La
scelta è stata quella di circoscrivere la storia del papato a sette
secoli, partendo dal Giubileo del 1300 per arrivare all'oggi, mettendo
in risalto passaggi chiave e figure di pontefici che maggiormente hanno
influenzato tanto le vicende della cristianità quanto il progresso
artistico e culturale dell'umanità. Il percorso espositivo, ha
proseguito il curatore, sarà articolato in nove sezioni, che
toccheranno, dopo il primo Giubileo di Bonifacio VIII, il periodo della
cattività avignonese, la conseguente restaurazione nella città eterna
del potere papale, i pontefici umanisti Niccolò V, Paolo II e Sisto IV.
Ecco quindi la Roma rinascimentale di Giulio II (e di Raffaello e
Michelangelo), la Controriforma di Paolo III Farnese, la grande stagione
del Barocco in cui la città dei papi riafferma anche urbanisticamente
la sua dimensione universale per arrivare alla grande riflessione sulle
scienze e all'apertura al pubblico dei primi musei. Si attraversano così
il '700 e l«800, le grani encicliche che aprono le porte al XX secolo e
le opere che costruirono invece il Giubileo del nuovo millennio, da
Paolo IV a Giovanni Paolo II. Tra i capolavori esposti, ha detto la
soprintendente del Polo museale romano Rossella Vodret, ci saranno un
Volto di Cristo attribuito a Beato Angelico, il ritratto di Sisto IV di
Tiziano, il Ritratto di Clemente VII di Sebastiano del Piombo, un calice
reliquario di Benvenuto Cellini, il Busto reliquiario di San Rossore,
recuperato dalla Guardia di Finanza negli anni '70. Opere provenienti
dai principali musei nazionali, ma anche quelle recuperate dalle forze
dell'ordine (Carabinieri Tutela Patrimonio, Guardia di Finanza, Polizia
di Stato) nella loro lotta al mercato clandestino dell'arte,
racconteranno sette secoli di storia dei papi in una grande mostra
allestita dal 28 giugno a Castel Sant'Angelo. Selezionati dipinti,
sculture, oggetti d'arte e di oreficeria (in tutto 130 opere) per
documentare gli snodi fondamentali della storia della Chiesa dal
Giubileo del 1300 a oggi. Presentata oggi alla stampa dal
sottosegretario ai Beni culturali Roberto Cecchi, 'I Papi della Memorià è
stata promossa e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo (il Cet,
presieduto da Giuseppe Lepore) in occasione del cinquantesimo
anniversario del Concilio Vaticano II, nonchè per i sette anni di
pontificato di papa Benedetto XVI. «Per la prima volta - ha detto con
una nota di ironia il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci -
Castel Sant'Angelo ospita una mostra a esso perfettamente pertinente»,
in quanto, ha aggiunto la direttrice Maria Grazia Bernardini il
monumento è strettamente legato alle vicende del papato e ogni sua sala o
appartamento lo ricorda alle migliaia di turisti e appassionati. Per
una volta, dunque, contenitore e contenuto si valorizzano a vicenda in
questa carrellata di capolavori che illustra il ruolo svolto dai
pontefici per Roma e per l'intera cristianità nel campo della fede e
dell'arte, della politica e della cultura. Anche se, ha spiegato il
curatore della rassegna Mario Lolli Ghetti, Castel Sant'Angelo presenta
non pochi problemi per gli spazi. Una vera e propria sfida per
l'allestitore (sempre Lolli Ghetti), che ha costretto a una
delimitazione dell'argomento,di per sè illimitato.
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