ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 1 ottobre 2012

La Messa di sempre


  
  Oh se tutti i preti che hanno scoperto la profondità e la bellezza e la verità della grande Tradizione della Chiesa, avessero con decisione abbracciato la celebrazione della Messa di sempre, ora le cose non starebbero così! Certo, perché se è vero che tutti i fedeli hanno il dovere di vigilare sulla propria vita cristiana, questa vigilanza è gravissimo dovere di ogni sacerdote. Un dovere non solo per sé, ma anche per il popolo santo di Dio.

 Invece assistiamo ancora a notizie date come sensazionali, che sensazionali non sono: una Messa tradizionale qua, una là... qui una al mese... di là il Vescovo ha benevolmente concesso... qui un Cardinale ha celebrato, l'altro ha assistito...

  ...tutto questo ci piace poco, lo diciamo in tutta sincerità.

 Chi scrive così sui bollettini o sui siti internet, manifestando gioiosa meraviglia per queste celebrazioni sporadiche, senza volerlo dà sostegno ha chi ritiene “straordinario” il rito tradizionale della Messa.

 Ma può essere definito “straordinario” ciò che è stato vincolante e obbligatorio per quattordici secoli se non di più? Straordinario può esserlo per ragioni politiche e sociologiche: visto che l'assoluta maggioranza delle Messe è secondo il rito di Paolo VI, straordinaria è la Messa tradizionale, in quanto minoritaria, per ora.

 Ci sembra però illogico, infondato, definirlo “straordinario” il rito tradizionale, se con questo termine si vuol dire che è concesso straordinariamente.

 Purtroppo i preti l'hanno inteso così, e così l'hanno inteso i fedeli da loro consigliati.

 La Messa tradizionale non è “concessa”, è di diritto nella Chiesa, perché porta in sé l'Autorità dei secoli della Cristianità. La Messa cattolica, come è stata celebrata per secoli, è lei che giudica le novità dei nuovi riti, ma lei non può essere giudicata da nessuno. Questo i preti lo dovrebbero avere chiaro, per il concetto stesso di Tradizione e di deposito della fede.

 È la novità che va messa sotto giudizio dalla Tradizione, anche liturgica, plurisecolare della Chiesa.

 Se invece è la novità che mette sotto accusa e giudizio la Tradizione, come avviene oggi quando si chiede timidamente una Messa antica qua e là, assicurando di non essere contro la nuova Messa, e quando con magnanimità si concede qua e là il rito antico, allora siamo di fronte ad una svolta ideologica nella Chiesa cattolica, che fonda l'Autorità su se stessa e non sulla Tradizione.

 Non vogliamo mettere confusione in nessuno, vogliamo semplicemente dire che l'Autorità nella Chiesa è di natura diversa da quella del mondo moderno. L'autorità per i cristiani si fonda sulla Verità, quella data da Dio nella Rivelazione e trasmessa dalla Tradizione, per questo l'Autorità diventa custode della Tradizione, e il custode supremo della Tradizione, del Depositum Fidei, è il Papa.

 Nel mondo moderno invece è l'autorità che fa la verità, basandosi su maggioranze e convenienze, o oscuri disegni di potere... è così perché non crede alla verità, per cui non riconosce la verità, ma decide di farla e di... cambiarla se occorre.

 Se si introducesse nella Chiesa un modo simile di esercitare l'autorità sarebbe la fine... ma la fine dell'autorità in tantissimi campi l'abbiamo già vista.

 Per questo avremmo desiderato vedere tanti sacerdoti celebrare ordinariamente la Messa di sempre, per amore della Chiesa e della sua Autorità. Sì, perché l'unico aiuto e amore possibile all'Autorità nella Chiesa è tornare alla Tradizione con sincerità.

Editoriale di “Radicati nella fede”, ottobre 2012

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