttavia, nel deserto intellettuale in cui il Piano B – per ora, almeno - troneggia senza valide contestazioni, raccogliamo golosamente anche le obiezioni di questo signore.

Obiezione 1: “Se Benedetto XVI intendesse fingere le sue dimissioni, ciò significherebbe che ha permesso a un modernista di essere "apparentemente" eletto papa, nel qual caso questo papa sarebbe certamente un vero antipapa, potenzialmente portando milioni e milioni di cattolici in perdizione attraverso le sue false dottrine . Come potrebbe Benedetto giustificarlo per qualsiasi motivo? Il fine non giustifica i mezzi! Benedetto sarebbe moralmente responsabile per aver permesso ai lupi di devastare le pecore senza la protezione del loro capo pastore qui sulla terra, Benedetto stesso! Una cosa è suggerire che un pastore possa stare in agguato, apparentemente abbandonando le pecore per nascondersi nell'oscurità e tendere un'imboscata a un lupo quando si aggira tra il gregge prima che il lupo attacchi. Tuttavia, è ben altra cosa da suggerire che un buon pastore possa permettere libero sfogo lupo - e poi per otto anni ! Impossibile. Benedetto non è un mostro del genere”.

Risposta 1: A questa affermazione ha già risposto il più noto filosofo italiano, il Prof. Giorgio Agamben citato da Peter Seewald: la vera ragione delle dimissioni di Benedetto è stata la volontà di risvegliare la coscienza escatologica (riguardante i destini ultimi dell'uomo) dei credenti: “Nel piano divino della salvezza, la Chiesa avrebbe anche la funzione di essere insieme «Chiesa di Cristo e Chiesa dell’Anticristo». Le dimissioni sarebbero una prefigurazione della SEPARAZIONE tra «Babilonia» e «Gerusalemme» nella Chiesa. Invece di impegnarsi nella logica del mantenimento del potere, con la sua rinuncia all’incarico Ratzinger ne ha enfatizzato l’autorità spirituale, contribuendo in tal modo al suo rafforzamento”.

A conferma del concetto, nel libro intervista “Ein Leben”, dichiara lo stesso Ratzinger: “La mia intenzione non era semplicemente e primariamente fare pulizia nel piccolo mondo della Curia, bensì nella Chiesa nel suo insieme”.  What else, caro signore?

Nel Piano B, Ratzinger ha scelto una strategia che contempla cedere del terreno all’avversario. Come si può giudicare un generale (che peraltro dovrebbe essere assistito dallo Spirito Santo) che opti per una ritirata strategica dicendo “ma è pazzo quell’uomo a  cedere tanto terreno al nemico?”. Lasciate fare: se è vero il Piano B, esso è progettato per essere una specie di bomba nucleare per il modernismo passato, presente e futuro. La sua durata non dipende da Ratzinger, che ancor oggi continua a inviare input, ma dalla svogliatezza dei cattolici e del clero  che non prendono in esame i fatti misteriosi che sono stati pazientemente illustrati. Certe cose avrebbero potuto essere comprese subito dato che già nel 2013 qualcuno si era accorto che la rinuncia non andava. Ma evidentemente era necessario arrivare alla Pachamama e alla abolizione della messa in latino perché qualcuno cominciasse ad avvitare le prime lampadine. Probabilmente servirà qualche altra tappa del treno modernista, e i cattolici ortodossi dovranno subire qualche altro pizzicotto prima di svegliarsi dall’incubo e provare a cambiare paradigma ponendosi la domanda ferale: “Forse Bergoglio non ha le carte in regola per essere il papa?”.

Inoltre, da un punto di vista teologico, bisogna ricordare che il pontefice non è il “baby sitter dell’umanità”. Ogni uomo ha il libero arbitrio per scegliere la verità a seconda delle contingenze, e Dio riconosce infallibilmente chi, consapevolmente, ha imboccato la via larga, quella del mondo, e chi inconsapevolmente, guidato da cattivi maestri, in buona fede ha preso la strada sbagliata. Dio vede nel cuore dell’uomo e darà a ognuno il suo, secondo una giustizia perfetta.

Peraltro, il nostro interlocutore ha parole durissime per Francesco, lo definisce un lupo divoratore del gregge, e ben difficilmente un vero papa potrebbe essere un lupo per le proprie pecore, poiché questo andrebbe contro le parole di Cristo: “l’inferno non prevarrà”. Quindi o Cristo aveva torto, o l’interlocutore si sta contraddicendo da solo e Bergoglio non è il papa.

Obiezione 2) Se Benedetto XVI avesse voluto fingere le sue dimissioni, sarebbe stato molto presuntuoso da parte sua. Benedetto non avrebbe avuto modo di sapere in anticipo che sarebbe sopravvissuto abbastanza a lungo, data la sua età avanzata, anche per lanciare la sua "trappola" sull'antipapa e sui suoi scagnozzi modernisti . E se fosse morto prima di far scattare la trappola? In tal caso, consegnerebbe il gregge incontrastato al nemico. Sono passati otto lunghi anni e Benedetto diventa sempre più debole fisicamente e mentalmente. Perché ormai non ha fatto scattare la sua trappola?  Non esiste una risposta buona o ragionevole.

Risposta 2) Non c’entra nulla quanto Ratzinger possa restare in vita. Peraltro non sappiamo se alla sua morte non verrà fuori qualche sorpresa, come valvola di sicurezza. Benedetto, secondo il Piano B, ha consegnato alla storia e al diritto canonico una rinuncia invalida che ha SEPARATO PER SEMPRE LE LINEE SUCCESSORIE: una papale la sua, e una antipapale, quella di Bergoglio, come due famiglie, due Dna diversi. Che la vera Chiesa recuperi la sede o debba risorgere nelle catacombe, come profetizzato dallo stesso Ratzinger, ancora non sappiamo.  Il munus petrino, il titolo di papa conferito da Dio, a quanto pare, Benedetto se lo porterà nella tomba (il più tardi possibile, gli auguriamo) e quindi una Chiesa cattolica riorganizzata forse in modo clandestino, come annunciato da diverse profezie, dovrà eleggere autonomamente un nuovo vero papa, successore di Benedetto, (non di Bergoglio) come nei primi tempi del Cristianesimo. Quindi, il suo Piano B è fatto per resistere nei secoli, è progettato per separare il grano dal loglio sulla lunga distanza con un documento che ormai è scolpito nella storia, corredato dai suoi fantastici errori di sintassi.

Obiezione 3Se Benedetto XVI intendeva fingere le sue dimissioni, come poteva davvero aspettarsi che un tale piano funzionasse? Anche se debole al potere, prima del suo apparente annuncio di dimissioni, certamente era più forte in quel momento di quanto lo sia ora, otto anni dopo. Cioè, ha dato al suo successore otto anni per nominare più cardinali - oltre il 50% dell'intero collegio cardinalizio, e più vescovi e arcivescovi, ecc. Inoltre, gli alleati di Benedetto nelle posizioni chiave della curia sono stati gradualmente eliminati (ad es. , Burke, Mueller, Sarah, ecc.). Pertanto, Benedetto si trova oggi in una posizione di potere più debole per lanciare un contrattacco, rispetto a quando si è apparentemente dimesso .

Risposta 3) Per questo ha inserito gli errori di latino nella Declaratio, per tenere desta l’attenzione su quel documento per i secoli a venire. E il suo piano STA FUNZIONANDO, infatti, per quanto con un ritardo di sei anni, qualcuno se n’è accorto e altri hanno divulgato e sviluppato la scoperta, individuando sempre nuovi elementi indiziari, ad esempio QUI  che l’interlocutore non considera minimamente. Benedetto ha consentito che l’antipapa nominasse circa 80 cardinali che rendono invalido il prossimo conclave, per l’appunto: un gioco da maestro. Se Bergoglio non ne avesse nominato nessuno, paradossalmente, il prossimo conclave potrebbe essere valido. Il pensare che il 94enne Benedetto possa tornare a gestire anche il ministerium, ovvero le funzioni pratiche alle quali ha dichiarato di voler rinunciare, è solo una delle opzioni. Nel momento in cui l’alto clero esaminasse la rinuncia, certificasse che è invalida, e Bergoglio fosse messo alla porta, Benedetto potrebbe, o tornare a governare fino alla fine, come fece anche Giovanni Paolo II, o firmare una rinuncia valida, o nominare un vescovo vicario per il ministerium. Il Piano B scatterà più realisticamente dopo la sua morte, (se proprio si vuole, potrebbe essere l’annunciata uscita di scena del Katechon, il trattenitore dell’Anticristo) quando con l’elezione di un nuovo antipapa, la Chiesa modernista prenderà una tale accelerazione verso il burrone che, per forza, alcuni cattolici (quelli interessati a restare tali) si dovranno svegliare. Le prossime tappe saranno con ogni probabilità l’abolizione della Transustanziazione e la creazione di una conferenza interreligiosa internazionale, o qualcosa di simile verso la  religione universale per il nuovo ordine mondiale che Bergoglio si è auspicato apertamente in un’intervista a La Stampa del 15 marzo 2021. E allora molto probabilmente, visto che qui le profezie si avverano una dopo l’altra, giungerà un grande prelato, un uomo di fede, ma soprattutto di carattere e di polso.

Ricordiamo che San Bernardo di Chiaravalle, riuscì a spodestare l’antipapa Vittore IV succeduto nel 1138 all’antipapa Anacleto II dopo ben otto anni di antipapato. Quindi, nihil sub sole novum.

Per ora, dunque, secondo noi,  la teoria del Piano B tiene ancora. Avanti il prossimo.

Andrea Cionci25 luglio 2021


https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/28098801/papa-ratzinger-tre-obiezioni-usa-teoria-piano-b-rispondiamo-punto-per-punto.html

“Il papa è Francesco!” L'autogol clamoroso della “prova inedita e da batticuore” di Riccardo Petroni

Attenzione!  Il dott. Riccardo Petroni,  stimato studioso della figura storica di Gesù Cristo ha pubblicato ieri sul giornale trentino Il Dolomiti un articolo QUI  in cui parla di coloro che “maldestri e sconsiderati starebbero architettando un macabro teatrino per disarcionare Francesco sostenendo che Ratzinger non si è mai dimesso”. Il riferimento - non proprio tenero - è chiaramente rivolto alla nostra inchiesta che dura ormai dal 2019, e a tutti i nostri intervistati.

Così, per cauterizzare queste maldestre vociferazioni, Riccardo Petroni produce quella che definisce una “PROVA INEDITA E INEQUIVOCABILE, DA BATTICUORE” del fatto che Benedetto si è dimesso e Francesco è il papa. Si tratta di una busta da lui ricevuta dalla Segreteria di Stato vaticana, nel 2015, due anni dopo la presunta rinuncia di Ratzinger (che non fu nel 2008, come scrive Lei, dott. Petroni, ma nel 2013).

Così – riferisce - per ringraziarlo del libro ricevuto in dono, il già “papa emerito” Benedetto XVI gli ha inviato … che cosa? La sua medaglia PAPALE LE SUE FOTO IN VESTI DA PAPA REGNANTE, per giunta firmate clamorosamente “BENEDETTO XVI P.P.” ovvero PATER PATRUM, titolo del pontefice regnante, cioè uno di quei titoli ai quali il papa presuntamente emerito non avrebbe più diritto, insieme al privilegio di portare la veste bianca, impartire la benedizione apostolica, vivere in Vaticano etc. come stigmatizzato dallo stesso cardinale Pell. QUI

Un bell’autogol, dato che proprio l’utilizzo del titolo “P.P.” è uno dei cavalli di battaglia portati avanti  da tutti coloro che riconoscono Benedetto XVI unico papa, ai quali Petroni ha appena fornito un altro appiglio, se non da batticuore, senz’altro inedito.

Non si è chiesto, il Dottore, come mai Ratzinger non gli ha inviato una foto da “papa emerito”, con talare bianca senza mozzetta e cingolo, visto che si era nel 2015?

Ma le “prove” addotte dallo scrittore non finiscono qui, anzi, il pezzo forte sarebbe la lettera di accompagnamento firmata da Mons. Wells della Segreteria di Stato in cui si dice “E’ pervenuta al Pontefice Emerito Benedetto XVI la sua cortese lettera”…

Quindi, lui stesso Joseph Ratzinger - arguisce Petroni - si definisce esplicitamente “Papa Emerito”, titolo da lui stesso istituito per distinguersi dal Sommo Pontefice in carica. Ecco che,  essendo certo del fatto che Joseph Ratzinger non menta, come conseguenza di ciò, risulta chiaro che il “vero Papa” è - e rimane - inequivocabilmente Jorge Mario Bergoglio”.

Nonostante il tono un po' offensivo del suo articolo, rispondiamo con simpatia al dott. Petroni che ha avuto – tra i pochi - il coraggio di tentare di entrare nel merito di una questione allo studio da un pezzo, con l’apporto di teologi, canonisti, giuristi, avvocati, professori universitari, vaticanisti… In tale faccenda, però, non ci si improvvisa e un poco di rispetto professionale – e umano, per chi ha molto lavorato, con onestà e attenzione, rimettendoci di persona – non guasterebbe.

Innanzitutto, c’è da sottolineare che, paradossalmente,  il Santo Padre Benedetto non è la persona giusta per fornire un parere sulla validità canonica della propria rinuncia. In via teorica, egli potrebbe essere convinto in buona fede di aver abdicato validamente, con una rinuncia canonicamente invalida e persino viceversa. A stabilire se la rinuncia è valida o meno, dovrebbe essere piuttosto una commissione di cardinali, storici e  canonisti poiché anche l’autorità del papa è sottoposta al Diritto canonico (se non viene preventivamente da lui cambiato).

Non a caso, tutti i maggiori studiosi di diritto canonico, oggi, sostengono che l’istituto del papa emerito non ha giurisprudenza, è praticamente un absurdum e lo stesso Ratzinger si rammaricava di come i cardinali non lo avessero assistito nel mettere a punto questo istituto (un larvato messaggio?). Petroni potrà chiedere informazioni ai professori Fantappié, Margiotta-Broglio, Boni, de Mattei e altri QUI

Infine, la tesi del cosiddetto Piano B  (QUI)   , confermata pochi giorni fa QUI  dal prof. Antonio Sànchez Sàez, ordinario di Diritto presso l’Università di Siviglia, considera che papa Ratzinger abbia escogitato APPOSTA l’espediente del papato emerito canonicamente fasullo proprio per “coprire” il fatto di essere rimasto ancora IL papa.

Benedetto  XVI - scrive Sànchez - ci ha dato un altro indizio diventando "papa emerito", un titolo canonicamente impossibile poiché per essere emerito è necessario aver cessato dall'ufficio per età o per dimissioni accettate... e nessuna di queste due condizioni è soddisfatta nelle dimissioni di un papa (can. 185)”.

Secondo il Piano B, quindi, l’unica cosa che conta è che Ratzinger ha consegnato alla storia e al diritto canonico una rinuncia in cui – c’è poco da fare – formalmente trattiene il munus petrino, cioè il titolo conferito direttamente da Dio. Su quello bisogna discutere, tutto il resto è accessorio e ha, semmai, valore indiziario.

Quindi, il fatto che il monsignore della Segreteria di Stato lo definisca “papa emerito”, come lo stesso Benedetto XVI ha voluto definirsi, rientra pacificamente e a pieno titolo nel discorso del “Piano B” che preghiamo caldamente il dott. Petroni di leggere – e rileggere - con attenzione.

Nel frattempo, per dargli modo di affilare i suoi argomenti, gli sottoponiamo QUI    gli stessi interrogativi che abbiamo posto allo stimato collega Massimo Franco del Corriere della Sera, il quale, oltre ad aver scritto un libro su Francesco, ha anche avuto modo di intervistare per due volte papa Benedetto. E - da notare - Massimo Franco, prudentemente, si è astenuto in toto dal rispondere alle nostre obiezioni su dati di fatto incontestabili e per ora spiegabili solo attraverso il Piano B.

Siamo ottimisti sul fatto che il dott. Petroni possa far di meglio e volentieri aspettiamo il suo prossimo tentativo.  Se ci scriverà con garbo e preparazione nel merito, saremo lieti di pubblicare il suo intervento nell’ottica di uno sforzo comune - non per “disarcionare” chicchessia, dato che non è nostro compito - ma per cercare la VERITA', qualunque essa sia, e informare i lettori. Questo, infatti, dovrebbe essere l’imperativo di tutti i giornalisti.

Andrea Cionci

https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/28088442/su-il-dolomiti-riccardo-petrone-scrittore-produce-prova-inedita-pro-bergoglio-ma-e-un-autogol.html

1 commento:

  1. I miei responsi al signor Cionci.

    https://romalocutaest.com/2021/04/12/benedicts-plan-b-from-outer-space/

    https://romalocutaest.com/2021/08/03/benedicts-plan-b-from-outer-space-the-sequel/

    Mille grazie.

    Steven o'Reilly


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