IN PARADISO ANCHE I NON CATTOLICI ED I NON CRISTIANI
Questa è la conclusione a cui si giunge leggendo la risposta
di Padre Serafino Lanzetta ad un mio commento lasciato ad un suo articolo ( http://catholicafides.blogspot.it/2012/10/un-ecumenismo-contro-lunita-e-lunicita.html
).
Il padre Serafino, eminente teologo, così rispose:
Chi si
salva per mezzo del battesimo di desiderio non è "cattolico" e
neppure cristiano, perché non riceve il sacramento e quindi il
carattere sacramentale, ma ne ottiene solo gli effetti salvifici: è un uomo
salvato dalla grazia di Cristo (per mezzo della Chiesa), ma non partecipa degli
effetti conformativi a Cristo. Di qui l'importanza del sacramento del battesimo
e dei sacramenti nella loro totalità.
Per carità, io non ho pretese, non sono minimamente a questo
livello però mi sono sorti alcuni dubbi che vorrei esporre e da povero fedele
mi sono interrogato su quanto affermato dal p. Lanzetta.
La Chiesa insegna:
1) Fuori della Chiesa cattolica non c’è salvezza
2) La Chiesa è il corpo Mistico di Cristo
Riguardo al primo punto parliamo di un dogma di Fede
necessario alla salvezza e non credo sia necessario riportare tutti punti del
magistero infallibile che lo affermano, ne ricorderemo solo alcuni. Riguardo al
secondo invece è necessario soffermarsi maggiormente perché quest’affermazione
non viene tenuta nel giusto conto anche riguardo al primo punto.
Nella prima lettera ai Corinzi e agli Efesini San paolo
parla del corpo e delle sue membra e nella lettera ai Colossesi 1,24 dice
chiaramente: “a favore del suo corpo che è la Chiesa”.
Dunque la Chiesa è un corpo.
Ma lo è realmente o simbolicamente, concretamente o in modo
astratto, pneumatico?
Forse tanti hanno anche dimenticato la bellissima enciclica
di papa Pio XII intitolata proprio Mystici Corporis dove si conferma che la
Chiesa è il corpo mistico di Cristo ed essendo un corpo si comporta come tale,
la differenza, qui finisce l’analogia, è che le membra sono uomini dotati di
libero arbitrio.
Ma a legger le parole del P. Serafino
sembra proprio che in paradiso ci siano anche musulmani, buddisti ed
innumerevoli altri generi d’infedeli e non cristiani sic et simpliciter.
Vediamo però cosa insegna la Chiesa
cattolica e quale è l’opinione comune dei teologi.
1) Il battesimo per disposizione divina è necessario alla salvezza. De
Fide
2) Concilio di Trento s. 7 de Sacr. In gen. Can 4, Denz 847
3) Il Concilio di Firenze (1442): Crede
fermamente, confessa e predica che nessuno di quelli che sono
fuori della chiesa cattolica, non solo pagani, ma anche Giudei o eretici e
scismatici, possano acquistar la vita eterna, ma che andranno nel fuoco
eterno, preparato per il demonio e per i suoi angeli (94), se prima della
fine della vita non saranno stati aggregati ad essa;
Qui viene spiegato chiaramente che il
pagano o chiunque sia deve essere aggregato alla Chiesa quindi deve
appartenere al corpo mistico di Cristo e ciò smentisce categoricamente
l’affermazione di p. Lanzetta poiché se è vero ciò che dice il francescano significa
che ci sarebbero dei casi in cui questa affermazione dogmatica possa anche
essere disattesa.
Nel canone del Concilio di Trento
invece troviamo scritto che è necessario anche il desiderio dei sacramenti.
Inoltre è accertato che il
battesimo incorpora a Cristo, se non alla parte visibile certamente all’anima.
Il catechismo di San Pio X al
punto 290 recita: Il battesimo è il sacramento che ci fa cristiani, cioè
seguaci di Gesù, figli di Dio e membri della Chiesa.
A questo punto dobbiamo
chiederci: Il battesimo di desiderio è un battesimo o non è un battesimo?
Ecco dunque i miei dubbi su questa
affermazione ed alcuni argomenti che si possono opporre:
1) Per primo che desiderare qualche
cosa è una certa mozione verso ciò che è appetito, ma la facoltà dell’anima
della volontà presuppone una certa conoscenza di ciò che si appetisce infatti
l’atto dell’intelletto è anche cronologicamente prima di quello della volontà,
quindi è impossibile che si desideri ciò che non si conosce, infatti l'oggetto dell'intelletto è la ragione stessa di bene
appetibile, mentre l'oggetto della volontà è il bene appetibile, la cui ragione
si trova già nell'intelletto. (ST p. I q.
81 a 3 r)
Come dice Agostino: “si ama ciò
che si conosce”.
E’ necessario però chiarire che la
fede è “cogitare con assenso” ed in questo senso siamo al passo successivo dove
la volontà determina l’intelletto (cfr S.T.).
Ma desiderare il battesimo significa,
per così dire, desiderare Dio (G. Rambaldi , Battesimo in Enc. Catt.
Vol. II, coll 1012) e voler essere rigenerati dal Padre, dal Figlio e dallo
Spirito Santo, quindi aver conosciuto la Santissima Trinità, e questa è
propriamente la Fede cattolica.E’ necessario infatti che prima si creda e poi ci si battezzi secondo le parole “chi crederà e sarà battezzato sarà salvo”. (Mt. 16,16)
“Il battesimo risponde al desiderio di Dio, incorporando i fedeli a Cristo e rendendoli viventi della vita soprannaturale che in Gesù si trova nella sua pienezza” (Enc. Catt. Vol. II, coll 1012-1015)
Non ogni fede è utile, non ogni dio si può desiderare poiché è scritto “senza la Fede è impossibile piacere a Dio” a meno che il p. Lanzetta non voglia ammettere che in qualsiasi fede si può essere salvati.
2) Un secondo argomento può essere
questo:
Essendo la fede un dono di Dio, essa ci
viene data per mezzo di un’illuminazione poiché è risaputo che attraverso
l’intelletto agente dagli effetti noi veniamo a conoscenza dell’esistenza di
Dio che è un atto della potenza naturale1 mentre per la fede
Dio agisce sull’intelletto possibile poiché altre cose eccedono la facoltà
della ragione e la mente umana tutte queste cose non può conoscere senza essere
illuminata in modo divino da un nuovo lume che si aggiunga a quello naturale
(S. Tommaso, in Boetio De Trinitate Q1 a1 r).
Nel caso in questione, i pagani, non
potendo essere stati illuminati dalla Chiesa o non avendo creduto alla sua
predicazione riceveranno direttamente da Dio o da un angelo questa
illuminazione. Questa infatti è l’opinione del dottore angelico (Quest. De
Verit. Q14 a11 ad1).
Ma poiché, come sopra detto, si
appetisce solo ciò che si conosce è necessario che essi siano istruiti su ciò
che desiderano.
Ripugna, però, totalmente che Dio
possa illuminare chiunque proponendo una Fede che non sia quella cattolica,
pertanto l’infedele che riceverà l’illuminazione sarà istruito almeno sui due
dogmi riguardanti la Trinità e l’incarnazione, come sostengono svariati teologi
del passato.
3) Un terzo argomento può essere questo:
La forma è principio d’operazione e la forma di questo corpo mistico è lo
Spirito Santo che di esso ne è l’anima (Sant’Agostino, Mystici Corporis), ora,
come causa formale, essa imprime nell’animo una certa qualità che è
propriamente la vita della grazia (ST p. I-II Q110 a2 ad1) per mezzo della
Carità che diviene per l’animo dell’uomo quasi come una nuova forma che a sua
volta imprime l’operazione propria del corpo mistico di Cristo che è l’azione
del suo divin Capo in ogni cattolico.
Anche in questo caso ripugna che chi
riceva la grazia col battesimo di desiderio abbia un’operazione diversa da
quella dell’anima che informa quel corpo quando ne fa parte.2
Come si può sostenere: ne ottiene
solo gli effetti salvifici ?
Divenire cristiani, invece, è un
effetto dell’incorporazione a Cristo, quanto meno all’anima del suo corpo
mistico che è la Chiesa.
Val bene ricordare che col battesimo l'uomo viene incorporato a Cristo e diventa
suo membro. È quindi conveniente che nelle membra incorporate si compia ciò che si è compiuto nel capo (S.T. p. III q 69 a3 r)
Infatti il carattere del Battesimo, citato da p. Lanzetta, è il secondo effetto del battesimo e non il solo anzi l’effetto principale da cui traggono radice tutti gli altri è proprio l’incorporazione a Cristo. (Bartmann- manuale di teologia dogmatica Vol. III p. 86)3
1) Rispetto a noi
2) Rispetto a se stesse e alla loro natura
Nel primo caso noi le conosciamo
limitatamente secondo gli effetti, nel secondo caso esse sono di per sé
massimamente conoscibili nel loro modo appropriato da Dio e dai Beati (Commento
a Boezio De Trin. Q2 a2 r) pertanto Dio solo con certezza conosce chi è
incorporato all’anima del Corpo Mistico di Cristo.
A noi potrà anche sembrare, anzi non
lo vedremo mai in questo stato di viatori, che l’infedele sia tale, ma Dio vede
e sa che è cristiano ed ha la fede cattolica così che resti valido il dogma “nulla
salus extra ecclesiam”.
Inoltre di questa “società”, che è la
Chiesa, qunidi del Corpo Mistico sappiamo che ne fanno parte anche i beati ed i santi, come fanno ad
esserne parte se non sono cattolici e cristiani?
Forse che la Chiesa Trionfante in
cielo perderebbe la sua natura?
Abramo che credette a cosa
credette?
E di questa opinione è Mons. De Sègur
che si domanda: “Può uno salvarsi fuori della Chiesa”?
Risponde: “Sì, in apparenza, no in
realtà”4.
Prendiamo l’esempio del teorema di
Pitagora se per una volta non fosse valido non lo sarebbe mai se non per accidens
e così è lo stesso per il dogma “nulla salus”.
E’ vero che Dio agisce al di fuori
dei sacramenti ma di quelli amministrati dalla Chiesa visibilmente e non certo
contro i sacramenti stessi, ciò equivarrebbe a dire che Dio possa agire contro
se stesso ciò è impossibile essendo stati istituiti da Lui.
Dio non inganna e non può ingannarsi.
Nulla vieta, inoltre, che il sommo
sacerdote Gesù Cristo, fonte di ogni sacramento (battesimo di desiderio), li
amministri direttamente essendo sempre il capo della Chiesa anche se noi non lo
vediamo.
Cristo non è legato dai suoi
sacramenti: Egli può produrre l’effetto con un semplice atto di volontà.
(Bartmann-Manuale T.D. Vol. III p. 328)
7) Infine come ultimo argomento possiamo
dire che la Fede non appartiene all’essenza dell’ uomo ma è un accidente che si
aggiunge e specificatamente una qualità che, sebbene può essere cambiata, sembra più un possesso
che una disposizione come afferma il Filosofo (Categorie 8).
Ora l’essenza è ciò che è espressa
dalla sua definizione e sotto lo stesso rapporto è o non è ma anche gli
accidenti, sebbene per essere hanno bisogno di un soggetto su cui inerire,
posseggono un’essenza ed una sua definizione anche se in maniera incompleta e
relativa.
Preso in concreto l’essere cattolico
dunque è un accidens, una qualità o abito.Ma cattolico è colui che professa la fede cattolica mentre musulmano (ad esempio) è colui che
professa la fede islamica e questa è la loro definizione.
Poiché le due definizioni sono opposte non possono sussistere sullo stesso soggetto, una cosa è o non è.
Ma la virtù della Fede è un abito e l’abito è una qualità stabile dell’animo così l'abito della fede inclina l'anima umana ad accettare le cose che collimano con la vera fede, e a respingere le altre.(ST p. II-II Q1 a4 ad1)
Ma in musulmano il cui abito è quello
della fede musulmana (pur col battesimo di desiderio) se mantiene quell’ abito non
può avere quello della Fede cattolica di conseguenza dobbiamo ammettere che in paradiso
ci sono anche coloro che mantengono l’abito della falsa fede e quindi chiunque.
Quod repugnat!
Vogliamo dire che non sia vero?
Stefano
Gavazzi
1) In realtà la Causa prima muove anche
l’intelletto agente.
2) Si potrebbe
obiettare che tanti fanno parte del corpo ma non seguono il principio
dell’operazione di quest’anima.
Ma
l’obiezione in tal caso è facilmente superabile opponendo due argomenti:
Il primo
argomento è un’analogia che si deduce dal corpo umano, infatti in natura ci
sono alcune cellule malate che non contribuiscono a perseguire il fine di tutto
il corpo pur facendone parte e tal volta l’operazione viene negata a tutto il
corpo quando è la testa ad essere colpita da malattia. (vorrei portare un
esempio doloroso per me ma lascio a chi legge pensarne uno)
Il secondo è
che abbiamo detto che le cellule di questo corpo hanno libero arbitrio e liberamente
possono scegliere di seguire l’operazione di questa “nuova forma” o rifiutarne
la qualità pur conservando l’unità col corpo solo esteriormente.
3) Quasi nessuno degli autori che
sostengono queste tesi, vedasi anche p. Bellon, non tengono conto del fatto che
si parla di casi in cui l’uomo sta per passare dalla vita alla morte, un
tentativo estremo, come invece perfettamente sottolinea il Concilio di Firenze,
che dice “finchè sono in vita” perché nel caso in cui coloro che ricevono il
battesimo di desiderio non perissero dovrebbero, poi per salvarsi, mettere in pratica la dottrina cattolica e
appartenere visibilmente al corpo di Cristo (sacramenti ecc.) acconsentendo
alla Grazia, condurre una vita da cattolici con tutti i problemi connessi.
4) La Chiesa per Mons. De Sègur. Cap.
V Roma 1883
5) Quel quasi non si riferisce alla
certezza del principio ma al fatto che essendo oggetto di Fede non sono
dimostrabili.