Poco dopo lo sventurato sbarco su Twitter, dove i suoi timidi messaggini finiscono annegati ogni giorno in una alluvione di sberleffi, Benedetto XVI ha scelto per questa vigilia di Natale una tribuna mediatica molto più degna: il “Financial Times” di Londra.
Sull’edizione del 20 dicembre del numero uno dei quotidiani finanziari europei ha pubblicato un articolo lanciato in prima pagina come una “lezione natalizia in tempi di austerità”.
Nell’articolo, papa Joseph Ratzinger entra fin dalla prima riga in “medias res”, in linea con gli interessi della testata:
“Rendi a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio: fu la risposta di Gesù quando gli fu chiesto ciò che pensava sul pagamento delle tasse”.
E conclude mordendo sempre sullo stesso terreno sensibile:
“In Italia, molte scene di presepi sono adornate di rovine degli antichi edifici romani sullo sfondo. Ciò dimostra che la nascita del bambino Gesù segna la fine dell’antico ordine, il mondo pagano, nel quale le rivendicazioni di Cesare apparivano impossibili da sfidare. Adesso vi è un nuovo re, il quale non confida nella forza delle armi, ma nella potenza dell’amore. Egli porta speranza a tutti coloro che, come lui stesso, vivono ai margini della società. Porta speranza a quanti sono vulnerabili nelle mutevoli fortune di un mondo precario. Dalla mangiatoia, Cristo ci chiama a vivere da cittadini del suo regno celeste, un regno che ogni persona di buona volontà può aiutare a costruire qui sulla terra”.
Nel sito web del “Financial Times” l’articolo del papa è accessibile solo agli iscritti. Ma la sala stampa vaticana (seguita poi da “L’Osservatore Romano”) ne ha diffuso il testo integrale, nell’originale inglese e in una traduzione italiana. Premettendo che già un’altra volta Benedetto XVI aveva scelto di intervenire in occasione del Natale su un altro grande medium inglese a lui spesso ostile, la BBC, tre mesi dopo il suo viaggio del 2010 nel Regno Unito.
In questi come in altri casi analoghi sia la scelta di intervenire come l’attuazione di tale scelta sono sempre state opera personale di Benedetto XVI.
Mentre nel caso di Twitter sia l’idea che la sua messa in pratica gli sono cadute addosso da fuori. Da cicale vaticane la cui imprevidenza è ora sotto gli occhi di tutti.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/12/20/le-cicale-di-twitter-e-la-formica-del-financial-times/
Sull’edizione del 20 dicembre del numero uno dei quotidiani finanziari europei ha pubblicato un articolo lanciato in prima pagina come una “lezione natalizia in tempi di austerità”.
Nell’articolo, papa Joseph Ratzinger entra fin dalla prima riga in “medias res”, in linea con gli interessi della testata:
“Rendi a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio: fu la risposta di Gesù quando gli fu chiesto ciò che pensava sul pagamento delle tasse”.
E conclude mordendo sempre sullo stesso terreno sensibile:
“In Italia, molte scene di presepi sono adornate di rovine degli antichi edifici romani sullo sfondo. Ciò dimostra che la nascita del bambino Gesù segna la fine dell’antico ordine, il mondo pagano, nel quale le rivendicazioni di Cesare apparivano impossibili da sfidare. Adesso vi è un nuovo re, il quale non confida nella forza delle armi, ma nella potenza dell’amore. Egli porta speranza a tutti coloro che, come lui stesso, vivono ai margini della società. Porta speranza a quanti sono vulnerabili nelle mutevoli fortune di un mondo precario. Dalla mangiatoia, Cristo ci chiama a vivere da cittadini del suo regno celeste, un regno che ogni persona di buona volontà può aiutare a costruire qui sulla terra”.
Nel sito web del “Financial Times” l’articolo del papa è accessibile solo agli iscritti. Ma la sala stampa vaticana (seguita poi da “L’Osservatore Romano”) ne ha diffuso il testo integrale, nell’originale inglese e in una traduzione italiana. Premettendo che già un’altra volta Benedetto XVI aveva scelto di intervenire in occasione del Natale su un altro grande medium inglese a lui spesso ostile, la BBC, tre mesi dopo il suo viaggio del 2010 nel Regno Unito.
In questi come in altri casi analoghi sia la scelta di intervenire come l’attuazione di tale scelta sono sempre state opera personale di Benedetto XVI.
Mentre nel caso di Twitter sia l’idea che la sua messa in pratica gli sono cadute addosso da fuori. Da cicale vaticane la cui imprevidenza è ora sotto gli occhi di tutti.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/12/20/le-cicale-di-twitter-e-la-formica-del-financial-times/
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