Le catechesi del guru di Bose
Enzo Bianchi, priore della Comunità interconfessionale di Bose
"Uomini e Profeti" è il titolo di una trasmissione settimanale di RAI-RADIOTRE che si propone di trattare temi di cultura religiosa. Il taglio, come è naturale in una emittente di Stato laico, è dichiaratamente "aconfessionale" e scevro da ogni dogmatismo teologico.
Quale migliore ospite dunque, per impostare una conversazione "non condizionata" e "non canonica" che il grande monaco ecumenico enzo Bianchi?
E di fatti, non poteva essere che così, l'ineffabile priore di Bose risulta ospite pressochè fisso, specialmente la domenica mattina, dalle ore 9,30 alle 10,15, quando la rubrica si dedica in particolare alla lettura della Bibbia.
Chi allora si volesse dilettare nell'ascolto degli sproloqui del Bianchi può benissimo scaricarsi i file sonori in podcast sul fornitissimo sito di RAI-RADIOTRE. Basta digitare su un motore di ricerca "RAI RADIO TRE UOMINI E PROFETI" e tutte le lezioni del grande "guru" ci verranno messe a disposizione in abbondanza.
Il 5 giugno, solo per fare un esempio, nella puntata intitolata "Il mantello di Eliseo" il nostro si preoccupa subito di "demitizzare" i miracoli. Questi, a suo dire, non ci stanno a mostrare "la potenza di Dio, quasi come se i profeti fossero dei maghi". I racconti erano adatti ad una società "incantata", abituata a credere a un costante intervento del soprannaturale. Noi oggi dobbiamo invece per forza leggere questi racconti in modo diverso... come dei segni indicanti un messaggio ulteriore e spirituale". Ovvero: poveri scemi quei creduloni. Meno male che oggi ci sono io che vi dico come stanno realmente le cose!
Del resto, all'inizio della medesima puntata, in fase di presentazione del profeta Elia, già era partita una bordata contro coloro che rievocano la sua figura per scagliarsi contro le altre religioni "cosa questa, a dire il vero, presente anche in alcune letture religiose cristiane".
Ma basta avere un po' di pazienza e di queste "perle" se ne possono trovare a bizzeffe.
Non poteva però mancare l'attacco frontale al prof. Roberto De Mattei. Questo è arrivato, con grande aura di esegesi vetero-testamentaria, nella puntata del 12 giugno.
Il professore ovviamente non viene mai citato per nome... evidentemente sarebbe stato troppo intellettualmente onesto. Bianchi si limita, si fa per dire, a pontificare che, sulla questione dei cosiddetti castighi divini, è di recente intervenuto "un folle" che ha detto "cose indecenti" (minuto 23 circa). A scanso di equivoci la compassata conduttrice gli fa eco citando il terremoto in Giappone e lo tzunami.
E Bianchi incalza subito dopo: "Un Dio che castiga meriterebbe piuttosto di essere negato che non creduto". In realtà Dio è LUI, Enzo Bianchi. Lui sa cosa Dio può fare o non fare.
Ma tutta questa trasmissione del 12 giugno è davvero un delirio. Subito all'inizio il monaco torna sulla questione dei miracoli e, sia pur con le solite formulazioni equivoche, stigmatizza aspramente quei preti che nelle omelie non intervengono a precisare il vero significato di certi racconti:
"Certo Gesù" - afferma - "svolse in qualche modo una attività di taumaturgo o guaritore (sic)... Ma i racconti poi si arricchivano di particolari e sovrastrutture di tipo 'liturgico'" (cosa vuol dire?)
Sappiamo che l'attacco e finanche l'insulto al prof. De Mattei è ormai lo sport preferito di certi "cattolici in piena comunione". Io francamente preferisco rimanere nella mia "non piena comunione" ma dire la Verità.
Per questo ritengo che sia doveroso mobilitarsi per difendere il coraggio e la cristallina chiarezza di Roberto De Mattei. Le parole del Bianchi infatti sono dei veri e propri insulti gratuiti. Chissà se Radio Tre gli concederà una replica. Ne dubito.
Marco BONGI
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